La deriva

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  1. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 2, Post 8, sera.

    [exp 14.370 DÉSEFA #0082C3 (15r50x2)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 395, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Da quanto è che vola? Da tutta la notte, si direbbe. L’aliante ondeggiava ubriaco da un lato e dall’altro, in balia delle correnti d’aria marina. Sarebbero state utili, le correnti. Se la conducente dell’aliante fosse abbastanza in sé da sfruttarle. Invece non lo è. Avreste dovuto vederla. Testa ciondoloni, gamba ciondoloni, con un grosso livido tumefatto proprio là, appena sotto il ginocchio. Mi sa che non riesce ad appoggiarla alle traverse di legno senza vedere le stelle. Le dita sembrano allentarsi di secondo in secondo. Poi lei ha un sussulto, si riscuote, fa leva sui muscoli delle spalle esauste e si aggrappa di nuovo alle sue ali di stoffa. Eh no, cadere non sarebbe una cosa saggia. La stoffa si impregna d’acqua, la tunica pure. E la nomade diventa pesante come un macigno. Non riesce a prendere quota. Si inabissa, ponendo fine alle sue sofferenze. Ma no. A lei, soffrire, deve piacere parecchio. Perché non sembra avere la minima intenzione di mollare.

    La terra non è in vista, non ancora. Quanto ci vuole? Nessuno lo sa. Nessuno a cui chiederlo nel raggio di chilometri. Un vuoto d’aria. Le ali arancioni cadono in picchiata, un grido, un guizzo, di nuovo in posizione orizzontale, ondeggia e sussulta. Quel piede in aria non aiuta certo. L’aerodinamica non è un’opinione, si vede chiaramente che il goffo uccello tende a girare da un lato. Le spalle le facevano un male cane. Ore ed ore in quella posizione. Si allungò in avanti, si agganciò coi gomiti alle traverse delle ali. Almeno poteva dare tregua a dita e polsi. Sarà stata la ventesima volta che lo faceva. Peccato che in quel modo si reggeva solo col piede sano. Che si stancava in fretta. Maledizione. Lei era una tipa tenace. Ma anche lo spirito più indomito, chiuso in un corpo fiaccato, può cedere…

    Edited by Silian - 29/11/2011, 22:25
     
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  2. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 3, Post 10, mattina.

    [exp 14.610 DÉSEFA #0082C3 (30r100x2)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: uniforme soldato NdF] [EV: 495, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    La prima cosa che percepì fu la sensazione di freddo. Freddo che le entrava fin dentro le ossa. Poi di essere sospesa nel vuoto. Ma senza volare. Odore di pesce. Dava la nausea. Era giorno. Lo capiva dalla luce rosa che le filtrava dalle palpebre. Ma erano pesanti. Talmente pesanti, che per aprirle ci mette cinque minuti buoni. “Nnnnhhhh…” gemette, tentò di muovere gli arti superiori. I muscoli facevano un sacco male. Lasciò le mani ricadere flosce, e le sentì urtare qualcosa di strano. Una cosa che le passava anche dietro la schiena. Né dura, né morbida. Le dita sfiorano qualcosa di sottile e bagnato. Ma non indagano oltre. Ancora si sente troppo stanca. Poi una folata d’aria fredda. Mattutina. Un brivido. Le mani si stringono d’istinto intorno ad una corda sottile. Si muovono a tentoni per stringersi intorno al corpo intirizzito. Ma si impigliano in un’altra corda. Questa è perpendicolare alla prima. E poco più in basso ce n’è un’altra. Non riesce a farsi spazio all’esterno col gomito. Altre corde ostacolano i suoi movimenti. Un barlume di coscienza. Ora gli occhi sono spalancati. Ed ora comprende. La cosa non le fa piacere. Ma neanche la preoccupa eccessivamente.

    Una rete. Si trova in una grossa rete. Le maglie grigie rigavano il cielo che si schiariva per l’aurora. Si accorse che la rete dondolava lentamente. Se ne accorse perché c’era una barca, oltre la rete. Un peschereccio, a giudicare dalla puzza. Dés storse il naso. Di sangue nelle vene degli arti ne aveva poco. Sentiva freddo, era fradicia. L’uniforme da soldato che portava era zuppa, il cuoio rinforzato non tratteneva neanche un pochettino di calore. Si rannicchiò su sé stessa. Ed iniziò a radunare le idee. Perché fino a quel momento era troppo stupita, troppo intontita per rendersi conto di alcune cosucce. Ad esempio, che si trovava in un peschereccio del Regno della Terra vestita come un soldato nemico. Che la rete dove era intrappolata era priva di pesce. Che quindi, non era un incidente l’esserci finita. O magari, che dal momento che era appesa in una rete e non sdraiata in una cabina, i marinai non avevano la minima intenzione di farla scendere? Naah, queste cose avrebbe potuto pensarle chiunque, ma lei era troppo impegnata a cercare di ricordarsi come ci fosse finita, in quell’affare. Perché il suo ultimo ricordo…ecco…mica se lo ricordava tanto…ecco tutto. E neanche aveva bevuto niente! Ma dico, che sfiga! Si gratta la testa.

