Più in basso di così....

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  1. Silian
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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 17, POST 88, sera
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [38.180 Elanor (#3a0057): n° exp (15r50)] [DENARO: 485 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: abito verde tenero con orli verdone, stivali in pelle di cavallostruzzo marrone, mantella con cappuccio da viaggio marrone scuro che nasconde l'involucro della balestra sulla schiena, capelli raccolti in una treccia e cappello comico in paglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1100
    Def= 100
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    Elanor deglutì a vuoto per levarsi dalla gola quello sgradevole sapore di bile che le era salito su all'improvviso. Si passò sovrappensiero una mano sullo stomaco, mentre scrutava il vicolo dalla pavimentazione sconnessa e piena di pozzanghere torbide da dietro una catasta di legna marcescente. Quegli odori... non era certa di esserci abituata. Una città come Fire Fountain puzzava di scarico di fabbrica e metallo arroventato; il Palazzo al contrario non aveva nulla di sgradevole, anzi... l'odore della polvere depositata sugli antichissimi arazzi era dolcissimo, faceva pensare al tempo che passa. Le piaceva piantonare l'ingresso della stanza in cui si trovava Iris quando dietro di lei c'era uno di quei gioielli... ma quel ricordo non faceva che rendere più pressante l'urgenza di coprirsi il naso con un bello strato di stoffa.

    Quale fosse il meccanismo ancestrale che spingeva gli uomini (i maschi) ad usufruire delle pubbliche strade come latrine a cielo aperto, Elanor davvero non lo sapeva; quello che invece le stuzzicava la mente era l'idea di una proposta di legge che facesse passare a quei sozzoni disgustosi la voglia di comportarsi da bestie. Avrebbe dovuto parlarne all'Imperatrice una volta tornate al sicuro a casa. Eccoli lì, un'altra comitiva che se ne usciva ballonzolando dall'osteria -bettola in cui avrebbero dovuto entrare sia lei che Iris, una volta che quest'ultima avesse recuperato Quiang. Se le loro risate sguaiate avessero avuto un odore, sarebbe stato il medesimo del liquame che ricopriva la terra battuta della stradina sconnessa. La guardia si appiattì con cautela contro il muro dell'osteria, facendo sì che i rami la nascondessero alla loro vista -offuscata, ma pur sempre da evitare.

    Ma quanto ci metteva? C'erano per caso problemi? Quando gli schiamazzi e le urla furono svanite dietro l'angolo ed il silenzio ebbe di nuovo preso il suo posto la donna sentì le orecchie tendersi fino allo spasmo nel tentativo di captare un solo, singolo suono che potesse tradire l'arrivo di Iris. Quiang ansimava sempre in maniera riconoscibile quando lo lanciava al trotto, ma era difficile che lo facesse... avrebbe attirato l'attenzione... era più probabile che scivolassero a passo felpato radente alle pareti di legno delle case, evitando le zone illuminate. Probabilmente sarebbero arrivati... ad occhio e croce... da sinistra. Mucchio di rifiuti maleodoranti, luogo perfetto dietro cui nascondersi in attesa del via libera. Tutta quella apprensione stava finendo per farle vedere baluginii di scaglie e dardeggiare di lingua forcuta dove non c'erano altro che immondizie in decomposizione...
     
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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 15, P. 31 ~ metà pomeriggio

    ~ colore dialoghi: #FF007F
    ~ exp: 188.270 (25r80x2)
    ~ denaro: 1500 mo (gioielli) + 3700 mo NdF +
    ~ abbigliamento: Pantaloni di cotone grezzo rosso scuro, maglia aderente rosa, capelli corti e spettinati, stivali in pelle, capelli fermati con una fascia.
    ~ armatura: D1 (off)
    ~ armi: pugnale (on)
    ~ abilità: fiamme blu, controllo dell'attacco B
    ~ mosse: scudo di fuoco, attacco combinato, schivata veloce, pioggia di fuoco, bastione di fuoco, scatto, inversione di potenza, resistenza, colonna di fuoco, rigenerazione, attacco a sorpresa.
    ~ stats:
    Atk D. 1.800+50% (fiamme blu) = 2.700
    Def D. 2.001+1/10 (armatura) = 2.201
    Atk 549
    Def 400+1/10 (armatura) = 440
    Vel 390
    EV 1.550/1.550





    Lo aveva trovato subito. Esattamente dove lo avevano lasciato. Iris lanciò un'occhiata intenerita in direzione di quella creaturina, rannicchiata e legata sul fondo del capanno. "Ciao Qiang" lo salutò con un sussurro affettuoso, avvicinandosi lentamente: era intelligente, quella bestiolina e non si sarebbe sorpresa se fosse scattata all'improvviso, puntando contro di lei... ma in fondo le piaceva anche per questo: amava quel suo carattere fiero, la sua determinazione... e come previsto l'animale scattò e Iris fu altrettanto rapida a gettarsi di lato, prima di accorgersi che la catena lo aveva trattenuto a diversi metri di distanza. L'animale, ora, sibilava frustrato. "Shht, shht" lo tranquillizzò Iris, avvicinandosi con prudenza, ma allo stesso tempo con decisione. Il rettile la fissò dritta negli occhi per un istante, poi si abbassò, preparandosi ad attaccare. Iris fu più rapida: balzò in groppa all'animale, strappò la catena con l'aiuto del proprio dominio e lanciò l'animale al galoppo. Era rapido, rispondeva bene, segno che era nuovamente in forma. Iris si concesse un sorriso. In pochi istanti l'animale bruciò la distanza tra il nascondiglio che lo aveva protetto per giorni e il villaggio. Anche lui sembrava finalmente felice di poter correre nuovamente all'aria aperta; Iris si strinse a lui, godendosi la sensazione dell'aria fresca della notte che le carezzava i capelli. Poi le luci del villaggio comparvero in lontananza: nessun muro, nessuna sentinella. Era un villaggio troppo piccolo e sperduto per poter avere sistemi di sorveglianza. Un vero e proprio tuffo nel passato. Meglio così.
    Senza che Iris dovesse guidarlo, Qiang si acquattò tra le ombre, sgusciando in uno stretto vicolo. La luna nuova aveva lasciato il villaggio nella più completa oscurità, fatta eccezione per la luce di qualche vecchia lampada e quel poco che filtrava dalle finestre delle case. L'appuntamento con le Pupille era alla locanda: ce n'era una sola, al centro del villaggio. Le unghie dell'animale graffiavano il terreno, facendo crepitare la ghiaia al suo passaggio... poi Qiang si bloccò di colpo, annusò l'aria ed iniziò a puntare la strada di fronte a sé, con gli occhi stretti in due fessure, pronto a scattare. Iris tese l'orecchio: suono di voci e risate. Ubriaconi. La donna lancò un'occhiata carica di disprezzo nella direzione di quel suono e fece arrampiacare Qiang sul tetto dell'abitazione vicina; scivolarono silenziosi nella notte fino all'edificio dal quale proveniva gran parte della luce che illuminava la strada e lì Iris lo fece fermare. "Dove sei, Elanor?" si chiese, guardandosi in giro. Il respiro di Qiang si era fatto nuovamente silenzioso, stava puntando qualcosa... il muro sotto di loro! Iris lasciò che l'animale scendesse: "mi servirà una nuova sella" brontolò, lasciandosi scivolare lungo il dorso dell'animale.
     
