Tra guardie e ladri

ruolata flashback!

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    Spero di non averla buttata troppo sul tragico. :huh:
    Ho preferito iniziare da quella scena per rinfrescare la memoria e per vederla dalla sua prospettiva (povero innamorato, mi vien voglia di patpattarlo sulla testa), però mi sono fermata perché:
    1) Veniva troppo lungo il post (la signora dei monologhi >.>).
    2) Vedi tu se vuoi introdurre da subito Haika e la sua ciurma, altrimenti continuo con la seconda parte.


    CITAZIONE
    Continua da Il salvataggio

    [Longwei (#7171FF) EXP 100 (72r100)][DENARO: Conto ABBIGLIAMENTO: maglia rossa con maniche larghe, capelli raccolti nell'acconciatura tradizionale, pantaloni larghi in stoffa nera, scarpe in stoffa.][EV: -300, ABILITA': Fuoco del Giudizio, ARMATURA:, ARMI:]

    Mese 11, Giorno 10, Post 1, prima dell'alba

    Il suo campo visivo s'era riempito di numerose lucine guizzanti, il dolore alla gamba era lancinante e la confusione la faceva da padrona nel turbine disordinato dei suoi pensieri. Pensieri, e domande, che riguardavano sempre le stesse persone. Quell'abbraccio da parte dell'amico dalla quale aveva inizialmente tentato di divincolarsi l'aveva lasciato perplesso. Avrebbe voluto chiedergli spiegazioni, parlare, dire qualcosa! Se solo quelle dannate fitte non gli avessero impedito anche solo di muoversi!
    Un'altra fitta dolorosa e senza saperlo Longwei si girò sul lato destro, quello della gamba sana. Il respiro era affannoso tra i denti digrignati e all'uomo sfuggì un breve ma furente gemito.

    Quando finalmente riuscì ad alzare lo sguardo, con la vista ormai semioffuscata riconobbe le due sagome dei suoi amici che uscivano con discrezione dall'infermeria... No! Non poteva finire così! Dovevano ancora parlare! Chiarirsi! Mettere fine a tutto quel caos e tutti e tre insieme migliorare le cose! Doveva... doveva fermarli e tentò di attirare la loro attenzione chiamandoli, ma la sua voce uscì flebile. "...Iris... Antk...". Si lasciò cadere di nuovo la testa sul pavimento, con un senso di impotenza che lo attanagliava mentre un'altra fitta lo colpiva con violenza. Si guardò la gamba e vide che la ferita era molto profonda e stava perdendo molto sangue, sentiva il liquido caldo scorrere verso il basso, inzuppargli la divisa e spandersi lentamente per terra.
    Doveva fare qualcosa... Dannazione!! Se solo lei non lo avesse ferito!
    A quel pensiero lacrime amare cominciarono a pungergli gli occhi, ma riuscì a trattenere almeno quelle e negli istanti che passarono sentì sempre più acuto il senso di frustrazione e rabbia per quella situazione. Emozioni che vennero espresse sottoforma di urlo feroce, interrotto a metà da un'ennesima fitta di dolore che stavolta lo lasciò seriamente stordito mentre la sua vista minacciava di annerirsi del tutto.

    Quello sfogo però attirò l'attenzione di qualcuno, infatti, nemmeno un istante dopo, vide la porta che veniva spalancata e lui si aggrappò all'ingenua speranza che fossero loro, che avessero cambiato idea. Ma la realtà era ben altra e al loro posto riuscì a distinguere la figura di un soldato, seguito da un commilitone, che si chinò vicino a lui. "Comandante!" L'uomo si girò alla sua destra, verso il compagno che stava in piedi. "Avvisa il medico!" gli ordinò. Quello annuì e veloce infilò la porta. "Chi è stato?" chiese il soldato di prima, spostando lo sguardo ora sulla ferita, ora su quello del ragazzo, con espressione grave.
    Longwei lo guardò stordito, senza rispondere, e il sottoposto dovette ripetere la domanda.

    Stavolta lui capì e per un attimo fu tentato di dire la verità, per ripicca. Ma al pensiero dei suoi amici, di cui uno ferito, soli in mezzo al mare contro una moltitudine di soldati. Specialmente l'immagine di Iris ferita e agonizzante, o peggio, morta, per lui era come un incubo e lo fece sussultare. No!
    Lui era solo arrabbiato con lei, non la odiava. Gli era inconcepibile odiare una così incantevole ragazza... visto che ne era innamorato...
    Si sforzò di rispondere al soldato, nel mentre sentì il dolore che si faceva sempre più sordo e lui cominciò a sentirsi sempre più stanco. "Mi ha colpito alle spalle... La sua presa era molto salda... come quella di un uomo," mentì lui, fu in quel momento che ricordò le parole sussurategli da Antk. All'inizio non ne aveva compreso il senso, ma adesso che ci ripensava, capiva meglio il significato e, se possibile, in quel preciso istante impallidì più di quanto già non lo fosse.
    Ma non ebbe il tempo di parlarne che una nuova fitta lo colpì senza pietà, mozzandogli il fiato, e una miriade di stelle esplosero nuovamente nel suo campo visivo.
    In quel momento arrivò il medico, insieme all'uomo di prima, e la guardia dovette spostarsi per lasciargli spazio mentre quest'ultimo accorreva.
    Quella fu l'ultima cosa che Longwei vide, prima di chiudere gli occhi e cadere vittima della stanchezza. Poi, il buio.

