Nel mondo degli spiriti

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  1. Toph Beifong
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    picpiccola

    ANNO 21, MESE 12, GIORNO 29, POST 14 ~ mattina

    [(#5500FF0) EXP 44580 (30x100x2)][DENARO: 0 NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica pesante blu scuro con bordature in pelo bianco, pantaloni blu e stivali invernali blu][EV: 650, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna]

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    Afferrando saldamente la mano di Ilah la aiutò a tirarsi su, facendola in quel modo montare sulla groppa del colorato rapace. "Vedrai che ti divertirai, dopo un primo momento di panico. Aggrappati forse alle sue penne, oppure puoi aggrapparti ai miei vestiti, se preferisci" non avrebbe forzato in alcun modo la dominatrice, consapevole di come quella situazione potesse per lei essere imbarazzante e come potesse esserlo ancora di più il contatto fisico con un ragazzo così più grande di lui. Ammise però a se stesso che se la ragazza avesse deciso di stringersi alla sua schiena, bhè, non avrebbe disdegnato, anzi.

    Con qualche possente colpo di ala la strana aquila si alzò quindi in volo, sollevando non poca polvere ed erba dal terreno. Decollando con dolcezza nonostante la stazza si alzò ben preso in quota, raggiungendo circa il centinaio di metri e stando ben attenta a non compiere movimenti troppo bruschi per evitare di fare cadere i suoi ospiti. Che la principessa della nazione del fuoco decidesse di aggrapparsi a Sho-Sho o alle penne dell'animale non avrebbe avuto alcuna difficoltà nel rimanere saldamente in equilibrio sulla sua schiena.
    "Non è magnifico?" esordì l'Avatar, gli occhi chiusi mentre si godeva la fresca aria sul viso: adorava quella sensazione di totale libertà, da quando era giunto nel mondo degli spiriti ed aveva stretto un buon rapporto con lo spirito-volante più di una volta aveva approfittato delle sue ali per godersi il panorama dall'alto.
    "Evita di guardare giù se soffri di vertigini" continuò aprendo gli occhi ed abbassando lo sguardo verso il basso. La prima volta che l'aveva fatto si era quasi sentito svenire, per nulla abituato a tali altezze, ma con il passare del tempo si era abituato cominciando a godersi appieno il viaggio in aria.
    Se Ilah si fosse abbassata avrebbe potuto vedere la verdeggiante pianura piena di strani alberi a fungo che si allontanava veloce sotto di loro, mentre a ritroso l'aquila percorreva la strada che la ragazza aveva fatto per arrivare in quel luogo. Nessuno dei due avrebbe saputo dire quanto fosse durato il viaggio, ma ad un certo punto l'animale cominciò a planare velocemente verso il basso fino a posarsi delicatamente su una roccia in cima a quella che sembrava una piccola montagna. Non molto distante da lì entrambi avrebbero notato per terra quello che sembrava un cerchio inciso nella roccia stessa.
    "Siamo arrivati" scendendo con un balzo dalla schiena del suo curioso mezzo di trasposto così come aveva fatto prima Sho-Sho avrebbe teso alla dominatrice del fuoco la mano per aiutarla a scendere. Sperava davvero di riuscire ad aprire nuovamente quel portale, forse con l'aiuto della ragazza sarebbe stato più facile.
    Ancora non aveva capito come fosse arrivata in quel luogo ed era piuttosto sicuro che neppure lei stessa lo sapesse con precisione, se non vi fosse riuscito l'unica alternativa che conosceva era quella di raggiungere uno dei due portali aperti ai poli e di uscire da lì: certo il viaggio per la ragazza sarebbe stato lungo e non so come avrebbe potuto giustificare la scomparsa ed il ritorno da luoghi ignoti alla madre, ma era pur sempre meglio che rimanere incastrata per sempre nel mondo degli spiriti.
     
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    ANNO 21, MESE 12, GIORNO 29, POST 16mattina

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    Ilah fu quasi sorpresa nel sentirsi afferrare a quel modo. La presa del ragazzo era salda, ma gentile; un accompagnarla, più che un forzarla, a salire in groppa all'insolito rapace e ben diversa da quello a cui era abituata. "Grazie" disse, rivolgendogli un sorriso senza osare alzare il suo sguardo su di lui. Poteva sentire i muscoli dell'animale flettersi sotto al suo tocco, il suo respiro regolare, tranquillo. Per quanto altrettanto grosso, sembrava molto più mansueto della lucertola-mangusta di sua madre.