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  3. Silian
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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 17, POST 88, sera
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    [38.230 Elanor (#3a0057): n° exp (15r50)] [DENARO: 485 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: vecchi stivali neri con carro armato, pantaloni e giacca da lavoro ocra, maglietta marrone a collo alto, cintura in pelle, mezziguanti, capelli raccolti in una treccia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

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    Il raspare appena pecettibile delle unghie della lucertola sull'intonaco fece venire la pelle d'ocanatra ad Elanor, che si rannicchiò sul posto voltandosi in direzione della grossa, sinuosa sagoma che scendeva agilmente giù per il muro: non se lo aspettava. E no, non l'aveva nemmeno sentito arrivare. La sorpresa fu abbastanza forte da farle dimenticare di sentirsi in colpa per l'ipotetica mancanza di competenza appena dimostrata, ma non avrebbe mancato di farlo in seguito. Un brivido freddo le scese giù per la schiena; si alzò con lentezza calcolata per non aizzarsi l'animale contro e si sforzò di non indietreggiare, cercando di capire dallo sguardo fisso del rettile se per caso avesse intenzione di attaccare. Quell'affare di notte era ancora più sinistro del solito. "Le ragazze sono in posizione, non ci sono segni di inseguitori" sussurrò rivolta alla notte, mentre ancora cercava con gli occhi la sagoma minuta di Iris: non aveva la minima intenzione di staccare lo sguardo da Quiang -casomai gli fosse venuto un languorino- ma ci mancava solo che la sua padrona arivasse dal lato opposto del nascondiglio.

    Fece spazio alla lucertola mentre si impossessava del rettangolo di terra umida dietro alla catasta di legna: sentì le suole degli stivali affondare per diverse dita nel fango. Fece una smorfia, tirò fuori i piedi dalla pozza (vennero fuori con un brutto rumore di risucchio) e si avvicinò al muro della bettola, additando alla sagoma di iris una grossa fessura tra le assi della parete: da lì si riusciva a vedere parte dell'interno. Le luci elettriche erano deboli e gallastre, i muri odoravano di fumo e cattiva cucina già da fuori; la maggior parte degli avventori era racolta attorno al bancone, mentre solo due o tre tavoli tra quelli visibili da lì erano occupati da marinai impegnati a scucchiaiare la loro zuppa dalle scodelle di legno. Improvvisi scoppi di urla provenienti da una zona fuori dal campo visivo indicavano non tanto una rissa, quanto probabilmente una gara a braccio di ferro - o qualcosa del genere, che sarebbe probabilmente degenerata in una rissa. La donna trattenne un sospiro: doveva davvero lasciare che Iris entrasse lì dentro?. La risposta che aveva ricevuto tempo addietro non ammetteva repliche. Attese che l'altra prendesse visione della situazione mentre ricontrollava per l'ennesima volta i dintorni, nel timore che qualcuno le stesse seguendo... ma niente. Di nuovo il bruciore le divampò forte nello stomaco. Sentiva di non poter accettare la minima imprecisione da sé stessa, da quel momento in avanti.
     
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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 15, P. 32 ~ sera

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    Iris toccò terra e chiuse gli occhi in una smorfia di disgusto nel sentire il terreno che cedeva sotto di lei. Fango. Nonostante le piacesse credere il contrario non era più abituata a quel genere di cose. Negli anni vissuti senza mettere la punta del naso fuori da palazzo aveva sviluppato una discreta insofferenza verso qualunque cosa sporca, maleodorante e cucinata male... e lì sembravano essere riunite tutte le cose che odiava di più. L'odore del cibo scadente che servivano all'interno di quella bettola le provocò un conato di vomito, ma la donna si aggrappò a Qiang, certa che nell'oscurità Elanor non se ne sarebbe accorta. Camminò in punta di piedi, più per sporcarsi il meno possibile che per avvicinarsi silenziosamente all'apertura che Elanor le aveva indicato.

    Nella sala un branco di bifolchi schiamazzava come gallinoche in procinto di essere sgozzate. Tra gli avventori scorse anche le "ragazze". Si allontanò frettolosamente dall'apertura, impiegando alcuni secondi ad abituarsi nuovamente all'oscurità e riconoscere prima la sagoma di Qiang, poi quella più piccola, di Elanor. "Prima di entrare... c'è un cambiamento di programma: ho delle nuove informazioni" disse, senza prendersi la briga di precisare come le avesse ottenute. Elanor avrebbe saputo che non era merito di una delle Pupille e tanto le bastava. La sfidò con lo sguardo a ribattere, ma l'espressione dell'altra donna era indecifrabile, nella notte, così l'Imperatrice proseguì: "stiamo cercando un uomo, Kwang, Zhao, Shen... o chissà sotto che altro nome gira adesso. Sembra sia un personaggio che ama farsi notare: narcisista, sfrontato, probabilmente se sapesse chi siamo verrebbe di persona a sfidarci per puro divertimento. Questo, almeno, prima che sparisse dalla circolazione. Il mio informatore dice che da quattro anni a questa parte di lui sembra essersi persa ogni traccia" commentò, con voce seccata. Quello poteva essere un problema. Dal suo punto di vista solo due cose potevano essere successe: "o ha messo la testa a posto, o qualcuno lo ha messo a tacere".
     