    EV: -315
     
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    salto avanti al dopo l'attacco, ho lo stesso vizio di Zula di voler arrivare al punto.


    ANNO 1, MESE 11, GIORNO 12, POST 1 • mattina inoltrata

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    Lo scontro era stato campale: decine di navi ed aeronavi si erano impietosamente accanite contro la sparuta flotta di Ember. Dovevano davvero aver fatto arrabbiare il Signore del Fuoco per sctenare l'ira della marmocchietta a quel modo; era evidente che questa volta la giovane sovrana non voleva semplicemente fermare un potenziale nemico: voleva distruggerlo, umiliarlo. Beh, ci era riuscita! Le esplosioni erano visibili a diverse miglia dal luogo dello scontro; con buona probabilità l'intera Ember aveva assistito a quella disfatta.

    Haika si aggrappò ad una delle sartie, usandola per balzare più rapidamente dall'altra parte del ponte della piccola imbarcazione: "Morte agli Spiriti! Nawaz, mettici sottovento! A questa velocità coleranno a picco prima che possiamo raggiungerle!" sbottò seccata la donna, lasciando la corda tra le mani del marinaio, per segnalare personalmente alle altre imbarcazioni il cambio di rotta. La politica non le era mai particolarmente interessata: non sapeva se ad essere stati affondati fossero i buoni o i cattivi, né le importava. Ciò che era certo è che quelle erano navi militari e la tecnologia che avevano a bordo era una motivazione più che sufficiente per rischiare di incappare in qualche soldato.

    "Mi interessano solo le armi, il resto potete tenervelo!" annunciò Haika, appena furono ad una distanza sufficiente da poter abbordare i relitti. "Fate in fretta, questi ammassi di ferraglia non galleggeranno ancora a lungo!" ordinò, osservando con sguardo critico la posizione delle navi. "Nawaz, tu e gli altri dominatori cercate di sostenere queste carcasse, tutti gli altri dentro, svelti!" sbraitò, muovendo ampi gesti in direzione dei relitti, in modo che a tutti fosse chiaro l'ordine. Attese qualche istante, poi alzò lo sguardo verso il cielo: le aeronavi del Signore del Fuoco erano a malapena distinguibili all'orizzonte, era improbabile che si accorgessero della presenza delle loro piccole imbarcazioni accanto ai relitti, ma la prudenza non era mai troppa: se avesse notato qualunque movimento insolito, qualunque segnale indicasse che la flotta aveva deciso di ritornare indietro, era pronta a dare l'ordine di tornare alla base.

    "Capitano?!" giunse la voce di un giovane marinaio, che costrinse Haika ad abbassare lo sguardo. "Questo è ancora vivo, sembra uno importante" la informò il ragazzo. Haika lanciò un'occhiata al corpo inerte tra le braccia del pirata: non indossava un'uniforme che avrebbe potuto rendere il suo grado riconoscibile, ma l'abbigliamento era di buona fattura, il che prometteva bene. Ad eccezione di una brutta ferita sulla gamba, il giovane non sembrava particolarmente malmesso: una delle sue guaritrici lo avrebbe facilmente rimesso in sesto. "Portiamolo a bordo, forse vale qualcosa" decise, senza preoccuparsi troppo del modo in cui gli uomini lo avrebbero trattato: quello che più le interessava erano le armi e per il momento non ne aveva vista recuperare nemmeno una. Chi avrebbe mai detto che navi della Nazione del Fuoco potessero rivelarsi una preda tanto magra?!

    "Kenna, sveglia quello lì, vediamo se sa darci qualche indicazione utile" decise la donna, spintonando una delle dominatrici dell'acqua in direzione di Longwei.
     
