Il salvataggio

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  1. Silian
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    [EXP ANTK (darkred) 22.925 (30r100)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 1000, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

    MESE 11 GIORNO 9, POST 7 (Dic), notte

    Non può crederci, non ci può passare. Tre giorni! Sono passati quasi tre interi. Stramaledettissimi. Giorni. IRIS!!! Urla in silenzio nella sua mente, e molla all’improvviso un vigoroso pugno contro il parapetto della nave. PERCHÉ, IRIS! Stringe i denti, le labbra sono arricciate in una smorfia tesa. La vibrazione stessa del motore dell’imbarcazione, propagatasi attraverso decine di metri di pesante metallo, gli dà la nausea. Antk scruta con le sopracciglia aggrottate il buio del mare che si estende davanti alla prua della nave da guerra strapiena di ribelli, come se potesse scorgere da un momento all’altro le luci amiche della nave che più desiderava vedere al mondo. Ma niente, l’oscurità della notte ingoia anche la luce debole delle lampade di sicurezza rimaste accese sul ponte. Si stringe nel mantello con un movimento nervoso, mentre un brivido di freddo gli attraversa la schiena. Non è abituato a quelle temperature, men che meno di notte, in mare e d’inverno. E non è abituato a quegli estenuanti silenzi, che lo fanno sentire più vuoto della fredda e concava stiva del suo incrociatore.

    Era stata l’attesa, a tenerlo vigile in quei giorni. L’attesa costante, fiduciosa anche. Le prime ventiquattro ore erano trascorse con una gioia leggera che si spandeva capillare dal petto in tutti gli arti, sin nella più piccola falange e nella fibra più minuta del suo corpo. Una fiducia spavalda, che poteva dargli la forza e la faccia tosta di attraversare il ponte di comando da un capo all’altro e poi di nuovo indietro, dando ordini a destra e sinistra come se niente fosse, come se nulla potesse interrompere quella loro avventura. Come se la sua delazione non stesse portando quelle centinaia di uomini ai suoi ordini incontro a morte certa. Si allenava come tutti i giorni sul ponte, a torso nudo, riempiendo il ponte di lampi e scintille azzurrine che vagavano scoppiettando lungo la superficie di freddo metallo. Il primo sole era tramontato come era sorto ed era nato di nuovo dalle onde, stavolta portando con sé una sottile trepidazione. Se i suoi calcoli erano esatti, si diceva, il falco doveva già essere di ritorno. DOVEVA essere di ritorno. Verso sera, quando il sole si fosse di nuovo inabissato tra i flutti, avrebbe potuto leggere la risposta. Stringere tra le mani quel minuscolo stralcio di pergamena, da cui dipendeva il resto della sua esistenza.

    DOVE AVEVA SBAGLIATO STAVOLTA?! Per poco non dà un altro pugno sul parapetto, ma la mano gli fa ancora male per quello che ha appena dato. Si guarda la mano dolorante con un sorrisetto amaro e se la massaggia assorto. Si è infiltrato tra i nemici di Iris. E si fidano tutti di lui, grazie a Wei che lo ha presentato come l’unica persona, l’unico condottiero in grado di portare quelle valorose truppe alla salvezza, se non alla vittoria. Lo adorano, pendono tutti dalle sue labbra. Un sorrisetto ironico gli incurva le labbra al pensiero. La sorte sa essere crudele. Crudele con quei poveracci, che si illudono di poter scampare alla vendetta di Iris. Ed ancor più crudele con lui, che ha pensato di poter gabbare la sorte stessa. Perché forse, anche se si rifiutava ancora di ammetterlo, Iris aveva ragione. Un popolano ed il Signore del Fuoco non sarebbero mai potuti vivere felici insieme. Questo pensiero gli era tornato più e più volte in quei tre, estenuanti giorni. Si appoggiò con un sospiro coi gomiti al parapetto, lasciando che i suoi occhi dalle sopracciglia aggrottate si riempissero del nero pece sottostante. Da quando il sole era tramontato la seconda volta dopo la spedizione del messaggio, l’attesa si era colmata di un’ansia sempre più pressante. D’accordo, il falco poteva essere stato intercettato, poteva essere morto in mare, poteva essere stato abbattuto per errore…Oppure no. Antk, pensaci bene. Cosa sai di lei, da quando l’hai lasciata al Palazzo? NIENTE! Un accidente di niente...hai basato gli ultimi atti della tua vita sulla speranza che al Signore del Fuoco possa ancora avere qualcosa a che fare con te, che l’hai avvelenata nemmeno un anno fa. E tutto su una stupida frase detta da un amico. Nemmeno ha voluto vederti, ad Ember. Possibile…è mai possibile che lei ti voglia morto?
     
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    MESE 11, GIORNO 8, POST 13 (dic), mattina

    [(#FF007F) EXP 159.550 (25r80x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso scuro, stivali in pelle, capelli raccolti in una coda alta][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (on), ARMI: pugnale (on)]



    L'attesa era stata interminabile e quando era finalmente venuta la sera le cose non erano andate meglio: era nuovamente sgattaiolata fuori dalla sua cabina, con i nervi a fior di pelle. C'erano troppe cose che potevano andare storte nel corso di quella missione e il tempo passato nella cabina a riflettere non aveva fatto altro che confermarle che era un suicidio... eppure doveva tentare. Con un po' di tempo per riflettere si era resa conto di essere stata un po' troppo frettolosa. Alle sue scorte di cibo aveva fatto aggiungere il necessario per il viaggio di ritorno... per due persone... perché doveva tornare! E oltre alla semplice tunica che indossava aveva preso un caldo mantello di pelliccia, dritto dal suo guardaroba. Certo... non l'avrebbe fatta passare inosservata, ma l'avrebbe tenuta al caldo. Ricordava fin troppo bene le rigide temperature del Polo e sapeva che non era bene lasciarsi cogliere impreparata... nemmeno per una dominatrice abile come lei.

    Il viaggio in motoscafo era stato silenzioso e interminabile. Aveva passato le prime ore a cercare di ricordare tutto quello che aveva studiato sulla guida di quegli aggeggi... ma la verità era che non aveva mai imparato a dirigerli con precisione. Tuttavia sbagliare era quasi impossibile: la sua meta era una flotta di navi, non sarebbe stato difficile puntare su un bersaglio tanto ampio. Si era avvicinata molto durante la notte, ma sapeva di dover stare attenta, così aveva deviato la sua piccola imbarcazione verso un'area piena di scogli che affioravano dal basso fondale, lì dove un tempo sorgeva un'isola. Sapeva bene che lì nessuno l'avrebbe cercata e che entrambe le flotte avrebbero girato al largo da quella zona, percorribile solo con un'imbarcazione a basso pescaggio.

    Aveva dovuto attendere la notte seguente per tentare di avvicinarsi, cercando di aspettare abbastanza a lungo da non essere scorta dalle vedette, ma rischiando abbastanza da essere certa di raggiungere la nave in tempo. Si trovava ancora a diverse centinaia di metri di distanza quando usò il richiamo che portava legato al collo per far scendere Riku accanto a lei. Con una serie di versi che l'animale era stato addestrato a riconoscere gli diede ordine di alzarsi nuovamente in volo e di mettersi a cercare, tra la flotta, la nave su cui si trovava Antk o Longwei...

    Il falco si alzò in volo e sparì per quello che le parve un tempo interminabile. Aveva già raggiunto la nave di coda, remando per non farsi scoprire con il rumore del motore, quando il rapace planò verso di lei, emise un lungo verso acuto per poi rialzarsi in volo e continuare a volare in circolo sopra a una delle navi... doveva aver trovato qualcuno. Iris lanciò un'occhiata allo scafo che la sovrastava e chiuse gli occhi un istante, cercando di farsi coraggio. Se l'avessero scoperta per lei sarebbe stata la fine. Si costrinse a non pensarci: afferrò saldamente il rampino e sparò l'arpione contro la balaustra del ponte di poppa, pregando che fosse deserto. Strattonò la corda, per assicurarsi che fosse in grado di reggere il suo peso, poi lasciò cadere il mantello all'interno del piccolo motoscafo e iniziò ad arrampicarsi. Era più facile a dirsi, che a farsi. L'aveva fatto decine di volte durante l'addestramento militare... ma non ricordava che fosse tanto faticoso! La vita di palazzo doveva averla rammollita...
     
