Come il gatto con il toporagno.

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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 9, P. 1 ~ pomeriggio

    ~ colore dialoghi: #FF007F
    ~ exp: 190.440 (25r80)
    ~ denaro: 1500 mo (gioielli) + 3700 mo NdF +
    ~ abbigliamento: Pantaloni di cotone grezzo rosso scuro, maglia aderente rosa, capelli corti e spettinati, stivali in pelle, capelli fermati con una fascia.
    ~ armatura: D1 (off)
    ~ armi: pugnale (on)
    ~ abilità: fiamme blu, controllo dell'attacco B
    ~ mosse: scudo di fuoco, attacco combinato, schivata veloce, pioggia di fuoco, bastione di fuoco, scatto, inversione di potenza, resistenza, colonna di fuoco, rigenerazione, attacco a sorpresa.
    ~ stats:
    Atk D. 1.800+50% (fiamme blu) = 2.700
    Def D. 2.001+1/10 (armatura) = 2.201
    Atk 549
    Def 400+1/10 (armatura) = 440
    Vel 390
    EV 1.550/1.550





    Il sole splendeva alto nel cielo, ma la temperatura era bassa rispetto a quelle a cui era abituata. Iris si strinse nella giacca, posando la schiena contro il tronco dell'albero accanto al quale si era seduta ed inspirò a fondo, chiudendo gli occhi. Detestava il Regno della Terra, così freddo e umido. Perfino i panorami sembravano un miscuglio di colori vaghi, ben diversi dai toni decisi che contraddistinguevano i tramonti della Nazione del Fuoco. E come se questo non bastasse negli ultimi giorni aveva girato tra quanto di peggio il Regno potesse offrire. Qui e là, nei giorni precedenti, le era passata per la mente l'idea di ritornare a Palazzo e mandare le Pupille a sporcarsi le mani... ma era evidente come non fossero all'altezza. Le mancava la piccola. Le mancavano perfino le chiacchiere di Lien, che cinguettava di come fosse migliorata in questo e in quello... e le mancava Antk. Non le continue discussioni con lui, ma la sua silenziosa presenza, la certezza... di cosa? Di averlo sempre al suo fianco? Storse il naso, scuotendo la testa. Era un idiota e lei si era lasciata ingannare per l'ennesima volta da suo padre, quando lo aveva sposato. Probabilmente Riku aveva fatto apposta ad affrettare il loro fidanzamento, fingendo di farlo per lei...

    Chiuse nuovamente gli occhi, concentrandosi sul sole che sfiorava le chiome degli alberi sopra di lei... una piccola spinta da parte sua e l'intera foresta avrebbe preso fuoco... ma si controllò. Erano giorni che non esercitava il dominio, temendo di poter essere scoperta. Un non dominatore non aveva la minima idea di cosa significasse resistere tanto a lungo; cominciava a sentirsi come se le mancasse un braccio... o forse non era quello che non andava. Iris si irrigidì, con l'improvvisa sensazione che qualcosa non andasse. Sentì un brivido gelido correrle lungo la schiena e scattò in piedi, un istante prima di riuscire a scorgere la maschera d'oro di una delle sue Pupille comparire tra gli alberi. Iris abbassò la guardia, sospirando "pensavo mi avessero seguita. Cosa c'è?" chiese, facendo cenno all'altra di avvicinarsi. La Pupilla si inchinò rispettosamente: "il falco ha individuato la preda" la informò, guadagnandosi un'occhiata seccata da parte dell'Imperatrice. Dunque aveva passato giorni tra la feccia del Regno per niente. Avrebbe potuto rimanersene a poltrire a Palazzo senza che cambiasse alcunché.

