Attraversando il passo

Con un ultimo strattone alle redini dell’animale, Jyu lanciò al galoppo il proprio cavallo-struzzo: oramai le asperità della montagna erano alle sue spalle, davanti a lui per parecchi metri stava una spianata verde ottima per far correre la propria bestia. Nonostante la luce cominciasse a calare era ancora possibile vedere distintamente il vecchio sentiero che dal costone roccioso portava sin sulla riva del mare interno. Infine, percorsi in meno di cinque minuti quei pochi metri che lo separavano dalle sponde, egli diede uno strappo per fermare l’animale, che eseguì lanciando un grugnito.

*Finalmente, eccolo davanti a me: il Passo del Serpente! Adesso devo solo trovare un modo per attraversarlo.*

Pensò il ragazzo, giunto all’imbocco meridionale di quello che pareva una sottilissima striscia di terra che si innalzava sopra il livello dell’acqua, trasformandosi presto in un tortuoso ed acuto percorso, in cui sarebbe stato sufficiente mettere un piede in fallo per piombare giù per un salto di diversi metri. Quella era l’unica via sulla terra ferma che collegasse il Sud al Nord del paese, di conseguenza era l’unica strada che Jyu poteva percorrere con il mezzo da trasporto a sua disposizione: l’unica alternativa era rappresentata dai vari battelli noleggiabili.

Ma pagare un’imbarcazione sarebbe stato troppo costoso per le sue modeste finanze; inoltre, il messaggio che recava era bene non cadesse nelle mani sbagliate, valeva a dire tra le grinfie dei perfidi colonizzatori della nazione del fuoco: se per caso fossero venuti a conoscenza che il governatore di Omashu patteggiava in segreto con i Nomadi dell’Aria ostili alla Signora del Fuoco, quasi sicuramente la città sarebbe stata rasa al suolo. In essa abitava la sua famiglia: che cosa avrebbero potuto fare agli abitanti?

*Sarebbe terribile: non devo pensarci! Piuttosto, sarà conveniente procedere anche con il buio imminente?*

Era, in effetti, una domanda pertinente: come già aveva notato non appena lo aveva visto, il percorso presentava notevoli rischi, non poteva essere affrontato alla leggera; una piccola distrazione, ed ecco che si poteva tranquillamente cadere di sotto. Come se non bastasse, aveva sentito dire in giro la cagione del nome dato al luogo: pareva che le acque circostanti fossero infestate da un enorme e terribile serpente marino; addirittura, si narrava che il grande Avatar Aang lo avesse affrontato durante il suo viaggio verso Ba Sing Se, mettendolo in fuga.

*Forse saranno leggende, o forse no: purtroppo, il tempo gioca a mio sfavore, non posso perdere nemmeno un’ora di luce. Proseguirò subito, accampandomi se necessario su di un lembo di terra.*

Era deciso dunque: avrebbe traversato il passo il prima possibile, l’urgenza lo richiedeva. Dando un colpo di talloni accompagnato da un urlo d’incitazione, Jyu spronò il suo cavallo-struzzo a proseguire: l’istante successivo la bestia aveva già imboccato lo stretto e sinuoso percorso, che quasi subito prese a salire e ad inerpicarsi su strane creste di terra. Per fortuna vi era ancora un minimo di luce sufficiente per poter proseguire per un buon tratto prima di doversi fermare per la notte; in quel caso, il giovane avrebbe creato una specie di piccolo promontorio laterale per poter erigere la sua tenda, cercando di mascherarlo come una normale sporgenza del terreno.

*È bene che non dia mostra della mia capacità di dominio se non in caso di estrema necessità, potrei incontrare soldati della nazione del fuoco e allora sarebbero guai seri.*

Pensò il giovane ed inesperto messaggero, mentre grazie alla bestia che montava procedeva rapido su per la strada. Arrivato su una delle numerose vette si guardò un attimo attorno per curiosità, vedendo una nave che in qual momento più avanti salpava le ancore.