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  5. Silian
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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 17, POST 89, sera
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    [38.280 Elanor (#3a0057): n° exp (15r50)] [DENARO: 485 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: vecchi stivali neri con carro armato, pantaloni e giacca da lavoro ocra, maglietta marrone a collo alto, cintura in pelle, mezziguanti, capelli raccolti in una treccia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

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    "... c'è un cambiamento di programma...". Elanor si irrigidì nell'oscurità, mentre tutte le considerazioni che le vorticavano nel cervello tacevano di colpo in un silenzio raggelato. C'erano già tante variabili... troppe variabili. Variabili che potevano costare la vita alla persona più importante sulla faccia della terra. Solo la considerazione in cui teneva Iris le impedì di reragire ed opporsi con ostinazione a quell'odiosa variazione ai piani. Quando l'altra ebbe finito di parlare, la tentazione di chiederle cosa diamine avrebbero dovuto fare con quel tizio fu terribilmente forte. Si prese la testa tra le dita, massaggiandosi le tempie per qualche istante. Scosse poi la testa "Se è ancora vivo lo troveremo. Ma... esattamente, a cosa dovrebbe esserci utile questo tizio?" le sussurrò, tornando ad accosciarsi al di sotto del livello della catasta di legna. Le ragazze all'interno le stavano aspettando. Gli ordini erano chiari e non si sarebbero mosse di lì, ma in che maniera le nuove direttive avrebbero modificato il piano d'azione? In quel modo le posibilità di fallimento aumentavano in modo esponenziale... la donna sospirò tra i denti, i pensieri che le si affastellavano nel cervello oltrepassando il livello critico. ODIAVA I CAMBI DI PROGRAMMA, OH, SE LI ODIAVA! "In che modo dobbiamo muoverci?" le chiese in un soffio, appena riuscì a recuperare la lucidità mentale necessaria.
    Andiamo a braccio o hai idee per la scena all'interno oltre quella di cui avevi parlato? e click qui, Holly ha messo anche la skin.
     
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    L'insieme con la skin non mi convince e detesto quel logo, ma cercherò di sopravvivere. Per l'interno direi di cercare informazioni sul tipo, ho tagliato un po' facendo dare l'imbeccata a Ris da un suo informatore, perché ho pensato che altrimenti si tirava un po' troppo per le lunghe.





    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 15, P. 33 ~ sera

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    "A cosa dovrebbe esserci utile questo tizio?"
    sentì chiedere alla voce di Elanor ed Iris intuì che la verità non le sarebbia piaciuta... ma era abbastnza cresciuta per accettarla. "Non ne sono ancora sicura" rispose con un sussurro. Qiang la strattonò nervoso: non gli piaceva stare fermo tanto a lungo ed aveva ragione: era ora di incominciare a muoversi. "Secondo il mio informatore questa persona vantava conoscenze tra i pirati di Codadibalena. Non voglio lasciarmi prendere dall'entusiasmo, ma se fosse vero... potrebbe esserci lui a capo di tutto questo, potrebbe conoscere il responsabile o potrebbe essere una falsa pista. Non lo so, ma al momento è la traccia più concreta che sono riuscita a trovare. Il tutto si fonda su un assunto ancora più debole: non ci sono certezze che si tratti di uno dei pirati... potrebbe essere un imitatore, potrebbe perfino non avere niente a che fare con loro! Ho bisogno di credere che questa persona abbia a che fare qualcosa con quello che è successo a mio figlio, perché è l'unica cosa che possa dare un senso a tutti i rischi che sto correndo" spiegò, scuotendo la testa. "Il nostro obiettivo è trovarlo, ma non voglio stabilire nessun contatto finché non sapremo chi è, cosa fa, ed ogni minimo dettaglio della sua vita negli ultimi sedici anni" precisò. Non sarebbe stato facile reperire tutte quelle informazioni senza poter contare sulla rete di contatti che aveva reso famose le Pupille, ma non potevano permettersi di farsi scoprire e perdere l'unica traccia che avevano da mesi. "Andiamo. Entra per prima, io porto questo cucciolone nella stalla, poi ti raggiungo" disse l'Imperatrice, accennando con la testa al grosso rettile che la accompagnava, con un sorriso affettuoso stampato in volto.
     
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  7. Silian
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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 17, POST 90, sera
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    Elanor fu fortemente tentata di prendere il muro della bettola a craniate. Evitò di farlo, così come evitò di sbuffare, sospirare, prendersi la testa tra le mani e lanciare occhiate incredule ed esterrefatte alla sua Imperatrice... così come era suo dovere fare... sarebbe stato fuori luogo, poco professionale e a dir poco offensivo esprimere il suo stato d'animo. Annuì senza dire niente e lanciò ad Iris un'occhiata forse un po' vitrea, mentre si alzava dalla sua posizione accosciata aiutandosi con una mano poggiata contro le assi di legno umido.

    Si sentiva come una condannata al patibolo, con le vampate di bruciore allo stomaco che ormai avevano cessato di essere solo intermittenti. Gli stivali affondavano gorgogliando nel fango ed estrarli era un' impresa ad ogni passo: era l'universo che le stava dicendo di non andare? Qualunque cosa potesse voler dire, Elanor si ritrovò davanti alla porta del fetido locale ancora prima di rendrsi conto di quello che stava facendo; quando tornò in se un brivido la percorse da capo a piedi: di quel passo avrebbe reso l'intera operazione una missione suicida! Diamine, era il Capitano delle Pupille, la persona più temuta sulla faccia della terra dopo Iris e quell'imbecille di suo marito... cosa accidenti stava facendo? Scosse la testa con rabbia ed osservò la propria mano poggiarsi sulla porta, spingere la porta, vide la luce fumosa filtrare dallo spiraglio e poi investirla insieme a zaffate di un miscuglio incomprensibile di odori grevi.