    Niente di cui preoccuparsi. In ogni caso. Se c’era una nave, c’erano anche dei marinai. E se c’erano dei marinai, potevano benissimo farla scendere. Logico. Ovvio. Bastava chiamarli. E sforzarsi di essere gentile con loro. Anche se non era affatto facile…o meglio, lei era sempre…lei. Poi erano gli altri ad arrabbiarsi. Ma mica era colpa sua. Due colpi di tosse. Per schiarirsi la voce. “Heiiiii! C’è neessuuunooo?” strilla. “Che voce strana che hai, Dés vecchia mia…” si dice. Mica parla così basso, lei. Sembra un maschio. Ma che cosa strana. Forse era il freddo? Boh? Non ebbe molto tempo per pensarci, perché un paio di colpi poco garbati nelle costole la distrassero. “Toh! Si è svegliata, la carogna!” esclamò una voce rude alle sue spalle. “Venite a vedere!” tuonò di nuovo lo sconosciuto. Dés non riuscì a voltarsi. Scalpiccio sul ponte. Lei non vedeva nulla. E la cosa non le piaceva. Neanche sentirsi punzecchiare la pelle intirizzita con una fiocina, gli piaceva. “Eccheccavolo!! Statti fermo, figlio di una scimmiamaiale!” sbottò, per poi beccarsi un’altra botta sonora sulle costole. Digrignò i denti, mentre un coro di approvazione si levava dai membri dell’equipaggio. “Da quando in qua Ling e la sua squadra prendono ordini da una cagna della Nazione del Fuoco?!” abbaiò una voce più giovane, ma ironica…e cattiva. Nazione del Fuoco? Dés si guarda. Oh. Dannazione. Maledizione. Stramaledetta miseriaccia. Maledetto il giorno in cui aveva rubato quella roba e se l’era messa addosso. Maledetto, maledetto, maledetto….

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  3. (Master)
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    (25r80)
    Anno 1, Mese 3, Giorno 3, Post 1 (Kafu 2), mattina.

    Sarebbe potuta essere una giornata come molte altre all'isola Codadibalena. Già dall'alba è iniziato il consueto traffico di uomini e merci al piccolo porto cittadino, con i pescherecci che scaricano casse di pesce fresco da vendere e piccoli mercantili che sbarcano la fornitura settimanale di generi alimentari, sia per le locande che per il mercato che di lì a poco si sarebbe riempito di gente. Però oggi c'è una novità: ormeggiata alla banchina c'è un'imbarcazione che nessuno avrebbe mai voluto vederci attraccata. Nera come la notte, tutta di ferro, più grossa di una comune barchetta da pesca ed anche di qualsiasi altra barca che abbia mai mollato gli ormeggi da quelle parti, anche se i più anziani dicono che la Nazione del Fuoco ne fa di più grosse.

    Non è stata una bella nottata per le reclute del dodicesimo battaglione di reclute della Capitale (di cui fa parte il soldato semplice Sozin). Doveva essere una stupidissima esercitazione a bordo di un vecchio incrociatore messo a disposizione apposta per loro prima di essere smantellato. Le condizioni meteorologiche erano sembrate buone, almeno all'inizio. Poi era scoppiato l'inferno. Onde alte più della nave, ed il motore a vapore che si rompe, così, sul più bello. Mandati fuori rotta, è stato solo per benevolenza degli Spiriti se hanno visto la luce del faro dell'isola e sono riusciti a mettersi in salvo al porto, anche se i marinai che li hanno soccorsi avrebbero preferito di gran lunga lasciarli ammollo.

    Ed infatti il molo pullula di soldataglia a passeggio, intenta a servirsi delle numerose osterie che sorgono nel porto ed a giocare a carte sulla banchina, in attesa che i tecnici riparino il guasto. La tensione negli abitanti dell'isola è palpabile, ma gli stranieri non sembrano nemmeno farci caso. Si teme che scoppi qualche rissa e si sa, quando in una rissa è coinvolto uno della Nazione del Fuoco, c'è sempre qualcosa che va...a fuoco, appunto. Ma le regole dell'ospitalità parlano chiaro: in una cittadina di mare come quella, il forestiero è sacro e protetto dagli Spiriti, nessuno si sognerebbe mai di scacciare via i naufraghi.

    Quando il peschereccio rientra si trova davanti la scena che mai avrebbe voluto vedere. Una nave della Nazione del Fuoco. E loro hanno una soldatessa della Nazione del Fuoco nella rete insieme ai pesci. I marinai ormeggiano la barca, circospetti, consultandosi sul da farsi. Se l'avessero lasciata andare così, quella avrebbe di sicuro spiattellato tutto al comandante del plotone, ed allora sarebbero stati guai seri. E se l'avessero data in pasto ai pesci? Rischiavano comunque di essere scoperti ed attaccati. Sarebbe stato un disastro. Dovevano agire con prudenza e fare le cose fatte bene. La cosa che però non quadra loro, è che quella cagna abbia smesso di colpo di strillare, quando si è accorta della nave straniera. Molto, molto strano...le sarebbe bastato fare due urli per attirare l'attenzione di uno dei suoi amichetti in divisa, no?
     