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    Ok, nel frattempo ho trovato un'immagine per Wei.
    Chiedo scusa per il ritardo, non sapevo davvero cosa fargli fare nei due giorni.
    E credo sia giusto che riguadagni i suoi 500 EV, ha passato due giorni a ronfare! xP


    [Longwei (#7171FF) EXP 100 (46r100)][DENARO: Conto ABBIGLIAMENTO: maglia rossa con maniche larghe, capelli raccolti nell'acconciatura tradizionale, pantaloni larghi in stoffa nera, scarpe in stoffa.][EV: 500, ABILITA': Fuoco del Giudizio, ARMATURA:, ARMI:]

    Mese 11, Giorno 12, Post 2, mattina inoltrata

    Inizialmente il suo sonno era stato tranquillo, senza sogni, in seguito Longwei ebbe modo di svegliarsi, ma durò solo pochi istanti, dopodiché il sonno lo trascinò nuovamente tra le sue braccia. Ma questa volta, invece che cullarlo, lo tormentò con un incubo; urla, esplosioni e immagini che di certo non avrebbe tolto dalla mente con facilità. Il mattino seguente, riprese di nuovo coscienza e, ancora stordito dal sonno, riaprì di poco gli occhi; la sua vista era totalmente offuscata e si sentiva la bocca appiccicosa. Il luogo dove si trovava era semibuio e uno strano silenzio aleggiava nell'aria, spezzato ogni tanto da quello che sembrava... il lamento... di un animale? Mentre aggrottava la fronte percepì la sensazione di non essere solo.

    Poi ricordò del sogno; le navi in fiamme, i suoi amici che, in un turbine di fuoco e fiamme, lottavano contro un'infinità di soldati, i quali sembravano macabri fantasmi. Poi Antk che colpiva Iris con un fulmine, lei che si rialzava con furia per attaccare i suoi nemici. In seguito l'onda anomala che fece ribaltare la loro nave e infine lui, che annaspava e lottava contro la forza invisibile che lo stava trascinando sempre più giù, una mano tesa verso i protagonisti del sogno, svenuti.

    E mentre tentava di capire se era stato davvero un sogno, anzi lo sperava. Una donna riempì il suo campo visivo e la sua mente lo ingannò per un istante, mostrandogli Iris al posto suo. Fu sollevato di vedere che sì, era solo un sogno. Anche se non sapeva cosa ci faceva lei lì. "...Iris... non sai ch-" si interruppe quando la sua vista cominciò a tornare normale e i contorni sempre più definiti che rivelavano un volto sconosciuto. La prima cosa che lo colpì fu la pelle scura della donna, che inizialmente gli era stato difficile vedere in penombra, e i suoi occhi azzurri.

    E in quel momento prese coscienza della realtà attuale. Una dominatrice dell'acqua?! Che diamine ci faceva lì?!? Strabuzzò gli occhi e si alzò di colpo a sedere. Tuttavia qualcosa lo trattenne, vide che gli avevano bloccato mani e piedi con delle placche di metallo. Dal modo troppo perfetto in cui erano state lavorate su misura per lui, anche se abbastanza strette da fargli male, ne dedusse che era opera di un dominatore del metallo.

    Provò con il dominio a riscaldarle per scioglierle ma una voce maschile lo bloccò in tono minaccioso. "Fossi in te non lo farei!" Si girò verso la voce, incrociando lo sguardo di un uomo di media statura, che indossava vesti tipiche del Regno, il suo profilo era aguzzo, come i baffetti, e il suo sguardo furbo. Lui lo guardò truce. "Chi siete!? Come avete fatto a entrare?" gli abbaiò contro.
     
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    ANNO 1, MESE 11, GIORNO 12, POST 2 • mattina inoltrata

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    "Siamo amici" rispose Haika con voce tranquilla, avvicinandosi abbastanza da poter entrare nel campo visivo di Longwei. "Chiedo scusa per i modi dei miei collaboratori" aggiunse, poggiando una mano sulla spalla del dominatore della terra, per fargli segno di darsi una calmata: non era la prima volta che avevano a che fare con le milizie della Nazione del Fuoco e capiva l'ostilità dei suoi ragazzi. Lei per prima ne avrebbe volentieri eliminati un paio... ma c'era un tempo ed un modo adatto per farlo. La filosofia di Haika era... scegliere quello in grado di fare più danni con il minimo sforzo.

    L'omaccione con i baffetti sbuffò, incrociando le braccia con aria evidentemente seccata, ma Haika finse di non notarlo e si rivolse direttamente a Longwei: "è una questione di sicurezza" disse, indicando le placche di metallo che gli bloccavano mani e piedi "... hai avuto un sonno particolarmente agitato" spiegò, avvicinandosi ad una delle paratie per dare un paio di colpetti con le nocche. Il suono era inequivocabilmente quello di un pezzo di legno colpito appena. "Il tuo dominio è pericoloso qui dentro: ci troviamo su una piccola imbarcazione nel bel mezzo del nulla, se mi garantisci che non tenterai di affondarci sarò più che felice di crederti sulla parola e farti fare un giro" promise con un sorriso gentile.