    Sudore, cipolle, fumo di sigaretta, grsso bruciato ed aria viziata, ecco di che sapeva quel posto. Se Iris non fosse svenuta dopo mezzo secondo avrebbero dovuto ritenersi fortunate. Ignorò gli sguardi viscidi degli uomini che le si erano appuntati addosso e marciò spedita verso il bancone, senza degnare di uno sguardo le ragazze -che stavano giusto finendo una partita ai dadi contro due soggetti dall'aria poco pulita. Ordinò una ciotola di zuppa sentendosi male alla sola idea dell'odore che potesse avere. Niente alcolici in servizio. I rumori nella sala non erano cambiati di tanto da quando era entrata: buon segno. Prese a tamburellare impaziente sul bancone coperto da un sottile strato d'unto: detestava dover dare le spalle al resto del locale...
     
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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 15, P. 34 ~ sera

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    Era strano scoprire come la tecnologia si fosse evoluta più lentamente, in alcune parti dell'impero. A palazzo venivano ancora usati i bracieri, più per tradizione che per questioni pratiche... e poi a lei piacevano. Sentire il calore di quelle fiamme che bruciavano, la loro energia, le infondevano la forza e la determinazione necessarie. In quel piccolo villaggio, tuttavia, la poca tecnologia obsoleta che si poteva intravedere qua e là, dava un senso di abbandono e desolazione. Iris guidò Qiang oltre una vecchia satomobile dal paraurti infangato, parcheggiata sul fondo della stalla. Una lampadina malfunzionante ronzava nell'edificio, consentendole di vedere qualcosa senza dover ricorrere al dominio. Qiang sibilò infastidito: avrebbe preferito essere lasciato libero di andare a caccia, si vedeva che già fiutava qualcosa, nell'oscurità che avvolgeva il villaggio. Sentì i muscoli dell'animale tendersi, mentre un cavallostruzzo nitriva spaventato. "Hai già cenato" gli ricordò Iris. Una scarica di adrenalina la fece scattare all'improvviso, appena in tempo per evitare un'artigliata da parte del grosso rettile. Sorrise divertita. Amava il carattere indomito di Qiang. Cominciava a capirlo, finalmente. Riusciva a capire quando era nervoso, adesso. Lasciò andare la catena con cui teneva il grosso rettile, lasciando che si avventasse contro quella ridicola cavalcatura, ma prima che riuscisse ad azzannarla infilò la catena nel collare e lo bloccò all'interno di uno dei box. "Lo so che non ti piace, ma è solo per stasera" promise, uscendo dalla stalla.

    Appena mise piede nella locanda una zaffata indistinta di odori la raggiunse, facendole storcere il naso. Tossicchiò infastidita: quello era decisamente peggio di tutto quello a cui era abituata. Si era spesso lamentata dell'addestramento che aveva subito nell'esercito, ricordandolo come il periodo peggiore della sua vita, ma quello che aveva attorno al momento sembrava molto peggio. Si mosse rapida, sapendo che avrebbe attirato un po' troppo l'attenzione rimanendo lì sulla porta. Individuò con un colpo d'occhio le sue ragazze, ma non diede cenno di averle riconosciute. Non le sfuggì nemmeno lo sguardo viscido di alcuni dei presenti. Stava per vomitare e non era affatto dignitoso. Scelse un uomo che ad occhio dimostrava la sua età: se ne stava seduto da solo in un angolo della sala, con tutta l'aria di avere qualcosa da nascondere; Iris prese posto al suo tavolo "puoi offrirmi da bere" annunciò, senza troppi complimenti... "e possibilmente qualcosa di molto forte" aggiunse mentalmente. Avrebbe ingurgitato qualunque cosa potesse rendere un po' più sopportabile quel luogo. L'altro parve infastidito, e Iris si sporse verso di lui: "cerco informazioni, aiutami e ti lascerò in pace, ignorami e..."
     
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  9. Silian
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    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [38.430 Elanor (#3a0057): n° exp (30r100)] [DENARO: 485 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: vecchi stivali neri con carro armato, pantaloni e giacca da lavoro ocra, maglietta marrone a collo alto, cintura in pelle, mezziguanti, capelli raccolti in una treccia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1100
    Def= 100
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    La sua scodella le fu messa sotto al naso prima di quanto pensasse, e se ne accorse più che altro dalla zaffata greve che le arrivò alle narici, tanto era concentrata ad ascoltare i rumori alle sue spalle. Si trattenne dallo storcere il naso, mollò le monetine sul bancone e si voltò per cercare un posto a sedere con la sua succulenta cena tra le mani. Camminare con la ciotola sotto al naso non contribuiva alla sua serenità o alla calma mentale... abbracciò la sala con lo sguardo: le altre due stavano ancora giocando a dadi, e probabilmente avevano anche vinto qualcosa dal tipo che si era alzato dal tavolo tutto immusonito; Iris invece... ma dove era... per poco non le cadde la brodaglia dalle mani quando la vide sporgersi in quel modo verso il tizio sul tavolo. Sentì un senso di gelo freddo prenderle prima la testa, poi la schiena... perché era così vicina? Era stata fuori dal Palazzo abbastanza a lungo da sapere come si relazionava la gente comune? Perché diamine si avvicinava tanto? L'impulso di filare a sedersi accanto a lei per poterla tenere meglio sott'occhio era fortissimo... ma non poteva, gli ordini erano ordini. Si costrinse a mettere un piede dietro l'altro fino a raggiungere un tavolino collocato grossomodo al centro della sala: tutte le sue sedie tranne una erano state prese dagli altri avventori per potersi sedere accanto ai propri compagni di bevute.

