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  1. Silian
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    ANNO 17, MESE 6, GIORNO 18, POST 29, mattina
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [41.360 Elanor (#3a0057): n° exp (30r100)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    Il cielo grigiastro sembrava risucchiare i pochi e timidi raggi di sole che riuscivano a penetrare la coltre di basse nuvole appiccicose che sovrastava Senlin. No, quella non sarebbe stata una bella giornata, come non lo erano stati i 15 giorni precedenti. Elanor -o meglio Jin, come ormai era abituata a farsi chiamare- strisciò fuori dalla tenda ed inspirò una profonda boccata di aria umida. Si sarebbe messo a piovere entro mezzogiorno, e ciò non contribuiva a migliorare il suo umore. Non c'erano stati sostanziali miglioramenti nelle ricerche da quello che sembrava il secolo precedente, e se Saki fosse stata una ragazzina poco meno sveglia avrebbe potuto scatenare il temporale che la donna tratteneva dentro a fatica. A pochi metri di distanza Maruwa brucava pigramente un cespuglio, il pelo umido di rugiada che ricadeva floscio lungo i fianchi possenti; la ragazzina dormiva profondamente nella tenda e Mai-Sang si stiracchiava con calma dopo aver terminato l'ultimo turno di guardia. Suo nipote doveva essere ancora al tappeto in una tenda: non reggeva ancora bene agli allenamenti a cui veniva sottoposto, ed a naso non sembrava aver ereditato la forza nel Dominio che sua zia manifestava.

    Avevano impiegato il doppio del tempo previsto per raggiungere la città a causa di un'insolita attività aerea: sembrava che metà dei velivoli dell'esercito avessero deciso di sorvolare a bassa quota il Regno nord-orientale, costringendo Mai-Sang a fare frequenti soste forzate dalla necessità di nascondere il bisonte tra i cespugli. Jin era stata più volte sul punto di piantare tutti e farsi raccogliere da uno dei velivoli: un'occhiata alla maschera dorata che portava nella borsa e gli ufficiali si sarebbero inchinati tremando al suo cospetto. Ma non poteva. Ne andava del suo onore: doveva compiere quella missione da sola, o non avrebbe mai più messo piede al Palazzo Reale. Aveva avuto modo di pentirsi presto della sua risoluzione. Il deposito segreto che aveva raggiunto a Senlin era stato smantellato da almeno due settimane e non c'era modo di trovare i ricambi per la sua trasmittente, a meno che non li avesse cercati al mercato nero... attirando l'attenzione delle persone sbagliate. Per evitare tutto ciò sarebbe servito più tempo del previsto. Avevano finito per accamparsi al limitare della foresta mentre Jin trascorreva un giorno dopo l'altro a fare i suoi misteriosi giri in città.

    Come se non bastasse quella zona era terribilmente infestata dagli Spiriti da tempo immemorabile. Per trovare una zona sgombra da quelle assurde liane verdi intessute vicino alle loro dimore avevano dovuto girare mezza giornata a volo radente; Mai sembrava trovare la situazione divertente, continuava a sorridere tra sé e dare di gomito al nipote. Di fatto Jin non aveva nemmeno messo piede alla Centrale di Polizia, e si chiedeva quanto potesse reggere la sua farsa prima che i suoi ingenui compagni di viaggio iniziassero a farsi delle domande: ormai erano passate quasi due settimane dal loro arrivo e la polizia sembrava brancolare nel buio -almeno stando a ciò che Mai raccontava al ritorno delle sue sortite nel centro abitato. Oggi sarebbe stato il suo turno di andare a Senlin a fare rifornimento al mercato, ed appena ebbe finito di lavarsi nel torrente poco distante sedette ad aspettare Ainiku: sarebbe stata la Waterbender ad accompagnarla ed aiutarla a portare le borse. Jin si chiese come mai non se ne fossero ancora andati. Ormai il denaro sarebbe dovuto essere agli sgoccioli per loro, e per quante erbe Ainiku avesse potuto studiare sul posto non aveva comunque un lavoro. Se fosse stata sola forse avrebbe avuto la vita più facile, senza dover nascondere i suoi spostamenti a gente con cui non voleva avere a che fare più del necessario.
     
