Una misteriosa compagnia

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    Anno 17, Mese 5, Giorno 31, pomeriggio || POST 6
    "Sono piccola, ma feroce"
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    Saki
    Codice colore: #802B00
    Exp: 5.930 (30r100x2)
    Denaro: banca
    Abbigliamento: Sopra a pantaloni stretti e una maglia a maniche lunghe entrambi neri porta un'altra maglia bianca larga con polsini stretti e una tunica senza maniche lunga fin sopra il ginocchio color marrone scuro con una striscia d'oro che la caratterizzano ai bordi. Le scarpe sono piccole, semplici e marroni, le arrivano sino alle caviglie.
    Abilità: /
    Armatura: /
    Armi: 乀 Bastone lungo (Armi lunghe)

    Stats PG
    Exp 5.000
    Livello Legend
    Atk 900
    Def 700
    Vel 300
    EV 800

    || Mosse d'attacco ||

    Ginocchiata C
    Facendo forza sulla gamba sinistra, il thay boxer si porta in avanti con l' anca e colpisce il nemico con il ginocchio destro.
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 10


    Gomitata B
    Il combattente colpisce con una gomitata il volto del nemico
    Atk: 20 / Def: 0 / Vel: 30


    Middle Kick C
    Calcio tirato all' altezza del busto in modo da togliere il respiro al nemico
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 25


    Diretto A
    Colpo che si effettua con il pugno a difesa dello zigomo, è più forte rispetto al jab.
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 20


    High Kick B
    Calcio alto che punta alla testa, la forza è impressa dalla rotazione del piede d' appoggio e dal movimento dell' anca.
    Atk: 40 / Def: 0 / Vel: 25


    Low Kick A
    Calcio effetuato abbassandosi con tutto il corpo, portando il peso sulla gamba sinistra e tendendo la gamba destra mentre si effettua una rotazione con l' anca.
    Atk: 55 / Def: 0 / Vel: 45


    Jarake Fad Hang
    Il thay boxer ruota su se stesso per massimizzare la potenza del calcio
    Atk: 90 / Def: 0 / Vel: 60


    Tae Ken Ko
    Il combattente porta in alto il calcio e colpisce il collo del nemico con la tibia
    Atk: 100 / Def: 0 / Vel: 60


    || Mosse difensive ||

    Kao Bung Kua A
    Il guerriero blocca i colpi con tibia per i colpi bassi e medi e con l' avambraccio per quelli alti
    Atk: 0 / Def: 40 / Vel 30


    Kao Bung Sai
    Il thay boxer blocca i colpi incrociando le braccia in modo da ridurre la forza dell' impatto.
    Atk: 0 / Def: 80 / Vel: 50







    Erano trascorsi ben tre giorni. Tre giorni in compagnia di un donna molto giovane e di un bambino piccolissimo dagli occhi dorati, rispettivamente Jin e Shiro. Due nomi che la piccola Saki aveva trovato fin da subito stranissimi. Aveva dunque obbligato Jin a seguire la costa, tirandola lei stessa per una mano, mentre con l'altra teneva sollevato il piccolino che mangiucchiava il pezzetto di legno. La ragazzina non era stata zitta nemmeno per un momento, raccontando le sue avventure e disavventure, non tenendo conto che la sua compagna avrebbe potuto rifiutare di ascoltarla. O forse semplicemente aveva bisogno di parlare, di sfogarsi finalmente con una persona dopo diverso tempo. Il bimbo si era presto stufato del suo giocattolino e aveva ricominciato a piagnucolare. Si erano fermate spesso a tranquilizzarlo e ad accontentarlo, rallentando il passo. Bisognava tener conto però che a Jin doleva la caviglia, ragion per cui quelle soste non erano del tutto inutili come potevano sembrare. Non contenta di raccontare la sua vita, continuava a porre domande frequentemente da piccola impertinente, non ottenendo sempre risposte soddisfacenti. Aveva ancora molti dubbi nei loro confronti e voleva conoscere ogni cosa. Chissà, magari un giorno sarebbero potuto diventare suoi intimi amici proprio come Sigurd!Erano presto finite anche le scorte di cibo e aumentava la necessità di trovare qualche altra buona anima lungo il tragitto.

    Saki, in uno dei suoi rari momenti di più totale silenzio, contemplava le onde infrangersi contro la roccia, tenendo lo sguardo basso e assorto. Camminava lentamente, tenendo a stento l'equilibrio e spesso trovandosi vicina all'orlo. Avrebbe potuto cadere da un momento all'altro, ma c'era il bimbo che le schiacciava lo stomaco che le ricordava che doveva prestare attenzione, altrimenti avrebbe fatto una brutta fine pure lui. "Come mai vi trovavate in mezzo alla foresta? Cosa è successo?" Era una delle tante questioni avvolte nel mistero. Se la donna avesse voluto nascondere qualcosa, aveva finalmente trovato pane per i suoi denti, perchè la ragazzina la metteva a dura prova. Quest'ultima la trovava assai affascinante nel suo modo di fare e negli atteggiamenti. L'aveva praticamente appena incontrata e già si era affezionata, anche se teneva un comportamento freddo. Non era poi così diversa da Sigurd. Distaccati e poco comprensibili. Ridacchiò al solo pensiero.

    Tornò a guardare dritto davanti a sè. Le sembrò di scorgere qualcosa, qualcosa che poteva avere la forma di un'abitazione. Strizzò gli occhi come per potersi avvicinare con lo sguardo e capire cosa poteva essere. Le domande hanno tutte una risposta e lei voleva assolutamente venirne a conoscenza il più velocemente possibile: accelerò in quella direzione focalizzando sempre più l'immagine. Si fermò di colpo e si voltò indietro con il fiatone. Correre con un moccioso in braccio non era così semplice. "E' un'osteria! L'abbiamo trovata!" Gridò esaltata all'idea. Una costruzione non troppo grande rettangolare, con un tetto a punta e una staccionata bassa intorno, due paia di tavoli all'esterno nel piccolo giardino, in uno dei quali sedevano tre omoni che se la passavano tra birra e carte da gioco. Ed era solo pomeriggio! Saki non prestò loro molta attenzione, ma si lanciò verso l'entrata del rifugio che portava il nome di "Dai fratelli elefanti ratto" sull'insegna che dondolava sopra la sua testa, attaccata in alto sul tetto, in posizione centrale, cosicchè tutti potessero notarla. Non aveva la minima idea di cosa volesse significare, ma non si fece scrupoli a varcare la soglia, richiamando nuovamente a gran voce la sua compagna.