    In un certo senso era un bene stare da sola: non doveva preoccuparsi più di tanto della gentaglia con cui sarebbe capitata. Peccato che mischiarsi a quelli là fosse esattamente la sua missione. Così, quando uno dei vicini di tavolo decise di trascinare la sua sedia accanto a lei, accettò rassegnata l'ineluttabilità dei fatti -pur senza cercare in alcun modo il contatto visivo con quell'individuo. Continuò ostinatamente a raspare il fondo di legno col cucchiaio di latta, facendo finta di aspettare che la brodaglia si raffreddasse. E dall'ospite nessuna parola. Dalla sua angolazione riusciva a vedere che era vestito con abiti color marrone stinto.

    "Allora, la mangi o no quella roba?". Elanor si limitò ad un'alzata di spalle, senza sollevare gli occhi dalla ciotola. La voce dell'uomo era roca e profonda, rasposa come un pezzo di cartavetrata, faceva pensare al fumo delle caldaie delle vecchie navi a vapore. Lui tossicchiò. "Si vede che ti fa schifo, sai?". Un'altra alzata di spalle come risposta, ma lei sentì i battiti del cuore accelerare. "Da dove vieni?" Incalzò quello, facendosi più vicino: le gambe della sedia strisciarono grattando il pavimento di assi di legno vecchio. Il Capitano non sapeva bene che pesci pigliare a quel punto. Dopo alcuni istanti di riflessione abbandonò il cucchiaio, si appoggiò contro lo schienale della sedia e finalmente esaminò l'uomo che era appena entrato a far parte del suo campo visivo. Aveva la barba sfatta, che pareva fatta di filo di ferro; un paio di occhi grigo opaco infossati ed un bel naso dritto. Sarebbe anche potuto essere un bell'uomo, se non fosse stato così trascurato. "Non devo farmi gli affari tuoi, eh?" commentò quello allora, mormorando a filo di labbra. Di quel passo non sarebbe riuscita a cavare un ragno dal buco! Come faceva a raccogliere informazioni se cacciava la gente che si avvicinava? Diamine, non poteva perdersi in una cretinata simile.... e fu così che quella volta il tale si prese un occhiolino come risposta. L' occhiolino... ma sei deficiente? si apostrofò Elanor da sola, ma non poté fare a meno di notare che all'altro sembrava aver fatto piacere. "Mangiala tu se ti va" gli disse senza preamboli e spinse la ciotola nella sua direzione. La zuppa ondeggiò al suo interno per inerzia un paio di volte; lui guardò prima Elanor, poi la scodella, ed infine afferrò il cucchiaio mangiando di buona lena. Un po' di brodaglia gli colava lungo il mento, ma non sembrava farci caso... quanta fame poteva avere, per essere ridotto a nutrirsi di quella roba disgustosa? E nel pensarci sentì un po' della tensione allentarsi. Forse le aveva rivolto la parola solo perché aveva fame.
     
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    ~ abbigliamento: Pantaloni di cotone grezzo rosso scuro, maglia aderente rosa, capelli corti e spettinati, stivali in pelle, capelli fermati con una fascia.
    ~ armatura: D1 (off)
    ~ armi: pugnale (on)
    ~ abilità: fiamme blu, controllo dell'attacco B
    ~ mosse: scudo di fuoco, attacco combinato, schivata veloce, pioggia di fuoco, bastione di fuoco, scatto, inversione di potenza, resistenza, colonna di fuoco, rigenerazione, attacco a sorpresa.
    ~ stats:
    Atk D. 1.800+50% (fiamme blu) = 2.700
    Def D. 2.001+1/10 (armatura) = 2.201
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    quanto segue è vagamente erotico e decisamente violento
    Iris non fece in tempo a finire la frase, perché l'uomo che aveva di fronte abbandonò all'improvviso il suo atteggiamento schivo, afferrò saldamente il braccio che Iris aveva posato sul tavolo e fece forza contro il gomito, facendola cadere malamente sulle assi di legno, tra le risate generali. Iris chiuse gli occhi, colta di sorpresa, a malapena consapevole che entrambe le sue braccia, ora, si trovavano bloccate dietro alla schiena, mentre il suo addome premeva dolorosamente contro il bordo del tavolo. Lentamente trovò la forza di riaprire gli occhi, ma non fu particolarmente d'aiuto: i capelli le erano scivolati sul volto, oscurandole gran parte della visuale. Strattonò le braccia, mugugnando infastidita: avrebbe voluto combattere, far vedere a quel bifolco di cosa era capace... allungò le dita, cercando di infilarle nelle maniche della giacca... ma si rese conto immediatamente che il suo pugnale era irrimediabilmente fuori portata in quella posizione. Strinse i pugni e smise di lottare per un istante, considerando le alternative, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano insulti da urlare in faccia a quel troglodita. "Agni Kai!" gridava con insistenza una voce subdola nella sua mente. Non le diede ascolto.

    In quel momento scorse un movimento in fondo alla sala da parte di una delle sue ragazze. E al dolore fisico si aggiunse un insopportabile senso di vergogna: lei, che aveva guidato l'esercito alla conquista del mondo intero... messa fuori combattimento a quel modo, in un attimo, da un solo bifolco? Strinse i denti, dimenandosi furiosa. Non voleva perdere così! Poteva fare molto meglio! Poteva distruggerlo in una frazione di secondo, poteva... c'erano un sacco di cose che poteva fare, ma tutte mettevano in pericolo la sua copertura e la possibilità di ritrovare Sozin. Sentì il peso del corpo dell'uomo posarsi su di lei, insieme ad una vasta gamma di odori non esattamente piacevoli. "Difficile ignorarti dolcezza" sussurrò lui in un tono che non prometteva niente di buono.

    Iris tossicchiò, infastidita: le due Pupille avevano smesso di giocare a dadi ed ormai erano fuori dalla sua visuale... se non avesse fatto qualcosa, e alla svelta, avrebbero finito per far qualcosa loro, rovinando tutto, facendo saltare non solo la sua, ma anche la loro copertura. Avrebbero ignorato un suo ordine diretto? Non glielo avrebbe mai perdonato. Ormai era chiaro che non poteva fidarsi ciecamente della loro abilità, se non poteva fidarsi nemmeno della loro lealtà cosa le rimaneva? Pupille che ignoravano un suo ordine: allontanò quel pensiero dalla sua mente. Impossibile. Se la sarebbe dovuta cavare da sola ed era perfettamente in grado di farlo. Prese un respiro profondo, contrasse i muscoli e usò tutte le sue forze per sferrare un calcio deciso alle sue spalle.