    "Oh! A proposito! Non mi sono nemmeno presentata! Il mio nome è Annika e lui è mio cugino Tom"
    disse, rivolgendo un sorriso in direzione del dominatore della terra, ridacchiando sotto ai baffi per una battuta che solo loro due potevano comprendere. Il cosiddetto "Tom", tuttavia, non parve altrettanto divertito da quella presentazione, ma non disse niente, limitandosi ad ostentare uno sguardo, se possibile, ancora più torvo.
     
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    Mese 11, Giorno 12, Post 3, mattina inoltrata

    Longwei alzò un sopracciglio, spostando lo sguardo tra colei che aveva parlato, che intuì essere il capo, e il tipaccio di prima. Amici? Oh certo, perché quale amico non tratterebbe con altrettanta ospitalità i suoi compari? Non cambiò idea nemmeno quando la donna gli spiegò il motivo di tale trattamento. Per via del sonno agitato? L'aveva preso per un allocco forse? Non le tolse gli occhi di dosso neanche per un secondo, il suo sguardo era quello di un alceleone in gabbia. "Il tuo dominio è pericoloso qui dentro..." Solo in quel momento il ragazzo si guardò intorno e, mentre le immagini degli eventi prima di svenire gli guizzavano davanti agli occhi, realizzò che non si trovava in una delle sue navi. Aiutato dai primi raggi del sole che sorgeva, che illuminarono più di prima quella bagnarola.

    Dove diamine si trovava... ? Cos'era successo alle navi? Dov'erano i suoi uomini!? Stava proprio cadendo dalle nuvole.
    Trovava abbastanza ridicolo che un'intera flotta venisse distrutta così facilmente dai pirati. I suoi pensieri andarono specialmente agli amici che avevano deciso di abbandonare la nave. Chiedere di loro non sarebbe stata una buona idea, per quel che ne sapeva potevano averli fatti prigionieri. Anche se Iris sapev-

    "Oh! A proposito!" La voce della donna interruppe i suoi pensieri e quando questa fece le dovute presentazioni, lui la guardò con scetticismo. Poi, finalmente si decise a rispondere. "Figuriamoci se mi metto ad affondare questa barca con me dentro!" 'A meno che non sia necessario per liberare qualcuno.' Il comandante si inarcò quel tanto che poté verso Annika, fissandola. "E no, non credo proprio che siete amici. A meno che tu non riesca a dimostrarmi il contrario," la sfidò lui. Di presentarsi, finché non era sicuro di chi fossero, non se ne sarebbe neanche lontanamente parlato.


    A proposito, quando finisce il flashback? Ne faremo altri?
    Altra questione importante, come sei aggiornata su quello che abbiamo in mente io e Sil per l'incontro tra le nostre PG? Mi sembra giusto farti sapere ogni dettaglio che comporti la trama. xP
     
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    ANNO 1, MESE 11, GIORNO 12, POST 3 • mattina inoltrata

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    Ad Haika non sfuggì il tono di sfida del loro ospite, ma si trattenne dal sorridere non tanto per rispetto, quanto piuttosto perché, al momento, non era utile al suo scopo. Quell'acciarino aveva tutta l'aria di una lucertola-drago in gabbia. Purtroppo per lui... era lei ad avere le chiavi. "Suvvia, suvvia... non c'è alcun bisogno di essere tanto ostili!" lo rimproverò bonariamente. Non si sarebbe sorpresa se, nel momento in cui l'avesse liberato, si fosse messo a tentare di affondare la barca con se stesso dentro, come non si era sorpresa i scoprire che cittadini della Nazione del Fuoco avevano dichiarato guerra al Signore del Fuoco o di vedere quest'ultima affondare le sue stesse navi. Erano dominatori del fuoco, dopotutto. Portare distruzione per puro divertimento era nella loro natura, perfino quando il prezzo da pagare era danneggiare se stessi.

    "Tom..."
    chiese la donna, voltandosi in direzione del suo secondo. Non dovette nemmeno dare un vero e proprio ordine: al dominatore della terra bastò quell'occhiata per capire cosa Haika avesse in mente. Non era del tutto sicuro che liberare il loro prigioniero fosse una buona idea, ma conosceva Haika abbastanza da fidarsi del suo giudizio e senza aggiungere altro fece come richiesto.

    "Ecco fatto." cinguettò Haika, pronta a balzare via dalla traiettoria del dominatore del fuoco appena avesse avuto il sentore di un attacco in arrivo. "E prima che tu decida di distruggere la mia barca per liberare qualcuno, sappi che il Signore del Fuoco si è dato un bel da fare per assicurarsi che nessuno lasciasse la vostra flotta. Sei l'unico sopravvissuto... e puoi dirti fortunato; se non fosse stato per Tom, qui, saresti diventato cibo per pesci. Ora... so che forse questo non è il momento migliore, ma non abbiamo molto tempo: avremmo bisogno di un'informazione." confessò, senza tanti giri di parole.
    1) finisce quando non sappiamo più come proseguire;
    2) se serve possiamo farne altri;
    3) non sono aggiornata, ma siete libere di fare quello che volete. Avvisatemi solo se c'è qualcosa che i miei PG devono sapere.
     
