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    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 1, primo pomeriggio

    [(hotpink) EXP 11.230 (15r50x2)][DENARO: 190 mo RdT + 800 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: stivali, tunica corta verde chiaro bordata di giallo, pantaloni verde scuro, capelli raccolti in una treccia][EV: 900, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: martelli (off), ventagli (off)]



    Ormai cominciava a perdere la speranza... forse era per quello che si era spinta senza meta precisa fin lì, alle rovine di Taku. Non c'era alcuna possibilità che suo fratello si trovasse in quel luogo, non avrebbe trovato alcun indizio come non ne aveva trovati a Omashu, Ba Sing Se... e in tutte le maggiori città del Regno. Forse doveva andare fino ai Poli, forse sarebbe stato tutto inutile: probabilmente era morto quella notte, o poco dopo. Banditi, animali randagi... in effetti se fosse sopravvissuto sarebbe stato un miracolo. Come avrebbe fatto a spiegarlo ai suoi genitori? Avrebbe finto di non capire, come sempre, e loro avrebbero finto di crederle. Si sedette su una roccia, scrutando le alte montagne che la circondavano. Tra i rampicanti si potevano ancora distinguere i resti di una città, i fregi di quelli che un tempo dovevano essere stati ricchi edifici... le parve perfino di scorgere un'enorme statua, le cui fattezze ricordavano vagamente una talpa-tasso. I primi dominatori. Suo fratello era un dominatore, gli sarebbe piaciuto vedere quel posto... o forse no. Non erano nemmeno arrivati a conoscersi.

    Jun si tirò nuovamente in piedi: lì la natura si era impadronita della città e probabilmente lo stesso era accaduto al corpo di suo fratello: per questo nessuno sembrava averlo mai visto... e se anche fosse stato vivo, e qualcuno l'avesse visto, probabilmente non l'avrebbe nemmeno riconosciuto: chissà come sarebbe cambiato dopo tutti quegli anni! Chissà se si era fatto crescere la barba, come tutti gli uomini del villaggio. A quel pensiero non poté fare a meno di sorridere, no, proprio non riusciva ad immaginarselo.

    Passeggiò tra le strade deserte e l'occhio le cadde su un piccolo cespuglio, pieno di fiori rosa. Non aveva mai visto niente del genere. In effetti, ora che prestava più attenzione, lì crescevano tante specie strane... quella lì vicino ricordava l'arnica di Senlin, ma aveva le foglie molto più grandi. Quell'altra ancora sembrava una pianta di cui non ricordava nemmeno il nome, che aveva visto una volta sola, nella Nazione del Fuoco. La varietà di piante, sparse nel giro di pochi metri era insolita... e come avevano potuto arrivare fin lì i semi di piante tipiche di altre nazioni? Si guardò in giro, in cerca di qualche indizio che potesse risolvere quel mistero.
     
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  2. Hachiky"myfairytales
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    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 1, primo pomeriggio

    (#0000FB) EXP 10.530 (44r100)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: tunica gialla al ginocchio, fascia in vita e mantellina arancione, calzature alte di stoffa marrone, capelli alle spalle rasati per metà testa][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: //]