    Iris annuì: "ci sono insetti in giro?" chiese, conoscendo già la risposta: se ci fosse stato qualcuno in giro Ayana non si sarebbe avvicinata. La Pupilla scosse la testa e Iris raggiunse il suo zaino, tirandone fuori una piccola ricetrasmittente. Infilò l'auricolare e si sintonizzò sulla frequenza che avevano deciso di utilizzare. "Dragone a Falco d'oro, mi ricevi? La fenice mi ha portato il pasto, raggiungeremo il nido con tre battiti d'ala" decise, fissando l'incontro nel punto prestabilito tre giorni dopo. Parlare di più via radio sarebbe stato rischioso. "Sai altro?" si informò, spegnendo la radio per rivolgersi alla Pupilla.

    ho pensato che Ris non gira con una radio accesa se se ne sta sotto copertura. Hai contattato una delle Pupille che a sua volta ha raggiunto Ris, impiegando un paio di giorni per trovarla. Non ci fidiamo dei nostri canali di comunicazione, quindi si può fare che sei già partita per raggiungermi subito dopo aver mandato il messaggio. Il punto d'incontro prestabilito è al porto in cui sbarcherai.
     
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  2. Silian
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 12, POST 2, mattina
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [39.210 Elanor (#3a0057): n° exp (30r100)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    La donna scese dal traghetto tra gli ultimi passeggeri, capo chino e sguardo fisso in terra. La sua lunga treccia scura ballonzolava a destra e a sinistra quando camminava, a passo non troppo rapido. Non aveva fretta, no... giocherellava con qualcosa sepolto nel profondo della tasca dei pantaloni. Almeno così, se la trasmittente avesse vibrato, se ne sarebbe accorta all'istante. Per qualche ragione, il timore che qualcosa potesse andare storto e di avere bisogno di comunicare nei momenti più impensabili non la abbandonava un istante. Il porto era pieno di odori: quello di salsedine ormai non lo sentiva più, ci era abituata, mentre quello greve del pesce in putrefazione era impossibile da ignorare. A tratti arrivavano zaffate di puzzo di olio da morote bruciato, crbome in combustione, metallo caldo ed altri, tipici dei luoghi con così tanti mezzi a motore parcheggiati. Il sole quella mattina aveva deciso di restare a dormire un altro po', regalando loro una bassa coltre di nuvole grigio chiaro. Non minacciava di piovere, ma l'umidità restava intrappolata vicino al suolo come da una cappa. La superficio dell'acqua era coperta da un sotilissimo velo oleoso, che riluceva con tutti i colori dell'iride quando era colpito dalla luce con l'angolazione giusta. Non c'era niente del genere in acqua, quando lei era ragazza... sarà anche stato... carino? Vedere l'arcobaleno sul mare, ma aveva qualcosa di sbagliato.

    Tra gli odori del porto ne saltò fuori uno nuovo, al che il suo stomaco si contrasse con un gorgoglio. Carne arrostita, del tipo che ormai si vendeva in tutti gli angoli delle strade. E quello era il modo che aveva adottato il suo stomaco di farle sapere che voleva essere riempito, dato che ormai da un pezzo la sensazione della "fame" non la sentiva proprio, tra un bruciore e l'altro. Mmh... all'appuntamento mancava ancora qualche minuto. Si avvicinò al banchetto, posò cinque monetine (-5 mo) sul legno verniciato di rosso e si fece consegnare uno spiedino di carne profumato e fumante. Era troppo caldo, il boccone che prese per poco non le ustionò la lingua! Proseguì camminando e masticando a bocca semiaperta, cercando di raffreddare il boccone... e si infilò con nonchalance nel varco di una palizzata. Si trovò nel cortile malmesso di un magazzino abbandonato, di quelli con l'erba che ormai cresce a ciuffi tra una mattonella e l'altra del pavimento. Si fermò qualche secondo, in ascolto... nessuno alle calcagna. Continuò il suo tour, masticando il resto dello spiedino, fino ad entrare dalla porta scardinata dell'edificio.

    Trasalì per il fruscio improvviso... ma erano solo dei colombistorno spaventati. Li maledisse in cuor suo, augurando loro di finire allo spiedi come la sua colazione; sospirò e spezzò il piccolo spiedo di legno, infilandoselo in tasca. Niente tracce. La luce grigiastra entrava in fasci irregolari dai vetri rotti dei finestroni in alto; scelse un luogo in ombra, un piccolo soppalco di legno dall'aria non troppo pericolante, per attendere l'ora giusta. Da quell'angolazione avrebbe potuto tenere d'occhio facilmente gli ingressi, senza essere vista.