    Edited by MajesticScarlet - 6/8/2013, 22:09
     
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  2. Silian
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    Scusami davvero per il ritardo, la connessione è TRAGICA e con gli ospiti a casa non facevo nemmeno in tempo ad aspettare che caricasse. Ora però va meglio^^"


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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 11, pomeriggio
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [39.910 Elanor (#3a0057): n° exp (25r80)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    LO STAVA FACENDO DI NUOVO. Elanor dovette trattenersi dal mettersi ad urlre contro quella ragazzina incosciente, convogliando tutte le energie che le restavano verso i malfermi arti inferiori. Vide Saki lanciarsi al galoppo lungo la scogliera e più volte tremò per la vita del piccolo sospeso sul baratro da due braccia appartenenti a qualcuno non tanto più vecchio di lui. Se solo avesse potuto farle capire con chi aveva a che fare... scosse la testa, più per allontanare il dolore che per dare aspetto tangibile alla sua disapprovazione, e si bloccò impietrita appena giunta sulla sommità di un piccolo dosso. La ragazzina si era praticamente infilata di corsa in quella che veva tutta l'aria di essere un'osteria.

    Le donne non erano clienti abituali da quelle parti, figuriamoci le bambine ed i neonati. Elanor arrancò fino a raggiungere l'ingresso, sentendo su di sé gli sguardi indagatori degli avventori. Priorità assoluta: tornare nelle immediate vicinanze del Principe Sozin. Raggiunse Saki e il bimbo a labbra strette e con un'espressione tutt'altro che soddisfatta. La ragazzina non sembrava avere una grande predisposizione all'interpretazione della mimica facciale: erano giorni che la fulminava con lo sguardo quando qualcosa non andava, eppure sembrava continuare beatamente a fare quello che voleva.

    Se c'era una taverna doveva anche esserci un villaggio nei pressi, forse anche un porto. Una nave... ci voleva proprio una nave, o anche una barca. Qualcosa per raggiungere casa e riportare il marmocchio da suo padre, nonostante l'idea fosse meno allettante di quanto avrebbe dovuto. Per il momento si sarebbe accontentata di un pasto caldo e un po' di riposo, possibilmente anche di un medico. E di qualche pezzo di ricambio per la sua trasmittente. Era meglio riuscire a contattare le ragazze prima di fare qualsiasi mossa, l'idea di essere ferita e con le spalle scoperte non e piaceva per niente. Zoppicò verso il bancone dovr ordinò due zuppe calde, una caraffa di succo di frutta ed un panino alla marmellata per il marmocchio. Qualcosa le diceva che avrebbe avuto bisogno di verdura. A tutti fa bene la verdura, anche alle Pupille. Ma pensiamo a una cosa alla volta... si trascinò verso un tavolino in disparte e si lasciò franare su una sedia, facendo cenno a Saki di raggiungerla. "Non puoi entrare in un posto di corsa e urlando, quante volte devo ripetertelo? Attiri l'attenzione!" le sibilò scocciata, aspettando che l'oste portasse il cibo. Sozin si stava innervosendo rapidamente, e non era il solo ad avere un certo appetito.
     
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    Artificial Flower's Lullaby

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    [EXP AINIKU (#39BDFF): n° exp (126r100*)] [DENARO: 970 DEPOSITATO: 720 TdA ABBIGLIAMENTO: Pantaloni ampi in cotone grigio, giacca azzurra con il cappuccio di pelliccia portata sopra una tunica corta blu scuro, stivali imbottiti] [EV: 600, ABILITA': // ARMATURA: nessuna, ARMI: //]

    Stats PG:
    Atk D.= 500
    Def D.= 600
    Vel= 300

    Mosse caratteristiche-di scuola:



    Anno 17, Mese 5, Giorno 31, pomeriggio - Post 1 (27r80)

    E così, era arrivata nel Regno della Terra. Per ora aveva solo costeggiato i bordi del vasto territorio, arrivando da Nord con una nave mercantile e proseguendo un po' a piedi e un po' chiedendo passaggi in giro. Le sue abilità di guaritrice le avevano più volte fatto ottenere pasti caldi o tetti sopra la testa, ma negli ultimi due giorni non aveva avuto molta fortuna. La zona che aveva attraversato era pressoché deserta, e per non perdersi aveva fiancheggiato un dirupo scosceso passando la notte sopra un albero, o al riparo di cespugli bassi. Le piaceva molto la vegetazione che cresceva ovunque, così accogliente e calda rispetto all'algida neve di casa sua.
    Già, casa sua... Ainiku l'aveva lasciata meno di tre settimane fa, in cerca di maestri erboristi che potessero migliorare le sue conoscenze nell'arte della guarigione. Sua madre le aveva provato ad insegnare i rudimenti di base della cura con l'acqua, ma la padronanza della ragazza su tale elemento era ancora troppo scarsa. Anche per questo aveva deciso di partire, per imparare comunque nuove cose, per migliorarsi e superare sé stessa.

    Dopo giorni di cammino, quando le sue scorte di cibo cominciavano ad esaurirsi, arrivò finalmente in vista di una locanda. Osteria dai Fratelli Elefanti Ratto, un nome alquanto insolito per un posto apparentemente ordinario. Tavoli, sedie, qualche cliente, un oste pacifico e un paio di cameriere che avevano guardato con curiosità il suo abbigliamento. Ainiku, infatti, portava ancora i suoi vestiti tradizioali della tribù dell'Acqua, cosa che, nel Regno della Terra, non poteva che attirare l'attenzione.
    Non ci faceva caso, non eccessivamente almeno. Era gentile, sorrideva e parlava pacatamente, e la maggior parte della gente capì in fretta che non si trattava di una minaccia. I più sospettosi continuavano a tenerla d'occhio discretamente, temendo spionaggi o altre amenità, ma tutto quello che Ainiku fece fu ordinare una ciotola di brodo e chiedere se potesse dare una mano in qualche modo.