    La monaca Jenna rimase per qualche minuto a fissare con aria corrucciata le rovine. Liang continuò a giocare con i sassolini che aveva trovato a terra, cercando di non mostrare la sua esultanza mentre li faceva ruotare a qualche centimetro dal suo palmo: aveva solo nove anni ma sapeva benissimo che un'adulta non avrebbe mai corso il rischio di portare una piccola peste come lei tra i resti pericolanti di Taku; e lì non c'era nessun altro a cui poter essere affidati. La monaca si girò verso di lei con estrema riluttanza, conscia di dover scegliere l'alternativa meno disastrosa. “Liang... ora ascoltami bene.” la bambina lasciò cadere i sassi e guardò l'insegnante con un'espressione (falsamente) perplessa. “Sì, maestra?” cinguettò amabilmente lei, mentre le andava incontro. “Ascoltami bene. ripeté l'anziana monaca con aria severa. “Ora io scenderò tra le rovine. Tu resta qui e non muoverti per nessun motivo al mondo, capito? “Fossi matta!” pensò la bambina, ma annuì seria. “Sì, maestra.” “Non sto scherzando, Liang. Comportati bene e rimani qui. Yon ti terrà compagnia.” Anche stavolta la piccola dominatrice dell'aria annuì, ma fece fatica a non lasciarsi sfuggire una smorfia scettica che avrebbe rovinato la sua recita perfetta: Yon era il bisonte volante della maestra Jenna, era vecchio almeno quanto lei e non molto più interessante. Tra l'altro in quel momento stava dormendo della grossa e a giudicare da come aveva arrotolato la coda attorno al fianco sinistro non si sarebbe svegliato molto presto. La maestra non aggiunse altro; si allontanò lentamente, voltandosi spesso a lanciare occhiate sospettose a Liang. La bambina rimase ferma a guardarla fino a quando non scomparve tra le rovine. Poi si sedette a terra e riprese a giocare con i sassolini, fissando con aria guardinga il punto in cui la donna era scomparsa: c’era il rischio che decidesse di tornare all’improvviso per controllarla. Una decina di minuti dopo (Liang era convinta di aver lasciato passare almeno mezz’ora) decise che poteva ritenersi al sicuro. Si alzò da terra e saltò allegramente con tutta la forza che riuscì a trovare nelle gambe. Finalmente sola! Ora poteva fare tutto quello che voleva! Si fermò un attimo: una simile libertà la poneva di fronte a un dilemma esistenziale: era meglio utilizzare quel tempo prezioso per esplorare le rovine o per fare un po’ di pratica con il dominio dell’aria con quelli che le insegnanti definivano ‘giochi pericolosi’. Si stiracchiò al sole forte del primo pomeriggio, lasciandosi riempire gradualmente da un'irrefrenabile euforia. Sorrise tra sé e sé socchiudendo gli occhi per proteggersi dal riverbero, pensando che tutto sommato non avrebbe avuto alcun problema a fare entrambe le cose. "Beeene! In posizione!" disse allegra guardando nella direzione opposta a quella presa dalla sua maestra. In lontananza si scorgeva ancora il grosso edificio in rovina che l'aveva colpita al suo arrivo: visto che Jenna non aveva voluto fermarsi a mostrargliela... "Vediamo se riesco ad arrivarci in cinque minuti! La giovane monaca contò mentalmente fino a cinque poi corse in avanti. In pochi secondi il dominio dell'aria le permise di acquisire abbastanza velocità da poter stare dietro a un lemure volante, ma Liang non era ancora contenta. "Più veloce, ancora di più..." concentrata com'era a cercare di correre più rapida si accorse solo all'ultimo momento che quell'edificio terminava lì: per passare al successivo bisognava colmare un vuoto di parecchi metri. Sarebbe servito un aliante per volare fin lì ma Jenna le aveva sequestrato il suo. "Nessun problema! Basterà un salto solo!" pensò però la ragazza e in uno slancio di ottimismo si lanciò in avanti. Per un breve istante credette di farcela e sorrise felice mentre il vento le scompigliava i capelli. Un secondo dopo stava precipitando verso il suolo. "Ops" fu l'unica cosa che ebbe il tempo di pensare mentre cadeva. All'improvviso, mentre guardava giù al punto in cui presumibilmente sarebbe atterrata, notò la sagoma di una persona. "Attenzione di sotto!" urlò con quanto fiato aveva in gola prima di cadere a peso morto sulla malcapitata, in un groviglio di teste, bracce e gambe. Quando fu nuovamente in grado di rendersi conto di ciò che succedeva si accorse di trovarsi a testa in giù in un cespuglio profumato. Si divincolò per uscirne e cadde lunga distesa a terra. Si rialzò piano, la testa che doleva (doveva aver urtato quando era caduta addosso all'altra persona), le mani piene di graffi e i vestiti strappati in più punti. Cercando di portarsi la mano destra alla testa per massaggiarla avvertì una fitta al braccio. Guardando scoprì che non solo la manica della tunica era lacerata, ma dal polso al gomito aveva un lungo taglio sanguinante, a occhio piuttosto profondo. Il cespuglio in cui era caduta doveva avere delle spine, si disse mentre, senza pensare toccava con un dito la ferita. Il dolore fu quasi immediato. "Ahia!" "Non c'è che dire, proprio un bel lavoro." pensò imbronciata. "E mi sono anche rovinata la tunica. Ora chi la sente la maestra..."
     
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    mi ricordi di controllare di non aver saltato EXP?

    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 2, primo pomeriggio

    [(hotpink) EXP 11.350 (15r50x2)][DENARO: 190 mo RdT + 800 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: stivali, tunica corta verde chiaro bordata di giallo, pantaloni verde scuro, capelli raccolti in una treccia][EV: 900, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: martelli (off), ventagli (off)]



    Juniper alzò lo sguardo. Era come se qualcuno avesse deciso di prendere un pugno di semi a caso e poi si fosse messo a sparpagliarli in quella vallata, divertendosi a creare un giardino tra le rovine. Si tirò in piedi: chissà come era potuto accadere... e si ritrovò lunga distesa a terra, senza nemmeno il tempo di capire cosa fosse successo... semplicemente un istante prima era lì, ad osservare i fiori... e un istante dopo non riusciva a muoversi, qualcosa la teneva bloccata al suolo e la testa martellava dolorosamente. Riaprì gli occhi, intontita. Percepì qualcosa sopra di lei che si muoveva e cercò di sgaiattolare via, ma un forte dolore a un ginocchio la paralizzò, mandandole una dolorosa scarica lungo tutto il corpo. Mugolò come un animale ferito, spaventata.

    Solo allora si accorse che quella cosa piovuta dal cielo non era un masso staccatosi all'improvviso dalla montagna, ma una bambina che dimostrava sì e no una decina di anni. Indossava una tunica gialla e una mantellina arancione, un abbigliamento davvero strano... non aveva mai visto niente del genere e inarcò un sopracciglio, perplessa. Che fosse un'abitante di quel luogo? Forse, allora, avrebbe saputo spiegarle il perché di quello strano fenomeno naturale al quale stava assistendo. La bambina, tuttavia, non sembrava degnarla di grande attenzione e Juniper intuì subito il motivo: la tunica della piccola era macchiata di sangue e sulla pelle nuda si intravedeva un lungo taglio, in corrispondenza del braccio. Doveva fare qualcosa: rotolò su un fianco, tirandosi faticosamente a sedere... non sembrava ci fosse niente di rotto, ma il ginocchio continuava a mandarle fitte ad ogni leggero movimento... tornare al villaggio non sarebbe stata affatto un'esperienza piacevole; strinse i denti, cercando di non pensarci.