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    [EXP AINIKU (#39BDFF): n° exp (1381r1400*)] [DENARO: 970 DEPOSITATO: 720 TdA ABBIGLIAMENTO: Pantaloni ampi in cotone grigio, giacca azzurra con il cappuccio di pelliccia portata sopra una tunica corta blu scuro, stivali imbottiti] [EV: 600, ABILITA': // ARMATURA: nessuna, ARMI: //]

    Stats PG:
    Atk D.= 500
    Def D.= 600
    Vel= 300

    Mosse caratteristiche-di scuola:



    ANNO 17, MESE 6, GIORNO 18, POST 20, mattina

    Aveva quasi perso il conto dei giorni che avevano passato tra voli, nascondigli, ricerche infruttuose, e ancora voli, nascondigli e ricerche infruttuose. Almeno due settimane, questo era sicuro, e del bambino ancora nessuna traccia.
    L'enorme pazienza di Ainiku, tuttavia, non era scalfita da cose come il passare del tempo: si stava sentendo utile, e avrebbe potuto continuare all'infinito. Inoltre, ad ogni sosta aveva modo di trovare qualcosa di nuovo, qualche pianta a lei sconosciuta, o paesaggi che non aveva mai sognato di vedere quando era a casa, tra i ghiacci e l'acqua.
    Quindi per lei non era faticoso o forzato il sorriso che mostrava sempre in giro. Anche adesso, che si stava preparando per andare con Jin a fare spese, aveva il cuore leggero e gli occhi sereni.
    "Eccomi, sono pronta!" esclamò, chiudendo la sacca da viaggio e sistemandosela meglio a tracolla. Si avvicinò a Jin, che già la stava aspettando. "Dovremmo fermarci da un apotecario, se lo troviamo" informò, prima di incamminarsi assieme alla supposta madre "Vorrei vendere gli unguenti che ho fatto ieri, magari me li comprano".
    Speranzosa e ingenua come sempre, la piccola Ainiku. Ci si potrebbe chiedere quando, in questo viaggio insolito, la sua innocenza verrà messa alla prova seriamente.




    Sono una persona imperdonabile. Sono andata in vacanza e mi ero completamente dimenticata di avvertire.
    Chiedo umilmente perdono *Striscia*
     
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  3. Silian
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    Sono io che devo strisciare -.- tra la chiavetta che si rompe e la mole di cose da fare sto ritardando in modo osceno. Non hai idea di quanto tempo portano via i casini legati agli episodi da subbare ç_ç

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    ANNO 17, MESE 6, GIORNO 18, POST 30, mattina
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [41.460 Elanor (#3a0057): n° exp (15r50x2)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    Elanor o Jin che fosse annuì (ecco una parziale risposta alla domanda su come procurarsi del denaro) e si mise in spalla le bisacce vuote. L'aria, mano a mano che scendevano nella conca che ospitava la città, diventava più umida e pesante oltre che appiccicosa. Il tempo era talmente uggioso che sembrava volersi rifiutare di piovere solo per fare un dispetto a chi se lo sarebbe aspettato. Senlin era una cittadina in sviluppo: vecchie case scrostate in muratura si alternavano a costruzioni nuove e più alte; spesso nelle vie laterali si potevano scorgere fili con i panni stesi da un palazzo all'altro, e spesso nelle vie pricipali i muri erano incrostati da strati di manifesti e foto segaletiche incollati gli uni sugli altri. La polvere della strada si appiccicava agli stivali e non voleva più saperne di andare via, così era preferibile camminare sui marciapiedi piuttosto che sulla carreggiata (nonostante fossero sempre intasati e sconnessi). Ormai la donna conosceva la strada per il mercato a memoria, e guarda caso la bottega dell'apotecario si trovava proprio all'imbocco del viale che ospitava il mercato delle verdure. La vetrina del negozio dava su un grosso incrocio pavimentato in terra battuta: le ruote di carri e Satomobili avevano tracciato solchi nel fango quando pioveva, rendendo il manto stradale irregolare e gibboso. Strano che con tutto il progresso che l'Impero aveva portato ci fossero ancora strade conciate in quel modo.