    Le monete sono state unificate dopo l'avvento dell'Impero? O.o
     
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    certo, soppresso tutto tranne che la moneta NdFfiana, rinominata in Moneta Imperiale :huh: no, è orrendo. Devo inventarmi un nome, ma il concetto è quello. Si potrebbero chiamare "fenici" con un non troppo sottile riferimento a Ozai.





    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 9, P. 1 ~ pomeriggio

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    Def D. 2.001+1/10 (armatura) = 2.201
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    Anaya fu la prima ad entrare nel magazzino abbandonato, mentre Iris le copriva le spalle. Entrambe a volto scoperto avevano tentato di mescolarsi agli abitanti del luogo, adottandone lo stesso stile nell'abbigliamento, ma il modo in cui Iris avanzava sicura, strisciando accanto al muro e poi infilandosi con un balzo tra le assi sconnesse della palizzata strideva a tal punto con i vecchi abiti che aveva addosso che non sarebbe stato difficile sospettare che fosse qualcosa di più di un'innocua pescivendola. L'odore, lì, era quasi insopportabile e Iris si ritrovò ad osservare Anaya con un senso di urgenza; nemmeno lei avrebbe saputo se era dovuto al fatto che non vedeva l'ora di smettere i panni della povera reietta, per il fatto di potersi finalmente rimettere in azione, o entrambi i motivi.

    Non dovette attendere molto prima che la Pupilla le desse il segnale di via libera. "Mi auguro che tu abbia fatto buon viaggio" disse, rivolgendo un cenno di saluto a Elanor, ma non era quello che realmente le interessava "dov'è?" tagliò corto.
     
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  4. Silian
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    La mia capacità di ricordare qualcosa senza prendere appunti è prossima allo zero... non avevamo deciso un luogo per beccare Fen, giusto? Sono andata a fantasia...

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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 12, POST 3, mattina
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [39.230 Elanor (#3a0057): n° exp (3r20)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

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    "Non lontano da qui. Il porto peschereccio..." rispose Elanor tagliando dritta al punto. "Quello che usano gli abitanti del posto, niente grosse navi né troppi controlli. Sta arrivando un carico che gli interessa particolarmente e sembra che vada lì ad occuparsene di persona. I problemi sono due. Uno è l'orario. Se non riusciamo ad avere altre informazioni dobbiamo presidiare il posto finché non arriva l'imbarcazione. Il secondo sarebbe ... beh... la natura del carico. E' talmente assurdo che ho qualche dubbio sulla veridicità delle informazioni. Dalle intercettazioni sembra che si tratti di piante ornamentali... non sono buone né come foraggio né come medicinale, e in questa zona dell'Impero non c'è gente abbatanza ricca da permettersi certi lussi. Probabilmente le usa come copertura per il contrabbando d'altro, forse armi rubate, oppure è un nome in codice, non siamo riuscite a capirlo" riferì con una smorfia ed un'alzata di spalle. "Per limitare i rischi preferirei poterti darti il segnale una volta che abbiamo individuato il soggetto, o consegnartelo una volta catturato" le suggerì, aspettandosi comunque in cuor suo l'ennesimo rifiuto. Non c'era stato verso, sin dall'inizio dell'operazione, di convincerla a restare al sicuro e lasciar fare il lavoro pesante a chi era pagato per farlo. I rischi sarebbero aumentati in modo esponenziale, mano a mano che si fossero avvicinate al Principe Sozin. Quella faccenda le piaceva sempre meno.
     