    Ilah ascoltò distrattamente le rassicurazioni dell'Avatar, riluttante ad ammettere che, in groppa a quell'essere, non si sentiva del tutto sicura. Sua madre non amava volare e questo lo aveva capito da tempo, come aveva capito dai suoi racconti che si trattava di una cosa estremamente pericolosa e, se da un lato aveva fiducia nelle capacità del giovane Avatar più che nelle proprie... non era interamente convinta che tornare a casa in groppa ad uno Spirito colorato sarebbe stato sicuro... o una buona idea in generale. Raccontare quello che le passava per la mente, però, avrebbe probabilmente indisposto Sho-Sho, ed era l'ultima cosa che lei voleva. Si era già sentita abbastanza mortificata per avergli fatto perdere la pazienza e sapeva che lui le aveva già fatto un grande favore andando a cercare suo padre e, ora, nel fare il possibile per rimandarla a casa, quando era solo colpa sua se era arrivata lì, senza sapere come tornare indietro.

    Lo spirito flesse le grandi ali colorate, alzandosi in volo. Sotto di loro i prati si facevano sempre più lontani, i grandi arbusti sempre più piccoli, tanto da farle girare la testa. D'istinto abbracciò il ragazzo, aggrappandosi a lui con tutte le sue forze, senza più osare guardare di sotto. "Non è magnifico?" chiese lui. Ilah allentò un po' la stretta, sforzandosi di riaprire gli occhi. "Non ne sono del tutto sicura..." rispose, con un tono che non lasciava alcun dubbio sul fatto che in realtà la cosa non le piaceva per niente. Forse il consiglio di lui non era del tutto azzardato, in questo caso. Ilah spostò lo sguardo dal panorama sotto di loro al ragazzo di fronte a lei, sui suoi lunghi capelli scuri che giocavano con il vento. Sua madre non faceva altro che ripeterle quanto loro e gli altri nobili fossero diversi da chi abitava negli angoli remoti dell'Impero... ma più osservava il ragazzo, più faticava a comprendere quei discorsi.

    "Siamo arrivati" annunciò l'Avatar ad un certo punto, sfuggendo alla sua stretta, per poi aiutarla a scendere, come era giusto aspettarsi da un gentiluomo. Ilah si lasciò accompagnare a terra, per poi studiare l'altro con espressione inquisitoria. "Sho-Sho... ma tu, sei nobile?" si informò tutta seria, cercando di dare un senso a tutta quella confusione di pensieri che aveva in testa.



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  3. Toph Beifong
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    Alla domanda di Ilah la reazione di Sho-Sho fu puramente istintiva: guardandola dapprima con gli occhi spalancati scoppiò poi in un'allegra risata "Io, nobile?? No, no, non per quanto riguarda le origini perlomeno" continuò, cercando di calmarsi e riprendere fiato e finendo con il farlo con piccoli colpi di tosse qua e là "Perché me lo chiedi? E poi farebbe qualche differenza se io lo fossi? Sono nato da comuni cittadini del regno della terra nell'isola di Kyoshi più o meno 21 anni fa. Mio padre era un muratore, mia madre una sarta e prima che 5 anni fa scoprissi di essere il nuovo avatar mio fratello aiutava mio padre con i suoi lavori mentre mia sorella mia madre. Io essendo il più piccolo sono sempre stato forse il più coccolato, possiamo dire" ammise.
    Non sapeva perché stesse snocciolando in quel modo le informazioni alla ragazzina, se Ilah in futuro avesse deciso di mettersi contro di lui avrebbe potuto usarle come arma, ma si sentiva totalmente a suo agio in quel momento "Prima che venissero da me le pupille ed il loto bianco per spiegarmi chi sono mi esercitavo nel dominio della terra e passavo il resto del tempo a suonare. Ancora mi rilassa molto, anche se non riesco più a farlo come prima. Dovrei ricominciare" esclamò sfiorando lievemente il flauto in terracotta che teneva sempre legato con sé.

