Se una notte di tempesta una nomade...

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  1. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 2, Post 22, sera.

    [exp 7980 DÉSEFA #0082C3 (25r80x2)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 800, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Dés ridacchiò soddisfatta alla prima affermazione della ragazza ”Cosa c’è, vuoi arruolarti anche tu?” le chiese, con aria ironica; ma quella si stava già facendo i fatti suoi. La nomade arricciò il naso quando l’altra si scolò un intero boccale tutto d’un fiato. Non era bello, no. Come faceva a sentire il sapore, in quel modo? No, non era certo un’estimatrice al suo livello. Riprese ad arricciarsi la ciocca di capelli intorno all’indice. Hana invece sembrava presa dalle sue faccende ed andava in giro a riordinare la stanza. Il vento sbatteva contro la porta e la faceva vibrare contro la sedia che vi era puntata davanti, producendo una serie continua di colpetti soffocati. La tempesta fuori non accennava a diminuire, anche se il rumore della pioggia era meno forte. Forse il vento stava spazzando via le nuvole. Fatto sta che aveva ciarlato a sufficienza, aveva bevuto e l’altra sembrava a corto di domande. Forse adesso poteva andarsene a dormire in santa pace. E magari l’altra avrebbe accettato di farla riposare nella stalla.

    Fu quando la donna riprese la parola che Dés rimase piuttosto disorientata. Ma come, si era lagnata per tutto quel tempo della tempesta ed ora voleva buttarcisi a capofitto? Se reggevi così poco la birra non dovevi berla così di fretta. ”Non diciamo scempiaggini!” esclamò, alzandosi in piedi con fare teatrale ”No che non abbiamo paura di due gocce d‘acqua. Per questo ho chiesto ricovero nella stalla. Non eri tu che frignavi per il temporale?” chiese con tono scocciato, con le mani sui fianchi. Ma quella procedeva spedita verso la porta. Sembrava non vedere l’ora di andarsene fuori. Dés trattenne uno sbuffo. Si era anche asciugata per bene, davanti al fuoco. Questo le rovinava i piani. Perché ovviamente non c’era nessun esercito a cui portarla. E quando se ne fosse accorta, beh, avrebbe dovuto battersela come al solito. E lasciar perdere il sonnellino all’asciutto. Seccante. MOLTO seccante. Come se non bastasse doveva anche inventare un posto dove guidare quella tizia. Peccato che quando era arrivata era buio pesto e non aveva visto un accidente dell’isola. Sempre che di un’isola si trattasse. ”Come ti pare…” brontolò con aria di sufficienza, avviandosi a sua volta verso la porta. Raccolse la borsa ed il suo prezioso bastone e varcò la soglia. Trattenne il respiro quando raffiche gelate i vento la colpirono in piena faccia. Fissò la direzione da cui proveniva il vento con aria torva. Sollevò un braccio come per ripararsi dalla tempesta. Assottigliò gli occhi, che assunsero una colorazione inquietante mentre esercitava il dominio per smorzare le raffiche che le andavano contro. Fortuna che la locanda si trovava vicino al limitare della foresta. A passo svelto si avviò verso i tronchi secolari. Là sotto il maltempo era più tollerabile. ”Dobbiamo andare dall’altra parte dell’isola” le disse soltanto. La cosa più ovvia e banale che le potesse venire in mente. Se poi quella chiedeva dettagli magari le dava anche elementi per inventare qualcos’altro. E comunque, con tutti quegli alberi, sarebbe stato meglio per lei se avesse conosciuto a fondo il luogo. Perché su Dés era meglio non contare. In molti sensi…
     
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29 replies since 30/7/2011, 15:32   323 views
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