Vita da... Avatar

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  1. Rufus Loacker
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    Anno 17, Mese 2, Giorno 2, post 31, mattina


    [1.120 Sho-Sho (#3A0057): n° exp (20r50)] [DENARO: Conto ABBIGLIAMENTO: lunga tunica a maniche corte verde scuro con una striscia gialla ai bordi, legata in vita da una fascia marrone. All’estremità pendente della fascia è ricamata in modo molto geometrico la sua iniziale, “S”. Porta dei pantaloni verdi e larghi, infilati in un paio di stivali marroni alti fino al ginocchio. L’avambraccio sinistro è coperto da un bracciale cucitogli da sua madre.] [EV: 250, ABILITA': --, ARMATURA: --, ARMI: --] Stats PG: Atk D= 700; Def D= 750; Vel= 300




    L'eterea figura della ragazza stava di fronte a lui. E lo sgridava. Sho-Sho si sentiva sempre più piccolo e indifeso: dietro alle parole della giovane Avatar si percepiva una grande saggezza. Forse... forse devo solo lasciarmi andare e smetterla di pensare a tutte le cose brutte che possono succedere... pensava, mentre le parole di lei scorrevano dentro alla sua anima. *Ed infine io sono sempre con te perché sono te!* concluse Hana con un sorrisone. Sho-Sho non seppe se sentirsi rincuorato o genuinamente spaventato da quest'ultima affermazione.
    Si alzò e seguì a fatica l'ex-Avatar in un intreccio di caverne e corridoi sotterranei, modellati dalla geologia, dal tempo e da chissà che altro. La luce diminuiva sempre di più, finché Sho-Sho dovette andare avanti a tentoni. Più di una volta si beccò una stalattite dritta in faccia. "Acc... devo farmi insegnare alla svelta come ci si muove col dominio della terra..." sussurrò fra i denti, tastando con le dita un bernoccolo che cominciava a crescere. Improvvisamente sentì Hana fermarsi davanti a lui, e quasi non si scontrò contro di lei. Prima ancora che lei potesse parlare percepì un'altra presenza insieme a loro. Sentì l'esile fiato di un animale grande proprio di fronte a lui, così vicino che poteva quasi toccarlo, ma non si mosse. Sentiva una spontanea ammirazione per quello che sapeva essere un tasso-talpa, il progenitore del dominio della terra. Senza parlargli, l'animale gli parlò, sondandogli la mente e lo spirito, infondendogli forza e coraggio. Senza aver visto il tasso-talpa gli sembrò di conoscerlo da sempre, di capire il collegamento profondo tra questi animali e la terra.
    Stette in silenzio per quelli che a lui sembrarono anni, poi si rivolse ad Hana e le disse con una voce che a lui parve troppo alta nell'immoto silenzio della caverna che era pronto a tornare.

    Ripercorsero a ritroso i cunicoli, ma questa volta senza sbattere la testa. La tenue luce della caverna dei cristalli gli ferì gli occhi e gli fece rimpiangere l'accogliente oscurità del labirinto di roccia. Improvvisamente si sentì completamente privo di forze, e si accasciò sul pavimento con un tonfo sordo.
     
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