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 3 Post 1 (Sozin 1, Febbraio 1) mattina

    Sozin camminava lentamente avvolto nella sua nuova uniforme da soldato lungo la banchina del porto in cui la nave era ormeggiata ma mano sinistra si accarezzava il volto sfigurato, mentre la destra era posata sull’elsa della sua arma personale.
    Egli, arruolatosi da poco doveva partecipare ad un’esercitazione con il resto del suo battaglione ma una tempesta aveva colpito in pieno la nave, Sozin non l’aveva detto a nessuno ma era certo che almeno quattro uomini era morti travolti da un’onda mentre assieme a lui ed altri uomini cercavano di sgomberare il ponte per alleggerire la nave.
    “Accidendi! Mi ero arruolato per combattere in fanteria non per rischiare di finire in fondo al mare, mi domando solo quanti di noi sono riusciti a portare in salvo la pellaccia e quanti altri sono finiti in pasto ai pesci come quei quattro valorosi!”
    A differenza dei suoi commilitoni che festeggiavano lo scampato pericolo ubriacandosi e devastando le taverne del porto in cui erano giunti per puro miracolo egli preferiva camminare lungo il molo in attesa che la nave venisse riparata.

    Edited by ninjadellanebbia - 12/2/2012, 16:04
     
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  5. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 3, Post 1 (Feb), mattina.

    [exp 16.000 DÉSEFA #0082C3 (15r50x2)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica e mantello ocra, cintura rossa] [EV: 800, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    “Che situazione del cavolo”. La Nomade, in fondo alla rete da pesca, scrutava preoccupata attraverso le maglie della rete in cui era intrappolata. Sentiva freddo. Aveva le mani fredde, il naso freddo. I capelli zuppi. E puzzava di pesce. La nave di ferro era come un pugno in un occhio, nel porto del paesino. Gli Spiriti hanno un gran bel senso dell’umorismo. Ha fatto finta di essere un soldato e per questo per poco non ci lascia le penne. Ed ora, di nuovo, quella stupida uniforme la sta mettendo nei guai più di quanto non vorrebbe. E, colmo dei colmi, c’è davvero una nave della Nazione del Fuoco ormeggiata sull’isola. Nel silenzio il suo cervellino lavora febbrilmente ad una soluzione. Come scampare a quella stupida situazione?

    Lei zitta. I marinai zitti. Che silenzio! Dés si voltò. Vide le facce dei marinai. Tutti pallidi, tutti preoccupati. “Hei ragazzi, ma che brutta cera…” miagolò dalla sua rete, sarcastica. Per poco, neanche la degnarono di uno sguardo. Ma che cosa strana. Prima al centro della scena, poi diventava meno interessante della triglia morta che aveva sotto al didietro. Tutti a guardare i soldati. Uno sciame rosso e nero che brulicava per la banchina. E l’occhio le cadde sulla manica della propria uniforme. Rossa e nera, proprio come la loro. Un ghigno si disegnò sul viso della ragazza, un ghigno feroce. “Cosa vi preoccupa, o miei cari signori?” ridacchiò arrotolandosi una ciocca di capelli umidicci intorno ad un dito.

    Eh si. Perché se loro l’avevano presa per un soldato, anche i soldati veri avrebbero potuto farlo. O almeno, lo avrebbero fatto il tempo sufficiente a consentirle di fuggire dalla rete. Oh, come le veniva da ridere! E poi…sayonara, idioti! I marinai si resero conto troppo tardi dell’espressione sadica sul suo viso. Le loro facce pallide e spaurite non fecero altro che aizzarla. Uno, due, tre…”AIUTO! AIUTO! OH, MIEI COMMILITONI, SALVATEMI, NEL NOME DELLA NAZIONE DEL FUOCO!!” iniziò ad ululare a squarciagola, dimenandosi nella rete.
     
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 3 Post 2 (Sozin 2, Febbraio 2) mattina

    Il giovane soldato semplice si fermò un attimo a guardare il mare.
    “Ora è tranquillo ma so che il mare è terribile! Non so ancora come ho fatto a salvare l’osso del collo!”
    Improvvisamente il giovane non dominatore sente un urlo di donna che chiede aiuto.
    “Per tutti gli Agni Kai questa è una donna in pericolo! Turandot andiamo a salvarla! Carica”
    Quindi messo mano alla sua arma il giovane la sguaina e senza esitare inizia a correre verso il luogo in cui ha sentito provenire la richiesta d’aiuto deciso a salvare la fanciulla in pericolo, egli non può sopportare che si faccia del male ad una donna quindi incurante di tutto e di tutti va verso il suo destino di morte o di gloria.

    Edited by ninjadellanebbia - 12/2/2012, 16:39
     
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  7. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 3, Post 2 (Feb), mattina.