Il percorso procedeva senza intoppi: le salite e le discese si susseguivano senza interruzioni, lasciando una sensazione piacevole di avvicinamento alla meta; tuttavia, ben presto un ostacolo che non aveva preventivato gli sbarrò la strada: scollinato, l’ennesimo pendio, vide in basso un considerevole tratto di via completamente sommerso dall’acqua alta. Impossibile percorrerlo con la sua cavalcatura, sarebbero entrambi morti annegati; e nemmeno intorno a loro era possibile scorgere qualche appiglio o simili che permettesse lo stesso di poter raggiungere all’asciutto l’altra sponda.

*Maledizione! Questa non ci voleva. Hum… E se provassi con il dominio della terra? Potrei creare un ponte.*

Scartò tuttavia l’ipotesi: non aveva garanzie di poter creare un sufficiente lembo di terra per poter passare incolume in groppa alla cavalcatura, che non avrebbe potuto sicuramente lasciarsi indietro; come raggiungere altrimenti la meta? Oltre a ciò, una mossa del genere avrebbe subito attirato l’attenzione dei soldati, in quanto l’acqua avrebbe smesso di circolare per un istante: il fatto avrebbe sicuramente insospettito le autorità che avrebbero riconosciuto il lavoro di un dominatore della terra. Pessima idea veramente.

*Devo trovare in fretta un altro modo: non posso permettermi di perdere altro tempo qui a non fare niente!*

Mentre ancora stava a riflettere, vide avvicinarsi allo stretto la nave di poco prima; non era necessario nascondersi, la luce oramai era scarsa, da laggiù non lo avrebbero mai notato. Jyu squadrò l’imbarcazione: era troppo larga e fonda, non sarebbe ami riuscita ad attraversare lo stretto! Come contava di fare? Proprio quando stava facendosi questa domanda, assisté ad un fenomeno singolare, tanto che sulle prime non riuscì a credere ai propri occhi: l’acqua attorno al battello prese ad innalzarsi, facendo sì che lo spazio fosse sufficiente per poter valicare senza problemi di sorta.

*Dei dominatori dell’acqua! Ho sentito che si sono opposti alla nazione del fuoco: magari anche loro sono dei ribelli.*

Se per caso la sua mente accarezzò l’ipotesi di andare loro incontro, fu immediatamente deluso. Proprio mentre stava pensando quella frase, uno strano gorgoglio si palesò da sotto l’imbarcazione, l’istante successivo, un enorme e terrificante mostro emerse dalle acque, dirigendosi contro i malcapitati a bordo della nave: era il serpente marino! Ecco che cosa dava il nome al passo, la leggenda era vera! Non era la semplice configurazione del tragitto, ma un essere mostruoso in carne, ossa e terrore!

*Per tutti i massi rotolanti! Ucciderà tutti se nessuno interverrà! Che cosa posso fare? Non posso rimanere con le mani in mano!*

Dalla nave una figura iniziò a colpire la creatura con dei dischi di ghiaccio, un dominatore dell’acqua stava tentando di difendere il battello dal mostro famelico. Jyu scese di colpo dal cavallo-struzzo, che imbizzarrito prese a correre nella direzione opposta: poco male, lo avrebbe recuperato in un secondo momento, adesso doveva occuparsi di una questione ben più urgente. Era suo dovere aiutare quella gente, anche se fossero stati nemici non poteva lasciarli nelle grinfie di quell’orrida creatura infernale, che li avrebbe mangiati in un sol boccone!

