Se una notte di tempesta una nomade...

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  1. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 2, Post 26, sera.

    [exp 8720 DÉSEFA #0082C3 (30r100)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 800, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Dés aspettò che Hana si voltasse di nuovo per sfoderare il suo ghigno preferito. Non le era certo sfuggito il sussulto della cameriera, quando si era voltata.
    Funzionava SEMPRE!
    NESSUNO poteva eguagliare un nomade per leggerezza.
    Leggerezza e silenzio.
    Non si sa quante volte si era salvata la pellaccia in quel modo. Quante volte aveva riempito la pancia, grazie al dominio. Amava il suo dominio. Con tutto il cuore.
    Amava di meno essere presa per il braccio e trascinata. Sentì la presa delle dita fredde della ragazza per una frazione di secondo, prima di ritirare di scatto la mano e scuoterla come se avesse toccato qualcosa di bollente. Lanciò un’occhiata imbronciata a Hana. ”Sono un soldato della Nazione del Fuoco, e ben addestrato. Non mi serve la tua protezione” esclamò con tono pomposo, rimettendosi sdegnosamente in marcia, col naso all’insù. Si affiancò stavolta alla cameriera, ostentava un passo di marcia piuttosto rigido. Come quello che aveva visto usare dalle guardie di sua sorella quando aveva preso Ba Sing Se. Solo più veloce.
    ”Stanno tutti nelle tende, vicino alla costa. Dove sono sbarcati sono rimasti” sentenziò la nomade camuffata, con l’aria di una che deve spiegare delle ovvietà ad una persona mooolto ignorante.
    Che poi ci fosse davvero un punto buono per l’attracco di una nave da guerra non era un suo problema. Doveva saperlo l’altra, il luogo di approdo. Si sarebbe risposta da sola. Comodo, vero?
    Se continuava così sarebbe stata Hanuccia a guidarsi da sola verso il completo nulla. E lei si sarebbe fatta una delle sue colossali risate.
    Tanto non c’era NESSUNO al mondo, Waterbender, Firebender, o lancia sassi che potesse stare al pari di un nomade.
    Un nomade che si chiama Dés.
    O questo era quello che a Dés piaceva pensare. E non aveva motivo di pensare il contrario. Non era mai successo nulla che potesse contraddire questo suo pensiero. Solo UNA persona sulla Terra era mai riuscita a colpirla.
    E non faceva la cameriera in un’isola sfigata.
    Probabilmente se ne stava nel suo pallone da guerra, con i suoi soldatini che le portavano la cena. LONTANO LONTANO.
    Quindi nessun problema.
    Accelerò il passo, lentamente. Inesorabile.
    Magari in un primo momento sembrava che non stesse acelerando. Invece lo faceva, sempre di più.
    Manteneva il passo da carica. Seguì la direzione indicata dalla sua…diciamo, guida. Stavolta aveva un’altra idea per far dannare un altro po’ quella tipa. Una delle sue idee brevettate Ba Sing Se. Usò di nuovo il dominio.
    E l’aria la lasciò passare.
    Le sue falcate erano normali falcate. Ma lo spazio tra un passo e l’altro no. Amava sentirsi così veloce. Cercò di frapporre tra sé e la cameriera più spazio possibile. Più tronchi possibile. Più foglie possibile. Poi, quando fu convinta di non essere vista, fece una giravolta e si appiattì dietro un tronco che fiancheggiava il sentiero.
    Poi…su!!
    Come un tappo di bottiglia.
    Spiccò un salto a piedi uniti ed atterrò su un ramo sospeso sul sentiero.
    Silenziosa come la nebbia.
    Si appollaiò là sopra come un grosso corvo.
    Ed attese che l’altra passasse sotto di lei. I capelli neri penzolavano nel vuoto. Dés aspettava. Di solito odiava aspettare.
    Ma certe volte era MALEDETTAMENTE divertente.
    Di solito saltava sulle grondaie ed aspettava. Passava sempre qualcuno, prima o poi, che portava un bel cappello. E lei non aspettava altro. Si spenzolava giù dalla grondaia, aggrappata con i piedi. E il cappello spariva dalla zucca del povero malcapitato. Ma la cosa migliore era quando lei soffiava sulla strada ed il cappello lo faceva volare. E il povero gonzo che lo rincorreva. Per chilometri. Questo quando non aveva voglia di portare cappelli a Terfo. Peccato che Hana non avesse un cappello.
    Già.
    Però aveva un cappuccio.
    Beh...sempre meglio di niente.
    Si riempì i polmoni e lasciò andare una bella raffica di vento in direzione della faccia della cameriera.
    Si sarebbe arrabbiata?

    .....MAGARI!!
     
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29 replies since 30/7/2011, 15:32   323 views
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