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    MESE 11 GIORNO 9, POST 8 (Dic), notte

    I suoni, i rumori che lo circondano sembrano arrivare da una lontananza senza tempo. Il battito lento del suo cuore scandisce gli istanti con ritmo regolare, e lui quasi si diverte a sincronizzare il respiro con quella pulsazione continua. Se smettesse sarebbero guai. E dire che c’era stato un periodo della sua vita in cui aveva creduto che senza di lei non sarebbe sopravvissuto a lungo. O meglio, neanche aveva voluto pensare alla possibilità di starle lontano: tanto che l’aveva seguita a Ba Sing Se senza nemmeno fermarsi a riflettere sul suo gesto. Era venuto così, una cosa logica e naturale per lui. Anzi, senza logica apparente, perché a lui non era mai fregato niente di riflettere. Cosa gli era capitato? Troppo tempo con le mani in mano? Probabilmente si. Pezzo di idiota…sbuffa irritato di fronte all’evidenza del cambiamento. Non è sicuro di apprezzarlo. Non ha intenzione di diventare uno di quei morti di sonno che consumano la propria esistenza dietro ad insulsaggini e cavilli del genere. Quello che lui ama, ed ha sempre amato nella vita è stato buttarsi a capofitto nella mischia…ed uscirne vittorioso. I soldati contavano su di lui, lo stimavano ed avrebbero dato la vita pur di eseguire i suoi ordini quando era al fronte sud. Amava sentire il rombo del tuono dopo aver scagliato una delle sue saette contro il nemico in preda al panico. Ed anche quando Wen lo aveva umiliato era risorto come la leggendaria fenice, ed aveva annientato anche lui. Vittoria doppia. E doppia caduta. E non riesce ancora a comprendere il senso di quello che gli è capitato…e che gli sta tutt’ora accadendo. Perché Iris è la tessera centrale del mosaico, quella che tiene insieme tutto, ma proprio nel momento in cui era stato più sicuro di averla riportata al suo posto, ecco che di nuovo, forse, l’aveva perduta.

    Deve fare qualcosa. Ora. Subito. Con un moto di stizza abbandona la sua postazione sul parapetto, distaccandosene con un a spinta improvvisa delle braccia. Qualche passo all’indietro per recuperare l’equilibrio, poi è di nuovo in moto. Passi regolari, sincronizzati col suo respiro, scandiscono la sua marcia lungo il ponte, diventato quasi il camminamento di ronda del forte al Fronte Sud. Lo sguardo vaga nell’oscurità, e nella memoria scorrono le scene di battaglia vissuta e filtrata dal ricordo, miracolosamente privata della fatica e del dolore. Sente il cuore accelerare i battiti al ricordo di ciascun combattimento, si vede ancora nel campo di battaglia che schiva spade e picche, respinge dardi, fulmina soldati ostili e corre, salta, scavalca pile di cadaveri nell’impeto della corsa verso la vittoria. Spinto dall’adrenalina rievocata dalle vecchie sensazioni copre a larghi passi l’ultimo tratto di ponte rimastogli davanti e si lancia all’improvviso lungo una scaletta di sicurezza, scavalca un paio di balaustre divertendosi all’idea di essere sospeso a metri e metri dal mare ghiacciato dal freddo della notte, un paio di svolte tra una angusta scaletta a pioli ed un passaggio secondario…finché davanti a lui non si apre il secondo, grande campo vuoto del ponte di poppa, deserto. Un sorrisetto soddisfatto: i muscoli erano ancora in condizioni perfette. Se aveva guadagnati qualcosa dal buttare il suo tempo in quella scuola insulsa, era che aveva approfondito la faccenda della respirazione con tutti gli annessi e connessi…ed aveva avuto anche un mucchio di tempo per allenarsi con Wei, quando non era impegnato a complottare contro la corona. Compie un paio di circonduzioni all’indietro con le braccia e qualcuna con la testa, per sciogliere la muscolatura irrigidita dalla corsa. Si sente di poter spaccare il mondo in due. Ed invece è confinato su una barchetta di poveri disperati, senza nessuna chance di farcela contro di lei…"se solo mi avesse ascoltato"…sbuffa contrariato.
     
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    MESE 11, GIORNO 8, POST 14 (dic), notte

    [(#FF007F) EXP 159.650 (15r50x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso scuro, stivali in pelle, capelli raccolti in una coda alta][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (on), ARMI: pugnale (on)]



    Iris si arrampicò lentamente, cercando di fare meno rumore possibile, ma a metà strada dovette fermarsi un istante a riprendere fiato. Questa gliel'avrebbe fatta pagare a Antk! Prese un profondo respiro, poi continuò a salire... e dire che quelle navi non sembravano tanto grandi a vederle dal ponte della sua ammiraglia. Il vento gelido del Polo si insinuò tra le pieghe della sua tunica e la ragazza rabbrividì, facendo ondeggiare la corda. No. Così non andava bene. Involontariamente abbassò lo sguardo e si rese conto di essere già molto più in alto di quanto avesse pensato. Già... un po' troppo in alto. Strinse le mani alla corda, sentendo un terrore cieco che la assaliva. Non di nuovo! Aveva superato quel problema con le altezze! Perché proprio adesso...? Si costrinse ad osservare lo scafo di fronte a sè, cercando di ignorare quella sensazione di vuoto che la circondava: "ho il mio dominio. Se cado posso frenare la caduta con il dominio" ricordò a se stessa "basta andare piano..." si disse esitando ancora.

    Le braccia cominciavano a cedere, la stanchezza a farsi sentire. Doveva muoversi o non avrebbe più avuto la forza per andare avanti. Deglutì, chiuse gli occhi per un secondo, poi li riaprì di scatto e in un lampo percorse i pochi metri che ancora la separavano dal ponte. Rapida si issò a bordo... ma non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che sentì un rumore di passi rimbombare sul ponte metallico. Un rumore che muoveva dritto nella sua direzione. Trasalì. Possibile che l'avessero già scoperta? Si guardò intorno in cerca di un nascondiglio, senza trovare niente. Avrebbe potuto nascondersi dietro a una delle scialuppe, ma non le avrebbe dato protezione per molto. Notò una sagoma avvicinarsi rapidamente dall'alto e maledisse il momento in cui aveva deciso di imbarcarsi in quell'impresa. Beh... peggio per quell'impiccione inaspettato. Era solo, ne era certa: si appostò accanto a una delle scialuppe; protetta dall'imbarcazione attese che la sagoma si avvicinasse... e quando arrivò abbastanza vicina che nemmeno un principiante l'avrebbe mancata scagliò una palla di fuoco, dritta e precisa contro il torace dell'uomo; un colpo del genere avrebbe steso perfino il più abile tra gli ufficiali del suo esercito.