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    Mese 11, Giorno 12, Post 3, mattina inoltrata

    Il ragazzo si rialzò lentamente, osservando i presenti. Si aspettava di ricevere un'ondata di dolore da parte della gamba, una volta mossa, e invece non sentì nulla. Gli occhi ambrati del giovane si posarono su di essa e lui guardò la donna che aveva visto per prima, perplesso. Guarire un potenziale nemico non aveva molto senso, ancor meno salvarlo, quindi Annika stava forse dicendo la verità. Eppure...
    Il suo sguardo tornò verso quest'ultima, la quale si era già messa saggiamente a distanza da lui. No, qualcosa gli diceva che non potevano essere pescatori, perché nessun pescatore sano di mente si avvicinerebbe troppo laddove c'era una flotta da guerra, né chiedevano informazioni, specialmente a un militare dell'Impero. Forse il loro era uno stratagemma per farlo stare buono.

    "Ecco fatto." La voce della donna lo riscosse. Ah, quindi aveva intuito bene, tenevano qualcun altro prigion-
    Cosa?! L'unico superstite? Longwei la osservò a lungo, cercando di non mostrarsi troppo debole di fronte al nemico, cosa che gli veniva difficile in quel momento; gli occhi in particolare lo tradirono, per questo, seppur si era imposto di non dar voce a quel che gli passava di mente, non ce ne sarebbe stato bisogno.
    Aveva cercato di fare la cosa giusta nel modo sbagliato? Il senso di colpa lo attanagliò, ma lui lo ricacciò subito indietro, imponendosi di pensare al presente. "E chi mi assicura che una volta avute queste informazioni non vi sbarazzerete di me?" le chiese a bruciapelo.



    Non sapevo che Haika potesse leggere nel pensiero. Starò più attenta a questa nuova superK. :asd:
     
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    Lo sguardo di Haika si indurì per un istante: quella gente era marcia fino nel profondo, come poteva sperare che capisse qualcosa di diverso da una fiammata dritta sul naso? Forse il ragazzo aveva ragione, forse avrebbe semplicemente dovuto ordinare che si sbarazzassero di lui... non avrebbe aiutato granché la loro causa, ma se non altro ne avrebbero avuto uno in meno libero di scorrazzare. "Non mi tentare" rispose, portando la mano al pugnale legato alla cintola, ma Haika per prima sapeva bene che non l'avrebbe fatto, non per una simile ragione. "Siccome ti è evidentemente sfuggito, nessuno di noi proviene dalla Nazione del Fuoco" lo rimproverò, sinceramente convinta che perfino il più infimo tra gli abitanti delle Tribù sarebbe stato più nobile nel Signore del Fuoco in persona.

    "Ci siamo dati parecchia pena per tirarti fuori da quella carcassa su cui ti trovavi, ti abbiamo curato... la ferita che avevi sulla gamba... non era dovuta ad un incidente. Fammi indovinare: è stato uno dei tuoi compagni, prima di abbandonarti a morte certa sul relitto della vostra nave" rispose velenosa. "E non darti la pena di negare, abbiamo visto tutti come avete tentato di affondare la flotta del vostro stesso sovrano. Lascia che ti chiarisca la situazione: non abbiamo bisogno di sbarazzarci di te. Se anche ti lasciassimo andare sono certa che la prima banda di soldati della tua nazione sarà più che felice di ridurti molto peggio di quanto noi potremmo anche solo immaginare. Ora, come ho già detto... siamo disposti a comportarci da buoni ospiti e penso di averlo già sufficientemente dimostrato: sei vivo, libero, non devi più preoccuparti per quelle brutte ferite... ma la nostra cortesia non è dovuta. Abbiamo bisogno di informazioni, subito: i dominatori non riusciranno a tenere a galla quel rottame della tua nave ancora a lungo. La stiva era vuota: dove tenete le scorte di cibo? C'è altro di valore che possiamo recuperare?" chiese la donna in tono perentorio.

    Un suggerimento: se scrivessi secondo i sacri crismi dell'italiano, i tuoi pensieri sarebbero al sicuro anche da chi non vede i colori. :)
     
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    Longwei la osservò per diversi istanti, prima di decidere che sì, forse si stava lasciando prendere troppo da quanto accaduto. Lo sguardo andò di nuovo alla gamba, perlomeno doveva loro un favore... e forse più di uno. Rialzò nuovamente la testa. "Se anche ci sono oggetti di valore, di certo non li troverete nella stiva. Il denaro lo gestivo io, si trova nel baule della mia cabina, in un portello nel pavimento, al centro della cabina. Ma non so se i miei uomini avevano qualcosa, dovreste vedere nelle cabine. Le scorte di cibo invece le avevamo suddivise di nave in nave e, prima di venir colpito, sapevo che stavano finendo," spiegò lui, stando attento a dire solo il necessario. E a proposito di dettagli, gli venne in mente una cosa in particolare. "Quanto hanno resistito?" domandò.