    Quando Elanor e Saki fecero il loro ingresso in osteria come nuove clienti, Ai aveva appena finito di fasciare il braccio ustionato del figlio dell'oste. Il ragazzo si occupava della cucina, e in un momento poco accorto aveva avuto un, per così dire, incontro ravvicinato con una padella bollente. Per fortuna l'ustione non era troppo grave, quindi alla ragazza bastò applicare una pomata rinfrescante e fasciare con bende pulite.
    Si stava tirando giù le maniche della giacca, quando la camminata della più grande del gruppetto attirò la sua attenzione. Zoppicava vistosamente, per quanto mantenesse comunque un'andatura stabile. Senza perdere tempo, si sistemò meglio la coda di cavallo in cui aveva legato i suoi lunghi capelli scuri, e si avvicinò al tavolo dove la ragazza, la bambina e il pargoletto avevano preso posto, e stavano mangiando tranquilli.

    Sorrise amabilmente e si fermò a poco più di un metro dal tavolo, guardando la fanciulla negli occhi.
    Salve" salutò con tono amichevole "Scusate se vi disturbo... Ma non ho potuto fare a meno di notare che non cammina molto bene". Fece una piccola pausa, chiedendosi per un momento se non avesse preso una cantonata. Magari la ragazza zoppicava per una vecchia ferita, e non era carino farle notare quel difetto... Ma ormai la frittata era fatta, quindi tanto valeva scodellarla.
    "Quindi, ecco... Io un po' mi intendo di medicina. Ha bisogno di una mano?" riuscì quindi a dire, continuando a sorridere cercando di dissimulare l'imbarazzo che quel pensiero le aveva creato. In fondo, agiva in buona fede; odiava vedere qualcuno soffrire, era più forte di lei.
     
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  4. Silian
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 12, pomeriggio
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [40.010 Elanor (#3a0057): n° exp (30r10)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

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    Vel= 390

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    Staccò dal panino un piccolo boccone e cercò di infilarlo tra le labbra del marmocchio. Quasi si aspettava che avrebbe fatto i capricci ed avrebbe girato la testa dall'altra parte, ma fortunatamente aprì la bocca (più grande di quanto Elanor si aspettasse) ed ingurgitò tutto senza fare storie. Subito dopo tese le manine grassottelle verso il resto del pranzo, che Elanor teneva in mano. Dai mugolii si capiva benissimo che avrebbe voluto tenerlo lui in mano. Sì, avrebbe fatto cadere una fetta di pane a terra, si sarebbe impiastrato di marmellata tutte le mani e la faccia ed avrebbe finito per imbrattare mezzo tavolo. "Non se ne parla" borbottò la donna scuotendo la testa, e tentò di ficcare un secondo boccone a destinazione... ma stavolta andò male. Sozin si rifiutò di aprire la bocca, continuando ad agitarsi tra le braccia di Saki con l'evidente intenzione di scoppiare in lacrime molto presto, se non avesse visto il suo desiderio esaurito. Manco a dirlo, la ragazzina iniziava ad osservarla con quella sua aria di chi ne sa più di lei sui bambocci lagnosi, accusandola implicitamente di non saperci fare. "Certo che non so come comportarmi, non ho bambini io! E se questo qui non fosse il futuro Imperatore, col cavolo che mi metterei a lavargli il deretano... stupido marmocchio viziato!" sbottò tra sé, senza dare realmente voce ai propri pensieri. Doveva fare uno sforzo immane per impedire ad un'espressione torva di apparirle sul viso stanco; Saki sarebbe stata un'altra persona di cui liberarsi, appena fosse stata in grado di camminare senza appoggiarsi ad un bastone.

    Proprio in quel momento avvertì una presenza al suo fianco. Si sforzò di non scattare: poteva benissimo essere un cameriere... no. Non era il cameriere, era una donna evidentemente proveniente dai Poli. Statisticamente erano persone meno aggressive degli abitanti del Regno della Terra, e sicuramente sarebbe stata assai meno incline a menare le mani, dal momento che si trovava all'estero. "Ah..." rispose sorpresa alla proposta della ragazza. Una Guaritrice... le probabilità che attaccasse scendevano prossime zero, per quanto sussistesse la possibilità che stesse mentendo. Elanor iniziò a sentire su di sé lo sguardo incuriositi della donna al bancone: non esisteva motivo al mondo per cui non avrebbe dovuto accettare aiuto da una guaritrice, dato che era sola e con due bambini.

    Si schiarì la voce, valutando i fattori di rischio: la ragazza avrebbe potuto attaccare mentre fingeva di guarirla, e rapire di nuovo il bambino. I suoi abiti erano troppo coprenti per consentire ad Elanor di identificare un fisico allenato alla lotta, ma rifiutare l'aiuto avrebbe attirato l'attenzione degli indigeni. Alla fine prese una decisione: "Magari, appena finiamo di mangiare... sono in viaggio da un po' e sono inciampata l'altro giorno. Intanto siediti pure, prendi una sedia. Hai già pranzato?" le chiese cercando di suonare il più rilassata possibile, resistendo all'ennesimo tentativo di Sozin di strapparle il panino dalle mani. Se avesse avuto qualche minuto in più per osservarne i movimenti, avrebbe potuto valutare meglio eventuali minacce. Si sarebbe fatta visitare all'interno della locanda: una colluttazione in pubblico sarebbe stata assai meno desiderabile di un combattimento in una zona nascosta, dove nessuno avrebbe visto. "Saki, pensaci tu" si arrese, consegnando il pranzo di Sozin alla ragazzina. Ci badasse lei, a quel coso lagnoso!
     
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    [EXP AINIKU (#39BDFF): n° exp (232r250*)] [DENARO: 970 DEPOSITATO: 720 TdA ABBIGLIAMENTO: Pantaloni ampi in cotone grigio, giacca azzurra con il cappuccio di pelliccia portata sopra una tunica corta blu scuro, stivali imbottiti] [EV: 600, ABILITA': // ARMATURA: nessuna, ARMI: //]

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    Def D.= 600
    Vel= 300

    Mosse caratteristiche-di scuola:



    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 2, pomeriggio (26r80)

    Man mano che si avvicinava, Ainiku poteva osservare la scenetta amorevole che si stava svolgendo al tavolo. Il bimbo che si agitava, voleva il panino, la donna che rifiutava, lui che cominciava a fare i capricci... Un vago sorriso le increspò il volto, suscitato dalla visione tutto sommato dolce e familiare di quel quadretto che tanto le ricordava casa sua, e i bei tempi andati. Quelli in cui Palek era vivo e lei non era oppressa dal senso di colpa, ma anche quelli in cui non aveva in animo di diventare una guaritrice e farsi largo tra feriti e moribondi verso la strada dell'eliminazione del dolore.
    Si trovò, nel giro di pochi passi, a pensare alla sua famiglia, lasciata lassù al Polo Nord. Nel tempo che le occorse per arrivare al tavolo e intrecciare lo sguardo con la ragazza più grande, l'immagine del suo fratellino sorridente le aveva già artigliato il petto, e il ricordo dei suoi genitori che la salutavano dalla loro casa si era fatta estremamente pesante. La scacciò, o meglio ci provò, per potersi presentare all'infortunata con occhi sereni.