    (A.Atk *palla di fuoco A + fiamme blu (0)* atk=1800+30=1.830 vel=390+25=415)
     
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    MESE 11 GIORNO 9, POST 9, notte

    Avanza risoluto, padrone della nave e della notte stessa, dato che ha l’ardire di essere scesa nel suo regno senza chiedergli il permesso. I tonfi cupi degli stivali sul metallo sono come il pulsare di un secondo cuore nel silenzio dell’imbarcazione. Non ci sono neanche le sentinelle a quell’ora: il coprifuoco che ha imposto con la scusa di depistare le navi di Ris viene religiosamente rispettato. Certo, sta ritardando l’ora fatale a quel branco di disperati, ma non sarebbe durato a lungo come trucchetto, falco o non falco. E chissà cosa sarebbe capitato a lui, in quell’ora. Bisognava inventarsi qualcosa o avrebbe fatto la fine del topo. Il Capitano deve affondare con la sua nave, secondo le antiche usanze: non si parlava certo di generali però…si accarezza il pizzetto ormai arrivato alla giusta proporzione. Potrebbe buttarsi in acqua semplicemente, ma il rischio di beccarsi un bolide infiammato addosso o essere coinvolto da una delle navi che affondavano. L’idea di essere risucchiato a fondo da una di quelle bagnarole non lo attirava affatto. Incrocia le braccia sul petto, pensieroso, mentre si avvicina alle sagome addormentate delle scialuppe di salvataggio. Certo, potrebbe sempre equipaggiare una di quelle e calarla in acqua non visto, mentre le navi sono sotto il fuoco nemico, ma il rischio di essere colpiti rimane troppo alto. Se solo avesse risposto…non solo avrebbe potuto aiutarla a vincere con meno sprechi possibile di uomini e risorse, ma avrebbe potuto anche trovare una via più sicura per levare le tende al momento opportu…

    Un bagliore sinistro, innaturale, rifulge nel silenzio della notte con una luce azzurra. Gli occhi socchiusi, abbagliati dalla luce improvvisa, tentano inutilmente di identificarne la fonte riparati alla meno peggio da una mano una frazione di secondo prima di intuire che si tratta di un’imboscata in piena regola…un’imboscata sulla SUA nave!! Una smorfia di rabbia si scolpisce sul viso del ragazzo, e con altrettanta foga le braccia sollevate dal basso verso l’alto evocano un poderoso muro di ardente fuoco rosso.

    (A.Atk *palla di fuoco A + fiamme blu (0)* atk=1800+30=1.830 vel=390+25=415)
    (A. Def *muro di fuoco A* atk= 1100+40=1140 vel=300+25=325) EV=210

    Nessuno, nessuno su quella stupida nave ha le capacità per batterlo in combattimento, che colpisca a sorpresa o meno, su questo Antk metterebbe la mano sul fuoco. La barriera ondeggia violentemente all’impatto ed il calore diventa rapidamente intollerabile, il ragazzo sente il chi fluire violentemente dallo stomaco alle dita nello sforzo di mantenere le fiamme alte e potenti…ma un bagliore violaceo si propaga dal punto di collisione, luce che erutta dalla barriera come il ruggito di un drago dei tempi passati. Tutto accade in una frazione di secondo: l’urto contro il parapetto di metallo è violento e lo lascia senza fiato, un istante prima che le cellule del suo addome realizzino il danno ricevuto con un dolore lancinante, eclissando del tutto quel fastidio lieve al confronto, causato dall’impatto col metallo. “Co…come è possibile…” Il ragazzo apre gli occhi, si sforza di farlo il più in fretta possibile, prima che le fiamme siano del tutto dissipate. Gli occhi non sono solo aperti, bensì spalancati per cercare freneticamente nella notte il suo bersaglio, anche se il suo campo visivo sembra ondeggiare come durante una tempesta, e non solo per il calore. Respira a fatica, boccheggia alla ricerca di aria fresca, si costringe a non guardare in basso, verso il suo ventre: lo sa, è stato nel campo di battaglia tanto di quel tempo…vedere cosa gli sia capitato non servirebbe a nulla, lo distrarrebbe soltanto dal nemico che trama nell’ombra. “Maledetto….” un senso di mortale debolezza si è propagato per il suo corpo fino alle dita contratte: la ferita si è indubbiamente cauterizzata ancora prima che lui toccasse terra, non perderà sangue, ma di quel passo non sarebbe stato quello il problema. Deve fare qualcosa, ed in fretta. Se l'vversario colpisse di nuovo con quella violenza...no, non avrebbe avuto il tempo di farlo! Miracolosa, l’adrenalina in circolo storna in parte il dolore dell’ustione e tremante il ragazzo si tira in piedi, dando voce allo sdegno ed alla rabbia per quel colpo a tradimento. “Maledetto! Questa è l’ultima cosa che fai in vita tua, parola di Antkantos, figlio del generale Matt!!” ruggisce cercando di non tossire anche l’anima, ed il suono stesso della sua voce irata gli ridona un po’ di quella sicurezza che lo aveva abbandonato dopo l’impatto. Se riesce ancora a parlare…può ancora combattere! Solleva con un gesto imperioso il braccio destro, sul palmo della cui mano si va condensando una sfera scintillante di fulmini azzurri. A sua volta il bagliore del colpo di Antk rischiara il ponte di poppa. Vuole proprio vederlo in faccia, quel farabutto: solo Wen era riuscito prima di lui a fargli un danno simile, voleva vedere i suoi occhi spalancati dal terrore quando sarebbe stato colpito dal suo attacco! Solo una persona, una soltanto che lui sappia potrebbe ancora generare tecniche di una tale potenza, e non si trova certo…”RIS?!” la sfera palpita e si spegne, il ponte piomba di nuovo nell’oscurità più fitta. Una fitta tremenda dalla ferita, Antk cerca di riprendere inutilmente il controllo ma di nuovo vede luci innaturali danzre davanti i suoi occhi e il ragazzo si chiede piegato in due per il dolore se quello non sia un fantasma della sua mente stravolta…

    Edited by Silian - 24/12/2011, 12:11
     
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    Sulle prime fu quasi seccata che la sua vittima si fosse accorta del suo attacco abbastanza rapidamente da alzare una difesa, per quanto inefficace. L'unica ragione per cui aveva usato un attacco da principiante, invece che fare del suo meglio, era perché già quello di norma era sufficiente per mettere al tappeto due o tre delle sue guardie... l'idea che uno di quei pezzenti riuscisse a battere in velocità i suoi uomini non era accettabile. Poi si rece conto che i suoi uomini, in realtà, non avevano più quarti di nobiltà dei ribelli sulla nave... e mentre il suo avversario veniva spintonato all'indietro dalla sua palla di fuoco si rese conto del proprio errore: aveva dato per scontato che su quella nave ci fossero solo degli incapaci, ma erano solo ignoranti. Con il giusto addestramento e l'aiuto di Weiwei... deglutì. Non sarebbe stata una passeggiata.

    Il suo avversario cadde a terra, ma sembrava non averne avuto abbastanza. Iris uscì dal suo nascondiglio, accendendo tra le dita una seconda palla di fuoco, mentre l'altro tentava ancora di trascinarsi in piedi, sbraitandole contro. Quella voce, l'avrebbe riconosciuta... "Antk?" sussurrò incredula, con un filo di voce. Lo sguardo della ragazza cadde sulla tunica strappata del giovane, sulla ferita che la sua palla di fuoco aveva causato. Non... ma... è... ”RIS?!” chiese il ragazzo. Iris trasalì, fu come ricevere una frustata in pieno viso "no" disse con un filo di voce. C'era qualcosa di diverso in lui, ma ne era certa, non poteva essere altri che Antk. La sfera carica di elettricità che si era formata attorno alla mano del giovane si dissolse, e fu solo quando la minaccia era ormai svanita che Iris si rese conto dell'attacco che aveva rischiato di ricevere; la sua mente vagava tra pensieri incoerenti; vide il ragazzo ondeggiare pericolosamente e senza sapere bene cosa stava facendo si gettò verso di lui: "nonononono..." borbottò disperata. Lasciò che la palla di fuoco nella propria mano si estinguesse e scivolò accanto al ragazzo, cercando di sorreggerlo... ma anche volendo non ci sarebbe riuscita. Quanto a dominio la sua forza non aveva eguali, ma se si cominciava a parlare di forza fisica... non era certo la più dotata in circolazione.

    Non era così che voleva incontrarlo. Aveva già pensato tutto: lo avrebbe trovato, sgridato e riportato indietro mantenendo un freddo distacco. Perché doveva sempre andarle tutto storto? "Antk, mi senti? Ce la fai a stare in piedi? Dov'è l'infermeria?" chiese dimenticando ogni prudenza, ormai sull'orlo di un'altra crisi isterica.
     