    [exp 16.020 DÉSEFA #0082C3 (3r20)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica e mantello ocra, cintura rossa] [EV: 495, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Dés non aveva nemmeno finito di ululare che ecco, pareva che uno di quei gonzi della Nazione del Fuoco stesse accorrendo in suo aiuto. Rivolse un ghigno sadico ai marinai, che si sporgevano dal parapetto della nave. Poi il ghigno le sparì dal viso. Lo sguardo che le rivolsero gli uomini, adesso, non era più tanto spaventato. Anzi, adesso era, come dire…ironico? Dés aggrottò le sopracciglia. E guardò di nuovo in direzione del tizio che stava arrivando di gran carriera. Cicatrice sulla faccia, spada sguainata, urla belluine. Ok, c’era tutto il necessario. Ma…era solo. Dés si grattò la testa, interdetta. “Beh, sempre meglio di niente, no?” disse ai pescatori come se la cosa non la riguardasse. Poi riprese ad arrotolarsi la ciocca di capelli intorno all’indice. “Ehiii!! Sono qui!!” strillò ancora, agitando la mano nella misura in cui la rete glie lo consentiva.
     
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 3 Post 4 (Sozin 4, Febbraio 4) mattina

    Il possente e coraggioso non dominatore giunse presto nel luogo da cui era partito l’urlo trovandosi però davanti a dei brutti ceffi che lo guardano con sarcasmo e ciò gli face capire che forse aveva fatto il passo più lungo della gamba.
    “Accidenti mi sa che mi sono messo nei guai ma devo salvare una donna in pericolo e se devo muorire per garantirle la salvezza beh lo farò! Forse però, per non mettere in pericolo la fanciulla in pericolo, sarà meglio non attaccare a fronte bassa. Mio padre diceva sempre che in battaglia la strategia è meglio della forza brutta! Vediamo se aveva ragione.”
    Quindi tenendo in mano la sua katana egli si fece avanti per liberare la fanciulla.
    “Uomini senza onore che osate fare del male ad una giovane! Se non volete che l’ira dei nobili soldati della nazione del fuoco si abbatta su di voi lasciate stare la fanciulla! Se non lo farete pagherete con l sangue il vostro affronto! Sappiate che il grosso dell’esercito sta arrivando quindi non avete scampo!”
    Dette queste parole il giovane rimase fermo in attesa di una reazione.
     
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  9. Silian
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 3, Post 3 (Feb), mattina.

    [exp 16.020 DÉSEFA #0082C3 (3r20x2)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica e mantello ocra, cintura rossa] [EV: 495, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    “Di quale esercito stai parlando, ragazzo?” lo apostrofò il più grosso dei marinai, raccogliendo un arpione da terra ed accarezzandolo con le dita con fare minaccioso. “Qui ci sei soltanto Tu. Tu e la tua stupida spada. Cosa pensi di poter fare mai contro me ed i miei uomini, di grazia?” gli chiese, mentre i pescatori sghignazzavano di rimando. Con un cenno del capo gli indica i suoi degni commilitoni, troppo pieni di sakè da reagire col minimo impegno alle grida della finta soldatessa. “Bell' esercito che hai, Generale Sfregiato!”. Nel frattempo Dés scrutava la scena con aria annoiata. Tamburellava le dita e stuzzicava la rete con le unghie troppo lunghe e non tagliate da settimane. “Quanto ci mette quello là a saltare sulla barca e tagliare le corde con quella katana?” Sospirò, sempre più a corto di pazienza…
     
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    Anno 1, Mese 3, Giorno 3 Post 5 (Sozin 4, Febbraio 4) mattina

    Il possente non dominatore si sente offeso nell’onore e ciò lo fa infuriare.
    “CHE COSA HAI DETTO? AH MALEDETTO IO TI FACCIO A FETTINE! MORTE O GLORIA!!!”
    Quindi incurante di tutto e di tutti si avventa contro i pescatori cercando di colpirli a morte con la sua arma per cercare di salvare la dama in pericolo.
    “Sto arrivando!”

    Atk. Frontale: 900 + 15 = 915 Vell 300 + 10 = 310

    CITAZIONE
    Stato Sozin :
    Atk D. 0
    Def D. 0
    Atk: 900
    Def: 400
    Vel: 300
    EV: 400

     
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  11. Silian
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    Per i marinai uso queste stat:
    Atk 600
    Def 400
    Vel 300
    EV 900


    Anno 1, Mese 3, Giorno 3, Post 4 (Feb), mattina.