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    no, non avevamo deciso. Bene così. ;)





    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 9, P. 1 ~ pomeriggio

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    Iris annuì, prendendo mentalmente nota delle informazioni. "O consegnartelo una volta catturato" concluse Elanor. L'Imperatrice valutò un istante quella possibilità: non le sarebbe dispiaciuto mettersi da parte per un po', darsi una bella ripulita, tornare a sentirsi se stessa... ma il pensiero di Sozin, rinchiuso chissò dove la ripostò alla realtà. "No" tagliò corto con decisione. "Non ce ne facciamo niente di questo Fen, è quello che Fen sa che voglio, e di sicuro se lo terrà ben stretto. Ho un'idea migliore. Arrestatemi" ordinò, offrendo i polsi, poi proseguì "aspettate che l'uomo salga a bordo della nave, poi indossate le vostre uniformi e arrestatelo in nome dell'Imperatrice. Potete dire che è in corso un'indagine per contrabbando o qualcosa del genere. Poi lo porterete qui e io lo aiuterò a fuggire. Con un po' di fortuna riuscirò a conquistare la sua fiducia e a farmi mettere in contatto con i pirati. Non seguitemi, sarò io a contattarvi in caso di necessità" disse, combattuta tra il desiderio di mettersi nuovamente in azione e il disgusto per tutto quello che stava facendo. "Ormai siamo vicine, lo sento".

    ti farei ruolare il post dell'arresto, poi io faccio velocemente quello della fuga, ottengo l'informazione e vi contatto, così possiamo saltare al gran finale.
     
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  6. Silian
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 12, POST 4, primo pomeriggio
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    Chiamala nave, quella bagnarola. Sembrava più che altro un grosso peschereccio... ed aveva l'odore di un grosso peschereccio. Elanor accelerò il passo mentre marciava a passo sempre più rapido verso il rettangolo di luce sopra la sua testa, lanciandosi su per le strette scalette con una smorfia disgustata. Saltò letteralmente fuori dal boccaporto, boccheggiando per inalare finalmente un po' di aria decente. Un'ombra la sovrastò alla sua destra: sobbalzò, l'adrenalina ancora a mille; non ebbe il tempo di reagire. "Il ponte è pulito, non ne è scappato nessuno" la informò Siri, da dietro la maschera dorata. Sospiro di sollievo che si infrange contro il metallo che le scherma il viso. In momenti come quello avrebbe dato qualsiasi cosa pur di potersene liberare, ma era proprio in quei frangenti che doveva mantenere il volto coperto. Un rumore di passi provenienti dalle sue spalle (passi accompagnati da mugolii d protesta e tonfi assortiti) la informò che i prigionieri stavano per essere trascinati all'esterno. Si spostò, lasciando libero il passaggio.

    Sulla banchina si vedevano in lontananza alcune delle ragazze camuffate da guardie portuali, pronte a tenere alla larga i curiosi. Uno, due, tre... cinque persone, legate come salami. E l'ultimo era lui. Aveva i polsi legati dietro la schiena, i capelli scarmigliati ed una vistosa macchia di sangue che gli colava da una tempia. Fen si agitava molto meno degli altri. Guardava fisso davanti a sé, con sguardo vitreo. Da sotto la maschera Elanor sogghignò, con una insolita sensazione di appagamento che le riempiva il torace. Lo avevano preso. E lui sapeva. Sapeva benissimo. Si concesse il sottile piacere di starsene ferma a guardarlo trascinare giù dalla sua barca, dritto dritto verso il motoscafo che l'avrebbe portato da Iris. Degli altri non sapeva cosa avrebbero deciso di farsene, probabilmente la cosa migliore era spedirli a fare da mangime ai pesci. Mssione compiuta!

    "Capitano, dai un'occhiata a questa roba" la richiamò Siri, di ritorno dalla stiva. Reggeva tra pollice ed indice una strana foglia allungata, dai colori poco rassicuranti. "Là sotto ne è pieno. Sai che roba è?". Elanor scosse la testa, allungando una mano per prendere lo strano vegetale. "Preleva dei campioni e spedisci tutto a Kami, al Palazzo. Cercate di capire che roba sia". Per quella giornata avevano avuto abbstanza movimento: appena possibile avrebbe dato l'ora d'aria a tutte le ragazze coinvolte nell'operazione. Erano state rapide, impeccabili, inesorabili, esattamente come avrebbero dovuto. L'onore delle Pupille non era mai stato così vicino dall'essere ripristinato come quella sera.
    CITAZIONE
    Continua in: Un brusco risveglio


