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  1. .Abigail.
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 10, mattina, POST 3
    Un lemure volante non fa primavera!
    [Exp 140 Phresia Jamila (#550080): n° exp (15r50)] [DENARO: 1000 RdT DEPOSITATO: 700 + , ABBIGLIAMENTO: pantaloncini giallo chiaro, molto attillati e lunghi fino a metà coscia, con sopra una gonna-perizoma aperta verde chiaro, legata da uno spago grosso. Per coprirsi il petto, usa lo stesso tessuto verde chiaro della gonna, stretto e legato a formare una specie di reggiseno che si chiude sul collo della ragazza. Non porta le scarpe ed ha molti gioielli addosso.] [EV: 500/500, ABILITA': //, ARMATURA: //, ARMI: //]

    Stats PG:

    Atk= 600
    Def= 600
    Vel= 300

    Mosse caratteristiche-di scuola:


    "Qualcosa non va": lo sentiva. La foresta comunicava con Preshia e lei capiva. I rumori erano cambiati impercettibilmente, gli animali erano turbati da qualcosa. Un pericolo? Vide un bagliore anomalo tra i rami, qualcosa di affilato e mortale stava per essere lanciato. *ATTENTA!* gridò alla nomade, tentando di buttarla giù. Sfortunatamente proprio in quel momento la donna s'era chinata per prendere le sue cose e Phresia si ritrovò ad abbracciare l'aria e cadere a terra.
    Un agguato, una minaccia. Che cosa stava succedendo nella sua foresta? Era un posto poco frequentato, pericoloso per la potenza della natura e degli animali - i re incontrastati di quel luogo. Ma non era pericoloso a causa di imboscate, assassini e gente poco raccomandabile. Un nemico le voleva attaccare, laggiù, nel folto della foresta che era una casa per Phresia. "Impossibile" si trovò a pensare la ragazza stesa a terra. Vedeva il muschio del suolo a pochi centimetri dal suo viso, vedeva le formiche e gli insetti che vi camminavano sopra, come se nulla fosse... eppure stava succedendo. Cosa volevano? Chi volevano? Lei non aveva nemici a Senlin e non era mai uscita dal territorio; era quindi impossibile che fossero lì per lei. "Sono qui per la nomade... per Liang" ragionò, usando il nome che le era stato detto pochi istanti prima. Ma neanche la sfiorò l'idea che Liang potesse essere cattiva o una minaccia per lei: era brava a capire le persone al primo sguardo e l'aveva trovata onesta, buffa e sincera. Eppure, perché la inseguivano? Aveva fatto qualcosa di male a sua stessa insaputa? Alzò lo sguardo per vedere che stava accadendo, sperando che la donna stesse bene.


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