    La bimba non la stava guardando e allora Juniper allungò le braccia verso di lei, agitandole per attirare la sua attenzione: non aveva con sé delle bende, ma aveva qualche conoscenza di pronto soccorso, conosceva le erbe adatte e di sicuro lì in mezzo a tutte quelle strane varietà avrebbe trovato qualcosa di adatto. Non sapeva bene da che parte cominciare... così azzardò un sorriso.
     
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  4. Hachiky"myfairytales
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    Non dimenticare gli exp :)


    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 2, primo pomeriggio

    (#0000FB) EXP 10.750 (25r80)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: tunica gialla al ginocchio, fascia in vita e mantellina arancione, calzature alte di stoffa marrone, capelli alle spalle rasati per metà testa][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: //]


    Un movimento ai margini del suo campo visivo attirò la sua attenzione: sempre tenendosi il braccio sanguinante con una smorfia di dolore mal repressa si voltò in quella direzione, trovandosi di fronte a una sconosciuta. Tutta presa dal disastro che aveva combinato si era completamente dimenticata della persona a cui era caduta in testa. Si trattava di una ragazza molto giovane, dall'aria gentile e un po' spaesata (e come biasimarla? Non sono molte le persone a cui nella vita capita spesso di vedersi cadere bambini in testa!) ma non per questo Liang si aspettava un trattamento più indulgente: l'incidente non era dovuto a null'altro che alla sua sconsideratezza e quella giovane donna, che era comunque un'adulta, aveva tutto il diritto di assumere il ruolo delle sue maestre e di afferrarla per le orecchie per impartirle una lezione severa. Tuttavia la ragazza non sembrava intenzionata a fare nulla del genere, anzi: le sorrideva con aria rassicurante, anche se un po' incerta, e la bambina capì che la sconosciuta, nonostante lei le fosse caduta sulla testa e i suoi vestiti fossero sporchi di terra e rovinati dal ruzzolone, non era arrabbiata con lei o almeno non voleva sembrarlo. Questo, come spesso le accadeva in circostanze simili, la fece sentire dieci volte più in colpa di quanto avrebbe fatto davanti a una punzione. Si alzò in piedi, sempre tenendosi il braccio con l'altra mano, e con aria contrita e sguardo colpevole andò incontro alla ragazza. "Ti chiedo scusa." cominciò con voce incerta, poi si ricordò che la maestra Jenna le aveva raccontato che alcuni abitanti del Regno della Terra erano a volte molto formali nei modi e che pretendevano il rispetto dell'educazione anche dagli stranieri. Si affrettò a correggersi, sperando che quell'errore non avesse maldisposto la giovane nei suoi confronti. "Le domando scusa signora...signorina. Chiedo scusa per questo inconveniente, so che avrei dovuto stare più attenta, ma mi sono distratta e... mi creda, mi stavo solo esercitando, so che non avrei dovuto ma non sapevo che qui ci fosse qualcuno e non volevo certo creare disturbo a qualcuno..." abbassò la testa confusa. Stava straparlando, senza riuscire a tirare una sola scusa convincente. Abbozzò un mezzo inchino rispettoso, di quelli che era abituata a rivolgere agli adulti in patria. Era a disagio, con un abitante della Nazione si sarebbe limitata a porgere le sue scuse il più sinceramente possibile e avrebbe fatto sfoggio di buone maniere in segno di rispetto (per poi darsela a gambe più veloce di un lemure con la coda in fiamme nel caso in cui l'adulto in questione avesse manifestato l'intenzione di portarla a parlare con il preside), tra i Nomadi avrebbe domandato perdono e si sarebbe rassegnata a una lieve punizione (che avrebbe trovato il modo di evitare o neutralizzare), ma lì...
     
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    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 5, primo pomeriggio

    [(hotpink) EXP 11.440 (15r50)][DENARO: 190 mo RdT + 800 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: stivali, tunica corta verde chiaro bordata di giallo, pantaloni verde scuro, capelli raccolti in una treccia][EV: 900, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: martelli (off), ventagli (off)]



    La bimba disse qualcosa... per la verità molto più di "qualcosa", ma dall'espressione che aveva dipinta sul volto era abbastanza evidente che nemmeno lei sapeva bene di cosa si trattava. Juniper sorrise vedendo come si piegava goffamente tra un inchino e l'altro: avrebbe voluto dirle che non era necessario, che era meglio se le lasciava dare una controllata a quel braccio, ma non sapeva bene come fare. Allungò una mano verso la bimba, cercando di sfiorare il braccio sano per farle alzare lo sguardo e attirare la sua attenzione. Solo quando fu certa che la bambina la stava osservando le fece segno di aspettare: si toccò un paio di volte l'orecchio, poi scosse la testa, mimando un'espressione dispiaciuta, sperando che la piccola capisse.

    Subito indicò il proprio braccio, nel punto in cui quello della bambina era ferito e le fece nuovamente segno di aspettare, indicò rapidamente se stessa e poi iniziò ad avvolgere una benda immaginaria attorno al proprio braccio. Sperava che l'altra avesse capito: non si era mai trovata a discutere con qualcuno così piccolo e così strano. Non aveva mai visto un abbigliamento come quello della bambina... e a dirla tutta non era nemmeno certa che i suoi genitori fossero gente ospitale. Se fosse stata una nobile sarebbe stata nei guai. Ne aveva conosciuti abbastanza da sapere che non prendevano bene quando i figli si facevano del male e tendevano a dare la colpa alla prima persona che incrociavano sulla loro strada. Certo, quella che aveva davanti non aveva esattamente l'aria di una nobile con quei capelli arruffati, il vestito strappato e terra dappertutto, ma non si poteva mai dire.