    La presa del suo assalitore si allentò per un istante, ma non abbastanza da consentirle di scivolare via.

    Era abbastanza sicura di essere diventata l'attrazione principale di quella schifosa bettola e la cosa cominciava ad infastidirla più del dovuto. "Stai giocando con la persona sbagliata" lo minacciò, ottenendo in risposta solo una grassa risata. Quello fu il suo primo errore nel giro di pochi istanti. Il secondo fu dare ascolto ai suggerimenti maliziosi degli altri avventori: fece scivolare una mano sulle curve di Iris... ma nell'esatto istante in cui le liberò il polso la donna raggiunse il pugnale, sferrò un calcio all'uomo e scivolò di lato. L'altro non fece nemmeno in tempo a gridare che si trovò il pugnale conficcato con forza nel cuore. Lanciò un'occhiata sconvolta all'arma, poi alla donna e lei ricambiò l'occhiata con uno sguardo gelido, indurito dall'offesa subita; attese un istante, perché lui capisse... poi con un colpo deciso rigirò l'arma nella ferita; l'altro collassò a terra, con il volto contorto in una maschera di terrore. Ecco. "Così finiscono gli animali" si disse, osservando con piacere la chiazza di sangue che andava rapidamente ad impregnare la camicia dell'uomo. Passarono alcuni istanti prima che Iris si decidesse ad estrarre il pugnale e solo allora parve accorgersi, con disappunto, che tutto quel sangue le aveva macchiato i vestiti. Tentò di liberarsene come avrebbe fatto con una zanzamosca.

    Nel frattempo i presenti sembravano improvvisamente essersi ricordati dell'importanza di quello che stavano facendo, perché era ripreso un allegro chiacchiericcio ed ora più nessuno sembrava degnarla di attenzione, il che fu un bene: non era in vena di altre discussioni per quella sera. Non cercò le sue ragazze. Non voleva parlare nemmeno con loro. Ripulì il pugnale negli abiti dell'uomo e poi lo infilò nuovamente nel fodero, ben nascosto tra i suoi abiti, mentre si avviava verso il bancone. "Un boccale della roba più forte che hai" ordinò, gettando sul tavolo una manciata di monete d'oro. "Queste sono per il disturbo" spiegò, accennando con la testa al cadavere disteso nel bel mezzo della sala. Se solo Antk fosse stato lì...
     
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  11. Silian
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    Un paio di fischi ed un piccolo applauso lacerarono il silenzio, decretando la fine dello spettacolo, ma Iris sembrava non averci fatto nemmeno caso.

    Il pallore mortale che si era diffuso sul viso di Elanor era più eloquente di quanto la stessa potesse temere. Il suo compagno, se così vogliamo chiamarlo, prese a fissarla mentre si asciugava con una manica a zuppa che gli era colata sul mento barbuto. "Capita ogni tanto, sai?" commentò senza troppo interesse: si tirò su nelle spalle mentre grattava con la punta del cucchiaio il fondo della scodella; due garzoni nel frattempo stavano trascinando fuori il cadavere, mentre un terzo provvedeva a rimuovere con uno straccio la scia di sangue che si lasciavano dietro. In barba all'addestramento e a tutta l'esperienza accumulata, la donna sentì chiaramente un conato di vomito salirle su dallo stomaco. Aveva lasciato che un soggetto ostile si avvicnasse ad Iris... gli aveva consentito di metterle le mani addosso, senza fare nulla... e potevano anche essere ordini, ma avrebbe preferito darsi fuoco piuttosto che permettere di nuovo una cosa del genere! Deglutì a vuoto, massaggiandosi lo stomaco in subbuglio; una delle ragazze -quella che si era alzata- tornava al suo posto, dopo aver finto di servirsi di una delle sputacchiere di rame fissate alle pareti. Sentì su di sé di nuovo lo sguardo indagatore dell'uomo: "Non sei di queste parti, eh?" commentò, indicando con un gesto il salone della locanda più che la località geografica. Non mangiava il cibo che davano e quasi sveniva per una rissa da osteria... di quel passo avrebbe fatto saltare del tutto la copertura, altroché! Stava andando tutto a rotoli... Elanor si infilò le mani sotto le braccia, fingendo di interessarsi ai giocatori di carte del tavolo accanto. "Se l'è meritato..." commentò con un tono flebile che non convinse manco lei, ma il tipo annuì con l'aria di uno che la sa lunga, reggendole il gioco.

    "Se cercassi lavoro, a chi dovrei chiedere?" gli chiese a bruciapelo, dopo qualche minuto di silenzio. Quello si voltò subito e le lanciò un'occhiata penetrante -evidentemente si aspettava che prima o poi gli avrebbe rivolto la parola. "... che genere di lavoro?".

    La donna caprò con la coda nell'occhio un movimento alla sua sinistra: proveniva dal tavolo degli applausi. Si era alzato un uomo dalla corporatura imponente: capelli e barba folti, neri ma striati d'argento; l'acconciatura era, sorprendentemente, similissima a quella tradizionale della Nazione del Fuoco. Gli abiti che indossava erano un vero e proprio pugno in un occhio: il termine "pacchiano" riusciva a descriverli solo di lontano... dopo essersi consultato con un paio di persone sedute al tavolo con lui si avvicinava a falcate grandi e sicure
    al bancone... guarda caso esattamente al fianco di iris. Il Capitano si sentì raggelare per l'ennesima volta quella sera. Non... non era certa di riuscire a reggere quel carico di stress ancora per molto... strinse un pugno, cercando nella manica il contatto rassicurante col freddo metallo di uno dei suoi stiletti. "Ferma lì" intimò alla locandiera, che stava per ritirare il denaro lasciatole dall'Imperatrice in incognito "Pago io. Se la signora è d'accordo, si intende..." continuò rivolgendosi ad Iris con una riverenza fin troppo cerimoniosa, prima di sbattere sul bancone un quantitativo congruo di monete. Il chiacchiericcio scemò di botto, per poi riprendere subito dopo il tonfo poderoso che produsse urtando con la mano il legno umido del bancone. "Quello è Jiang. A lui puoi chiedere lavoro. Però devi farti uno stomaco un po' più tosto, signorina, o con lui non duri mezza giornata" sussurrò lo sconosciuto ad una tesissima Elanor.
     