    [exp 16.070 DÉSEFA #0082C3 (15r50)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica e mantello ocra, cintura rossa] [EV: 495, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Atk. Frontale: 900 + 15 = 915 Vel 300 + 10 = 310
    A.Def *parata con arpione* def=400 vel=300 EV *385*


    Il marinaio con l’arpione in mano non si aspettava una reazione da quel povero sfigato. Sollevò appena in tempo l’oggetto metallico che stringeva in mano per parare il colpo della katana, ma quello non era certo il mezzo più adatto per difendersi: la lama della spada scivolò su uno degli uncini ricurvi ed andò a tracciare un taglio profondo nell’avambraccio dell’uomo. La ferita prese a sanguinare copiosamente, accompagnata da un ruggito di dolore del marinaio. Due dei suoi uomini, vista la mala parata, non attesero oltre: si tuffarono direttamente dalla nave, raggiunsero la banchina in poche bracciate e si dileguarono correndo tra le baracche del porto. Ne restavano quattro, di cui quello ferito: all’inizio erano arretrati, per evitare la lama avversaria, ma ora che si rendevano conto di essere in superiorità numerica iniziarono ad estrarre i loro coltelli da pesca dalle cinture ed avvicinarsi con aria guardinga.

    A Dés la situazione era chiarissima. O la faceva uscire di lì, e subito, o si sarebbe trovata daccapo. Sbuffò e cambiò posizione nella rete. “Ehi tu! Se mi tiri fuori prometto che ti do un aiutino con quegli scimmioni!” gli strillò, poi fa la linguaccia ai due marinai che si sono voltati dalla sua parte, con aria truce. Tra lei ed il suo..hem..salvatore, c’è solo il marinaio ferito: un altro colpo ben assestato e sarebbe andato giù come un birillo. Tutti gli altri sarebbero piombati addosso al ragazzo solo quando avesse dato loro le spalle, per venire a tirarla fuori di lì. Beh, avrebbe potuto dargli una mano, se l’avesse tirata fuori…e se ne avesse avuto voglia…ed in fondo, dipendeva tutto da quanto l’avrebbe fatta aspettare. Odiava aspettare. Nel frattempo l’uomo sembrava essersi ripreso abbastanza da passare all’offensiva: spostò l’arpione dalla destra alla sinistra, e si avventò sul ragazzo con un grugnito imbestialito, incurante del sangue che colava in gran quantità dal braccio colpito.

    A.Atk *colpo d’arpione* Atk= 600 Vel= 300
     
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    Narrato
    *Pensato*
    "Parlato"
    Parlato altrui

    ANNO 1, MESE 3, GIORNO 3 Post 1 Mattino

    [EXP:350 NOME PG: Huang Hui (#228b22): n° exp (33r100)] [DENARO: tot 70 monete RdT DEPOSITATO 300 ABBIGLIAMENTO: tunica beige corta, fasciature sugli avambracci e pantaloni verde scuro] [EV: 350, ABILITA': // ARMATURA: // ARMI: //]


    Sul far del mattino, ancor una volta il magico riverberarsi del sole sulla superficie del mare dava mostra di quale splendido spettacolo il mondo ci rendeva partecipe dall'era dei tempi lontani, solo quello riusciva a mettere ordine dentro di lui quando tutto sembrava andar male... .
    Più cercava di restare vicino a sua sorella più il destino sempre avverso lo portava lontano da lei.

    *Che cosa starà facendo adesso... *

    Questo l'unico pensiero che ne attraversava la mente da quando la sua richiesta di divenire Dai Li era stata rigettata a una velocità quasi istantanea, e ovviamente anche con la tipica "gentilezza" del posto, per poi essere in seguito buttato in modo simile a uno scarto nell'esercito. Non potendo rifiutare il suo nuovo incarico principalmente per necessità economiche, era ora stato mandato verso l'isola Coda di balena come scorta di alcuni ricconi in viaggio di piacere come il resto delle persone su quell'imbarcazione, di cui lui era stato messo a guardia per evitare possibili attacchi da banditi attirati dalla possibilità di farsi un bel gruzzolo facile, quelle persone potevano anche essere ricche sfondate ma i loro corpi molli come fichi maturi non erano per niente "nobili".
    Ora erano appena attraccati al molo per sua fortuna, il viaggio non era stato dei migliori, ma non per le condizioni del mare che anche se lievemente mosso non portava poi molto fastidio, quanto per la compagnia, il modo in cui era stato trattato era a dir poco umiliante, sembrava essere più un cameriere che un soldato.
    Ed ecco al porto in sua attesa una gran confusione, giusto per dargli il colpo di grazia, e non aveva ancora visto da cosa era causata.

    *No vi prego, ditemi che è uno scherzo...*

    Socchiuse gli occhi mentre portava il palmo della mano destra su un volto afflitto con il capo lievemente chinato verso il basso.
    La zona era invasa da un contingente di soldati della nazione del fuoco priva di qualsiasi freno morale, e lui aveva già sopportato troppo in quelle ore per mandar giù anche quello, ma forse, facendo finta di nulla per quanto difficile tutto sarebbe andato per il meglio.
    Con passo calmo e sguardo attento si avviò con l'intenzione di tirare dritto per la sua strada, ma a quanto pare ciò non fu possibile per molto, urla di più persone si andavano sovrapponendo sopra la piccola imbarcazione attraccata al molo vicino al quale lui stava passando in quel momento, e una zuffa in piena regola tra idioti muniti di armi ma non capaci di capire che non erano giocattoli contornava il tutto, due di loro se la diedero a gambe, e il primo impulso fu di far finta di nulla e andare avanti come facevano le restati persone che non volevano averne nulla a che fare ma...