    Il ginocchio le faceva un po' male, ma non sembrava essere rotto. Provò a muoverlo un po' e si accorse che, nonostante il dolore, rispondeva bene... allora tornò sui propri passi, in cerca di qualche pianta adatta allo scopo. La trovò facilmente, proprio dove ricordava di averla vista: strappò alcune foglie dalla cima, quelle più tenere. Non impiegò più che pochi istanti e subito si affrettò a tornare lì, dove aveva lasciato la bimba. L'unico problema è che non aveva niente con cui fasciarla.
     
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  6. Hachiky"myfairytales
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    Dove si scopre che Liang leggeva troppi libri...


    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 1, primo pomeriggio

    (#0000FB) EXP 10.750 (32r100)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: tunica gialla al ginocchio, fascia in vita e mantellina arancione, calzature alte di stoffa marrone, capelli alle spalle rasati per metà testa][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: //]


    La sconosciuta la interruppe, poi scosse la testa mentre si indicava l'orecchio; Liang non riusciva a capire cosa intendesse: non aveva capito? Non aveva ascoltato? E perché non parlava? Ma non ebbe molto tempo per pensarci su: l'altra aveva ripreso a gesticolare, stavolta indicandosi il braccio. Liang continuava, suo malgrado, a non capire. nella sua testa continuavano, come sempre quando non capiva al volo qualcosa, ad affastellarsi ipotesi su ipotesi, ma tutte avevano qualche falla. Poi la ragazza si allontanò di pochi passi, tra i caspugli nelle vicinanze, e la giovane dominatrice dell'aria rimase seduta a terra a guardarla, sempre più perplessa (inutile dire che si era del tutto dimenticata della ferita al braccio, sebbene continuasse a pulsare). Se non fosse stato impossibile avrebbe detto che quella ragazza non capiva la sua lingua, ma sapeva bene che nel mondo si parlava un'unica lingua da tempo immemorabile (dall'alba dei tempi, dicevano alcuni libri). Né era pensabile che il suo accento (su cui le sue amiche scherzavano tanto spesso) fosse così marcato da risultare incomprensibile in un altro paese. Non era certo la prima volta che andava nel Regno della Terra, e ancora non aveva incontrato problemi del genere! Naturalmente avrebbe potuto trattarsi di una ragazza selvaggia che viveva con gli animali della foresta, come nelle storie, ma indossava abiti piuttosto normali (niente foglie cucite insieme in maniera misteriosa o pelli di talpetasso portate come mantelli): un vero peccato, Liang aveva sempre voluto incontrare una ragazza selvaggia, magari in grado di comunicare a gesti con i lupi o qualcosa di simile. Non che la sconosciuta non fosse interessante, alla fin fine era pur sempre una viaggiatrice misteriosa incontrata per caso in un posto misterioso. La dominatrice dell'aria studiò meglio il suo abbigliamento e le condizioni dei vari capi, e giunse alla conclusione che la ragazza avrebbe potuto essere invece una cercatrice di tesori se non fosse stata del tutto sprovvista di attrezzatura adeguata. Ma forse l'aveva lasciata assieme al suo cavallo-struzzo... Si riscosse quando l'oggetto dei suoi pensieri tornò vicino a lei con delle foglie tra le mani. Liang le guardò incuriosita: allora era una botanica? Però quelle non erano piante rare per cui valesse la pena fare lunghi viaggi, si trattava di piante assai comuni, perfino le sue scarse conoscenze le permettevano di ricordare che con quelle foglie si potevano preparare facilmente degli impacchi secchi che facilitavano la guarigione di tagli e abrasioni... La bambina capì le sue intenzioni e le rivolse un gran sorriso: era davvero gentile da parte di un'avventuriera occuparsi della mocciosa che le era precipitata sulla testa. Si accorse che la giovane non aveva nulla da usare per le bende e, dopo un attimo di esitazione, si sfilò la mantellina da viaggio facendola passare da sopra alla testa e cominciò a strappare lunghe strisce come le avevano insegnato: tanto ormai quel capo era irrecuperabile (a differenza della tunica a cui, sperava Liang, sarebbe bastato un buon rammendo). Mentre si dedicava a questo lavoretto cominciò a pensare a cosa avrebbe fatto dopo: già, perché non poteva certo lasciar perdere l'occasione di conoscere un'avventuriera ora che gliene era capitata una davanti agli occhi! Magari avrebbe potuto aiutarla con le sue ricerche, e se la donna si fosse rivelata simpatica quanto gentile avrebbe potuto anche guadagnare una buona amica. "Senti, tu sei qui per cercare qualcosa, vero? Non è che per caso ti serve una mano?" era una cosa molto sfacciata da dire, lo sapeva bene, ma del resto come si poteva essere formali con una persona conosciuta in un modo tanto strano?

    Edited by Hachiky"myfairytales - 2/8/2011, 00:05
     
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    Juniper ritornò dalla bambina e si avvicinò cautamente, con un largo sorriso. Aveva paura di spaventarla, che potesse scappare via in quelle condizioni. Tra l'altro... chissà che fine avevano fatto i suoi genitori. A occhio e croce dimostrava una decina di anni, forse anche meno. No. A dire la verità non aveva la minima idea di quanti anni potesse avere, ma gliel'avrebbe chiesto più tardi. Ora doveva concentrarsi su quella ferita prima che la bambina decidesse di peggiorare la situazione con un altro capitombolo.