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    Strizza gli occhi e scuote la testa, nel tentativo di liberarsi di quelle allucinazioni assurde. Il respiro è breve ed irregolare, ed il ragazzo si irrigidisce quando percepisce nettamente la presenza dell’intruso a pochissima distanza da sé, sgranando gli occhi nel buio. Se l’altro decidesse di attaccare adesso non potrebbe salvarsi! I battiti del cuore si accavallano furiosamente, ma il colpo tanto temuto non arriva, anzi, dal fruscio indistinto che gli ha riempito le orecchie emerge la voce familiare…di Iris, senza ombra di dubbio. Solleva il capo, cercando affannato conferma che quello non fosse uno stupido scherzo della sua immaginazione dovuto allo shock. Passa qualche interminabile istante in cui prendono lentamente forma i lineamenti di lei, come emergenti dall’acqua scura del mare. E ci vuole qualche istante in più, perché il cervello registri quello che lei gli sta dicendo. Ancora confuso, trova la forza di scuotere la testa in segno di diniego, mentre una sensazione sgradevole – come una secchiata d’acqua fredda lungo la schiena – lo assale all’improvviso.

    “Ris…ssssst!” le sibila con voce appena percettibile, ancora incapace di realizzare pienamente che la presenza di Iris sia del tutto reale. Si guarda intorno con occhi vitrei: nella mente si è fatto strada un pensiero sempre più forte…Non. Devono. Essere. Visti. Il trambusto del combattimento è durato poco, il suo grido un attimo, ma nel silenzio di tomba del coprifuoco il rischio di essere stati percepiti da più di un membro dell’equipaggio era più che concreto. Non possono stare così allo scoperto…facendo leva sulle braccia tremanti si tira su e cerca di guidare la ragazza al riparo con passo barcollante, dietro la scialuppa che le era servita da nascondiglio per il suo primo attacco. Sempre guardandosi intorno come una bestia braccata, cerca di incrociare di nuovo il suo sguardo. Scuote di nuovo la testa…”Perché sei qui…non capisco, ti avevo detto di essere ai tuoi ordini…non devono…non devono trovarti!” boccheggia, acquistando lucidità nello sforzo di articolare frasi di senso compiuto. Dovrebbe essere la persona più felice del mondo, ferita o non ferita…invece la paura più grande che potesse avere in quel momento lo rendeva ansioso e spaventato. Non glie ne importava se avessero trovato lui, ma non poteva permettere assolutamente che trovassero lei. Era la migliore in combattimento, ma la nave era piena fino all’inverosimile di soldati maledettamente temerari. Un’espressione tesa si scolpì sul viso di Antk, mentre rifletteva febbrilmente ad una possibile soluzione alla situazione.
     
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    [(#FF007F) EXP 159.800 (15r50x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso scuro, stivali in pelle, capelli raccolti in una coda alta][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (on), ARMI: pugnale (on)]



    Sentì il ragazzo pronunciare il suo nome, ma aveva l'aria confusa, doveva averlo colpito un po' troppo forte... certo, non sembrava in pericolo di vita, ma voleva avere il parere di un medico, non poteva certo metterlo in mare in quelle condizioni! Vide Antk tentare di rialzarsi e subito si piegò su di lui per sorreggerlo. Lasciò che barcollando la accompagnasse di nuovo verso il parapetto e così facendo si trovò bloccata nello stretto spazio tra lui e la scialuppa; il suo cuore sussultò nel sentirlo di nuovo così vicino, dopo tutto quel tempo. "Antk, hai bisogno di cure, subito!" disse decisa, mentre il ragazzo si guardava intorno con aria spaesata... ma ancora una volta non sembrava essere dell'idea di darle ascolto.

    ”Perché sei qui…non capisco, ti avevo detto di essere ai tuoi ordini…non devono…non devono trovarti!”
    insistette il giovane. Era frustrante. Chiunque altro sarebbe scattato di fronte a un suo ordine, ma Antk no. Da chi diamine aveva preso quella sua cocciutaggine? Cercò di afferrarlo per le braccia, che fortunatamente erano state risparmiate dalla sua palla di fuoco, con l'intenzione di spingerlo lontano da sé e liberarsi. "E quando mai li hai eseguiti i miei ordini?" sbottò infuriata "Possibile che tuo padre non ti abbia mai insegnato un minimo di pianificazione strategica? Come facevo a risponderti, me lo spieghi? Se avessero scoperto Riku con un mio messaggio ti avrebbero linciato o torturato a morte o chissà cosa fanno questi pazzi invasati! Non potevo..." iniziò... ma aveva preso una decisione tempo prima. Aveva capito che non potevano stare insieme e per quanto fosse doloroso era decisa a non fargli capire quello che ancora provava per lui: aveva parlato anche troppo. Si costrinse a calmarsi: era il Signore del Fuoco, aveva affrontato ancora situazioni disperate, era stata addestrata a superarle... e questa non era diversa da tante altre. Cambiare argomento. "Avevo una flotta di stanza al tempio del Sud, ho mandato loro un messaggio giorni fa, dando ordine che aspettassero i ribelli all'isola Codadibalena. Si troveranno bloccati tra loro e la flotta che li insegue da Ember... non avranno alcuna via di scampo, ragion per cui non possiamo rimanere qui" disse, senza riuscire a staccare gli occhi dalla ferita del ragazzo "serviranno ore prima di raggiungere la mia flotta, non posso portarti in giro in queste condizioni: fa troppo freddo e se non ti curiamo subito rischi di peggiorare. Hai bisogno di un medico. Questa volta si fa quello che dico io" insistette con un tono che non ammetteva repliche.

    Edited by @Les - 28/12/2011, 18:36
     
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    MESE 10 GIORNO 9, POST 1 (Gen), mattina

    Non fa nessun tentativo per liberarsi dalla stretta di Iris, anzi, in condizioni normali non si sarebbe fatto problemi ad avvicinarsi ancora di più a lei, approfittando del frangente. Ma la situazione è terribilmente precaria…Antk si aspetta da un momento all’altro di sentire i tonfi dei passi dei soldati di guardia che si avvicinano di corsa, ed ogni secondo che passa può essere quello di troppo. Non possono certo buttarsi fuori bordo! Lui lo avrebbe fatto volentieri, se fosse servito a qualcosa. Ma non sarebbe servito a nulla! Finalmente un barlume di logica si fa strada nella mente del ragazzo: se Iris è lì, sarà pur arrivata in qualche maniera….e come è arrivata se ne può anche andare. Sta per aprire la bocca per chiederle informazioni al riguardo quando è lei a prendere la parola. E inizia a rimproverarlo. Come al solito. Un vago senso di fastidio si fa sempre più forte ad ogni parola. Porta di nuovo gli occhi all’altezza del viso di Iris, aggrottando le sopracciglia. La sua prima uscita non gli era piaciuta affatto. Risentito, non può fare a meno di protestare, alzando la voce più di quanto sarebbe stato opportuno in una situazione di emergenza come quella. “Ma quale pianificazione?! Non serve quella roba! Io qui sono il capo, nessuno OSA andare a frugare nelle MIE missive, perché sanno benissimo quello che potrebbe capitare loro!” brontola a denti stretti. Possibile che non contasse nulla? Era riuscito ad infiltrarsi tra i ribelli, ne aveva preso il comando addirittura, li stava portando dritti dritti tra le braccia dell’esercito e tutto questo lo faceva per lei! Possibile che non arrivasse a capirlo? Che non ne fosse orgogliosa nemmeno un pochino? Il pensiero che davvero non le importasse nulla lo feriva, anche se non lo avrebbe mai dato a vedere.