    Ci riuscì, in qualche modo. Il sorriso era sincero e tranquillo mentre guardava gli occhi scuri della ragazza che, invece, la fissava con... Astio? Sospetto? Non riusciva a capire, ma non se ne stupì. Era una straniera, dopotutto. Una straniera sconosciuta con abiti decisamente appariscenti per quelle terre. Anche l'oste l'aveva guardata un po' male all'inizio, e si era ricreduto solo quando aveva confermato la sua buona fede e il suo intento di aiutare.
    Dopo qualche secondo di riflessione, alla fine la fanciulla le offrì una sedia e le chiese se avesse già mangiato. Intanto il marmocchio continuava la sua missione di tentativo sequestro del panino, e solo alla fine la più grande assegnò alla bimba (Saki era il nome con cui l'aveva chiamata) il compito di dargli da mangiare. Lei annuì, e con decisamente più entusiasmo dell'altra si mise ad imboccarlo.

    La guaritrice si sedette, continuando a sorridere cortesemente, e decise che era buona creanza presentarsi prima di fare alcunché. L'altra non sembrava entusiasta di farsi mettere le mani addosso da lei, quindi, se voleva aiutarla, doveva prima metterla a suo agio.
    "Mi chiamo Ainiku" disse, aggiungendo subito dopo "Ma tutti mi chiamano Ai, è più facile". E ha un significato meno triste, ma questo non lo disse.
    Il piccolo, per un istante solo, smise di dedicarsi alla sua marmellata che, non si sa bene come, gli stava già impiastricciando gli angoli della bocca, e si voltò a guardarla. Emise qualche versetto amichevole, e Ainiku gli sorrise allungando una mano per accarezzargli la testolina. Come tutti i cuori teneri, aveva un debole per i cuccioli, specie quelli umani. Certo, il senso di colpa attanagliante non aiutava, ma le erano sempre piaciute le creaturine fragili e bisognose di protezione, con la loro dolcezza e spontaneità. Aveva spesso fatto da babysitter per la gente del villaggio, che era alquanto felice di poter affidare a lei i propri pargoli. Dopo la morte di Palek questo non era più avvenuto, per ovvi motivi.
    Tornò a guardare la più grande, la sua futura paziente.
    "Scusate se sono venuta a disturbarvi mentre mangiavate... Io ho già pranzato, l'oste ha detto che non potevo lavorare a pancia vuota" sorrise, chinando appena la testa. Non le piaceva vivere della gentilezza degli altri, ma a volte non aveva proprio scelta. Almeno ricambiava con le proprie conoscenze, quindi in qualche modo si rendeva utile.

    Abbassò lo sguardo sulla gamba ferita della giovane, esaminandola sommariamente. Dato che riusciva a camminarci, seppur zoppicando, probabilmente non era rotta... Ma avrebbe dovuto darci un'occhiata più approfondita, se lei glielo avesse permesso.
    "Ti fa molto male?" chiese, con un'aria decisamente più apprensiva. Non sopportava che qualcuno soffrisse, era più forte di lei.
     
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  6. Silian
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 13, pomeriggio
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [40.030 Elanor (#3a0057): n° exp (3r20)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

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    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    "Solo se ci cammino. Sembra solo gonfia, ma niente di rotto" Rispose Elanor, tentando di rilassare i muscoli che erano scattati come molle quando la sconosciuta aveva deciso di toccare il bambino. Aveva un atteggiamento, come dire... materno. Sembrava abituata a trattare con i bambini, di solito persone come quella non vivono insieme ai criminali o i rischi per i loro stessi figli sarebbero aumentati a dismisura. Però questa non era abbastanza grande da avere figli suoi. Poteva essere l'amante di qualche affiliato alla banda, o peggio: poteva essere un'esterna alla banda, ricattata e costretta a fare il lavoro sporco. La disperazione è pericolosa, ma l'inesperienza lo è anche di più... per i criminali improvvisati. In ogni caso, finché fosse rimasta al chiuso Elanor sarebbe stata in vantaggio. Prese la scodella con ambo le mani e bevve rapidamente ciò che restava del brodo, ormai tiepido; subito dopo si chinò sulla gamba senza alzarsi dalla sedia, slacciò il robusto stivale e tirò su l'orlo dei pantaloni fino al ginocchio. La pelle era tumefatta per un largo tratto al di sopra della caviglia, che si presentava piuttosto gonfia; appena sopra al ginocchio rosseggiava un grosso taglio dai bordi lacerati: Elanor l'aveva lavato con cura durante la marcia, ma non poteva essere sicura che non avrebbe finito per infettarsi. Avrebbe aspettato che questa Ainiku si chinasse ad esaminare la ferita per lanciare un'occhiata di avvertimento a Saki. Non era per nulla certa che sarebbe stata abbastanza sveglia da portare in salvo il principe, ma le avrebbe fatto guadagnare secondi preziosi in caso di necessità.
     
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 3, pomeriggio (20r50)

    Niente di rotto, questo lo confermava anche la ragazza, che -Ai non aveva potuto non notarlo- non si era presentata con il proprio nome quando l'altra l'aveva fatto. La guaritrice non era esperta di gente in fuga, avendo vissuto fino a quel momento una vita pacifica, ma persino lei capì che la sconosciuta era alquanto nervosa. Per cosa, questo non poteva dirlo... Ma decise di non farsi i fatti altrui, e di dedicarsi soltanto al suo compito.