    "Non possiedo minimamente il sangue nobile da cui discendi tu, ma per qualche motivo che non capirò mai realmente l'anima dei precedenti avatar ha deciso di reincarnarsi proprio in me, tutto qui. Ed ora devo portare avanti il compito che il destino ha deciso per me" allontanandosi dal volatile si sarebbe poi diretto verso il luogo in cui qualche tempo prima aveva scoperto il portale, facendo cenno alla ragazza di seguirlo "Vieni ed aiutami. Non riesco sempre ad aprirlo ma il fatto stesso che tu sia arrivata qui significa che possiedi una connessione particolare con questo posto e potresti aiutarmi. Siediti davanti a me, chiudi gli occhi e concentrati in meditazione" non era sicuro sarebbe riuscito ad aprire il portale, erano rare le volte in cui ce l'aveva fatta da solo, ma era convinto che Ilah potesse aiutarlo.
    Sedutosi a gambe incrociate davanti ad una roccia con intagliato sopra di essa un cerchio avrebbe fatto segno alla dominatrice del fuoco di fare lo stesso, chiudendo gli occhi e mettendosi poi in meditazione, come ormai aveva imparato da tempo. Se la ragazza avesse fatto lo stesso riuscendo a concentrarsi a dovere dopo circa un quarto d'ora entrambi avrebbero sentito l'anima quasi vibrare mentre davanti a loro si sarebbe aperto, creando un fascio di luce verso l'alto, un vero e proprio portale. Aprendo gli occhi l'Avatar sorrise guardando la ragazza "Complimenti, ce l'hai fatta. Questo passaggio conduce verso la nazione del fuoco, arriva nei resti di un vecchio tempio che credo fosse dedicato ad uno dei miei predecessori, Roku. Ho trovato qualche statua distrutta qua e là. Dopo dovrai camminare per qualche ora ma è la maniera migliore che conosco per farti tornare a casa il più velocemente possibile. Ti chiedo solo di non dire a nessuno di questo posto, per favore, metterebbe in pericolo il mondo degli spiriti" concluse serio: sapeva di potersi fidare della ragazza, era l'influenza che aveva Iris su di lei a preoccuparlo

    Ecco qui, io la chiuderei così o al massimo farò un mini-post conclusivo poi io^^ Ora vediamo se riusciamo a trovare un'altro Antk :P che sarebbe carino giocare un incontro fra tutti e 3
     
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    Ilah abbassò lo sguardo, imbarazzata da quella risata repentina e ancor più dalla prospettiva di aver chiesto qualcosa di stupido. La domanda le era venuta abbastanza spontanea al termine del suo lungo ragionamento e le sembrava l'unica spiegazione possibile, ma forse non aveva riflettuto abbastanza. Ora, probabilmente, suoi l'avrebbe considerata un'idiota. Ciò nonostante, si prese la briga di risponderle in maniera dettagliata per quanto riguardava i parenti più prossimi, ma questo non escludeva una possibile linea nobile nel suo albero genealogico...

    "Perché me lo chiedi? E poi farebbe qualche differenza se io lo fossi?" domandò lui di rimando. Ilah fece una smorfia, incerta se fosse il caso di rispondere o meno: immaginava cosa pensasse il ragazzo di quello che dicevano i nobili, soprattutto se non era stato cresciuto in quell'ambiente, perché aveva sentito fare quei discorsi dai servitori nel periodo in cui sua madre l'aveva lasciata girare a palazzo sotto copertura, in modo da poter tenere d'occhio Sozin.

    "Per me non farebbe differenza..."
    borbottò in risposta, per poi aggiungere "... è che non ti capisco. A volte ti comporti come un nobile, a volte come un popolano... sei..." e lì si bloccò un istante, alzando lo sguardo per studiarlo meglio. Era decisamente un tipo strano, che sembrava divertirsi ad ignorare qualunque regola delle normali relazioni tra cittadini imperiali. Un Avatar non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo, di questo era certa. "... insolito" concluse con una smorfia di indecisione, cercando la parola meno offensiva che si adattava al suo ragionamento.