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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 15, P. 36 ~ sera

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    "Ferma lì"
    . Iris si voltò in direzione dello sconosciuto, squadrandolo con sguardo torvo. Ne aveva avuto abbastanza, per quella sera... e probabilmente ne aveva avuto abbastanza anche per tutta la settimana seguente: non intendeva pugnalare nessun altro, né rivolgere la parola a qualcuno di diverso da Qiang. Ecco... forse avrebbe dovuto portare lì il suo lucertolone, così a quei bifolchi sarebbe passata tutta quella necessità di comunicare. Certo, questo non aveva esattamente l'aria di un bifolco... l'acconciatura era impeccabile, nonostante qualche striatura di grigio, e l'abbigliamento valeva probabilmente più dell'intera locanda, anche se il suo buon gusto sembrava lasciare molto a desiderare. Aveva visto tanti nobilotti vestirsi in quel modo: gente che cercava di sembrare più importante, ma che non aveva la minima idea di cosa fosse la vera classe.

    "Pago io. Se la signora è d'accordo, si intende..." continuò l'altro, con fare cerimonioso. Iris sospirò, sentendo la tensione allentarsi: per quanto potesse essere disgustoso quell'uomo non riusciva a non apprezzare quando la gente la trattava con il dovuto rispetto. Si strinse nelle spalle. Il denaro non era certo un problema per lei, ma se l'altro voleva offrirle da bere non avrebbe fatto storie. Lasciò che la locandiera prendesse il denaro dell'uomo e si ricacciò in tasca le proprie monete. "Cosa mi costerà questa bevuta?" si informò, lanciando all'omaccione un'occhiata scettica, mentre la locandiera posava sul tavolaccio di legno quanto richiesto. Finalmente! L'Imperatrice afferrò il boccale, trangugiandone rapidamente il contenuto: non le importava cosa fosse... ma perfino così il suo palato raffinato riuscì a informarla che quella roba era di pessima qualità. Posò malamente il boccale, concedendosi una smorfia di disgusto, mentre un piacevole senso di torpore cominciava già ad annebbiare i suoi sensi. Chiuse gli occhi, godendosi quell'istante. Così andava molto meglio.

    "Prendetelo come un complimento per lo spettacolo. Avete una tecnica ammirevole, degna dell'esercito della Nazione del Fuoco... parola di uno che ci è stato" si vantò l'uomo. Probabilmente in altre circostanze una frase del genere sarebbe riuscita a farla trasalire, ma non dopo quello che era successo, non con tutto quell'alcool ormai in circolo: Iris si limitò a lanciargli un'occhiata annoiata. "In tal caso vi ringrazio" rispose, posando la testa su una mano, mentre l'altra era impegnata a rovesciarle in bocca un'altra sorsata. L'uomo, dal canto suo, non sembrava intenzionato ad andarsene. "Potrebbe interessarvi un lavoro?" propose.

    Iris non si mosse, né diede segno di averlo sentito per un lungo istante. "Che genere di lavoro?" chiese allora, con voce distante. Non sembrava nemmeno la sua voce. Era stata davvero lei a parlare? "Ne stavo proprio parlando con alcuni amici, vi va di unirvi a noi?" propose, indicandole il tavolo dal quale si era appena alzato e premurandosi di offrirle il braccio. Iris lanciò un'occhiata nella direzione indicata dall'uomo, più per il semplice fatto che lui l'avesse indicata, che per reale interesse. Che stava facendo? Chiuse gli occhi un istante, cercando di schiarirsi le idee. Barcollò leggermente. Sozin. Era lì per Sozin. Cercavano un contatto... e quella era l'occasione migliore che le si era presentata da quando erano entrate in quella bettola. "Sì" rispose, temendo che se avesse annuito sarebbe finita per rotolare a terra, e senza aggiungere altro afferrò saldamente il suo boccale e si lasciò accompagnare fino al tavolo.
     
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  13. Silian
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    Sono momentaneamente priva di idee decenti .-.


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    ANNO 17, MESE 4, GIORNO 17, POST 93, sera
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    Il nuovo soggetto non presentava atteggiamento ostile. Fu un'impresa seguirne i movimenti cercando nel contempo di eludere lo sguardo indagatore del suo affamato compagno di tavolo. Se lo sentiva, per qualche ragione la stava tenendo d'occhio, e non aveva voglia di abbassare la guardia -per poi scoprire che magari non si trattava di semplice curiosità. Iris fu condotta dall'uomo al suo tavolo. Non le piacque, da quell'angolazione non riusciva più a tenerla d'occhio... e poi lei camminava in modo strano. Chi poteva sapere cosa le avesse offerto quello là? Si mosse sulla sedia, a disagio, ma dissimulò subito il nervosismo fingendo di sistemarsi uno stivale... come se non bastasse stava zitta da troppo tempo. Non sapeva come comportarsi in una situazione come quella! Era addestrata a neutralizzare minacce incombenti e ad identificare individui sospetti, non ad intrattenerli! "Come funziona il gioco?" chiese al suo nuovo amico, con un cenno della testa verso il tavolo a cui era seduto prima. Le regole erano pressoché identiche ai giochi in voga tra i soldati dell'Impero, non si sarebbe stupita se fossero stati proprio loro ad esportarli in tutte le aree occupate; ciò nonostante ascoltò tuttele spiegazioni fingendosi quasi interessata. Doveva trovare un modo per spostarsi in vista del tizio vestito a festa, e doveva farlo subito.