    La giovane si scoprì la gamba ferita, e subito Ainiku si chinò in avanti per esaminarla. Oltre alla caviglia, c'era un taglio sul ginocchio che non le piaceva affatto; non sembrava troppo profondo, ma andava pulito e fasciato.
    Non si accorse delle occhiate che si lanciavano Saki e la ragazza, e anche se se ne fosse accorta probabilmente non avrebbe capito; la gente che non ha cattive intenzioni tende a non comprendere l'eccessiva cautela degli altri.
    "Meno male, non è niente di grave" fa, alzando la testa verso la sua paziente "Te la sistemo subito, dammi solo due minuti..."
    Detto ciò, si mise più comodamente in ginocchio, si tirò su le maniche della giacca e mise mano alla piccola sacca da viaggio che portava a tracolla. Ne estrasse rapidamente una borsa di tela chiusa, che conteneva delle garze bianche e pulite. Poi, da una tasca interna, tirò fuori una pomata viola scuro che prese a spalmare delicatamente sulla caviglia della ragazza. Era fredda, ma c'era poco da fare, i suoi principi curativi non davano il meglio di sé a temperatura ambiente.
    Le mani di Ainiku erano delicate, e sapendo le condizioni della caviglia cercò di fare del proprio meglio per non causare dolore. Una volta ricoperta la caviglia di pomata, la avvolse strettamente nelle bende.
    "Cerca di camminarci il meno possibile, o di usare un bastone... Dovrebbe guarire in qualche giorno" spiegò, mentre dalla sacca tirò fuori, questa volta, una garza più sottile e una boccetta che, una volta stappata, rivelò un contenuto chimico alquanto odoroso. Ne versò un po' sulla garza e la avvicinò al taglio sul ginocchio.
    "Brucerà un po'..." avvisò, prima di premere il disinfettante sulla ferita, e pulirla rapidamente per scongiurare il rischio di infezioni. Fatto ciò, fasciò rapidamente anche quello, legando la benda di lato per non farla premere troppo sulla ferita.

    Si rialzò con un sorriso soddisfatto, rimettendo gli attrezzi in borsa.
    "Ecco fatto!" annunciò, mentre si tirava giù di nuovo le maniche. Era un gesto abitudinario, lo faceva sempre quando aveva finito di curare qualcuno.
     
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  8. Silian
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    Gae, sto per fondere questa ruolata con un'altra, così movimentiamo la trama: vi darò mano a mano qualche indicazione per districarvi. Muoverò Elanor (PG), Mai Sang (PGM) e Saki: l'ultima è un PNG ma in questo caso ne ho bisogno come Master, quindi non la muovete u.u e non ti dico ancora chi sono le new entry per non rovinare la suspance...


    png
    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 14, pomeriggio
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [40.130 Elanor (#3a0057): n° exp (30r100)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    Un'ombra scura dalla forma di una gigantesca arachide si profilò sul terreno erboso, a circa mezzo chilometro dal villaggio. Il limitare della foresta si trovava proprio lì, e fu proprio tra gli intricati cespugli che si andò ad infilare il bisonte volante. Il terreno accidentato rendeva poco chiara la visuale a partire dalle case, difficilmente qualcuno li avrebbe visti atterrare ma bisognava ugualmente evitare il minimo rumore -ed in questo, il bisonte era molto più bravo che il suo secondo passeggero. "Non ti muovere di qui. Non far rumore. Non parlare. In effetti, meglio se non respiri nemmeno. Se trovo un guaritore ti faccio il segnale, quindi tieni d'occhio le case; se no resta qui finché non torno. In caso di pericolo decolla immediatamente". Come se fosse la prima volta che glie lo diceva! Ma non si sentiva mai abbastanza tranquilla, con quel ragazzo. Discese la china a passo svelto e dopo due minuti si trovava già tra le prime case; nonostante avesse saputo da fonti attendibili che era un luogo sicuro (senza contare il fatto che lì c'era un amico fidato), non poteva fare a meno di chiedersi se non stesse facendo un errore colossale a mettersi così in mostra. Era rimasta nascosta per tre mesi, spostandosi in continuazione e non era accaduto nulla di male al ragazzo. Però stavolta aveva bisogno di medicare quel taglio, non sia mai che si fosse infettato all'improvviso. Una vecchia che riparava una rete da pesca fece al caso suo: "Signora, avete un guaritore in questo posto?"

    ***

    Elanor osservò con attenzione le mosse della ragazza: aveva gli occhi puntati sul lavoro, e durante tutto il tempo che le servì per sistemare la gamba non sbirciò nemmeno un secondo in direzione di Sozin. Buon segno. E per quanto potesse bruciare l'unguento, la donna sentì subito un forte sollievo proveniente dall'arto: per quanto potesse essere giovane, quella tipa ci sapeva fare. Forse aveva sbagliato ad essere così sospettosa. "Grazie. Quanto ti devo per il disturbo e le medicine?" chiese frugando sotto la tunica, alla ricerca della borsa del denaro. "Comunque, io sono Jin e quello è Shiro" si presentò, additando il marmocchio che ora tentava di rovesciarsi addosso il succo di frutta. "... e Saki" aggiunse, indicando con un cenno la ragazzina -che aveva assunto un'aria abbastanza imbronciata quando la donna non l'aveva presentata. Subito la ragazzina sorrise, agitò la mano in direzione di Aikinu e se ne uscì con un "Ciaaaaao!" entusiasta ed alquanto rumoroso. Metà degli avventori si voltò verso di lei. Ed Elanor dovette trattenersi dal darsi una bella manata alla fronte: non avrebbe imparato mai... più rumorosa di un branco di gnuntilopi! Stiracchiò un sorrisetto di scuse alla platea e si tirò su nelle spalle, come per dire: spiacente, è fatta così...

    Ma proprio in quel momento la campanella alla porta tintinnò con decisione ed una nuova figura fece il suo ingresso nel locale: un'altra donna, da sola, più vecchia di Elanor di circa una decina d'anni. Se avesse indossato un'uniforme militare con diversi gradi non ci sarebbe stato da stupirsi: il modo in cui camminava metteva in risalto una personalità sicura di sé e poco incline ai negoziati. Gli occhi verde intenso fecero una rapida ricognizione del locale prima di posarsi sulla macchia azzurra costituita da Ainiku; la donna accennò un saluto ai gestori e si avviò con risoluzione verso la waterbender: "Sei tu la guaritrice di cui mi hanno parlato?" chiese, studiandone il viso dalla carnagione scura.