    “CHE COSA HAI DETTO? AH MALEDETTO IO TI FACCIO A FETTINE! MORTE O GLORIA!!!”

    Qualcosa lo fece esitare per un attimo, non era ancora certo al cento per cento, e rimase a guardare ancora per un secondo la scena che purtroppo andò peggiorando, tra quelli vi era un soldato della nazione la cui lama aveva appena ferito gravemente il pescatore con il quale se le stava dando.

    *Oh cavolo, se non faccio qualcosa questi si ammazzano...*

    Contro la sua normale tendenza, la scelta di intervenire fu resa obbligatoria da qualcosa che alla gente di quelle parti sembrava mancare, il buon senso.
    Era già scattato al momento in cui vide che la situazione aveva preso una brutta piega, e fortunatamente il rapido andare delle sue gambe lo fece giungere sul posto con un anticipo sufficiente a intercettare l'azione in corso.

    (A.Def.*???* Difesa:730+0=730 Vel:300+0=300) EV:300

    Alcuni passi prima di mettere piede sull'imbarcazione richiamò il dominio alle mani e avambracci ricoprendoli così con uno spesso strato di roccia e terra, che combinato con la movenza della mano destra una volta frappostosi tra i due in direzioni di chi attaccava, ne afferrò l'arpione serrando la presa in un pugno, fermando in tempo utile l'avanzata dell'attacco.

    "Buongiorno anche a voi signor marinaio, è una bellissima giornata oggi, vero? "

    Disse in tono pienamente sarcastico mentre il braccio sinistro si sarebbe mosso in un movimento semi circolare dal basso verso l'alto in direzione del ventre del marinaio.
    Fermo in quella posizione la terra sul suo avambraccio sinistro iniziò a cambiare forma prendendo quella di uno spuntone acuminato, la cui punta sfiorava l'addome della persona cui era rivolto.

    "Sarebbe un peccato non potersela godere a pieno, non trovate anche voi?"

    All'intonare del "voi" avrebbe aumentato lievemente la pressione della punta sulla carne del tipo ma senza ferirlo, solo quanto bastava da convertire la percezione in lieve dolore e farlo desistere.
    Nel rapido succedersi di eventi non aveva avuto occasione di poter accorgersi dell'altra presenza nascosta, se così possiamo dire, dalla prigionia in quella rete.
     
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  13. Silian
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    [exp 16.230 DÉSEFA #0082C3 (25r80x2)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica e mantello ocra, cintura rossa] [EV: 495, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Anno 1, Mese 3, Giorno 3, Post 1 (Mar), mattina.

    Il corpulento marinaio grugnì sorpreso quando il suo arpione urtò inaspettatamente contro un agglomerato di terra e massi spuntato apparentemente dal nulla. Ancora più sorpreso, si trovò faccia a faccia con uno sconosciuto, che tra l’altro gli stava premendo in maniera dolorosa una specie di pungiglione di roccia. Fu una sorpresa di pochi istanti…ma subito la sua espressione mutò dallo stupore iniziale ad un’irritazione sempre più marcata. Arretrò di qualche passo, nel tentativo di sottrarsi a quell’arma umana dall’aspetto inquietante, mentre il pulsare delle sue vene sul collo preannunciava un accresciuto stato di agitazione. Un Dominatore della Terra avrebbe dovuto essere dalla sua parte, non contro di lui! Si trattava pur sempre di soldati della Nazione del Fuoco, non di gentaglia qualunque! Che stava succedendo su quell’ignobile sputo di terra?

    Nel medesimo istante, per il medesimo motivo un’analoga espressione di incredulità si affacciava sul viso di Sozin. Il marinaio che voleva colpirlo sembrava essersi ricordato di avere una brutta ferita al braccio, e la stava tamponando frettolosamente con un pezzo di stoffa dall’aria sudicia…e per di più un misterioso figuro sembrava aver preso le sue difese, riparandolo da quello che sembrava essere uno degli arnesi con cui di solito si sbudella il pesce. Gli Spiriti stavano inaspettatamente patrocinando il suo eroico atto di salvataggio! Doveva assolutamente cogliere l’occasione ed allearsi con un fiero patto di amicizia al Dominatore appena arrivato, e volgere la battaglia in una direzione più lusinghiera per sé…e le sue budella, insomma. Rivolse un profondo inchino al nuovo arrivato, accompagnandolo con il gesto di saluto tipico della Nazione del Fuoco. Aprì la bocca per pronunciare le cruciali parole, quando una voce acuta interruppe di nuovo il flusso dei suoi valorosi pensieri.

