Kyoshi in festa per Sho-Sho

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  1. Aivlisaki
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    Anno 17 - Mese 1 - Giorno 29, pomeriggio inoltrato || POST 1
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    Saki
    ~Codice colore: #802B00
    ~Exp: 1600 (41r100)
    ~Denaro: banca
    ~Abbigliamento: Sopra a pantaloni stretti e una maglia a maniche lunghe entrambi neri porta un'altra maglia bianca larga con polsini stretti e una tunica senza maniche lunga fin sopra il ginocchio color marrone scuro con una striscia d'oro che la caratterizzano ai bordi. Le scarpe sono piccole, semplici e marroni, le arrivano sino alle caviglie.
    ~Abilità: /
    ~Armatura: /
    ~Armi: 乀 Bastone lungo (Armi lunghe)

    Stats PG
    Livello 7
    Atk 450
    Def 450
    Vel 300
    EV 585

    Da distribuire: 200 P

    Mosse caratteristiche/di scuola:
    -
    -
    -




    Il viaggio in mare questa volta era riuscita a sopportarlo e a goderselo grazie all'aria mite a cui stavano andando incontro. Finalmente quel terribile gelo polare che le aveva fatto tanto dannare le ossa in quegli ultimi mesi stava del tutto scomparendo e il sole alto e cocente riprendeva a penetrarla fino in fondo all'anima. Il suo umore tuttavia non era dei migliori. Quello scontro violento con il padre e con il gemello Jùlio l'aveva emotivamente distrutta, scoppiando più volte in pianti silenziosi, cosa del tutto innaturale per lei, sensazioni che non aveva mai provato e che non era ancora pronta ad affrontare. Non volle comunque far stare in pensiero Sigurd, con il quale negli ultimi tempi era riuscita ad instaurare un rapporto d'amicizia. Durante il tragitto aveva deciso di ritornare ai suoi vecchi vestiti, che nel frattempo si erano misteriosamente accorciati o forse, più semplicemente, stava cominciando a svilupparsi lei. Prima di sbarcare controllò di avere tutto a portata di mano e di non essersi dimenticata niente in mezzo ai ghiacci o all'interno della nave: meno tracce lasciava di sè, meglio era. Non era in vena di rivedere la sua famiglia dopo l'affronto che le avevano fatto. Comprendeva la loro preoccupazione, ma non accettava il fatto che avevano provato a fare del male a Sigurd e addirittura a lei. Scrollò la testa per rimuovere quegli odiosi pensieri, si schiaffeggiò la faccia schiacciando le guance con entrambe le mani e sfoggiò un grande sorriso. La nave si fermò definitivamente e i passeggeri scesero uno ad uno. Saki era tra gli ultimi, ma non ci mise molto a superare maleducatamente le persone in fila per essere una delle prime a mettere piede a Kyoshi Island. Con le sue vecchie scarpe cominciò a pestare la nuda terra, così dura e scura, così diversa dalla neve e così familiare. Per tutta la mattina, in compagnia di Sigurd aveva camminato a zonzo, fissando la sua cartina intenzionata a capire in che punto segnato su essa si trovavano. La esaminò attentamente e formulò molteplici percorsi da affrontare, ma indecisa sul da farsi, la rimise frettolosamente dentro lo zaino. Visitarono quindi il villaggio del Regno della Terra, che agli occhi della ragazzina fece molto più che una bella impressione: era infatti molto simile alla sua terra natia, Ember Island. Di certo però, rimase stupita vedendo quell'imponente statua di una donna con il volto dipinto di bianco e delle strane linee rosso bordò sulle palpebre. Indossava un'armatura piuttosto strana e all'apparenza davvero molto antica e non comprendeva in alcun modo la presenza di quei ventagli. Provò a rifletterci, ma l'unica cosa che ne uscì fu una smorfia alquanto strana e buffa che avrebbe dovuto esprimere i suoi dubbi. Quando si era ormai stancata di fissare quella donna affascinante e al contempo misteriosa cominciò a guardare Sigurd, che aveva l'aria di essere davvero preso dall'opera che gli si poneva innanzi e del tutto consapevole di chi si trattasse. Continuarono a camminare e a gironzolare per il centro, finchè non giunse il pomeriggio. Quel luogo sconosciuto sembrava straripante di vita, tanto erano attivi in quel momento i suoi abitanti, intenti ad addobbare la città e a preparare panche e tavoli nel bel mezzo della città. Probabilmente, pensava la ragazzina, era tradizione ritrovarsi la sera a cenare insieme, raccontandosi storie di paura e d'avventura. No, in realtà non ne aveva la più pallida idea, ma poco le importava, perchè se ci fosse stata una festa lei avrebbe comunque partecipato, schiamazzando e mangiando a volontà. Gente da ogni abitazione cominciava a radunarsi in piazza, dove si sarebbe svolto l'evento. Il suo compagno di viaggio le pose delle domande a cui rispose facendo spallucce e con un tono divertito: "Io ne so quanto te, ma se hai intenzone di perdere tempo e non approffitarne fallo pure! Io mi ci fiondo!" E detto questo si diresse verso la mischia in cerca di un posto strategico su cui sedersi. Guardò a destra e a manca e fu catturata improvvisamente da un ragazzo dai capelli neri lunghi fino alle spalle che si arrampicava su una lampione, evidentamente alla ricerca di qualcuno o qualcosa. Curiosa si precipitò nella sua direzione, rallentata dalla gente ammassata che la schiacciava e soffocava. Liberatasi da quella rissa notò che stava parlando con un'altra persona. Si avvicinò furtivamente e si intromise tra i due troncando il loro discorso. "C'è una festa qui non è vero? Voi sapete cosa si festeggia?" Con sfacciataggine si dimenticò di chiedere scusa.
     
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