    Si sedette a terra e prese la ciotola che solitamente usava per mangiare. Sul fondo erano rimaste tracce della zuppa di bacche che aveva preparato il giorno precedente, ma in fondo sempre erba era! Senza prestare particolare attenzione a quel dettaglio rovesciò le foglie nel contenitore e iniziò a sminuzzarle, pestandole con un sasso raccolto lì vicino. Si concentrò per bene, assicurandosi di ottenere una pasta uniforme e quando fu soddisfatta del proprio lavoro alzò lo sguardo. Si accorse allora che la bambina aveva strappato parte della sua mantellina e lo sguardo di Juniper si illuminò: doveva aver intuito cosa aveva intenzione di fare e aveva deciso di aiutarla. Adesso avevano anche delle bende!

    Prese il preparato sulla punta delle dita e si avvicinò cautamente alla piccola, indicando il braccio ferito e facendole cenno di avvicinarsi: non voleva forzarla, anche perché sulle prime non sarebbe stato particolarmente piacevole: le erbe emanavano un odore pungente e se non fosse bastato quello all'inizio avrebbe bruciato un poco, ma purtroppo non c'era altro modo.

    Edited by @Les - 5/8/2011, 19:15
     
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    La ragazza non rispose: era molto concentrata su quello che stava facendo, evidentemente, anche se Liang trovava comunque strano che non prestasse ascolto. In altre circostanze la bambina si sarebbe offesa non poco ma la sconosciuta non dava per niente l’impressione di volerla ignorare, come a volte facevano gli adulti quando ritenevano che dicesse delle sciocchezze; rimase quindi in silenzio mentre la ragazza, dopo aver preparato in una scodella da pasto una sostanza cremosa con le erbe mediche (Liang la guardò perplessa: difficilmente lei avrebbe preparato una medicina nella scodella in cui mangiava, il sapore rischiava di rimanere per giorni!) la prese tra le dita e fece cenno alla piccola paziente di avvicinarsi. La bambina obbedì, chiedendosi perché ancora non parlava: forse non poteva? La guardò corrucciata, come si faceva a capire se una persona non poteva parlare? Non voleva chiederglielo direttamente, poteva fare la figura della maleducata e magari ferire i suoi sentimenti: una delle prime cose che le maestre le avevano insegnato era che bisognava fare sempre attenzione a ciò che si diceva, e su questo avevano senza dubbio ragione. La giovane dominatrice dell’aria studiò attentamente il suo viso mentre era china davanti a lei e decise che avrebbe evitato di turbarla per quanto possibile: quella ragazza le ispirava fiducia, i suoi modi e il suo tocco erano gentili, come se lei non le fosse precipitata sulla testa pochi minuti prima, e questo era inaspettato e gradevole. Un qualsiasi altro adulto, ma anche un coetaneo, si sarebbe infuriato, avrebbe gridato e le avrebbe detto di arrangiarsi con la ferita; oppure l’avrebbe medicata borbottando rimproveri misti a minacce di castighi. Perfino i nonni sarebbero stati arrabbiati, ma lei no. Liang si chiese se fosse sempre così gentile con tutti, e se le costasse uno sforzo comportarsi in maniera così pacata. Ad ogni modo, si ripromise la bambina, anche lei avrebbe cercato di controllarsi e non avrebbe fiatato durante la medicazione, anche se le erbe avessero bruciato sulla ferita come braci del focolare (di questo era sicura: in nove anni di botte, graffi, urti e capitomboli aveva imparato che nessuna medicina era indolore, anche se sospettava si trattasse di un complotto dei grandi per insegnarle a stare ferma): strinse i denti e si preparò ad essere più muta di un lemure con la bocca piena.
     
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    Juniper si sentì osservata e alzò lo sguardo sulla bambina, lanciandole un'occhiata interrogativa. Per tutta risposta lei le allungò il braccio, con un'espressione indecifrabile sul volto: in un primo momento Juniper pensò che fosse perplessa, poi la sua espressione si fece pensierosa e infine si illuminò di quella che era senza dubbio determinazione... Determinazione a fare cosa, tuttavia, era un po' al di sopra della capacità intuitive di Juniper. Sorrise, imbarazzata. Quella era una delle tante volte in cui le sarebbe piaciuto poter dire qualcosa, riuscire a spiegarsi come facevano tutti. Se solo la gente si fosse resa conto del dono meraviglioso che possedeva nel poter trasmettere agli altri tutto quello che passava per la testa con precisione!

    Prese l'impasto e lo applicò delicatamente sulla ferita, sfiorando appena il braccio della bambina nel timore di farle male, poi prese le bende ricavate dalla mantellina strappata e lentamente le arrotolò attorno al braccio, fissandole con un nodo non troppo stretto. Terminato il suo lavoro lanciò un'occhiata alla bambina, osservando la sua reazione. Chissà perché i suoi genitori non si vedevano da nessuna parte. Che fosse scappata di casa? Che l'avessero abbandonata? E in quel caso, era suo dovere riportarla dai suoi, o era meglio non impicciarsi?
     