    ... come era insolito che una persona di un livello tale quale era l'Avatar si dedicasse a facezie come la musica. Possibile che nessuno gli avesse insegnato come si comporta una persona rispettabile? E allo stesso tempo... non poteva negare che la domanda del ragazzo fosse giusta. Che differenza faceva? Ilah non avrebbe saputo rispondere.

    "Vieni ed aiutami."
    continuò lui, riscuotendo la ragazzina dai suoi pensieri. "... temo che non potrò esserti di grande aiuto" disse Ilah con aria abbattuta. Conosceva varie tecniche di meditazione, perché i suoi maestri di dominio avevano insistito che era fondamentale per poter raggiungere il livello di sua madre, ma non era mai riuscita ad ottenere niente di vagamente assimilabile. Perfino Sozin sembrava essere più potente di lei... se davvero l'Avatar aveva bisogno di aiuto, lei sarebbe stata l'ultima persona a poterglielo dare... tuttavia non voleva deludere Sho-Sho, soprattuto dopo che lui si era dato tanta pena per cercare di rimediare ai suoi errori, così si sedette di fronte a lui, facendo del suo meglio per imitarlo.

    Passarono diversi minuti senza che accadesse alcunché, poi un raggio di luce squarciò il cielo, emanando l'energia più potente che Ilah avesse mai percepito. La ragazzina riaprì gli occhi, sorpresa. Ce l'aveva fatta? Ce l'aveva fatta davvero? Lanciò un'occhiata incredula a Sho-Sho: "sono... stata io?" chiese, sorpresa e felice al tempo stess, mentre ascoltava attentamente le parole dell'Avatar. "Da codesta descrizione oserei immaginare si tratti del vecchio mausoleo. Andò in rovina poiché il Signore del Fuoco Riku ne ha fatto costruire uno più maestoso a breve distanza, in occasione del terzo centenario dalla nomina dell'Avatar Roku" spiegò. Sarebbe stata in grado di snocciolargli a memoria il significato di ogni singola statua presente nell'area, ma era abbastanza sicura che non fosse il momento adatto... invece annuì: "non temete. Avete la mia parola che manterrò il segreto." promise, ritornando involontariamente al suo registro abituale mentre osservava incerta il ragazzo, interrogandosi su quale fosse il modo appropriato per congedarsi in una situazione del genere. Alla fine, decise per un rispettoso inchino.



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    Edited by @Les - 8/10/2017, 18:04
     
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    "Io mi comporto solo da me, ne da nobile ne da...popolano, così come ci chiami. Potrebbe essere offensivo per alcuni, sai?" sorrise leggermente, per fare capire alla ragazza come non fosse offeso ma allo stesso tempo cercare di spiegarle il concetto [COLOR=#5500FF]"E vi sono molte altre persone di origini non nobili che si comportano come me, o meglio di me. Non è la discendenza a definire una persona ma il suo carattere, non trovi?"

    Sorrise poi soddisfatto all'espressione stupita della ragazza "Certo che sei stata tu! Possiedi un dono, un dono strano per una dominatrice del fuoco. Ma non catalogo nessuno" continuò: non era una frecciatina ma un modo per fare intendere alla ragazza come non si potesse etichettare qualcuno solo per le sue origini. All'inchino di Ilha si inchinò a sua volta "Ci conto allora. Alla prossima!" avrebbe quindi atteso che la ragazza entrasse nel portale sana e salva prima di ritornare sulla sua fenice per tornare al portale che l'avrebbe ricondotto a casa sua. Per quel giorno ne aveva avute abbastanza del mondo degli spiriti.
     
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    Ilah aggrottò un sopracciglio: il modo del ragazzo di riferirsi ai dominatori del fuoco era quantomeno irrispettoso. In quanto depositari del dominio più potente di tutti era solo naturale che loro possedessero doni che nelle altre nazioni non potevano che sognare. Quanto al resto... faticava a capire come le sue parole avrebbero potuto essere offensve, la sua non era altro se non una mera constatazione della realtà. Da quando l'aveva conosciuto, quel ragazzo non aveva fatto altro che comportarsi in modo bizzarro. Irritante, talvolta... ma allo stesso tempo aveva in sé il fascino di una cultura che sembrava così lontana e diversa da ogni cosa che conosceva che... la incuriosiva.

    "Alla prossima!" rispose, abbozzando un sorriso prima di sparire oltre il portale.


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