    Il locale sembrava un posto tranquillo: alcuni avventori, il personale e, in un angolo in penombra dietro una grossa scacchiera da Pai Sho, un vecchietto raggrinzito. Indossava una casacca dello stesso colore del muro alle sue spalle e giocherellava in silenzio con alcune pedine; capitava spessissimo che lo sguardo passasse oltre senza neppure notarlo. Per forza, si era allenato anni per raggiungere quel risultato. Lo chiamavano tutti "nonno", ed i pochi che conoscevano il suo nome non le andavano a spiattellare in giro. "Una scacchiera da Pai Sho... vecchia scuola. La migliore. Non come quella manica di idioti che ci troviamo adesso a capo..." ringhiò tra sé Mai senza far trapelare il suo disappunto. Salutò con un impercettibile cenno del capo il vecchio e tornò a concentrarsi sulla ragazza in azzurro. "Il mio allievo si è ferito, avrei bisogno delle tue abilità".
     
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    [EXP AINIKU (#39BDFF): n° exp (369r450*)] [DENARO: 970 DEPOSITATO: 720 TdA ABBIGLIAMENTO: Pantaloni ampi in cotone grigio, giacca azzurra con il cappuccio di pelliccia portata sopra una tunica corta blu scuro, stivali imbottiti] [EV: 600, ABILITA': // ARMATURA: nessuna, ARMI: //]

    Stats PG:
    Atk D.= 500
    Def D.= 600
    Vel= 300

    Mosse caratteristiche-di scuola:



    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 4, pomeriggio (17r50)

    Jin, questo era il nome con cui la ragazza si era finalmente presentata, fece il gesto di cercare il borsellino per pagare le cure. Ainiku scosse la testa con decisione, e con un sorriso deciso alzò una mano per fermarla.
    "Non ho intenzione di farti pagare nulla, Jin. Non curo per denaro, semplicemente odio vedere qualcuno che soffre".
    Fino a quel momento, essendo in viaggio da poco, le stava andando anche bene... Ma ben presto, probabilmente, avrebbe dovuto ripensare a tale filosofia di vita. È vero che la manodopera l'avrebbe sempre offerta gratuitamente, ma le medicine e le bende avevano un costo. Ma per il momento non voleva pensarci; le interessava soltanto che Jin stesse bene e potesse camminare di nuovo senza problemi. E poco importava se era una perfetta sconosciuta incontrata per caso.

    "Ciao Saki, piacere di conoscerti" sorrise anche alla bambina, che ci teneva (alquanto rumorosamente) ad essere considerata anche lei. Il bimbo gorgogliò qualcosa, agitando le manine, e Ai sorrise pure a lui.
    Mentre stava decidendo se fargli o meno un'altra carezza, la porta della locanda venne aperta con troppa energia per essere ignorata dal resto degli avventori. La guaritrice, come tanti altri, voltò la testa verso l'ingresso, e vide una donna dal cipiglio deciso e l'aria frettolosa. Ai la osservò in silenzio qualche istante, stupendosi quando cominciò a dirigersi verso di lei.

    Sostenne lo sguardo con gentilezza, mantenendo la schiena dritta per non perdere nemmeno uno dei suoi centosettanta centimetri, e quando l'altra le domandò se fosse la guaritrice annuì con un sorriso garbato. Il suo allievo si era ferito, a quanto pareva, e c'era bisogno di lei.
    "Sono Ainiku" si presentò con voce chiara "E farò tutto il possibile per aiutare il suo allievo. Mi mostri dov'è, la seguo" aggiunse, mettendosi a tracolla la sua borsa e preparandosi per uscire. Rivolse un cenno di saluto con la testa all'oste, che l'aveva rifocillata, e al gruppetto composto da Jin e i suoi bambini, a cui sorrise con più calore. Poi riportò la sua attenzione sulla donna, attendendo che la conducesse fino al ferito.
     
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  10. Silian
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 14, pomeriggio
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [40.230 Elanor (#3a0057): n° exp (15r50x2)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    Elanor si rilassò finalmente sulla sedia: non amava l'idea di essere in debito con qualcuno, anche se non l'avrebbe mai più incontrata in vita sua. "Oh... allora grazie, davvero..." Lasciò la presa sulla borsa del denaro (che sebbene fosse abbondante sarebbe dovuto bastare fino al suo rientro al Palazzo) e lanciò un'occhiata di controllo a Sozin: il moccioso era meno sporco del previsto e non frignava, lasciando a Saki un po' di tempo per saziarsi a sua volta. Chissà, probabilmente si stava annoiando a morte a dover seguire tutti quegli ordini. Forse la cosa migliore sarebbe stata consegnarla a qualche stazione di polizia e farla rispedire a casa sua: una bambina della sua età dovrebbe andare a scuola, non vagabondare per le montagne come una senzatetto! La donna decise di lasciare che la situazione nel locale fosse meno affollata prima di spiegare la mappa e programmare il resto del viaggio: non le andava che occhi indiscreti sbirciassero le sue mosse future. Aspettare non era una cosa facile per lei, non finché fosse stata tormentata da tutti quegli interrogativi: non da ultimo, che fine avesse fatto Iris. Si era curata di non lasciare tracce evidenti a causa della ferita, ma sarebbe riuscita l'altra a rintracciarla in quelle condizioni? E dove avrebbe potuto mai trovare le componenti elettroniche per riparare la sua trasmittente? Non poteva arrischiarsi a viaggiare fino ad un grosso centro. Ah, che situazione assurda....

    Mai sorrise: fortuna, l'aveva beccata al primo colpo. Ma per quanto avesse un'aria innocua non poteva certo guidarla fino al bisonte volante! Anche un bambino si sarebbe accorto che c'era qualcosa di strano. "Aspetta qui, lo vado a chiamare: cammina da solo, la ferita è su una mano. Dobbiamo ancora pranzare, possiamo approfittare del locale" le spiegò con un'aria più distesa prima di girare sui tacchi ed uscire di nuovo dalla taverna. Si sporse quel che bastava dall'angolo dell'edificio, estrasse uno specchietto e puntatolo nell'angolazione giusta riflesse i raggi del sole verso il nascondiglio. Due bagliori lunghi, uno breve: era il segnale di via libera.

