Il salvataggio

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  1. @Les
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    MESE 11, GIORNO 9, POST 1 (gen), notte

    [(#FF007F) EXP 160.000 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso scuro, stivali in pelle, capelli raccolti in una coda alta][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (on), ARMI: pugnale (on)]



    "Ma quale pianificazione?!" sbottò Antk. Iris gli lanciò un'occhiata condiscendente, che non nascondeva tuttavia una vena di risentimento. Possibile che non avesse capito niente, che ritenesse inutili tutti gli sforzi che aveva fatto per proteggerlo? "Antk, tu sei il capo di un manipolo di contadini, io comando legioni intere da prima ancora che tu iniziassi l'accademia militare. So come funziona e so quello che faccio. Era troppo rischioso" insistette con voce calma, dimostrando un'insolita pazienza. Per il giovane Signore del Fuoco, Antk era ancora il ragazzino ingenuo di Ember, disposto a sfidare il mondo intero per lei, ma destinato solo a mettersi in ridicolo. Un tempo era divertente, ora tutto si giocava su una scala più vasta: si era fatto più forte, più arrogante, si cacciava in situazioni più grandi di lui, che non riusciva nemmeno a comprendere, se non parzialmente... e Iris sapeva di non potergli puù permettere di correre rischi del genere. Non era più questione di ritrovarsi con qualche cicatrice, ne andava del benessere del suo popolo, della sua nazione, doveva fermarlo. In qualunque modo. Se solo non fosse stato così cocciuto...

    Lo vide richiudere di scatto il mantello sulla ferita, allontanarsi nervoso, e ne approfittò per uscire da quel nascondiglio improvvisato. "Non mi serve uno stupido medico" insistette il ragazzo, reggendosi a malapena in piedi. Iris sospirò scuotendo la testa, amareggiata. Che senso aveva negare l'evidenza? "Perché deve sempre finire così? Sono la tua sovrana e come tale ti ordino..." si impuntò decisa. Le pene previste per chiunque osasse disobbedire a un ordine diretto del Signore del Fuoco erano tali che nessuno avrebbe osato farlo... ma Iris per prima sapeva bene che non sarebbe mai riuscita a farle applicare anche nel caso di Antk. Tuttavia non riuscì a finire la frase. Un rumore di passi, poi un bagliore si insinuò sul ponte, illuminato solo dalla luce della luna. Una pattuglia. "Vattene, dirò loro che mi è esploso un fulmine in faccia, ci crederanno, sono troppo stupidi" disse la voce di Antk. Iris non perse tempo a rispondere: con una rapida occhiata valutò la situazione. Cinque uomini, passo irregolare: non erano sicuramente gli ufficiali di stanza a Ember. Venivano tutti dal ponte a tribordo, chiacchierando tra loro: una cosa del genere non sarebbe stata tollerata nel suo esercito. Silenziosa raggiunse la scaletta dalla quale era sceso Antk e rapidamente si arrampicò fino al ponte superiore. Da lì poté scorgerli, non vista, mentre si avvicinavano alla scialuppa dietro alla quale lei e Antk erano nascosti un istante prima. Non intendeva permettere loro di raggiungerlo.

    Portò la mano sinistra al pugnale nascosto sotto alla tunica e lo scagliò con precisione contro la schiena dell'uomo, mentre con la destra generò una palla di fuoco contro gli altri, poi una seconda...

    (A.Atk *attacco combinato + fiamme blu (0)* atk=1.800+549+55=2404 vel=390+55=445)
    (A.Def *palla di fuoco C x5* def=300+0+100=400 vel=300+100+20=420)


    EV guardie NdF: -1

    Gli uomini scorsero un bagliore alle loro spalle e rapidi si voltarono, non avrebbero fatto in tempo ad alzare un muro di fuoco, così unirono le loro forze, generando una palla di fuoco nel tentativo di contrastare quell'aggressore misterioso. La loro difesa servì a poco, non c'era alcun modo in cui potessero competere con la potenza di Iris, ma la loro prontezza di riflessi li salvò da una fine ben peggiore. Il Signore del Fuoco li osservò cadere a terra, ben nascosta dietro la balaustra... li aveva sottovalutati. In pieno giorno la potenza del suo dominio avrebbe sopperito all'errore, ma senza l'energia del sole nemmeno i suoi poteri erano sufficienti. Gli uomini crollarono uno addosso all'altro, feriti e incapaci di reagire, ma ancora coscienti nonostante il dolore.
     
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