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  10. Hachiky"myfairytales
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    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 3, primo pomeriggio

    (#0000FB) EXP 11.200 (18r50x2)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: tunica gialla al ginocchio, fascia in vita e mantellina arancione, calzature alte di stoffa marrone, capelli alle spalle rasati per metà testa][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: //]


    La ragazza terminò il lavoro dopo qualche minuto, era stata lenta e cauta, attenta a non farle mai male o almeno così le era sembrato. Liang saltò in piedi con un gran sorriso; la ferita le doleva, ma sapere che era stata medicata correttamente (anche se esitante la sconosciuta sapeva quello che faceva) la faceva sentire già meglio: se avesse tirato su la manica in modo da nascondere la fasciatura (sperando non fosse così spessa da mostrare il rigonfiamento), al suo ritorno la maestra non avrebbe notato che i danni alla tunica e l’assenza della mantella, avrebbe capito che li aveva rovinati giocando ma non avrebbe saputo della ferita. “Grazie mille!” disse la ragazzina con il suo miglior sorriso, e abbozzò anche un mezzo inchino con le mani sulle ginocchia. Si rialzò in fretta però: nella Nazione del Fuoco era stata abituata a inchinarsi davanti agli adulti in molti modi a seconda delle circostanze, ma vivendo nei Templi aveva perso l’abitudine e le sembrava di farlo in modo troppo goffo. Studiò attentamente la ragazza: non era un’erborista, l’aveva già deciso, né una guaritrice o sarebbe stata meno impacciata nella medicazione; poteva essere una cercatrice di tesori, come aveva immaginato prima, però a guardarla bene era davvero troppo giovane: nei libri i cercatori di tesori sono sempre giovani e in gamba, ma tutti quelli che Liang aveva incontrato erano già adulti maturi. Allora chi era? Una persona gentile, una ragazza con un sorriso rassicurante a cui non dispiacevano i bambini maldestri, e poi? Decise di ritentare con la domanda di poco prima, posta magari in maniera meno invadente. Senza mai distogliere lo sguardo nella speranza di intuire qualcosa di più dalla sua espressione chiese: “Cosa ci fai tu qui? Stai cercando qualcosa? esitò solo un istante, poi continuò “Posso aiutarti?” Voleva tanto ringraziarla in qualche modo per la fasciatura. “Ah, io sono Liang. aggiunse, ricordandosi che non si era presentata come invece avrebbe dovuto fare fin dall’inizio.
     
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    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 7 (agosto), primo pomeriggio

    [(hotpink) EXP 12.190 (15r50x2)][DENARO: 190 mo RdT + 800 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: stivali, tunica corta verde chiaro bordata di giallo, pantaloni verde scuro, capelli raccolti in una treccia][EV: 900, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: martelli (off), ventagli (off)]



    La piccola balzò in piedi, segno che, a parte la ferita al braccio, non era in cattive condizioni. Sembrava anzi una bimba piuttosto vispa, tanto da dimenticare in pochi istanti quanto le era accaduto: più precisamente il tempo necessario a nascondere la fasciatura sotto alla tunica. La piccola si inchinò, una, due volte la osservava con sguardo attento, ma sembrava piuttosto indecisa sul da farsi... a Juniper sarebbe piaciuto aiutarla, magari scoprire che fine avevano fatto i suoi genitori e chissà! Forse loro avrebbero potuto aiutarla nella ricerca di suo fratello... ma non aveva la minima idea di come spiegare alla piccola tutte quelle cose.

    In effetti cominciava a perdere la speranza. Non sapeva dove cercare, chiedere informazioni era ogni volta un'impresa e nonostante tutta la sua buona volontà nel cercare di capire e di farsi capire la gente finiva per allungarle qualche moneta, quando non si limitavano a scacciarla in malo modo. Forse l'impresa in cui si era imbarcata era molto più grande di lei. Juniper si mordicchiò il labbro inferiore, osservando la piccola con aria dispiaciuta. L'altra disse qualcosa, ma troppo in fretta, e il fatto che continuasse ripetutamente a inchinarsi non aiutava a distinguere alcunché, così Juniper dovette limitarsi a fare spallucce, senza avere la minima idea di cosa volesse l'altra, né come ottenere le informazioni che le servivano.

    Una leggera brezza cominciò ad alzarsi tutt'intorno, portando un forte profumo di erbe aromatiche, riscaldate dal sole. Forse era meglio avviarsi: il tramonto sarebbe arrivato presto, considerando che si trovavano nel bel mezzo del nulla, e doveva cominciare ad affrettarsi se voleva riuscire a trovare qualcosa da mangiare e un riparo per la notte. Per il riparo, con un po' di fortuna, avrebbe trovato qualcosa tra i resti della città abbandonata, per il cibo... lì erbe ce n'erano tante, ma non poteva certo pasteggiare a piante medicinali!

    Si tirò lentamente in piedi, senza staccare lo sguardo dalla bambina: si massaggiò lo stomaco, indicando poi in rapida sequenza la bocca aperta, se stessa e il sentiero, nel tentativo di comunicare che andava a cercare da mangiare, salutò con un cenno e si avviò di nuovo tra le rovine.
     