    “Hem hem…” tossicchiò Dés dalla sua rete puzzolente. “Non vi starete dimenticando di me, spero” berciò agitandosi nella sua trappola, che iniziò ad ondeggiare vistosamente. L’argano che teneva sollevato il tutto iniziò a cigolare con un gemito simile al suono delle unghie sfregate su una lastra di ardesia, attirando le occhiate esasperate degli occupanti della barca. Uno stivale di pelle attraversò l’aria, andando a colpire la rete con un tonfo sordo, e rimbalzò sul ponte dell’imbarcazione. “EHI!” strillò la ragazza, massaggiandosi la natica offesa “Allora ragazzi, ce la diamo una mossa? Mi tirate giù o no? Peeer favooooreeee” si lamentò sempre più rumorosamente. Per prevenire altre reazioni di tipo eroico da parte dei due ragazzi, i marinai si scambiarono un’occhiata d’intesa e si frapposero tra loro e la ragazza, formando una muraglia umana.

    “Ragazzo, dovresti badare a quel che fai” tuonò il timoniere rivolto a Huang. “I soldati della Nazione del Fuoco sono ovunque, guardati intorno…feccia, altro che militari! Questa piccola canaglia appartiene a noi, e sarà meglio per te se non ti immischi in faccende che non ti riguardano” continuò con aria convinta, anche se la situazione si stava facendo alquanto ingarbugliata. Erano in un porto stracolmo di soldati stranieri, con una di loro chiusa in una rete ed un connazionale che cercava di liberarla. Il mondo probabilmente stava iniziando a girare al contrario…conveniva continuare a fare tutto quel baccano? E se per caso quegli ubriachi avessero deciso di saltare loro addosso tutti assieme?

    “Ragazziiiiii….”




     
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    ANNO 1, MESE 3, GIORNO 3 Post 2 Mattino

    [EXP:600 NOME PG: Huang Hui (#228b22): n° exp (25r50)] [DENARO: tot 70 monete RdT DEPOSITATO 300 ABBIGLIAMENTO: tunica beige corta, fasciature sugli avambracci e pantaloni verde scuro] [EV: 350, ABILITA': // ARMATURA: // ARMI: //]


    Un verso che aveva più dell'animalesco che dell'umano fuoruscì dal marinaio subito indietreggiato per ritrarsi dal combattimento, al contempo il soldato dietro di lui si esibì nel ridicolo balletto della nazione del fuoco, per motivi che non apparivano poi così chiari a Huang.

    "Non fraintendere le mie azioni soldato della nazione del fuoco, non l'ho fatto di certo per difenderti."

    Disse con chiaro indirizzamento all'uomo dietro di lui anche se gli stava dando le spalle, non si sarebbe mai messo in difesa di un soggetto della nazione del fuoco, che per di più era in torto fino a quel momento essendo stato il primo a far uso di violenza gratuita.
    Il marinaio attuò una grezza medicazione dal braccio ferito, e a giudicarsi dallo standard igienico di quel che stava usando per tamponare il sangue forse non era stata la scelta migliore da fare.
    A un tratto una voce fuori campo si fece presente, e la rete chiusa su se stessa e sospesa per aria iniziò a ondeggiare causando un cigolio alquanto fastidioso, e non solo per lui a quanto pare.
    Un piede andò in direzione di quella che dalla voce poteva dirsi una ragazza colpendola pure in pieno, ma non era ancora finita li, i marinai non sembravano intenzionati a cedere quello che forse le loro menti ristrette vedevano come una sorta di bottino, ponendosi di fronte a lui formando una barriera umana.
    Huang sospirò, sapeva che non doveva intromettersi in tutto ciò, infondo non lo pagavano abbastanza da andar a svolgere pure il dovere delle guardie cittadine, ma no!
    Lui doveva per forza dare retta a quella piccola voce nella sua testa che si fa sentire proprio quando non dovrebbe, ma ormai il guaio era bello che fatto e non andare fino in fondo l'avrebbe lasciato con un bruciante senso di colpa per tutta la vita.
    Lo strato di terra e roccia che ne ricopriva gli avambracci cambiò nuovamente forma, assumendo adesso l'aspetto di due grosse mani ma con solo quattro dita pollice incluso.

    "Loro potranno anche essere feccia in questo concordo, ma nemmeno voi scherzate.
    La cosa mi riguarda e come, quindi se ora siete così gentili da farmi passare possiamo evitare ulteriori problemi, altrimenti..."


    Le grandi mani di pietra si serrarono in due grossi pugni che fece collidere tra loro con forza dando la parvenza che la vibrazione causata si fosse propagata anche attraverso la pavimentazione della piccola imbarcazione, e lasciando intendere che se non con le buone, allora sarebbe stato con le cattive che si sarebbe fatto strada.

    "Dovrò considerare la cosa come resistenza all'esercito del regno della terra, e fare il possibile affinché passiate un lungo soggiorno in gattabuia, a voi la scelta."

    La sua posizione cambiò, non solo mentalmente ma anche fisicamente, difatti si stava mostrando più sicuro nei confronti dei marinai, un po' più menefreghista in quelli del soldato dietro di lui e le sue gambe si erano divaricate lateralmente a differenza delle braccia che invece assunsero una posizione di guardia, con l'arto destro all'altezza del ventre e il sinistro a quella del volto.
     