*Non ho scelta: devo utilizzare il mio dominio e sperare che sia abbastanza potente da farlo indietreggiare!*

Pregando che nessun soldato nemico lo stesse osservando in quel momento, si mise rapidamente in posizione. Rivoltosi nella direzione della minaccia, allargò le gambe, piedi paralleli tra loro e cosce parallele al terreno, in una solida posizione del cavallo, portò entrambe le braccia avanti, stese, le mani a perpendicolo con le braccia, le dita chiuse ad artiglio tranne l’indice. Prese due respiri profondi per calmarsi e trovare la giusta concentrazione; poi portò rapidamente le mani sulle spalle, poi sui fianchi ed infine spinse avanti espirando profondamente. Un grosso masso si staccò poco sotto di lui, volando contro il corpo del mostro orrendo.

Il masso colpì in piena nuca il maledetto mostro, che come era logico aspettarsi si volse inferocito verso Jyu, ruggendo la sua rabbia: presto sarebbe scattato verso il giovane, se lo sconosciuto dominatore dell’acqua non avesse bloccato quella creatura in una sorta di prigione di ghiaccio. Resasi conto della mala parata, finalmente, con un ultimo grido abbandonò il terreno di scontro, inabissandosi nelle scure acque del mare, era ancora viva, ma la prossima volta ci avrebbe pensato due volte prima di attaccare la prima nave che capitata a tiro.

*Per fortuna, almeno questa è scampata: adesso tuttavia rimane il problema di come giungere dall’altra parte.*

Già: anche se la minaccia era stata sventata, il promontorio non si era affatto riunito; a dimostrazione di ciò, il battello finì il suo tormentato passaggio, riuscendo finalmente ad arrivare dall’altra parte. Adesso tutto era concluso: poteva andare a riprendersi la sua cavalcatura e riflettere su come proseguire il viaggio; ma prima che potesse muoversi per andare alla ricerca del cavallo-struzzo, ecco che dalla nave giunse qualcuno. O meglio: volò, anzi slittò sopra una lastra ghiacciata estemporanea.

*Ma quello è un dominatore dell’acqua! Che cosa vorrà da me? Spero tanto che non sia una spia o cose simili.*

Non fece tuttavia in tempo a chiedersi molto altro: in pochi istanti, la slitta si arrestò proprio davanti a lui e da essa scese un ragazzo alto circa quanto lui, capelli castani ed occhi chiarissimi di chi sa come far valere il proprio tornaconto. Egli disse qualche parola amichevole di presentazione, tendendo poi la mano per salutarlo; gli affibbiò inoltre un buffo soprannome: stermina serpenti. Sì, non era male come soprannome in effetti.

*Ma che cosa vuole costui da me? Semplicemente salutarmi o altro? Possibile sia sincero?*

Si chiese sospettoso, guardando diffidente il nuovo venuto e sentendosi un po’ a disagio: era vero, li aveva appena aiutati, ma lui era piuttosto cauto con le simpatie; che prove avevano che non si stessero mentendo a vicenda, che il tutto non fosse altro che una copertura? Era decisamente improbabile tuttavia, fatto questo che lo calmò un poco. Decise che ad ogni modo era possibile fidarsi almeno momentaneamente di colui che aveva davanti; stese la mano a sua volta e rispose, timidamente:

«Io sono Jyu, piacere di conoscerti, Fenix. Lieto di essere stato di aiuto.»

Strinse lentamente la mano dell’altro.

Jyu fissò ancora il dominatore dell’acqua, Fenix, che aveva davanti: non sembrava un tipo che potesse colpire alle spalle, o che tantomeno potesse essere alleato con gli sgherri della nazione del Fuoco; a suo dire, addirittura, egli proveniva proprio da un recente scontro con la Signora del Fuoco! Le ipotesi erano due: o era una balla troppo grossa per poter essere vera, oppure si trattava della pura e semplice verità; nel secondo caso, in effetti, sarebbe stato saggio seguirlo nel suo itinerario.