    A proposito di Impero: cosa erano tutti quei soldati in alta uniforme che andavano in giro? La donna non ricordava date di eventi, ricorrenze o festeggiamenti in quel perodo dell'anno, ed in fondo aveva ben altro a cui pensare. Chissà se il suo uomo aveva trovato quello che le serviva. Jin si fermò accanto all'ingresso della bottega: "ti aspetto qui" disse alla sua compagna, e per ingannare l'attesa si mise a studiare i manifesti appena affissi sulle bacheche a bordo strada. Un furgone con altoparlante aggiunse il proprio chiasso gracchiante al brusio di fondo della città, ma lei continuò a non badarci, assorta con lo sguardo perso nel vuoto e la testa troppo piena di piani incompleti.

    Finché la sua visuale non fu occupata da una gigantografia del viso di Iris.

    Il rombo del motore del piccolo autocarro le fece tremare le gambe, e lo sbuffo di fumo dal tubo di scappamento era nauseante. A ripensarci non riuscì a dire se a provocarle il malore fosse stato il mezzo meccanico o lo shock, fatto sta che si trovò inginocchiata a terra, stordita e smarrita, mentre l'altoparlante gracchiava a tutto spiano qualcosa di orribilmente somigliante a "L'IMPERO OGGI È IN LUTTO PER LA DIPARTITA DELLA AUGUSTA IMPERATRICE IRIS --- LE ESEQUIE SI TERRANNO IN FORMA PUBBLICA OGGI POMERIGGIO --- APPRONTATA DIRETTA RADIO NELLA PIAZZA PRINCIPALE CITTADINA"
     
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    ANNO 17, MESE 6, GIORNO 8, POST 21, mattina

    Le due si incamminarono verso la città, di buon passo, con la tranquillità o la dissimulazione di chi non ha nulla da nascondere. Ainiku osservava la città, voltando da tutte le parti i suoi grandi occhi azzurri. Non era la prima volta che la vedeva, ma Senlin era comunque molto diversa da tutti i posti che aveva visitato fino a quel momento: ogni dettaglio, dunque, poteva nascondere qualcosa di nuovo. Ogni angolo poteva custodire immagini e visioni sorprendenti.
    Sfortunatamente, il più delle volte le immagini e le visioni si riducevano a comuni abitanti, case senza particolare arte, Satomobili e cose di tutti i giorni. Entusiasmanti all'inizio, ma capaci di venire a noia in poco tempo. Ciononostante, l'ottimisto della Guaritrice era troppo radicato in lei per farla smettere in quella sua continua ricerca di novità.
    Arrivarono finalmente davanti alla bottega dell'apotecario. Jin annunciò che l'avrebbe aspettata fuori, quindi Ainiku rispose placidamente un "Va bene" e si avviò all'interno.
    La bottega era piccola ma ben fornita. Dietro al bancone stava un giovane dai capelli scuri e gli occhi nocciola, dal viso semplice e pulito. Le chiese di cosa avesse bisogno, e la ragazza cavò dalla bisaccia i sacchetti di foglie contenenti gli unguenti che aveva pestato e impastato il giorno prima.
    "Vorrei vendere questi unguenti, se possibile. Li ho già sperimentati, questo drena gli accumuli di pus nelle vesciche da ustione, quest'altro invece..." e via di spiegazioni erboristiche, che il ragazzo ascoltava con l'attenzione di chi sa di cosa si sta parlando. Prese i pacchetti, li svolse, li annusò e li tastò con attenzione. Poi stabilì che sì, poteva acquistarli, e stabilì un prezzo assai misero perché "Sai, è roba artigianale, non si può mai essere sicuri".
    Ainikù provò a contrattare per qualche moneta, ma l'apotecario fu irremovibile. Riuscì solo a farsi dare qualche benda pulita come "omaggio", e dopo aver incassato salutò e tornò fuori.
    "Jin?" chiamò, guardandosi intorno per cercare la donna. La trovò a terra, con l'aria sconvolta, e la chiamò di nuovo. "JIN!".
    Le corse subito accanto, inginocchiandosi di fianco a lei, fissandola preoccupata. "Che succede? Ti senti male?".
    La voce degli altoparlanti era ben udibile, e le ci volle qualche secondo per capire di cosa stesse effettivamente parlando.
    "Cos... L'imperatrice?" mormorò confusa, alzando gli occhi e mettendo a fuoco anche lei la gigantografia di Iris. Non era esperta di politica, ma anche i sassi avevano almeno sentito parlare una sola volta della sovrana. "L'imperatrice è morta?" ripeté, la bocca semiaperta, gli occhi smarriti e un ginocchio ancora posato a terra, di fianco alla guerriera in incognito.
     