    Turno a Ruf: fai anche un mini-post, basta che introduci Sho-Sho prima del post di Gae. Se però sei ispirato ben venga u.u
     
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    Anno 17, Mese 5, Giorno 31, post 34, pomeriggio


    [1.160 Sho-Sho (#3A0057): n° exp (14r20)] [DENARO: Conto ABBIGLIAMENTO: lunga tunica a maniche corte verde scuro con una striscia gialla ai bordi, legata in vita da una fascia marrone. All’estremità pendente della fascia è ricamata in modo molto geometrico la sua iniziale, “S”. Porta dei pantaloni verdi e larghi, infilati in un paio di stivali marroni alti fino al ginocchio. L’avambraccio sinistro è coperto da un bracciale cucitogli da sua madre.] [EV: 250, ABILITA': --, ARMATURA: --, ARMI: --] Stats PG: Atk D= 700; Def D= 750; Vel= 300




    Sho-Sho stava per assopirsi sul dorso del grande bisonte quando il suo occhio venne colpito da un forte bagliore. Si alzò in piedi velocemente: era il convenuto segnale di via libera. Prese le sue poche cose e si avviò con circospezione verso il paesello. Durante il tragitto non poté fare a meno di ammirare la lunga costa sabbiosa, che nell'isola di Kyoshi era uno spettacolo raro, poiché il suo luogo natio era prevalentemente roccioso e con piccole insenature dove i bambini e i ragazzi andavano a tuffarsi, nei momenti di vacanza.
    Percorrendo lo stretto sentierino arrivò all'ingresso della locanda dalla quale era arrivato il segnale. Cercò con gli occhi Mai lì intorno, ma a parte un cane che frugava negli angoli tra una casa e l'altra non c'era anima viva. Gettò uno sguardo all'interno della locanda e vide la donna, che non era sola. Ooh, finalmente qualcuno con cui chiacchierare! Mai sarà una gran brava insegnante, ma in quanto a rapporti umani... guardò ancora un istante la compagnia, ma prima di aggregarvisi si diresse verso il bancone. Dopo tutto il caldo stava cominciando a farsi sentire, e un bicchiere di qualcosa di fresco non gli sarebbe affatto dispiaciuto.

    Dopo aver scambiato due parole con la locandiera si convinse che quel posto era davvero sperduto. Acqua fredda o succo di cocco? Succo di cocco allungato con acqua? Acqua aromatizzata al cocco? Ardua scelta...
    Allungò una moneta alla donna e si avvicinò a Mai, sorseggiando il suo drink. "Salve! Mi stavate aspettando? Io sono Sho-Sho, e voi...?"
     
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    [EXP AINIKU (#39BDFF): n° exp (434r450*)] [DENARO: 970 DEPOSITATO: 720 TdA ABBIGLIAMENTO: Pantaloni ampi in cotone grigio, giacca azzurra con il cappuccio di pelliccia portata sopra una tunica corta blu scuro, stivali imbottiti] [EV: 600, ABILITA': // ARMATURA: nessuna, ARMI: //]

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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 5, pomeriggio (15r50)

    Jin, Saki e il marmocchio vennero subito archiviate nella mente di Ainiku come "Persone che ho aiutato e che probabilmente non incrocerò più". La lista era lunga, si sarebbe ricordata le loro facce e forse i loro nomi... Ma non erano di altro interesse per lei, dunque dopo aver salutato il gruppetto non vi prestò più attenzione. C'era solo quella donna dall'atteggiamento rigido, quasi guerriero, e il suo allievo da curare.
    Era pronta ad uscire, ma a quanto pare non ve ne sarebbe stata necessità: la ferita era alla mano, quindi sarebbe arrivato lui. Ainiku aspettò che la donna lo andasse a chiamare, e intanto si avvicinò ad un tavolo libero che il garzone dell'oste aveva appena pulito.
    Passarono un paio di minuti scarsi, poi dalla porta entrò un ragazzo che, ad occhio e croce, poteva avere l'età di Ai ma le arrivava circa al mento. Come prima cosa si procurò da bere, e per tale motivo la guaritrice non poté riconoscerlo subito come il paziente che doveva curare... Ma quando si diresse verso la donna e si presentò come Sho-Sho, Ainiku gli sorrise gentilmente.

    "Io sono Ainiku" si presentò con un leggero inchino "La signora mi ha detto che avevate bisogno di un guaritore, e spero di potervi essere utile".
    Aveva parlato includendo anche la donna nel discorso, ma poi si rivolse soltanto al ragazzo.
    "Mi ha detto che ti sei ferito alla mano. Posso vedere?" domandò, tendendo la propria destra con il palmo verso l'alto. Era pulita, con le unghie corte di chi cura i dettagli anche piccoli.
    Vista la differenza di età che, apparentemente, era scarsa o nulla, gli diede del tu senza farsi troppi problemi. Era educata e garbata, ma anteponeva la praticità ai salamelecchi. Se Sho-Sho avesse preso a darle del voi o del lei, oppure qualcuno si fosse lamentato della sua mancanza di etichetta, si sarebbe scusata e avrebbe continuato ad esaminare la ferita.
     
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  13. Silian
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    Scusa il ritardo Gae, sono sotto esame ç_ç

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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 15, pomeriggio
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    [40.280 Elanor (#3a0057): n° exp (15r50)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

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    Ci aveva messo poco, cosa insolita per quella specie di pesce senza lisca. Però Mai non fece in tempo ad aprire bocca per dirgli di andare dalla guaritrice, che quello stava già scegliendo cosa bere al bancone, con aria seria e concentrata. La donna restò per un istante interdetta, poi riteò gli occhi e si diede una forte manata sulla fronte, quasi nascondendosi il viso tra i palmi delle mani. Era. Un. Disastro. Stava cercando di farle fare la figura dell'idiota?! Si era precipitata -incautamente, tra l'altro- a cercare una soluzione al frutto della sua inettitudine con le lame, e quello pensava al succo di cocco!!! Sbuffò furibonda, scosse la testa e sibilò ad Ainiku "Appena il signorino si sarà accomodato e sistemato chiamami, io vado a sedermi". Dopodiché serrò la mascella con aria temporalesca e marciò dalla parte opposta del locale, in apparenza ben decisa a mettere tra sé ed il ragazzo quanta più distanza possibile.

    Sedette alla scacchiera di Pai Sho, piantando i gomiti sul tavolo. Se fosse stata un orso-ornitorinco avrebbe sicuramente ringhiato, col pelo del dorso dritto... ma l'anziano uomo seduto dal lato opposto non sembrò farsi intimidire. "E così... è lui" mormorò, con una voce che sembrava il fruscio di una pergamena antica. "Non avevo mai sperato di vivere abbastanza da vederlo". Mai scosse di nuovo la testa, senza alzare lo sguardo all'altezza degli occhi appannati di lui. "A volte... a volte penso che sia tutto inutile" si sfogò brevemente, la bocca contratta in una piega amara.