    Grazie del consiglio, Altezza. u.u
     
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    Quella non era esattamente la risposta in cui Haika sperava: di denaro e preziosi ne avevano già in abbondanza, tanto che non sapevano che farsene: avvicinarsi ad una qualunque città avrebbe significato correre il rischio di essere riconosciuti dalle guardie, suscitare domande scomode riguardo alla provenienza degli oggetti... no. Mano a mano che le loro fila andavano ampliandosi, stava crescendo sempre più il bisogno di beni di prima necessità... o dei mezzi per procurarseli.

    "Temo dovrai essere più specifico, c'erano decine di cabine sulla nave e non sappiamo ancora il tuo nome" rispose la donna senza astio, ma anche senza dimostrare una particolare sensibilità per le condizioni del ragazzo. Quelle erano pessime notizie. Se le loro condizioni non fossero migliorate avrebbero dovuto cominciare ad attaccare navi di pescatori... certo, la Nazione del Fuoco aveva fatto molto peggio con loro, ma Haika era determinata ad evitarlo il più a lungo possibile: voleva dimostrare di essere migliore in ogni ambito e mostrare un'umanità che nella Nazione non avevano sarebbe stato uno schiaffo in faccia alla loro sovrana.

    L'ultima domanda, tuttavia, la sorprese. Il tono era diverso, anche se non le riuscì di decifrarlo. "Tutta la notte" rispose, non potendo fare a meno di chiedersi come quello potesse rivelarsi un dettaglio importante. "... ma lo scontro era già segnato in partenza. Alle prime luci dell'alba l'esito era già chiaro e con il favore del sole i dominatori del Signore del Fuoco non hanno fatto altro che assestarvi il colpo di grazia. Non capirò mai perché vi ostiniate a combattervi l'un l'altro. Come potete considerare onorevole uccidere a sangue freddo i vostri simili? Queste guerre di conquista, questa distruzione, non vi renderanno più grandi né più potenti: non farete altro che scatenare l'odio del mondo intero... potrete prendere i nostri territori... ma il popolo non si piegherà altrettanto facilmente ed arriverà il giorno in cui si stuferà di subire." lo rimproverò, in modo un po' più appassionato di quanto avrebbe voluto: quanto era accaduto alla sua famiglia era ancora troppo vivido nella sua memoria ed Haika se ne rese conto. Sbuffò seccata, scosse la testa con fare nervoso e si avviò all'esterno, per dare ordine di proseguire con le ricerche all'interno delle navi: non era lì per perdere tempo con i soldatini della nazione. Il suo obiettivo aveva un nome e si chiamava Iris... poteva atteggiarsi a Signore del Fuoco, ma Haika la conosceva bene per quello che era: una principessina viziata. L'avrebbe distrutta, pezzo per pezzo, anche se avesse dovuto dedicare la vita intera a questo scopo!
     
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    Mese 11, Giorno 12, Post 5, mattina inoltrata

    Il discorso che gli aveva appena fatto lo convinse, le loro idee erano molto simili (anche se lo stava insultando). Forse non era del tutto un caso che i loro destini si fossero incrociati. "Il perché volevamo combattere è più onorevole di quel che pensi!" ribatté il ragazzo, facendo un passo avanti. A quel punto l'omaccione di prima si avvicinò con fare minaccioso, ma lui continuò: dopotutto l'Impero lo considerava morto, non aveva più nulla da perdere oltre alla vita e ricominciare daccapo, da solo, avrebbe richiesto molto più tempo che con loro. "E non credo sia poi così diverso dal perché voi fate ciò che fate. Non credere che non l'abbia capito, nessun marinaio o pescatore si avvicinerebbe mai a una flotta.
    Ma ormai non mi è rimasto nulla da perdere, quindi se me ne darete la possibilità, io, ex comandante Longwei, mi unirò a voi senza batter ciglio."



    Alèeee :xd: le lezioni di Ruler:
    Come scombinare un personaggio in una role (roba da far tremare Picasso)! :woot:
    Come prendere a calci la discrezione in un post!
    Lezioni gratuite (Ma anche no)! :ok:

    Scherzi a parte, lo sto ruolando da cani nevvero?
    Comunque è interessante la cosa: lei la vuole morta, lui la vuole viva. La mia idea dei pirati è stata un colpo d'occhio. :asd:
     
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    La risposta del ragazzo colse Haika di sorpresa: tutto avrebbe pensato, tranne che il ragazzotto che si trovava davanti fosse un comandante. La perplessità era evidente sul suo volto nel momento in cui iniziò a considerare quell'eventualità. Longwei. Il nome le diceva qualcosa. Lanciò un'occhiata a "Tom", in cerca del suo aiuto, ma la sua espressione indifferente le disse che per lui non c'era niente di insolito in quel ragazzo... eppure una vocina nella sua testa le diceva che avrebbe dovuto riconoscere il nome all'istante. Troppo giovane per essere un comandante. Avrà avuto sì e no 18 anni, più o meno come... il sospetto che conoscesse personalmente il Signore del Fuoco, e non solo in qualità di membro del suo esercito, iniziò a farsi sempre più fondato di secondo in secondo.