    Si morde la lingua, quando lei passa ai discorsi tecnici. Fenomenale. Tra incudine e martello. Se non li avessero scoperti a bordo, sarebbero finiti comunque sotto il fuoco incrociato della flotta reale. Una vena inizia a pulsare sulla tempia del ragazzo, perfettamente sincronica al dorore pulsante che sente al ventre. Troppe cose da pensare tutte insieme, accidenti! Perché le cose non possono andare per il verso giusto e basta?! Stupida ferita, non lo aiuta certo a concentrarsi…Si accorge all’improvviso che lo sguardo di Iris puntato alla sua ustione e con un gesto nervoso richiude il mantello sul ventre ferito, alzandosi in piedi di scatto. Brutta mossa. Una fitta da togliere il fiato, fa un paio di passetti per riprendere l’equilibrio e si appoggia pesantemente al bordo della scialuppa, nell’attesa che le luci che gli danzano davanti agli occhi lo lascino di nuovo vedere con chiarezza. “Sto bene!” sbotta con voce strozzata, orgoglioso. “Non mi serve uno stupido medico.” Non fa neanche in tempo a finire la frase, che dei rumori inequivocabili iniziano a rimbombare sul ponte. Una pattuglia…quattro uomini, ad occhio e croce. Le lingue di fuoco ancora distanti proiettano luci rossastre sul metallo, e il rumore di passi frettolosi si avvicina. Antkantos sgrana gli occhi, per un istante lo sguardo della bestia in trappola balugina nelle iridi dorate. Si tuffa di nuovo al riparo della scialuppa, rischiando di nuovo di finire per terra a causa delle gambe malferme e del dolore sordo e pulsante dell’ustione. Una smorfia, poi un sorrisetto malsano si fa strada sul suo viso: poveri scemi…se solo fossero minimamente addestrati non si sarebbero mai fatti scoprire in quel modo idiota. Questo gioca a loro vantaggio, ma il tempo è comunque contro di loro. “Ris…non c’è tempo! Come sei venuta qui? Hai una barca, una mongolfiera…o cosa? Prendila e vattene, dirò loro che mi è esploso un fulmine in faccia, ci crederanno, sono troppo stupidi” ansima con un sorriso che sembra più un ringhio. Sente le forze andare e venire. Se la seguisse non sarebbe altro che un peso. Se la sarebbe cavata comunque, ne è sicuro: lui è il grande Antkantos, non ha certo paura di una manica di contadini come quelli. “Appena tornano a dormire prendo una di queste bagnarole e lascio la nave” conclude. Non sarebbe certo rimasto a farsi massacrare dai soldati di Ris, su quello non c’è dubbio.

    Edited by Silian - 8/2/2012, 15:47
     
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    "Ma quale pianificazione?!" sbottò Antk. Iris gli lanciò un'occhiata condiscendente, che non nascondeva tuttavia una vena di risentimento. Possibile che non avesse capito niente, che ritenesse inutili tutti gli sforzi che aveva fatto per proteggerlo? "Antk, tu sei il capo di un manipolo di contadini, io comando legioni intere da prima ancora che tu iniziassi l'accademia militare. So come funziona e so quello che faccio. Era troppo rischioso" insistette con voce calma, dimostrando un'insolita pazienza. Per il giovane Signore del Fuoco, Antk era ancora il ragazzino ingenuo di Ember, disposto a sfidare il mondo intero per lei, ma destinato solo a mettersi in ridicolo. Un tempo era divertente, ora tutto si giocava su una scala più vasta: si era fatto più forte, più arrogante, si cacciava in situazioni più grandi di lui, che non riusciva nemmeno a comprendere, se non parzialmente... e Iris sapeva di non potergli puù permettere di correre rischi del genere. Non era più questione di ritrovarsi con qualche cicatrice, ne andava del benessere del suo popolo, della sua nazione, doveva fermarlo. In qualunque modo. Se solo non fosse stato così cocciuto...

    Lo vide richiudere di scatto il mantello sulla ferita, allontanarsi nervoso, e ne approfittò per uscire da quel nascondiglio improvvisato. "Non mi serve uno stupido medico" insistette il ragazzo, reggendosi a malapena in piedi. Iris sospirò scuotendo la testa, amareggiata. Che senso aveva negare l'evidenza? "Perché deve sempre finire così? Sono la tua sovrana e come tale ti ordino..." si impuntò decisa. Le pene previste per chiunque osasse disobbedire a un ordine diretto del Signore del Fuoco erano tali che nessuno avrebbe osato farlo... ma Iris per prima sapeva bene che non sarebbe mai riuscita a farle applicare anche nel caso di Antk. Tuttavia non riuscì a finire la frase. Un rumore di passi, poi un bagliore si insinuò sul ponte, illuminato solo dalla luce della luna. Una pattuglia. "Vattene, dirò loro che mi è esploso un fulmine in faccia, ci crederanno, sono troppo stupidi" disse la voce di Antk. Iris non perse tempo a rispondere: con una rapida occhiata valutò la situazione. Cinque uomini, passo irregolare: non erano sicuramente gli ufficiali di stanza a Ember. Venivano tutti dal ponte a tribordo, chiacchierando tra loro: una cosa del genere non sarebbe stata tollerata nel suo esercito. Silenziosa raggiunse la scaletta dalla quale era sceso Antk e rapidamente si arrampicò fino al ponte superiore. Da lì poté scorgerli, non vista, mentre si avvicinavano alla scialuppa dietro alla quale lei e Antk erano nascosti un istante prima. Non intendeva permettere loro di raggiungerlo.

    Portò la mano sinistra al pugnale nascosto sotto alla tunica e lo scagliò con precisione contro la schiena dell'uomo, mentre con la destra generò una palla di fuoco contro gli altri, poi una seconda...

    (A.Atk *attacco combinato + fiamme blu (0)* atk=1.800+549+55=2404 vel=390+55=445)
    (A.Def *palla di fuoco C x5* def=300+0+100=400 vel=300+100+20=420)


    EV guardie NdF: -1

    Gli uomini scorsero un bagliore alle loro spalle e rapidi si voltarono, non avrebbero fatto in tempo ad alzare un muro di fuoco, così unirono le loro forze, generando una palla di fuoco nel tentativo di contrastare quell'aggressore misterioso. La loro difesa servì a poco, non c'era alcun modo in cui potessero competere con la potenza di Iris, ma la loro prontezza di riflessi li salvò da una fine ben peggiore. Il Signore del Fuoco li osservò cadere a terra, ben nascosta dietro la balaustra... li aveva sottovalutati. In pieno giorno la potenza del suo dominio avrebbe sopperito all'errore, ma senza l'energia del sole nemmeno i suoi poteri erano sufficienti. Gli uomini crollarono uno addosso all'altro, feriti e incapaci di reagire, ma ancora coscienti nonostante il dolore.
     
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    MESE 10 GIORNO 9, POST 2, notte

    Non serve uno studio per capire che non lo sta minimamente ascoltando. Conosce quello sguardo: è quello del cacciatore che valuta la preda, preparandosi a colpirla appena sarebbe giunta a tiro. Gli viene la pelle d’oca… Vuole attaccarli…non può permetterlo! È questione di secondi, di semplici istanti: il ragazzo fa appena in tempo ad allungare un braccio nel tentativo di trattenerla per il mantello che Iris gli è già scivolata tra le dita, lanciandosi su per la scaletta di metallo a poca distanza. Antk impreca tra i denti, più per la consapevolezza del pericolo che per lo strappo improvviso che ha dato alla pelle lesa. Non si arrende, cerca ancora di inseguirla goffamente per riportarla al riparo quando si rende conto che non ha più tempo…si rannicchia di scatto, come un animale colto dal cacciatore nella boscaglia, e si ritira frettolosamente dietro la solita barchetta un attimo prima che le lingue di fuoco delle guardie illuminino il punto dove si trovava prima di tornare al sicuro.