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  12. Hachiky"myfairytales
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    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 4, primo pomeriggio

    (#0000FB) EXP 11.200 (18r50x2)][DENARO: 300m ABBIGLIAMENTO: tunica gialla al ginocchio, fascia in vita e mantellina arancione, calzature alte di stoffa marrone, capelli alle spalle rasati per metà testa][EV: 1.000, ABILITA': vento di saggezza ARMATURA: //, ARMI: //]


    La ragazza riprese a gesticolare, ma stavolta Liang riuscì a capire: la sua benefattrice aveva fame e stava andando a cercare da mangiare, evidentemente non aveva provviste con sé. La bambina rimase a guardarla, pensando al da farsi; a quell'ora non aveva proprio fame, anche se non avrebbe certo detto di no a una merenda. Il problema era che quando la maestra Jenna avesse scoperto che si era allontanata (e a quel punto, tra la mantella scomparsa e i lividi, l'avrebbe capito di sicuro) l'avrebbe lasciata senza pranzo; oppure le avrebbe detto di andare a cercarsi delle uova, il che era più o meno lo stessa cosa: se c'era un cibo che la piccola dominatrice trovava disgustoso erano le uova, mollicce, viscide e... La giovane monaca tirò fuori la lingua con un verso di disgusto al solo pensiero, poi si affrettò a raggiungere la ragazza tra le rovine. La prese per una manica e guardò in su verso il suo viso sorridendo. "Cerco anch'io da mangiare!" dichiarò decisa, poi la lasciò per guardarsi intorno. Non era capace di riconoscere le radici commestibili, non avrebbe cercato uovo per nulla al mondo né avrebbe tentato con la caccia o la pesca, non toccava carne o pesce da quando aveva lasciato Shu Jing: l'unica possibilità praticabile per lei era trovare degli alberi da frutta. Dopo qualche minuto si allontanò dal fianco della ragazza per correre verso un albero non troppo alto: seminascoste nel fogliame c'erano delle macchie di colore promettenti. Saltò aiutandosi con il dominio dell'aria verso i rami più bassi e proseguì arrampicandosi: senza aliante non era capace di usare il dominio per volare. Molto lentamente, facendo attenzione sia a dove metteva i piedi sia a non rovinare ulteriormente i vestiti, raggiunse le macchie colorate; come sospettava si trattava di frutti, per di più belli grossi, ovali, grandi come due pugni accostat, di un gradevole colore tra l'arancione e il rosato. Soddisfatta di sé ne colse quanti ne poteva trattenere tra le braccia, poi rimase in bilico su due rami. Saltò a terra, aiutandosi con un soffio d'aria per prudenza e corse tutta contenta verso quella che sperava essere una nuova amica. "Vanno bene? Sono commestibili secondo te?"
     
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    ANNO -7, MESE 7, GIORNO 7, POST 10 (agosto), primo pomeriggio

    [(hotpink) EXP 12.420 (25r80x2)][DENARO: 190 mo RdT + 800 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: stivali, tunica corta verde chiaro bordata di giallo, pantaloni verde scuro, capelli raccolti in una treccia][EV: 900, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: martelli (off), ventagli (off)]



    Qualcosa le strattonò la tunica e Juniper pensò che si fosse impigliata in qualche ramo, così abbassò lo sguardo per trovarsi di fronte la bambina di poco prima. Disse qualcosa, ma ancora parlava troppo in fretta. Fortunatamente questa volta la stava osservando mentre parlava e Juniper riuscì a cogliere che aveva qualcosa a che fare con il mangiare. Che avesse capito cosa intendeva dire? Osservò la strana bambina per qualche istante con aria confusa... quanto le sarebbe piaciuto riuscire a farsi capire, per una volta! Si sentiva sempre così fuori posto, come un'erbaccia in mezzo ai fiori colorati. Sospirò. Purtroppo non poteva farci niente se era nata così.

    Prima che avesse il tempo di fermarla la piccola balzò su un ramo. Ecco come aveva fatto a precipitarle addosso, ma era pericoloso. Se prima si era solo ferita un braccio adesso chissà che avrebbe combinato. Ma i suoi genitori che fine avevano fatto? Che l'avessero abbandonata lì, nel bosco? Era la stessa cosa che era successa a suo fratello? Anche lui si era arrampicato su un albero, era caduto e si era fatto male? E se nessuno fosse stato lì a soccorrerlo? A quel pensiero le si strinse il cuore. Forse non poteva aiutare suo fratello, ma poteva fare qualcosa per quella piccola.

    Raggiunse l'albero e fissando da sotto in su cominciò a sbracciarsi, con l'intenzione di farsi notare dalla bimba e dirle di scendere, ma quella non dava segno di averla notata, si districava agilmente tra i rami, arrampicandosi come un piccolo lemure alato. Stava ancora cercando di farsi notare quando quella saltò di nuovo a terra, fermandosi a pochi passi da lei. Il suo atterraggio, però, era stato strano. Era atterrata dolcemente, come se il suo corpo non avesse avuto alcun peso... eppure era certa che fosse una persona come tutte le altre. L'aveva sentito bene il suo peso, quando le era atterrata addosso. C'era qualcosa di strano in lei, comunque.

    Ora, tra le braccia, la bimba reggeva dei grossi frutti dalla buccia liscia e sottile profumati e di una strana tonalità di arancione, tendente al rosa. Sembrava perplessa anche lei sul fatto che fossero o meno commestibili, così Juniper ne afferrò uno e se lo rigirò tra le mani. Un vermetto si era scavato la sua strada attraverso quello strano frutto e poco lontano c'era il segno lasciato dal becco di qualche uccello, segno che si poteva mangiare. Lo annusò per sicurezza, il profumo ricordava vagamente quello di una mela, ma era più intenso. Con prudenza leccò velocemente la buccia: non sapeva di niente. Provò un morso e dovette allontanarsi rapidamente per non sbrodolarsi con tutto il succo che ne uscì e fece in tempo a colarle sulla mano. Aveva un sapore strano, ma non era male... con un po' di buona volontà avrebbe potuto abituarsi a mangiare quella roba.