    Solo un paio di mercanti che avevano avuto la sfortuna di incontrarli e con buona probabilità il Signore del Fuoco e il suo esercito sapevano della loro presenza in quel braccio di mare. Solo per uno di loro sarebbe stato così scontato intuire chi fossero. Haika raggiunse il ponte e lì si fermò, per voltarsi verso il ragazzo e rivolgersi nuovamente a lui: "hai la mia attenzione, comandante Longwei", decise. E fu nel momento in cui pronunciò il suo nome che capì. Longwei, l'ufficiale a capo della flotta di Ember. Era davvero quel ragazzino a comandare un'intera guarnigione? Cominciava a capire perché i soldati della Nazione del Fuoco si comportassero come bambini viziati.

    Che il Signore del Fuoco avesse organizzato tutta quella messinscena per tendere loro una trappola? Ma se così fosse stato sarebbero già stati circondati da decine di aeronavi... e se lo scopo della ragazzina fosse stato infiltrare uno dei suoi all'interno della banda non avrebbe avuto senso che rivelasse tanto candidamente il suo nome e il suo grado. Ammesso e non concesso che fosse veramente chi diceva di essere. L'idea che lui si fosse comportanto in modo talmente stupido per farla sentire più sicura non la sfiorò nemmeno: avrebbe significato concedere al Signore del Fuoco ed ai suoi uomini un'intelligenza che non era disposta ad attribuire loro.

    "Avremo modo più tardi di confrontare le nostre ragioni. Per il momento la nostra priorità sono quelle navi: dobbiamo recuperare tutto il possibile e non abbiamo molto tempo. Vuoi unirti a noi? Facci strada!" decise, indicando con un cenno l'asse di legno che fungeva da ponte tra il relitto dell'ammiraglia di Longwei e la piccola nave pirata. "E rimani dove posso tenerti d'occhio... per la sicurezza di entrambi" precisò. Era abbastanza certa che non tutti i suoi uomini avrebbero preso bene l'idea di un dominatore del fuoco tra le loro fila.

    non è facile adottare un personaggio: nessuno conosce la sua psicologia come l'autore. Decidi come lo vedi tu e ruolalo di conseguenza, l'importante è che tu sia coerente, non importa se poi non riusciamo a portare la trama dove volevamo. A volte i PG non vanno d'accordo, è una storia anche quella.
     
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    Mese 11, Giorno 12, Post 6, mattina inoltrata

    Longwei annuì e si avviò verso l'asse. "E rimani dove posso tenerti d'occhio... " Lui si fermò a guardarla a quell'affermazione e lanciò un breve sguardo dietro di sé, verso gli altri due membri della ciurma. In effetti, nei loro sguardi si leggevano chiaramente disappunto e diffidenza. Il ragazzo però non rispose, preferì invece darsi da fare e riprese a camminare, ignorando il groppo che sentiva in gola alla sola vista delle navi, annerite in diversi punti e leggermente inclinate. "Le cabine equipaggio si trovano nel ponte interno secondario, verso poppa, a destra si trovano le cucine, prima di queste c'è l'infermeria. A prua si trovano alcuni dei controlli della sala macchine e da lì ci sono le scale per arrivare a quest'ultima. Anche se probabilmente sarà allagata." Si voltò per assicurarsi che la donna lo stesse seguendo, e ascoltando, per poi infilare il portello laterale.

    Dentro era messa anche peggio di quel che sembrava fuori; in alcuni punti il metallo che la componeva era annerito e qua e la uscivano alcuni fili elettrici dai quali scaturivano di tanto in tanto delle pericolose scintille. Doveva essere andato a fuoco qualcosa, ma lui era certo che l'avessero spento gli uomini di Annika.
    Alcune delle luci di emergenza erano saltate e il silenzio era rotto dall'inquietante riecheggiare dei lamenti della nave stessa. Prima di continuare si girò verso la piratessa. "Anche se conosco la nave, preferirei fare luce se necessario." Il suo era un avviso, onde evitare spiacevoli fraintendimenti.

