Se una notte di tempesta una nomade...

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  1. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 2, Post 34, sera.

    [exp 9210 DÉSEFA #0082C3 (30r100)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 800, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Oh, si! Cavoli, se era arrabbiata!
    Che bello…non si divertiva tanto da seeeecoli!
    Ricambiò l’occhiata incendiaria con un sorriso sfacciato. Il sorriso divenne una risata argentina quando la cameriera le gridò dietro. Poi si aggrappò al ramo dove era appollaiata e, con una giravolta, si lasciò penzolare a testa in giù. Mollò la presa e ricadde in mezzo ad una bella pozzanghera. Il fango schizzò da tutte le parti, ma lei neanche si preoccupò di toglierlo dagli stivali. Tanto ce n’era ovunque. Seguì, stavolta tranquilla (per quanto ciò fosse possibile a Désefa), la cameriera che puntava con sicurezza lungo il sentiero invaso dalla fanghiglia.

    Il fango scorreva a fiumi e si incanalava nelle pozze del sentiero boschivo, trascinava con sé foglie e rametti che si andavano ad ammucchiare ai lati del percorso dei rigagnoli. Ad ogni passo sprofondava sempre di più nella melma e quando tiravi su il piede si sentiva come un rumore di risucchio. Sssssschlup! Era TROPPO divertente! Désefa si ingegnò a trovare i punti più fangosi per poter infilarci lo stivale, sempre più sporco e bagnato. Alla fine l’acqua era filtrata fin dentro la calzature, e ad ogni passo i piedi facevano scic sciac.

    Poi arrivarono ad un villaggio. Lì c’erano le pietre sulla strada. Fine dei giochi.
    Acqua che cade dappertutto. Cascate d’acqua. Torrenti d’acqua. Dai tetti, dai rami degli alberi. Ed ecco che Hana, stanca di camminare, decide di prendere in prestito un bel cavallostruzzo. Al pensiero un sorriso a trentadue denti si allarga sul viso della ragazzina. Beeeeellooo! Vide l’altra coprirsi il volto e pensò bene di calarsi l’elmo sulla testa. Nessuno avrebbe osato sfidare un feroce soldato della terribile Nazione del Fuoco! Sarebbe voluta entrare anche lei a vedere quelle bestie…ma se ci teneva tanto poteva anche andare da sola, per lei non faceva differenza. Si affacciò con curiosità all’ingresso della stalla, allungando il collo più possibile per vedere all’interno. Riuscì a distinguere per pochi istanti la sagoma di Hana che si addentrava nell’oscurità più totale, poi più nulla.

    Da dentro venivano gli sbuffi ed i brontolii delle bestie che riposavano. L’odore era un po’ come quello dei bisonti che tenevano al tempio. Solo un po’ meno pungente. Dopo qualche minuto eccola di ritorno. Restò affacciata dalla porta per tutto il tempo possibile, poi appena arrivò a due centimetri da lei fece un vivace salto all’indietro e si rifugiò sotto lo spiovente del tetto della stalla. Nella notte si vedevano bene solo gli occhi della bestia che scintillavano. Si vedevano poi le zampe ed il corpo un po’tozzo. Dés avvicinò il naso al muso dell’animale più vicino. E quello le annusò tutta la faccia. I capelli le finirono tutti all’indietro per il respiro umido del cavallostruzzo. Dès scoppiò a ridere e poi si schiaffò una mano davanti alla bocca, mentre continuava a sbellicarsi. Non voleva fare rumore, anche se lì di fracasso ce n’era già a sufficienza. Grazie, tempesta! Riuscì a trattenersi e schioccò un bacio sul muso dell’animale, mentre lo teneva ai lati della testa. ”Allora, andiamo si o no?” sibilò ad Haika, pronta già a saltare in groppa alla bestia.
    La cavalcatura non sembrava entusiasta di stare sotto la pioggia. Scuoteva la testa per togliersi il crine fradicio di pioggia da davanti agli occhi grandi e scuri.
    Allora fu Dés a scostare quella frangia scomoda dal muso della bestia.
     
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29 replies since 30/7/2011, 15:32   323 views
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