Se una notte di tempesta una nomade...

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  1. @Les
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    MESE 3, GIORNO 2, POST 5 (ago), sera

    [(#DC143C) EXP 2.400 (30r100x2)][DENARO: 55 mo RdT+ ABBIGLIAMENTO: tunica verde chiaro, larga e lunga fino ai piedi, grembiule giallo, pantaloni color senape e sandali ai piedi. Capelli fermati da una fascia verde come la tunica][EV: 300, ABILITA': // ARMATURA: //, ARMI: coltello (on)]



    "Non eri tu che frignavi per il temporale?" ribatté la ragazza travestita da soldato. Haika le lanciò un'occhiata scettica, lasciando che un leggero sarcasmo trapelasse dalla propria voce "veramente io ti ho solo avvisata che non ti conviene dormire là fuori... ma non ho nessuna intenzione di addormentarmi durante il tragitto" spiegò, con la strana quanto fastidiosa situazione di stare perdendo il controllo della situazione: non aveva un piano e stava per accompagnare quella mocciosa fuori di lì, dove avrebbe potuto scappare in qualunque momento... lasciandola senza la sua dovuta ricompensa e per di più fradicia. Era un rischio... ma non sapeva in che altro modo contattare i soldati. Se loro le stavano dando la caccia era probabile che la nomade avrebbe saputo dove si trovavano, ma perché era tanto disponibile a portarla da loro? Aveva già stabilito che quanto a connessioni logiche era fuori di qualche venerdì, ma se era tanto stupida perché non l'avevano già catturata? Non è che la stava prendendo in giro, ancora? E se non ci fosse stato alcun esercito, ad aspettarle?

    Haika si tolse il grembiule, gettandolo su una sedia, mentre rifletteva il più rapidamente possibile in cerca di una soluzione a quella fastidiosa situazione. "Aspetta, prendo un mantello" disse la donna, correndo su per una vecchia scalinata in legno, che portava al piano superiore. Lì si trovava la sua stanza, aprì la porta velocemente, ma la richiuse con cautela. Si avvicinò al proprio letto e lo tirò verso di sé per un buon metro, poi si tuffò dall'altra parte e una nuvola di polvere si alzò nell'aria: la soffiò lontano, infastidita. Le assi di legno sotto al letto erano vecchie e rovinate dall'usura, tanto che alcune non erano più ben fissate nella loro sede e Haika ne rimosse una. Lì sotto custodiva tutto quello di cui era meglio che il proprietario della locanda non venisse a conoscenza. Afferrò il suo coltello, assicurandosi di dare le spalle alla porta, in modo da poter essere rapida a nascondere il tutto se qualcuno, per caso, fosse passato di lì... ma era difficile. In quel periodo la locanda era deserta e gli unici a trovarsi lì erano lei e la nomade. Perfino il cuoco se n'era andato da ore.

    Rapida si sfilò la tunica, agganciò il fodero del suo coltello e si rivestì. Poi prese una corda (-90 mo), sottile quanto resistente, e se la arrotolò attorno al braccio destro, fermandola con un nodo ben stretto ma facile da sciogliere per mani esperte. Ora si sentiva molto più sicura di sé. Lanciò un'ultima occhiata al suo nascondiglio segreto e afferrò un medaglione che si mise al collo, all'interno del quale era contenuta una fiala di sonnifero (veleno: Papavero Laogai -300 mo)... se solo ci avesse pensato prima... avrebbe potuto versarlo nella birra! Ma forse era ancora in tempo... rimise a posto le assi, spinse nuovamente il letto al suo posto e dal fondo di un armadio prese un vecchio mantello blu scuro, che si gettò sulle spalle senza perdere troppo tempo, poi afferrò una borraccia, richiuse l'armadio e con calma tornò di sotto.

    "Eccomi" annunciò, mostrando la borraccia con aria felice: "ho pensato che ci servirà qualcosa da bere" disse, riempiandola di birra, poi, finalmente, si avviò verso la porta con la borraccia saldamente agganciata alla cintura. Strattonò leggermente per assicurarsi che rimanesse al suo posto, poi alzò lo sguardo sul finto soldato, con aria evidentemente soddisfatta. Appena tolto il fermo che la bloccava la porta si spalancò all'improvviso e una folata di vento si introdusse nel locale, gettando con forza l'acqua al suo interno, ma Haika parve non notarla nemmeno, era abituata a ben altre tempeste, alle inbarcazioni in balia del vento, dove bisognava aggrapparsi con forza per non venir scagliati in mezzo al mare, incontro a una morte certa. No, quelle due gocce non le davano affatto fastidio. ”Dobbiamo andare dall’altra parte dell’isola” disse la ragazzina mentre già si avviava in direzione della foresta. Ma era completamente fuori di senno? Ah. Già. Questo lo aveva appurato da un pezzo "non di là!" strillò Haika avviandosi in direzione opposta.
     
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