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  5. Silian
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    ANNO 17, MESE 6, GIORNO 18, POST 31, mattina
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    Atk= 1200
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    Quando la faccia della ragazza delle tribù arrivò ad occuparle l'intero campo visivo ci volle comunque un po' prima che Elanor si ricordasse di respirare: battè le palpebre un paio di volte e riuscì a sedersi con la schiena contro il muro esterno della bottega, con le gambe dei passanti indifferenti che si frapponevano tra lei e quei dannati manifesti. Si passò istintivamente le mani sul viso, come se percepire la presenza della sua pelle al tatto potesse darle un minimo di conforto, però si trovò presto a fissare le proprie dita tremanti poggiate in grembo. Alle domande di Ainiku non rispose, se non con un'occhiata vacua e le labbra dischiuse -incapaci di pronunciare alcunché.

    L'istinto la spinse finalmente ad alzarsi in piedi. Rspirava regolarmente, non aveva ferite. Le sembrava assurdo che i suoi processi vitali riuscissero a funzionare ancora, come se niente fosse, quando una parte di lei avrebbe voluto non potersi rialzare più. E cosa era quel senso di insensata leggerezza che le prendeva il petto? Perché riusciva a sentirsi così vuota... ma a respirare così liberamente? Vacillò e si resse di nuovo al muro, massaggiandosi la fronte. Che doveva fare? Dove doveva andare? Doveva... doveva... il bambino... ma... come, in che modo? Il mondo intero poteva averla abbandonata in quel momento. Scosse la testa incredula. Al Palazzo... al Palazzo restano il marito. L'idiota, e la bambina. E le ragazze. Forse. Come, come aveva fatto a credere per tutto quel tempo di non essere l'unica scampata al crollo, quella maledetta notte?

    Se avevano trovato lei, avrebbero trovato anche le sue tracce e quelle di Saki: una storpia ed una bambina casinista, la coppia perfetta. Avrebbe dovuto spiegare perché non avesse fatto rapporto. Perché si stesse nascondendo. Perché si fosse salvata, e invece lei no. Non aveva il diritto di salvarsi lasciando lei indietro, nemmeno se le era stato ordinato! I rapitori avrebbero chiesto il riscatto prima ancora che lei potesse entrare in contatto con le sue agenti. Avrebbero approfittato del disastro per riempirsi di armi e denaro. Non avrebbe mai più potuto mettere piede al Palazzo senza staccare gli occhi dal pavimento. "Io... io non so più che fare..." sussurrò con uno sguardo vitreo, interagendo forse per la prima volta davvero con Ainiku.

    CITAZIONE
    Prosegue in: Contrattempi


    Edited by Silian - 30/6/2015, 23:57
     
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