Se una notte di tempesta una nomade...

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  1. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 2, Post 36, sera.

    [exp 9510 DÉSEFA #0082C3 (30r100x2)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 490, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]


    Il cavallostruzzo sussultò quando venne colpito e, senza lanciare un nitrito, partì al galoppo lungo la strada del villaggio, ormai invasa dal fango. L’animale scivolava sulla superficie viscida ma non accennava a rallentare il passo, artigliava i ciottoli del lastricato con gli unghioni e produceva dei rumori secchi, come quando tiri dei sassi contro un muro. L’aria umida che usciva dalle sue narici si condensava in nuvolette subito dilaniate dalle raffiche di pioggia e vento. Dés si teneva disperatamente in arcione. Stringeva forte le ginocchia contro i fianchi della bestia, aggrappata ai finimenti come se fossero la sua unica possibilità di vita. La gamba pulsava. Non voleva nemmeno muovere le dita dei piedi, per quanto le faceva male, ed aveva infilato solo il piede buono nelle staffe. Restare in sella era un’impresa ma Dés non molla mai. Il rumore della pioggia copriva solo in parte un altro suono. Rumore di zampe sul selciato. Un animale dietro di loro. Dés si voltò, fece perno sul piede illeso per riuscire a guardarsi dietro alle spalle. E quello che vide non le piacque affatto. Una figura, a cavallo. La stavano inseguendo. Non aveva neanche la forza di pensare a qualche imprecazione degna dell’occasione. Era troppo stanca e dolorante. Voleva solo scappare…tra lei e l’animale che montava c’era solo una differenza, puramente formale. Quando sei ferito e ti inseguono non c’è molto da essere razionali. Scappi e basta. E quando ti raggiungono…beh, hai ancora più paura. Le saliva in ondate dai reni, le prendeva il diaframma, lo stomaco, come un pugno di ferro stretto sull’addome. Non sentiva più le dita, per quanto le stringeva forte sulle briglie. Faticava a respirare. Poteva fare poco per accelerare, se scalciava con un solo piede i fianchi dell’animale quello sbandava soltanto, senza aumentare l’andatura di un millimetro. Continuava a voltarsi, si aspettava di avere l’aggressore addosso da un momento all’altro. Poi qualcosa di luccicante fendette la pioggia con uno scintillio cupo. Una lama, un pugnale. Dés mollò la presa sui finimenti con una mano ed afferrò l’aliante, pronta a colpire il coltello e a lanciarlo via. Uno scossone improvviso. ACCIDENTI. Il cavallo aveva preso una buca e per poco non finiva per terra, con tutta la nomade sopra. Perse di vista l’arma…Il pugnale andò a colpire una delle cinghie che tenevano ferma la sella sotto la pancia dell’animale. La striscia di pelle cedette con uno schiocco. La lama affilata tagliò il fianco dell’animale, che con un nitrito stridulo saltò violentemente, cercando di disarcionare Désefa. Lei perse l’equilibrio. Spalancò l’aliante all’ultimo secondo per allontanarsi da quella bestia traditrice. Balzò dalla sella, il dominio l’aiutava a non sforzare la gamba ferita. Guadagnava spazio sotto la pioggia battente, saliva nonostante la tempesta. Peccato che le era rimasta la caviglia incastrata nella sella dell’animale. Ma il peso non era sufficiente a frenare la sua ascesa, no…Lui scappò a tutta velocità e scomparve al trotto nella pioggia. Lei…si sentì strattonare in volo. Non riusciva più ad andare avanti. La sella era incastrata. Un ramo sporgeva infido ed una delle cinghie vi era rimasta attorcigliata. NO…..
    Il contraccolpo fu inevitabile, cadde violentemente verso il basso, cercò di atterrare in piedi, l’aria la sosteneva sempre ma poggiò troppo peso sulla gamba sbagliata. Con un gemito ricadde in ginocchio, in mezzo al fango. Tremava come una foglia.

    (A.Atk *lancio* atk=1100+110+5=1215 vel=360+45+25=430)

    (A.Def *salto con l’aliante* def=1050+ 70 = 1120 vel=300+30=330) EV=395

    Il rumore del cavallostruzzo in avvicinamento si faceva più forte. Era in trappola, non poteva scappare. Si guardò le mani immerse nella fanghiglia, mentre un istintivo senso di ribellione si impadroniva di tutto il suo essere, impedendole di pensare in modo lucido. Ammesso che ne fosse mai stata capace. Affondò le unghie nella melma, digrignò i denti, una luce metallica si diffondeva nelle sue iridi quando richiamò a sé tutte le energie rimaste per tirarsi su. Di nuovo si sollevò da terra come trascinata in alto da funi invisibili e fissò con odio la causa delle sue ferite. Senza neanche preoccuparsi di controllare di chi si trattasse, esasperata, condensò l’aria turbinante della tempesta davanti a sé, creando una vera e propria tromba d’aria, che scagliò senza indugi contro il suo nemico. DOVEVA ANDARSENE! E SUBITO!

    (A.Atk *tromba d’aria* atk= 1050+90=1140 Vel=395)

    E ricadde di nuovo al suolo, aggrappata al suo bastone.
     
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29 replies since 30/7/2011, 15:32   323 views
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