*Che cosa fare? Egli sembra essere sincero quando parla, forse potrei fidarmi; inoltre, sanno che sono un dominatore della terra, non sarebbe una grande idea lasciarli andare senza alcuna remora adesso che sanno il mio segreto.*

Era quello un problema di non poco conto: se essi per caso fossero state delle spie, proseguire ognuno per la propria strada era sinonimo di morte certa, alla prima pattuglia militare nemica il suo gioco sarebbe stato scoperto e così addio missione! Non c’era altro da fare: sarebbe stato bene seguirli, accettare l’offerta che gli veniva proposta di viaggiare assieme; in tal modo, egli sarebbe stato sempre vigile e pronto a non farsi mettere in un angolo se la situazione sarebbe improvvisamente precipitata.

*Mi conviene seguirli, almeno per un po?: se poi si riveleranno veri amici, allora potremmo anche viaggiare serenamente.*

Mentre pensava ciò, il capitano della nave li richiamò giù da basso per l’ennesima volta; aveva ragione, dopo tutto quel pandemonio più tempo rimanevano fermi lì e maggiori diventavano le probabilità di essere arrestati, prima si sarebbero rimessi in viaggio meglio sarebbe stato per tutti. In risposta alle parole del marinaio, Fenix creò con il suo dominio una specie di scala di ghiaccio per poter giungere al battello in pochi istanti; prima di partire chiese a Jyu se volesse seguirlo o meno.

«D’accordo, verrò con voi. In un modo o nell’altro, riuscirò a raggiungere il Tempio del Nord, prima che sia troppo tardi almeno.»

Si preparò dunque a seguire il suo compagno nella rapida discesa: un nuovo capitolo del suo viaggio stava per iniziare, e la cosa lo lasciava decisamente emozionato; era la prima volta che metteva piede su una nave, si chiese come sarebbe stato un viaggio su quella piattaforma che pareva accogliente, anche se un po’ rustica di aspetto. L’importante comunque era che fosse in grado di navigare a sufficienza per poter soddisfare i bisogni di tutti.

Jyu ed il ragazzo che era venuto a prenderlo salirono finalmente a bordo della nave, la quale nel frattempo era riuscita a superare il Passo senza danni collaterali, il che non era affatto poco considerando il pericolo a cui erano appena scampati. Non appena i piedi del giovane dominatore della terra toccarono la plancia della nave, però, egli capì immediatamente che non sarebbe stato un viaggio di tutto riposo: come se un rinoceronte avesse preso a corrergli nella pancia, lo stomaco del messaggero fu ben presto in subbuglio.

*Oh, no, non sapevo di soffrire il mal di mare! Ci mancava solo questa, il viaggio sarà un inferno!*

Pensò sconsolato, cercando in tutti i modi di non rimettere tutto ciò che aveva mangiato; il compito però non gli venne facilitato dal comportamento del dominatore dell’acqua, che prese subito a trascinarlo in lungo ed in largo, in cerca del capitano, mentre nel frattempo Jyu cercava spasmodicamente di non far fuoriuscire dalla sua bocca il pranzo. Arrivarono finalmente nell’ufficio del capo, dove non riuscì a spiccicare nemmeno una parola per il timore di iniziare il vomito e non riuscire a smettere.

Dopo qualche istante, il comandante assegnò una camera al povero dominatore, fatto per cui Fenix lo trascinò nuovamente via da lì. Jyu stava per fermarsi ed iniziare la sua opera poco gradevole quando il duo andò a sbattere contro una ragazza; il giovane li presentò sbrigativamente: anche lei era una dominatrice dell’acqua, probabilmente quella che aveva permesso al naviglio di proseguire per la sua strada durante il combattimento. Sarebbe stato giusto dire qualche cosa, ma nuovamente venne trasportato via.