    Digrigna i denti, teso come la corda di un sitar: è dovuto scappare, rintanarsi come un coniglio topo! Se avesse tempo per pensarci si maledirebbe mille volte per la vergogna, ma adesso ha altro di cui preoccuparsi. Il tempo scorre innaturalmente lento, scandito dai colpi sordi del cuore che gli martella fin dentro la testa; una vampata di calore fortissima, i passi si interrompono e dei gemiti di dolore soffocati si levano dagli uomini colpiti. Non ha bisogno di osservare la scena, sa benissimo quello che è appena accaduto. Un tonfo, due tonfi, quattro corpi cadono sul ponte, ma i lamenti continuano: il ragazzo aggrotta le sopracciglia nervoso. Sarebbero dovuti morire. E i morti non si lamentano. Si arrischia a sporgere la testa dal riparo improvvisato, a controllare la situazione. Non sono morti, infatti…maledizione…gli danno le spalle, ammucchiati in un groviglio di membra fumanti. Alza lo sguardo, intercettando la sagoma di Iris appena visibile contro il cielo notturno, sul ponte superiore. Avrebbero dovuto essere morti, accidenti! Non possono combattere, sono messi peggio di lui…ma ci vedono benissimo. Antk non può permetterlo a nessun costo. Pericolosamente vicino a perdere la calma e la lucidità si lancia fuori dal nascondiglio, mentre sul palmo della sua mano tremante va condensandosi qualcosa di azzurro e luccicante.

    A.Atk *fulmine globulare* atk=1100+50(elettrizzazione)+150=1300 vel***
    EV guardie NdF= - 261 (accecati per effetto dell’attacco)

    E non si può dire che il costo sia basso, né per loro, né tanto meno per lui. Il ponte per qualche interminabile istante è illuminato a giorno per effetto della sfera biancastra e pulsante che ha preso a scintillare tra le dita di Antkantos, e l’aria è lacerata dalle urla di dolore degli uomini colpiti alle spalle…il ragazzo ha tenuto il colpo ben alto davanti al suo viso, anche se è un accorgimento inutile: anche se quelli che hanno fatto in tempo a voltarsi non possono distinguere i suoi lineamenti in controluce, usare un fulmine globulare è come lasciare una firma a caratteri cubitali sulla murata della nave. La nave ripiomba nell’oscurità più fitta. Il ragazzo ha consumato parecchie delle sue energie, già scarse, nel mandare a segno il colpo per poi ricadere in ginocchio con un tonfo sordo, ansimando pesantemente. La scarica di adrenalina che lo ha spinto all’attacco se n’è andata come è venuta, lasciandolo privo di forze ancora più di prima: gli gira la testa ed uno strano ronzio gli risuona nelle orecchie. E nonostante tutto, non ha ottenuto quello che sperava. Con gli occhi sbarrati nella notte cerca ancora le sagome accasciate, da cui provengono ancora distintamente suoni e lamenti. Rabbia…e neanche può battere un pugno a terra per sfogarla!

    Edited by Silian - 8/2/2012, 15:49
     
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    Iris era infuriata: con se stessa, con Antk, con quella maledetta situazione! Tutto quello che poteva andar storto sembrava aver deciso di cospirare contro di lei... ma non sarebbero riusciti a salvarsi. Vide Antk uscire dal suo nascondiglio: perfino da quella distanza riusciva a percepire l'aria caricarsi di elettricità: "no!" esclamò, artigliando il parapetto: non era nelle condizioni di combattere, doveva risparmiare le energie, un colpo di quella potenza avrebbe messo a dura prova il suo fisico già debilitato. Piantò saldamente i piedi a terra... forse poteva impedirgli di generare il suo attacco. Prese un profondo respiro, cercando di richiamare a sé tutta quell'energia... odiava quei dannati fulmini! Sentì l'energia sfuggirle da ogni parte, solleticandole la pelle e sbuffò, muovendo le braccia in un gesto inconsulto; una leggera scossa le punse le dita, innervosendola ancora di più: sapeva bene che un errore commesso giocando con una simile energia poteva rivelarsi fatale, ma anche se erano passati anni dall'ultima volta che era riuscita a generare un vero fulmine conosceva la teoria ed era certa che sarebbe stata sufficiente a fermare il ragazzo. La chiave era il controllo: movimenti fluidi, precisi... respirò a fondo. Era una maestra del dominio, non c'era alcuna ragione per cui non dovesse essere in grado di fare una cosa del genere: con le braccia disegnò ampli cerchi nell'aria, tentando di attirare a sé l'elettricità che si stava concentrando attorno al ragazzo. Per un istante parve riuscire nel suo intento... poi un globo luminoso si accese tra le dita del giovane e fu costretta a distogliere lo sguardo. Possibile che Antk fosse in grado solo di un'idiozia dietro l'altra? Si sarebbe fatto fuori da solo, se lo sentiva... come sentiva anche tutta l'energia che ormai aveva raccolto scorrere all'interno del proprio corpo, minacciando di ferirla, pur di trovare uno sfogo. Si costrinse a rimanere concentrata e puntando alla cieca contro il gruppo di pattuglia lasciò che l'elettricità fluisse verso di loro, andando a colpirli una frazione di secondo dopo l'attacco del ragazzo.

    (A.Atk *fulmine* atk=1800+50=1850 vel=390+50=440)
    EV soldati: -631


    Ora gli uomini non si lamentavano più. Iris tirò un sospiro di sollievo... non era stato uno dei suoi attacchi più potenti, ma aveva sprecato molte più energie del dovuto nel tentare di controllare quel colpo, tanto che dovette poggiarsi alla balaustra, sfinita. Vide Antk collassare a terra e si costrinse a tirarsi in piedi. "Resisti" sibilò a denti stretti, mentre raggiungeva il ponte, per infilarsi sottocoperta. Quella era una delle navi di stanza a Ember e non era diversa da tutte le altre navi del suo esercito. L'infermeria era nel cuore della nave, nella zona più protetta, ma anche nella più inaccessibile. Non aveva altra scelta. Si infilò in un corridoio buio, illuminandolo con una piccola fiamma accesa tra le dita. Lì in fondo avrebbe dovuto trovare la scala che portava al ponte inferiore... ed eccola! Dal fondo, tuttavia, saliva la luce delle lampade di emergenza e un rumore di voci poco rassicurante. Scese lungo la scalinata e attese... ma le voci non sembravano intenzionate a diminuire. Avevano sentito i rumori provenienti dal ponte e si chiedevano cosa fosse successo. Non sarebbe passato molto tempo prima che decidessero di uscire e trovassero Antk e gli altri. Contò le voci: troppi, perfino per lei. Scappare come le aveva ordinato Antk? Quel pensiero svanì fulmineo come era arrivato e con l'aria di un condannato a morte uscì allo scoperto: "Antkantos, ferito, sul ponte! Serve un medico! Presto!" gridò in direzione della plebaglia. Ormai era fatta, se non altro la consolava la consapevolezza che la Nazione sarebbe stata in buone mani... e fu allora che avvenne qualcosa di inaspettato: quegli uomini e quelle donne, che sacrificavano le loro vite nel tentativo di ostacolare il suo regno... non diedero alcun segno di averla riconosciuta. Sentì qualcuno correre a svegliare il medico, un uomo raggiungerla di corsa, invitandola a far loro strada, mentre una donna tentava di rassicurarla, promettendole che il loro generale non si sarebbe lasciato mettere fuori combattimento tanto facilmente... e in quell'istante provò una fitta di gelosia. Nessuno dei suoi uomini si sarebbe mai preoccupato di dire altrettanto di lei, anzi! Sarebbero stati ben felici di vederla morta!

    "Di là"
    disse, guidando i suoi accompagnatori nel luogo in cui giaceva la pattuglia.
     