    Sorrise felice in direzione della bambina, inchinandosi in segno di ringraziamento. Un problema, per il momento, era risolto. Si sedette su una roccia al sole e riprese a sbocconcellare quel gosso frutto, stando bene attenta a non sporcarsi. Non aveva visto acqua lì intorno, ma forse la piccola sapeva dove trovarne. Attese che lei la osservasse, poi sporse la testa all'indietro alzando un braccio per imitare il gesto di bere da un bicchiere invisibile, infine tornò a fissare la piccola con sguardo interrogativo.
     
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  14. Hachiky"myfairytales
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    A quanto pareva aveva fatto un buon lavoro: Liang sorrise orgogliosa di sé mentre lei e la ragazza mangiavano sedute, lei su una roccia, lei a gambe incrociate ai piedi dell'albero. Il sapore non era delicato come il colore, la bambina pensava di non aver mai mangiato niente di più dolce; troppo dolce! Avrebbe voluto buttare via il frutto dopo un paio di morsi ma temeva di sembrare infantile a rifiutare il cibo come una bambina piccola; finì il frutto rapidamente ma non ne prese altri. La sconosciuta invece sembrava piuttosto soddisfatta e quando ebbero finito entrambe le si rivolse nuovamente a gesti: voleva sapere dove poteva trovare da bere. La Nomade, felice per essersi guadagnata la sua fiducia, indicò subito la direzione dove si trovava la piccola sorgente dove lei e Jenna avevano rifornito le borracce da viaggio e fatto abbeverare il bisonte. Ricordava bene dove si trovava, perché a pochi passi in direzione delle rovine c'era un edificio più grande e più malconcio degli altri. Fece cenno alla ragazza di seguirla e cominciò a camminare sicura ai margini della boscaglia che stava invadendo le rovine: aveva un buon senso dell'orientamento ma non voleva rischiare addentrandosi tra gli alberi. Camminò in silenzio, ormai aveva capito che quella ragazza non poteva o non voleva parlare. Non sapendo come dimostrarsi socievole senza parlare ogni tanto si voltava nella sua direzione per rivolgerle un gran sorriso, o le indicava cose che le sembravano particolarmente curiose o degne di nota, come fiori colorati particolarmente insoliti, edifici più grandi o meglio conservati degli altri. Per arrivare alla sorgente impiegarono molto più tempo del previsto; Liang pensò più volte di aver sbagliato strada ma alla fine riuscì a trovare il posto che cercava, evidentemente aveva solamente valutato male le distanze: non si era mai resa veramente conto di quanto tempo si risparmiasse viaggiando con i bisonti volanti. Il sole era ormai alto quandò arrivò alla piccola sorgente: sfinita per il caldo la bambina corse entusiasta a bere e a bagnarsi il viso poi, mentre aspettava che anche la sua compagna bevesse, si rifugiò all'ombra dell'edificio che aveva visto prima. Fu così che notò l'entrata: sbirciò dentro ma non vide altro che una grande stanza vuota, con i muri cadenti. Però nella parete di fronte a lei c'era un'altro passaggio. Chissà cosa c'era all'interno... senza pensare entrò nell'edificio, dirigendosi direttamente verso l'altra entrata.
     
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    Juniper non sapeva se l'altra avesse capito o meno quello che intendeva dire, ma già il fatto che avesse sorriso era un fatto positivo: primo perché era chiaro che stava molto meglio, secondo, perché forse aveva finalmente trovato qualcuno disposto ad ascoltarla. Forse, con il suo aiuto, sarebbe riuscita a trovare le informazioni che le servivano, forse avrebbe addirittura... no. Meglio non farsi troppe illusioni. La bimba sembrava avere le idee chiare su dove andare e Juniper la seguì tra le rovine. Di tanto in tanto le indicava qualcosa, oggetti che dovevano aver catturato la sua attenzione: un bel fiore colorato, i resti di un vecchio edificio.

    Juniper non poteva fare a meno di sentirsi in leggero imbarazzo: aveva fatto tanto per trovare qualcuno che si fermasse a discutere con lei, senza successo... e ora che qualcuno stava finalmente cercando di rivolgerle la parola... beh... non sapeva bene cosa dire. Continuò a seguirla per diversi minuti, limitandosi ad annuire e sorridere, prima di trovare finalmente il coraggio. A forza di camminare avevano raggiunto una piccola sorgente. Juniper posò la sua borsa a terra e cominciò a frugare all'interno, estraendo una vecchia borraccia che mise sotto alla fonte zampillante. Le gocce d'acqua cadevano dall'alto, schizzando sulle rocce. Era praticamente impossibile attingere alla fonte senza bagnarsi, ma non era importante: il sole era alto nel cielo e il caldo appena sopportabile.

    Juniper prese qualche sorso dalla borraccia, poi la riempì di nuovo. Quando ebbe finito della ragazzina non c'era più alcuna traccia: si guardò intorno e impiegò alcuni istanti a scorgerla: aveva raggiunto un vecchio edificio pericolante e si era messa lì sotto per ripararsi dal sole. La ragazza la raggiunse, esitò un istante, mordicchiandosi il labbro inferiore, poi si decise a cercare di scoprire qualcosa di più su di lei. Ripose la borraccia e frugò nella propria borsa, estraendo un vecchio ritratto che raffigurava quattro persone. Juniper all'età di 3 anni, il fratello appena nato e i suei genitori: Juniper lo mostrò alla bambina, indicò la bambina del ritratto, poi se stessa. Esitò un istante, poi tornò ad osservare il ritratto, indicò i suoi genitori e infine Liang, osservandola con aria interrogativa. Era il suo modo per chiederle dove fossero i suoi genitori.
     
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