Kyoshi in festa per Sho-Sho

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  1. Aivlisaki
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    Anno 17 - Mese 1 - Giorno 29, pomeriggio inoltrato || POST 3
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    Saki
    ~Codice colore: #802B00
    ~Exp: 1800 (30r100)
    ~Denaro: banca
    ~Abbigliamento: Sopra a pantaloni stretti e una maglia a maniche lunghe entrambi neri porta un'altra maglia bianca larga con polsini stretti e una tunica senza maniche lunga fin sopra il ginocchio color marrone scuro con una striscia d'oro che la caratterizzano ai bordi. Le scarpe sono piccole, semplici e marroni, le arrivano sino alle caviglie.
    ~Abilità: /
    ~Armatura: /
    ~Armi: 乀 Bastone lungo (Armi lunghe)

    Stats PG
    Livello 7
    Atk 450
    Def 450
    Vel 300
    EV 585

    Da distribuire: 200 P

    Mosse caratteristiche/di scuola:
    -
    -
    -





    Saki si rialzò dal suo buffo e impacciato inchino, con il ripensamento di aver pronunciato la parola onore a colui che poco prima l'aveva scacciata con un gesto della mano. Era però pur sempre, almeno di questo era convinta, l'Avatar e i suoi genitori di fronte a persone importanti le avevano insegnato a rivolgersi col massimo del rispetto. Poco aveva imparato di quell'arte che esibiva maldestramente. Si accorse di essere osservata da tutti e tre i presenti non capendone il motivo, non le sembrava di aver fatto nulla di male. Sigurd inoltre si comportò in una tal maniera che lei si spaventò, non avendo mai visto quel lato del suo carattere: con parole ricercate e un viso allegro piuttosto strano cercava di avvicinarsi al ragazzo invitandolo ad allontanarsi e a prendere qualcosa da bere. Avrebbe addirittura offerto lui. La ragazzina lo guardò con una faccia interrogativa, sperando le spiegasse cosa gli stesse passando per l'anticamera del cervello. Era evidente che il suo compagno di viaggio nutriva un certe interesse per quel giovane Avatar, ma lei non ne comprendeva il motivo. Prima di conoscerne l'identità avrebbe giurato non avesse nulla di straordinario. Il fatto che fosse lui il prescelto dominatore di tutti e quattro gli elementi lo rendeva misterioso e al contempo pericoloso agli occhi di Saki. Forse proprio per questo Sigurd voleva ottenere la sua amicizia. Ovviamente per educazione aveva invitato pure la signora che aveva dedotto pure lei potesse trattarsi solo ed esclusivamente della nonna del ragazzo. La signora saggia spiegò il motivo di quella festa e, anche se questo doveva apparire scontato, ne rimase stupita, come per il fatto che in realtà lui non fosse suo nipote. Ora che ne era a conoscenza si chiedeva come avesse potuto credere che i due fossero parenti, infatti non si assomigliavano per niente. Si avvicinò all'Avatar e con una piccola pacca sulla spalla cercò di catturare la sua attenzione "Auguri! Allora avevo ragione, non sei tanto più grande di me! E' incredibile... Quindi sai dominare tutti e quattro gli elementi?" Detto questo imitò strani movimenti assurdi e patetici appositamente per provare a far sorridere i presenti, ma non si aspettava risultati. Lei era felice ed entusiasta di quella scoperta e avrebbe voluto sbandierarlo ai quattro venti, ma non c'era ombra di dubbio che tutti i presenti dell'isola erano già a conoscenza della sua esistenza. "Mi fai vedere qualche mossa, non è vero?" Le luccicarono gli occhi e cominciò a saltellare sul posto e in tondo per l'emozione: aveva già visto il dominio del fuoco e pure quello dell'acqua grazie a Sigurd, ma non del dominio della terra nè di quello dell'aria. A proposito di quest'ultimo si ricordò della signora che si era presentata come nomade e per questo si rivolse pure a lei. "Sicuramente sarai una grande esperta! Non è che mi faresti vedere qualche giochetto?" Sembrava una persona seria e altezzosa, ma anche comprensiva, perciò si aspettava con aria sognatrice che almeno lei le dimostrasse qualcosa. Nel frattempo si era dimenticata totalmente della proprosta di Sigurd, ma presto il suo stomaco gliel'avrebbe fatto ricordare. Finite le sue infantili richieste in un attimo in cui le sembrava fosse piombato il più assoluto silenzio la pancia reclamò cibo e lei arrossì leggermente per la vergogna guardando tutti con occhi innocenti.
     
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