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  13. Silian
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    MESE 10 GIORNO 9, POST 3, mattina

    Un altro lampo squarcia la notte. Gli uomini smettono di lamentarsi. Il respiro è aspro, irregolare e superficiale mentre Antk cerca di muovere il torace e l’addome lo stretto indispensabile per prendere aria. Ogni respiro una fitta, la nausea che lo assale, rischio di svenire come un sacco vuoto sul ponte freddo…e di lasciare Iris da sola su quella nave ostile. Solo il pensiero di doverla tenere nascosta ed al sicuro gli consente di restare in sé, si aggrappa a quell’idea con la sua tenace determinazione, costringendosi a recuperare piano piano le energie perdute. Il tempo passa, gli occhi si adattano di nuovo al biuo. Gli sembra di sentire tonfi di passi leggeri sulle scalette e poi sul ponte. Deve essere qualcuno che pesa poco…Iris, senza dubbio. Un sorriso orgoglioso si fa strada, nonostante il dolore, sul viso affaticato del ragazzo: lei è la guerriera più forte del mondo e lui…lui è fortunato ad essere innamorato proprio di lei. I passi si affievoliscono e si allontanano rapidamente. Una porta cigola in lontananza e si chiude con un clangore metallico. No. Deve essersi sbagliato. Ris deve essersi nascosta da qualche parte lì vicino, in attesa che le acque si calmino. Non c’è altra spiegazione logica, si dice Antk, per levarsi dai piedi quella fitta di ansia che all’improvviso gli risale lungo lo stomaco. Anche se…non gli piace quella situazione. Chiunque sia ad andare sottocoperta probabilmente sta dando l’allarme a tutto l’equipaggio.

    “Ris! Ris…via libera! Sono svenuti…o adesso o mai più!” la chiama a bassa voce, dopo aver controllato ciascuno degli uomini riversi sul ponte. Coprire la distanza che lo separava dai soldati gli ha richiesto uno sforzo inusitato. Resta in ascolto qualche istante, accompagnato solo dai battiti del suo cuore. Un istante che diventa sempre più lungo. “Ris?”……Troppo lungo. E nemmeno un fruscio di risposta…il ragazzo sente un’altra ondata di tensione mordergli le viscere ferocemente, ed inizia a sudare freddo. “RIS!” grida seccamente. Nessuna risposta. Ancora nulla. MALEDIZIONE! Non è possibile…che sia stata colpita? No, no, no, non sta né in cielo né in terra…lei è la più forte, non possono colpirla dei semplici soldati male addestrati come quelli…e non erano in grado di lottare in quelle condizioni…non capisce, è sempre più confuso, la enorme quantità di pensieri, ipotesi e paure lo paralizzano inchiodandolo al suolo. Alza la testa: il parapetto del ponte superiore lo fissa di rimando con un ringhiare di balaustre vuote.

    Poi di nuovo la luce…socchiude gli occhi e se li scherma con una mano bruciacchiata. Una quantità indesiderabile di voci riempie l’aria sul ponte, moltissimi passi calpestano il freddo metallo, avvicinandosi senza esitazioni. Antk si irrigidisce nella sua posizione accovacciata, inerme, fissando gli occhi sbarrati in direzione degli intrusi…la luce è troppa e non riesce a vedere i loro volti, e prima che si renda conto di quello che sta succedendo sente decine di mani poggiarsi sul suo corpo, afferrarlo per le spalle, le braccia, scostargli i lembi della tunica distrutta. Cerca di scostare le prime dita che si sente addosso, prima con gesti secchi e spaventati, poi sempre più debolmente mano a mano che si arrende all’ineluttabilità della situazione. Non vogliono attaccarlo, o a quest’ora sarebbe già morto, ma non è per sé l’angoscia che minaccia di fargli esplodere il cuore nel petto. Decine di voci lo chiamano, preoccupate, gli fanno domande, lo incalzano sempre con gli stessi interrogativi a cui non risponde, limitandosi a fissare con aria smarrita le facce che lo circondano da ogni lato…finché non si sente sollevare di peso ed adagiare su qualcosa di ruvido e robusto. Una barella. Qualcosa dentro di lui si ribella: tenta di alzarsi e scendere, bofonchiando che stava bene, ma nessuno sembra esserne convinto e sente di nuovo altre mani trascinarlo indietro, in basso, di nuovo disteso. Mentre ancora lotta, un’apparizione lo inchioda alla stoffa, prima che lo ingoi la luce rossastra del ventre della nave: un volto che riconoscerebbe tra mille, o almeno…gli pare di vederlo…perché prima che possa essere davvero sicuro che i suoi occhi non lo tradiscano altri volti si ammassano davanti a lui, privandolo di ogni certezza.

    Edited by Silian - 8/2/2012, 15:53
     
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    [(#FF007F) EXP 160.300 (30r100)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso scuro, stivali in pelle, capelli raccolti in una coda alta][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (on), ARMI: pugnale (on)]



    "Ma che è successo?" chiese un vecchio pescatore "devono averlo attaccato" rispose un giovane dominatore, piegandosi sui corpi degli uomini di pattuglia "sono i segni di un fulmine" disse, indicando le ferite "ma perché avrebbero dovuto attaccarlo?". "Non possono essere stati loro!" ribatté una donna "li conosco, sono persone oneste! Portate altre barelle!" gridò, accovacciandosi accanto a loro, mentre gran parte dei presenti si assiepava attorno ad Antkantos. A quelle parole Iris trasalì, fermandosi a metà strada tra Antk e il gruppo di uomini a terra. Curarli? No! Questo non lo aveva calcolato, ma non poteva permetterlo. Se solo li avesse colpiti con più forza... vide due uomini arrivare con una barella e farsi largo tra la gente, posandola accanto ad Antk. In mezzo a quella frenesia nessuno faceva pi caso a lei... forse avrebbe dovuto ringraziare gli Spiriti e approfittare di quel momento per tagliare la corda... ma avrebbe significato abbandonare Antk, con il rischio che quei cinque si risvegliassero, lo accusassero di averli traditi... o peggio! Magari non si sarebbe ripreso in tempo e il giorno seguente sarebbe stato affondato dai suoi uomini. A quel pensiero le mancò il fiato. No. Non poteva abbandonarlo. Rapida si accodò ai barellieri che stavano scendendo di nuovo nel ventre della nave e senza troppi complimenti si infilò tra la gente che lo circondava: non aveva affatto un bell'aspetto e la cosa peggiore era che non poteva vendicarlo, non poteva prendersela con nessuno, tranne che con se stessa. Finalmente raggiunse il ragazzo e strinse una delle mani che penzolavano ai lati della barella: era più fredda delle sue. "Andrà tutto bene, adesso ti portiamo da un medico" disse in tono incoraggiante... ma non era affatto sicura delle proprie parole: non aveva un piano per andarsene da lì e se uno solo degli uomini di pattuglia avesse ripreso conoscenza...

    "Fuori, per favore! Ha bisogno di aria" disse il medico. Era stato svegliato di soprassalto da uno dei suoi compagni, ma ora era completamente sveglio. A quelle parole tutti si allontanarono, riluttanti... ma Iris no. Strinse la mano del ragazzo con decisione, non abituata a prendere ordini da chicchessia. L'uomo sorrise bonariamente di fronte allo sguardo determinato della ragazza e annuì, acconsentendo a farla rimanere: era chiaro che teneva molto al giovane ed era felice per lui, se lo meritava dopo tutto quello che aveva fatto per loro. L'intera nazione sapeva cosa aveva subito per colpa del Signore del Fuoco e gli faceva piacere scoprire che alla fine era riuscito a trovare qualcun altro che lo amasse, a rifarsi una vita. Gli uomini di pattuglia furono disposti su dei lettini accanto ad Antk e il medico passò ad occuparsi di loro. Le ferite erano gravi, se non avesse fatto qualcosa immediatamente...

    violento
    "Li lasci stare: prima lui!" ordinò Iris. Il medico sussultò, voltandosi di scatto. Per un istante gli era parso che... studiò con più attenzione i lineamenti della ragazza, notando una sorprendente somiglianza con... impossibile. Non lì. Si riscosse "il generale è debole, ma non è in pericolo di vita, se non faccio qualcosa per loro..." disse l'uomo, ma Iris non gli lasciò il tempo di finire. Lasciò andare la mano del ragazzo e si avvicinò a uno dei soldati, con fare minaccioso: "forse non mi sono spiegata: curi Antk o non dovrà più preoccuparsi di loro" disse, afferrando il pugnale che spuntava dalla ferita dell'uomo, rigirò l'arma con decisione e poi la estrasse, lanciando al medico un'occhiata di sfida.