*Mi sento male, non ce la faccio più: quand’è che potrò stendermi un poco? Se continua così giuro che mi butto dagli spalti!*

Mentre il ragazzo meditava su questa allegra fine dovuta alla disperazione, finalmente il suo alloggio marino venne raggiunto: la stanza non era niente male, anche se lo stile era di tutt’altro tipo rispetto alle abitazioni standard del regno della terra; ad ogni modo vi era un letto confortevole dove potersi sdraiare e riposarsi per far calmare il subbuglio nelle viscere. Notò inoltre con piacere che vi era anche un vaso da notte pronto all’uso per cui in quel momento necessitava, dunque senza perdersi in preamboli disse, con un filo di voce:

«Grazie per l’attenzione; la camera è veramente carina, ma se vuoi scusarmi ho un’urgenza…»

Senza attendere la replica dell’altro si gettò incontro al vaso e, chinatovisi sopra, espulse ciò che lo tormentava; la sensazione ovviamente fu disgustosa e tutt’altro chi piacevole ma oramai era divenuta per lui necessaria e improcrastinabile. Una volta terminato il gesto, esausto a causa di quella pesante giornata, Jyu si alzò in piedi e, barcollando, raggiunse un asciugamano per ripulirsi un minimo, poi si gettò disteso sul letto; prima di iniziare a lamentarsi a causa della nausea ancora viva, riuscì a dire un po’ debolmente al ragazzo:

«Grazie per avermi ospitato sulla nave, ma temo che non sia il mio mezzo di trasporto preferito. Non è che per una seconda tappa del viaggio potremo viaggiare a piedi o su di un carro?»

La giornata non si stava concludendo affatto nel migliore dei modi: infatti, oltre alla nausea dovuta al mal di mare e alla fatica fatta per riuscire a scacciare il mostro, adesso aveva avuto modo di vedere un’altra cosa che non gli piacque proprio per niente; ospite sulla nave in cui si trovava, vi era un rappresentante della nazione del fuoco! Non vi era alcuna possibilità di dubbio o di errore in ciò, avrebbe riconosciuto ovunque un membro di quella perfida e conquistatrice nazione, che da anni ormai opprimeva il regno della terra!

*Maledizione! Lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi! Adesso questi il prima possibile mi consegneranno all’esercito conquistatore!*

Il sangue iniziò a ribollirgli nelle vene. Come aveva fatto ad essere così stupido? Si era offerto loro su un vassoio d’argento, e adesso non avrebbero nemmeno dovuto faticare a tenerlo rinchiuso a causa del suo malore. Anche se il dominatore dell’acqua aveva cercato di chiudere subito la porta, lui l’aveva notato lo stesso che a bordo v’era un cittadino del fuoco; il solo pensiero di essere costretto a condividere la nave con un potenziale assassino gli acuì le fitte allo stomaco ed il capogiro, lasciandolo semi intontito.

*Accidenti: devo trovare il modo di fuggire, o sono perduto! Che ne sarà della missione? E della mia famiglia?*

Già: che cosa avrebbe riservato il destino in caso di fallimento, a lui e alla sua famiglia? Se dei militari avessero intercettato la sua lettera, lo avrebbero potuto giustiziare sul posto per spionaggio ed attività preposta alla destabilizzazione dell’ordine costituito. Inoltre, anche la città di Omashu avrebbe passato dei brutti momenti: il governatore sarebbe stato destituito sicuramente, con molta probabilità in modo violento, e non erano da escludersi ritorsioni sulla famiglia della spia, ossia i suoi genitori. Strinse con forza i pugni.

*Non posso rimanere inerte qui, ad aspettare di essere arrestato: devo trovare un modo per fuggire, adesso!*

Facendosi forza e ricacciando la disgustosa sensazione, si alzò lentamente dal letto: la testa gli girava vorticosamente, ed anche la pancia non era in una situazione migliore, ma doveva alzarsi e raggiungere un oblò, la sua unica via di fuga. Barcollando, si tirò in piedi, la voglia di rimettere sempre più impellente; riuscì in qualche modo a raggiungere un vetro che dava all’esterno, ma tutti i suoi tentativi di aprirlo risultarono vani: era chiuso dentro!

*No! È la fine! Purtroppo non ho altre vie di fuga, posso solo attendere che si fermino in un porto per fare provviste…*

Si trascinò nuovamente sul letto, esausto.