    "Le cabine degli ufficiali si trovano nel ponte interno primario, verso poppa. Quelle dei sottoufficiali stanno a prua, mentre sopra le nostre teste c'è il ponte di comando." Cercò di essere il più conciso possibile, ma neppure lui sapeva davvero cos'avrebbero trovato di tanto utile, oltre a qualche oggetto prezioso. Quando fu sicuro di non aver dimenticato nessun dettaglio tornò a camminare, avviandosi verso un punto preciso: la sua cabina.


    Per la descrizione mi sono ispirata a un film in particolare...
    Massì che lo sai Les, non la senti la musica?
    *rotola di brutto* Madonna, adesso non sarò contenta finché non leggerò di Wei e Haika che stanno insieme a prua.

    Comunque va bene. Vedo che al momento hai tutto il GdR sulle tue spalle, senza offesa alle tue abilità, ma se senti che è troppo dimmelo che stoppo le mie risposte fino a nuovo ordine, così hai più spazio per i nuovi (e volendo ti do una mano anche se, oltre ad essere maldestra, le lumache scrivono più veloce di me <_<).
     
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    Haika alzò un'ultima volta lo sguardo al cielo prima di seguire Longwei all'interno: nessuna traccia dei dirigibili del Signore del Fuoco, nessun segno di navi all'orizzonte: cominciava davvero a credere di aver semplicemente avuto fortuna e che no, quella non fosse una trappola... ma non era ancora pronta ad abbassare la guardia. Ponte interno secondario, cucine, infermeria. Haika prese mentalmente nota di tutte quelle informazioni, annuendo in silenzio. Dai corriodi della nave provenivano suoni cupi, segno che stava lentamente ma inesorabilmente iniziando ad inabissarsi. I dominatori dell'acqua erano già impegnati da ore nel tentativo di tenere a galla il relitto, ma nonostante fossero uomini allenati e determinati, aveva già letto i primi segni di stanchezza sui loro volti.

    I corridoi erano cupi e le luci di emergenza emanavano scintille poco rassicuranti. La donna sfiorò la parete di metallo mentre procedevano: c'era qualcosa di inquietante nell'austera freddezza di quel luogo, qualcosa che le ricordava fin troppo bene la precisione chirurgica e la strenua resistenza di coloro che le avevano costruite. La paratia era fredda: paradossale. Il dominatore del fuoco chiese di poter fare luce e lei annuì, facendo cenno ai suoi uomini di stare indietro, ma prima che proseguisse un'idea le attraversò la mente: "aspetta!" lo trattenne, alzando lo sguardo verso il ponte superiore. "Esattamente sopra alle nostre teste?" si informò "riusciresti con il tuo dominio a creare un buco là sopra di dimensioni tali da consentirci di arrampicarci fino al ponte di comando?" chiese, allettata dalla possibilità.

    Non aveva mai avuto una nave di quelle dimensioni a sua disposizione: non era uno degli ultimi modelli, ma la possibilità di ficcare il naso sul ponte di comando era comunque da non trascurare. Non che sperasse di trovare qualcosa in particolare, ma era certa sarebbe tornato utile nel caso in cui un giorno avessero avuto uno di quegli affari alle calcagna. A recuperare i viveri avrebbero pensato i suoi uomini. Se quello che pensava di Longwei era esatto e che quindi aveva raggiunto la sua posizione non tanto per talento ed esperienza, quanto piuttosto per l'amicizia che lo aveva legato al Signore del Fuoco, era certa di non aver nulla da temere nel passare qualche minuto da sola con lui: non era certo una damigella indifesa.

    ♬ You're heeeeeeeere, there's nothing I feeeear... ♬ *accende palla di fuoco stile lumino* se li facciamo inabissare insieme alla nave Rissy è giusto contenta.

    Naah: uno l'ho già spalestrato, detengo il record degli allenamenti flash. Nel GdR non metto mano che non so come eravate organizzati e fosse per me toglierei Master dalle role con più di un utente, ma se a Sil piace così non ci metto becco e aspetto che riprenda lei.
     
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    Mese 11, Giorno 12, Post 7, tarda mattina

    Longwei si fermò, voltandosi verso la donna. Alla sua domanda lui annuì. "Allontanatevi" disse il ragazzo e una volta che tutti si furono allontanati, cominciò a muoversi come gli era stato insegnato, incanalando l'energia verso le mani. Poi rilasciò la doppia fiammata e il fuoco blu andò a scontrarsi col ferro della nave. Gli ci vollero diversi istanti, ma alla fine riuscì a scaldare la lamiera al punto da scioglierla e si fermò prima che il fuoco potesse colpire anche l'interno, rischiando di fare danno.

    Il ragazzo barcollò mezzo stordito, mantenere per un lungo periodo un attacco simile richiedeva un bel po' di energie. Una volta ripresosi osservò il lavoro fatto, era venuto bene... forse. Si voltò verso Annika per vedere se la pensava allo stesso modo. "Va bene così?"

    Scusa il ritardo. >.>
     
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30 replies since 11/8/2015, 15:51   309 views
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