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  15. Silian
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    Niente scazzottate^^ mi sembrava di forzare la trama. Criminali ok, ma non troppo idioti. Probabilmente chiudiamo prima del previsto dato che Dés se la svigna appena libera: se pensi di proseguire aprendone un'altra sono aperta ad idee.

    [exp 16.330 DÉSEFA #0082C3 (30r100)] [DENARO: 190 Mo RdT; DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica e mantello ocra, cintura rossa] [EV: 495, ABILITA': *schivata veloce* ARMATURA: //, ARMI: aliante]

    Anno 1, Mese 3, Giorno 3, Post 2 (Mar), mattina.

    Una smorfia di rabbia deformò il viso del grosso marinaio nell’udire il vero e proprio ultimatum del ragazzo che stava intralciando lui ed i suoi uomini. Un soldato! Ci mancava solo questa…in silenzio, cercò di elaborare velocemente un piano per liberarsi di quello stupido ficcanaso. Poteva contare su sei ragazzi belli robusti: se si fossero messi d’impegno non avrebbero avuto troppi problemi a togliere di mezzo quello stupido. Lanciò un’occhiata d’ intesa al suo braccio destro: al segnale convenuto avrebbero assalito in branco, anzi, li avrebbero attaccati entrambi, lui e l’imbecille della Nazione del Fuoco. Il robusto uomo incrociò il suo sguardo…e poi voltò la testa di colpo, evitando accuratamente di guardarlo in faccia. Un senso di irritazione si impadronì prepotentemente del marinaio: non era solo quello, ma tutti i suoi uomini sembravano improvvisamente aver cambiato idea! Non era possibile! Farsela sotto per le minacce di un ragazzo che era la metà di loro!

    Un applauso accompagnato da grida entusiaste, battute e fischi lo costrinse a distogliere lo sguardo dai suoi pusillanimi sottoposti. E fu allora che l’uomo impallidì sul serio. Un piccolo pubblico ubriaco fradicio –attirato dal tonfo cavernoso provocato poco prima- si era raccolto a pochi metri dal Dominatore della terra, il quale esibiva ancora le due robuste appendici a forma di braccia in una inconfondibile posa da combattimento. Pregustando lo spettacolo del combattimento, già si erano create due fazioni, l’una in sostegno del giovane soldato e l’altra per i marinai. Il grido era unanime: “Bot-te! Bot-te!!” frammisto a lazzi e battute che non sarebbero state fuori posto in un’osteria. Peccato che fossero tutti soldati della Nazione del Fuoco. Bastava un grido…un solo grido…si voltò e con la coda nell’occhio inquadrò la rete. Il ghigno della ragazza presa nella rete si vedeva fino da lì, o almeno così pareva a lui. Un sudore freddo gli scorreva lungo la schiena. Era rimasto da solo.

    Dés, nella sua rete, ghignava soddisfatta. L’uomo era diventato bianco come un lenzuolo. E le facce dei suoi scagnozzi erano da farci un ritratto. Ci mancava poco che si mettesse a ridere, con le mani che si stringono la pancia per non spezzarsi in due. Ma voleva sentire tutte le battute, proprio tutte. Per cui si mordeva la lingua. Cosa rara, ma ora lo faceva. Ed intorno era pieno di gente, sembrava di essere allo Struzzoceronte Rampante il giorno della festa del Solstizio d’estate. Ci mancavano solo quelle belle canzoni, quelle che se le cantavi al mercato ti lanciavano la verdura marcia. Peccato che appena libera avrebbe dovuto svignarsela. Se no le sarebbe piaciuto insegnargliene qualcuna, a quei simpaticoni. E c’era anche da mettere in conto che quella pazzoide col coltello la stesse ancora cercando. No, quello non andava bene. Proprio no. Si sistemò più comoda per assistere allo spettacolo. Ed il ghigno si allargò tanto, quasi da spezzarle in due la faccia, quando vide il suo carceriere farsi da parte, e fare cenno agli altri di fare lo stesso.

    Senza una parola gli uomini ubbidirono, e lasciarono campo libero ai due intrusi. O meglio, all’intruso: il giovane soldato che aveva cercato di ringraziare Huang era stato sgomitato via piuttosto indecorosamente dai suoi commilitoni più grossi, che volevano essere in prima fila per godersi lo spettacolo. Un mormorio deluso si levò dagli astanti: avrebbero tutti voluto una bella scazzottata. Ma avrebbero rimediato presto: non ci sarebbe voluto molto perché gli scommettitori avessero chiesto indietro i soldi puntati su questo o quel contendente…”Ehi tu, Mani-Di-Argilla! Mi tiri giu? Graaazie!” cinguettò Dés dalla sua rete. Questione di minuti. Il suo aliante era lì, ad un metro di distanza, poggiato ad un mucchio di reti sporche insieme alla sua borsa.
     
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16 replies since 28/11/2011, 16:04   292 views
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