    (A.Atk *affondo A* atk=549+50=599 vel=390+30+30=450)
    EV soldato: -1230


    Il medico le lanciò un'occhiata indecifrabile, mentre il sospetto nella sua mente si faceva terribilmente concreto: "molto bene" rispose impassibile, scoprendo la ferita del ragazzo con una lentezza esasperante. La stoffa della tunica si era attaccata alla ferita "Non sarà piacevole" lo avvisò, iniziando a ripulire quella brutta ustione.
     
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  15. Silian
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    png
    [EXP ANTK (darkred) 23.775 (30r100)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 210, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

    MESE 10 GIORNO 9, POST 4, notte

    Avrebbe voluto essere più lucido. Avrebbe voluto essere sveglio, forte, sano. Avrebbe voluto potersi reggere sulle proprie gambe, invece di essere trasportato come un corpo morto su una barella floscia. La vista gli si appanna e torna limpida a tratti, lui prova a sbattere le palpebre per vederci più chiaro ma ci sono degli attimi in cui non è certo di ricordarsi quello che sta facendo, perché lo fa, dove si trova e dove lo stiano portando. Quando lo colpisce la presenza del dolore pulsante e feroce che gli attanaglia l’addome è come se un fulmine gli schiarisca lo sguardo, e di colpo ricorda tutto…Ris, i soldati, la lotta, che devono scappare subito…ma la lucidità gli sfugge come acqua che tenti di afferrare con le dita.

    All’improvviso, delle dita calde si stringono attorno alla sua mano. Un’altra mano…non tenta nemmeno di divincolarsi, non ne ha la forza, ma qualcosa gli dice che non è una mano qualsiasi. Il calore torna a propagarsi dal punto in cui la pelle dello sconosciuto tocca la sua. Il modo in cui lo stringe…l’istinto gli fa tornare in mente ricordi che pensava di aver dimenticato, una dolcezza che pensava di non poter più provare. Quella pelle morbida e sottile la conosce, e fin troppo bene…e che gli è mancata da tanto, troppo tempo…istintivamente serra le dita attorno alla mano delicata che stringe le sue, una parte di lui vorrebbe abbandonarsi al sonno ristoratore cullato da quella presenza rassicurante, ma il ragazzo con le energie che ancora gli restano strizza gli occhi e sbatte le palpebre, cercando di mettere a fuoco la figura alla sua destra. "Andrà tutto bene, adesso ti portiamo da un medico" sussurra quella voce dolce, ed allora non ha più dubbi. Sgrana gli occhi, paralizzato dal terrore: il cuore minaccia di schizzargli via dal petto, palpitando furiosamente; Iris…nella nave…circondata da nemici…è solo questione di tempo prima che qualcuno la riconosca! Improvvisamente sente tanto di quel freddo…Vorrebbe alzarsi, gridarle di fuggire finché è in tempo, correre via con lei e farsi ammazzare come un cane pur di vederla fuori di lì, libera ed al sicuro, lontano da quella tana di vipere a sonagli…ma se solo provasse a fare qualcosa del genere per lei non ci sarebbe scampo. Si odia per questo. Troppo debole..è stato troppo debole!

    Deglutisce a vuoto mentre la vede seguirlo imperterrita all’interno dell’infermeria, un brivido freddo gli corre lungo la spina dorsale quando vede lo sguardo del medico posarsi su di lei e studiarla…sente la vita riprendere a scorrergli un poco nelle vene quando l’uomo annuisce in maniera amichevole. Ma non può permettersi di rilassarsi. Il pericolo è in agguato…non capisce cosa stia pensando il medico e perché l’abbia lasciata stare, se non sarà lui a riconoscerla sarà un’infermiera, o una guardia, o un mozzo…il cuore gli si stringe come in una morsa. Potrebbe essere l’uomo più felice della terra in un momento come quello, nel vedere l’amore della sua vita assisterlo così coraggiosamente nel momento della prova. Ma a quanto pare agli Spiriti non va giù che lui sia felice anche solo per un minimo istante! Il medico si affaccenda attorno ai soldati della pattuglia, ed Antk non riesce a staccare gli occhi dal viso della ragazza. Ora che la vede alla luce, sebbene sia artificiale, gli sembra ancora più bella di quanto non ricordasse…

    Cruento? Boh...
    "forse non mi sono spiegata: curi Antk o non dovrà più preoccuparsi di loro." Il tempo sembra rallentare, distorcersi e dilatarsi enormemente, fissa Iris con gli occhi sgranati, senza osare parlare. Non gli serve osservare la scena per interpretare il rumore scivoloso e risucchiante che proviene dall’uomo disteso alla sua sinistra. E il mondo collassa in un secondo. Lei lo ignora. Il suo sguardo è fisso verso il medico. Il quale sembra non provare la minima emozione di fronte al gesto della ragazza. Resta imperturbabile, anche se gli ha appena ammazzato un paziente sotto il naso, e si avvicina con la freddezza di un assassino prezzolato. C’è qualcosa che non torna…Al posto suo, qualsiasi medico avrebbe protestato. Lui invece no. Un dubbio atroce divora ogni traccia di coraggio rimasta nel ragazzo, gettandolo nell’angoscia più nera quando il dubbio diventa una certezza. E se…lo sa…se lo sa…LO SA! Antkantos digrigna i denti appena sente le dita sottili del medico afferrare la stoffa, ancora prima che inizi a tirarla via da ciò che resta della sua pelle. Afferra i bordi della branda stringendo talmente forte da farsi sbiancare le nocche delle mani e sente il respiro farsi aspro e irregolare, i muscoli tremano convulsamente, ma non riesce a farci nulla. Non riesce ad opporre resistenza. Neanche a scappare, o solo a provarci. Come se alla sua prima mossa falsa potesse essere Ris a rimetterci. Lo sa…lo sa…che ne sarà di loro? Che ne sarà di lei…? Deve fare finta di nulla, negare l’evidenza, loro sanno che Iris è stata la sua fidanzata, sanno che la riconoscerebbe ovunque, si fidano di lui ciecamente…parlerà loro, li convincerà che è solo una somiglianza, che non è come sembra…
    Assieme alla stoffa sente andar via anche la maggior parte di ciò che un tempo chiamava pelle. È come avere un ferro rovente strofinato con cura maniacale sull’addome, con lentezza, dal basso verso l’alto, con malcelato piacere da parte di quel macellaio in tunica da medico. Appena Antk si rende conto che quell’urlo spaventoso è il suo, ormai è praticamente svenuto.


    Il black out è durato qualche secondo, un paio di minuti al massimo. Il ragazzo si sveglia di soprassalto, coperto di sudore e con una curiosa sensazione di stiramento ai muscoli della schiena. Ris…Ha inarcato il dorso al momento dello strappo ma non se lo ricorda nemmeno. Iris…Col respiro corto, solleva la testa quel tanto che basta per fissare lo spesso strato di pasta biancastra che gli ricopre la quasi totalità della ferita. Il medico gli sta spalmando l’unguento sull’ultima zona rimasta dell’ustione, alla base dei pettorali. Termina il suo lavoro con rapidità e precisione maniacale, ma senza dare il minimo segno di provare la minima emozione. Nemmeno tenta di incrociare il suo sguardo, o di fare segno di accorgersi che il ragazzo è rinvenuto. Una sensazione di frescura interessa la pelle sotto alla pomata appena spalmata, mentre già uno sgradevole prurito appiccicaticcio si diffonde dalla zona su cui è stata spalmata per prima. Complessivamente va meglio. Ora può alzarsi e pensare a salvare Ris, il suo primo pensiero da quando ha aperto gli occhi. Con un grugnito Antk si puntella sui gomiti per mettersi seduto, ma di nuovo il morso feroce come di ferro bollente lo costringe a ricadere coricato e rigido sulla branda. Cerca con lo sguardo il volto di Ris, con aria smarrita. Ha un bisogno disperato di essere sicuro che stia bene, che mentre era svenuto non le sia capitato nulla…

    Edited by Silian - 8/2/2012, 15:55
     
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