    Elanor avrebbe preferito un ambiente meno affollato, ma molta folla disordinata è meglio che poca e con niente da fare. Tirò fuori dal risvolto della casacca una mappa ordinatamente piegata e la distese sul tavolo, studiando in silenzio le alternative possibili. Purtroppo in quell'area avrebbe trovato solo porti mercantili, e sarebbe stato difficile trovare un passaggio senza fare leva sulle sue credenziali. Una mossa del genere però avrebbe esposto Sozin a rischi troppo grossi da poter affrontare da sola: avrebbe dato la vita per proteggerlo, ma una volta morta non ci sarebbe stato più nulla tra lui e chi lo inseguiva da mesi.

    Dico a Ruf di rispondere subito, così non rallentiamo troppo
     
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    [1.180 Sho-Sho (#3A0057): n° exp (11r20)] [DENARO: Conto ABBIGLIAMENTO: lunga tunica a maniche corte verde scuro con una striscia gialla ai bordi, legata in vita da una fascia marrone. All’estremità pendente della fascia è ricamata in modo molto geometrico la sua iniziale, “S”. Porta dei pantaloni verdi e larghi, infilati in un paio di stivali marroni alti fino al ginocchio. L’avambraccio sinistro è coperto da un bracciale cucitogli da sua madre.] [EV: 250, ABILITA': --, ARMATURA: --, ARMI: --] Stats PG: Atk D= 700; Def D= 750; Vel= 300




    Sho-Sho fissò inespressivamente Mai che si allontanava senza degnarlo di uno sguardo verso un'altra donna seduta ad un tavolo lì accanto. Ormai la conosceva abbastanza da non prendersela per queste "manifestazioni d'affetto." Si rivolse quindi alla ragazza di fronte a lui, che si era appena presentata. A giudicare dai colori era della Tribù dell'acqua, e sembrava molto gentile. Le porse la mano ferita e stava per cominciare a spiegarle come aveva fatto, ma riuscì solo a dire "Stavo tentando di aprire una scatoletta di carn-" quando finalmente la guardò in viso.
    Non solo era una guaritrice della Tribù dell'acqua, era anche la guaritrice della Tribù dell'acqua più bella che lui avesse mai visto.
    Non che avesse visto molte guaritrici della Tribù dell'acqua, prima...
    Rimase a fissarla per un minuto buono, incapace di dire qualsiasi cosa. Era sempre stato snobbato dalle ragazze alla sua scuola, ed era la prima volta che qualcuno lo teneva per mano! Beh, era una guaritrice che doveva guarirlo, ma è meglio di niente, no?
    Si ricompose in fretta e tentò di intavolare un discorso sensato. "Beh... ecco... che ci fai da queste parti? Intendo... hai capito, no?"
    Sentì le guance infiammarsi. Quando ce l'aveva in testa quella frase suonava molto meglio. Stupido!
     
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    [EXP AINIKU (#39BDFF): n° exp (506r700*)] [DENARO: 970 DEPOSITATO: 720 TdA ABBIGLIAMENTO: Pantaloni ampi in cotone grigio, giacca azzurra con il cappuccio di pelliccia portata sopra una tunica corta blu scuro, stivali imbottiti] [EV: 600, ABILITA': // ARMATURA: nessuna, ARMI: //]

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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 31, POST 6, pomeriggio (22r50)

    La donna reagì in maniera abbastanza esasperata, e con stizza malcelata lasciò tutto il lavoro alla ragazza e si andò a sedere di fronte ad un vecchio con una scacchiera di Pai Sho. Ainiku le rivolse un sorriso garbato, e annuì, leggermente divertita dalla situazione. Era divertente vedere come il ragazzo, nonostante la ferita, si comportasse in maniera assolutamente spontanea e tranquilla.
    Tolse dalla sua mente la donna e qualsiasi altra cosa non riguardasse la mano che adesso teneva tra le sue. Esaminò con occhio attento la ferita, e con sollievo notò che non era troppo grave. Andava pulita, ma non mostrava segni di infezione; poteva lavorare senza preoccupazioni.
    Tirò fuori dalla borsa il kit medico, e come prima cosa ne estrasse delle garze pulite e del disinfettante. "Brucerà un po'..." avvisò Sho-Sho, prima di cominciare a pulire i bordi della ferita. Le sue mani erano precise e delicate, si muoveva veloce per causare meno dolore possibile al suo paziente. Finito di eliminare i pericoli della sporcizia, estrasse delle bende più robuste e cominciò a fasciare rapidamente il palmo della mano. Fece alcuni giri, e quindi fermò il tutto sul dorso, in modo che non desse troppo fastidio al ragazzo. Tagliò la benda in eccesso, e si poté finalmente dire soddisfatta.
    Dato che la concentrazione per la cura era terminata, poté accorgersi anche che Sho-Sho le aveva parlato. Alzò la testa, guardandolo negli occhi e recependo le parole, forse un po' balbettate, e il viso, forse un po' arrossito.
    Ainiku non era pratica dei rapporti tra i sessi; la sua tribù era nota per la netta divisione dei compiti tra maschi e femmine che dominavano l'acqua, e lei era cresciuta prevalentemente con le altre bambine. Certo, aveva sentito parlare di cotte, amori, sapeva perfettamente come nascevano gli esseri umani avendo assistito ai parti dei suoi fratelli... Ma non riuscì comunque a comprendere l'imbarazzo del giovane di fronte a lei.
    Fece quindi la cosa che le riusciva meglio: sorrise e parlò gentilmente, continuando a guardarlo negli occhi.
    Sto andando a Ba Sing Se" spiegò, senza motivo o desiderio di celare le proprie intenzioni "Ho sentito dire che là c'è un guaritore eccezionale, e voglio chiedergli di prendermi come sua apprendista".
    Voleva perfezionare le sue arti curative che non necessitavano di acqua, e quindi aveva bisogno di un dottore di stampo "tradizionale". Cosa c'era di più tradizionale dell'antica capitale del Regno della Terra?
    Ainiku spostò per un attimo lo sguardo su Mai, poi di nuovo su Sho-Sho.
    "Voi, invece? Siete diretti da qualche parte?"
    Non che volesse farsi i fatti loro... Semplicemente, le pareva un buon modo per portare avanti la conversazione. In fondo, era stato lui ad attaccare bottone sulle mete, no?
     
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