    "... ma... senti... che genere di lavori offre quello lì?" riuscì infine a chiedere Elanor, ingenuamente... tanto ingenuamente che anche l'uomo accanto a lei sembrò dissimulare un sorrisetto di sufficienza. "Lascia stare, non è roba per te. Anzi, se vuoi un consiglio... torna a casa, da tuo marito -o da chiunque tu stia scappando, o qui durerai poco. Fai finta che non ti abbia detto niente, intesi?" le suggerì con aria paterna. Di rado si era sentita più umiliata che in quella circostanza... restò inchiodata alla sedia, senza trovare scuse abbastanza buone per proseguire la conversazione o il coraggio di prendere e ritirarsi con onore... ma quale onore poteva avere chi non porta a termine il suo compito? Si alzò e marciò verso il bancone, dove richiese "quello che ha preso la tizia di prima". L'alcol era forte, bruciava la gola. Per qualche istante, mentre lo tratteneva in bocca, fu tentata di sputarlo di nuovo nel bicchiere... tornò al suo tavolo con la bevanda in mano, ma lo trovò vuoto. Adesso era lo stomaco a bruciarle .tanto per cambiare. La risata argentina di una delle ragazze sorpassò il chiacchiericcio diffuso della sala. A quanto pare quella serata era l'unica a non aver ancora concluso alcunché...
     
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    eeh, se non ci fossi io! Ho un'idea, vienimi dietro.





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    Iris si lasciò cadere sulla vecchia panca, a malapena consapevole della presenza di altre persone accanto a lei. L'uomo che l'aveva scortata fin lì disse qualcosa, ma passarono diversi istanti prima che Iris riuscisse a dare un senso a quelle parole. Evidentemente l'uomo voleva sapere chi era. Chi era? Ma lo sapevano tutti chi era! Si raddrizzò, ricambiando lo sguardo dei presenti con decisione "Zhi Lin" rispose, posando il boccale. Aveva bevuto fin troppo, data la strana piega che stava prendendo quella conversazione. "Di solito caccio alcileone. Ci guadagno fino a 800 monete se è un bell'animale. Vivo ancora di più..." spiegò. Le erano sempre piaciuti quegli animali, ne aveva usati un centinaio per decorare una delle sale del palazzo e ricordava ancora le discussioni con l'impagliatore che aveva tentato di fregarla. "Ma per una paga migliore sono disposta a cacciare altro" si premurò di precisare, scrutando le altre persone attorno al tavolo: tre uomini e due donne, tutti decisamente più corpulenti di lei... ma difficilmente altrettanto abili.

    "10.000 monete possono andare?" propose l'uomo corpulento che l'aveva condotta lì. "Certo che sì. Per cosa?" chiese Iris prudente. Non conosceva abbastanza l'ambiente delle bettole malfamate da sapere se quella era una buona proposta o meno, ma lei avrebbe pagato quella cifra solo per un criminale sufficientemente fastidioso... uno dalla cui scomparsa era certa di ricavare molto di più. "Una cosa per volta" rispose l'omaccione, facendole cenno di tacere. Iris ricambiò con sguardo torvo, ma rimase in silenzio, limitandosi ad ascoltare.

    Un sacchetto pieno di monete si trovava ora di fronte a lei; era apparentemente riuscita a conquistarsi la fiducia di quegli sconosciuti, probabilmente loro potevano darle gli indizi che cercava... ma quello che le avevano rivelato... rabbrividì, improvvisamente lucida. Cercò di incrociare lo sguardo di Elanor o di una qualunque delle ragazze. Doveva avvertirle. Aveva ordinato loro di non usare i codici delle Pupille e solo ora si rendeva conto di quanto quella decisione fosse azzeccata. Indicò la porta con lo sguardo, invitando silenziosamente l'altra ad uscire... sempre che capisse. Solo in quel momento si rese conto di quanto si affidasse solitamente al loro codice segreto. Infilò nuovamente il naso nel suo boccale fingendo di sorseggiare nuovamente la bevanda disgustosa al suo interno, ma questa volta non ne toccò un sol goccio.
     
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  15. Silian
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    Def= 100
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    La cosa positiva del non avere ospiti al tavolo era che poteva scegliere la sedia che preferiva: quella da cui poteva tenere d'occhio Iris. Sembrava aver avuto fortuna, lei... almeno era quella l'impressione che si aveva da quello scambio di sacchetti e parole che si stava svolgendo da qualche minuto tra i due. Quel tizio poteva anche non avere l'aria ostile, ma restava pur sempre un soggetto non noto al suo corpo di guardia... ed era tanto preoccupata di sorvegliare i movimenti di quello che per un soffio non si perse lo sguardo di Iris. Si irrigidì, preoccupata: cosa stava tentando di dirle? Si era focalizzata sulla persona sbagliata... mentre si lanciava insulti di varia natura però notò il movimento di una delle ragazze ai dadi: si stiracchiava, sbadigliava, sembrava volersi prendere una boccata d'aria. La vide alzarsi e incedere con passo lento per la sala, preoccupandosi di incrociare il suo sguardo... e poi di fissare la porta d'ingresso dal pomo consumato. Elanor sbuffò tra sé. I segnali convenuti erano più che chiari, in quel modo non avrebbero fatto che aumentare le probabilità di fraintendersi a vicenda; se però aveva capito bene era meglio uscire. La donna si mosse a disagio sulla sedia. Aveva pagato tutto, per uscire non le serviva nemmeno una scusa dato che era sola. Attese alcuni minuti dopo che l'altra fu sparita al di là dell'uscio prima di prendere la via dell'esterno a sua volta.

    L'aria fuori era più fredda di quanto non ricordasse. Si strinse nella giacca, inspirando a fondo. Dell'altra nessuna traccia, doveva essersi appostata in un angolo. Ora non restava che aspettare... lì, accanto alla catasta di prima, in un punto all'ombra. Non aveva specificato se ci fosse stato bisogno di nascondersi. E in caso di aggressione, più ti trovi lontano e meno rapidamente arrivi... la mente di Elanor girava più in fretta della turbina di uno di quei generatori di energia idroelettrica che avevano installato a Shu Jing. Non era una bella sensazione.
     
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