    Edited by Silian - 20/7/2013, 14:47
     
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 12, P. 2 ~ tardo pomeriggio

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    Iris era seduta con le spalle appoggiate contro alla parete metallica del vecchio magazzino in cui si trovava. Aveva chiuso gli occhi, approfittandone per riposare un poco; quello era uno dei posti più comodi in cui si era fermata negli ultimi mesi: niente umidità che rendeva il freddo insopportabile e soprattutto nessuno di quei fastidiosissimi insetti. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata tanto felice di ritrovarsi rinchiusa in un magazzino lurido, con quell'insopportabile odore di olio bruciato. Poi, un lontano rumore di passi la riscosse dai suoi pensieri: Ayana drizzò la testa, puntando il becco della sua maschera d'oro in direzione dell'ingresso, poi si alzò; era arrivato il momento di mettersi in azione. La porta del capannone si aprì ed uno dopo l'altro sfilarono all'interno i prigionieri, dimenandosi e sputando maledizioni contro le donne che li avevano arrestati. Colse anche qualche commento del tutto inadeguato nei propri riguardi ma, prima che potesse pensare di lamentarsi, Siri aveva assestato un colpo secco e preciso contro le gambe dell'uomo, facendolo collassare con la faccia a terra. Rapida e precisa, come si aspettava dalle sue ragazze.

    Solo uno dei prigionieri non sembrava affatto in vena di opporre ulteriore resistenza. Iris incrociò il suo sguardo per un istante e quello che vide la fece rabbrividire: c'era una fredda e spietata determinazione, nei suoi occhi. L'ultimo della fila... Fen. Sapeva perché lo avevano arrestato, ne era certa. Sapeva anche chi era lei? Avrebbe dovuto stare molto attenta. Osservò gli altri prigionieri venire spinti a terra, accanto a lei. Sapeva che avrebbe dovuto agire in fretta, perché presto avrebbero dovuto far arrivare una delle navi militari, per rendere credibile quella farsa... ed uscire da lì senza il suo dominio sì, che sarebbe stata un'impresa, ma al momento c'era poco che potesse fare.

    Passò diverse ore ad osservarli in un paziente silenzio, prima che Elanor le fornisse l'occasione giusta. Le Pupille sembravano aver deciso che anche loro potevano mangiare qualcosa ed avevano liberato loro le mani per poterlo fare più comodamente. Un pranzo insolito, per dei prigionieri... molto più gustoso di quelli a cui erano abituati a Boiling Rock... ma questo i pirati non potevano saperlo o, forse, a loro non importava. Quello sarebbe stato il loro ultimo pasto in ogni caso. Iris fece finta di accomodarsi meglio e ne approfittò per scivolare vicino a Fen, urtandolo di proposito per far cader a terra il contenuto del suo piatto. L'uomo la fulminò con lo sguardo, ma Iris gli offrì il suo pranzo: "prendi pure, se vuoi finire come loro" disse, mettendogli letteralmente in mano il proprio piatto. Fen rivolse lo sguardo verso i suoi uomini. Non sembravano avere niente di strano, a parte una fame da lupifaina. Poi si accorse del colore dei loro occhi, dell'espressione sul loro viso e, prima che potesse avvertirli, caddero a terra uno dopo l'altro. Si voltò verso Iris, ma si accorse che non era più al suo fianco. Sembrava essersi liberata ed aver tentato la fuga, ma due di quelle guardie falco l'avevano chiusa in un angolo. Peggio per lei. Fen balzò in piedi, correndo verso la porta e le due Pupille si voltarono di scatto verso di lui. Iris si arrampicò svelta su delle vecchie casse accatastate nel magazzino, riuscendo a raggiungere una piccola finestra sulla sommità, e senza perdere un solo minuto a pensarci su si tuffò fuori, atterrando comodamente su un provvidenziale carro pieno di fieno. Una Pupilla era di guardia all'esterno ed iniziò a correrle incontro, ma appena si rese conto che non c'era nessuno a parte Iris si fermò, per indicarle un punto alla sua destra, dove aveva scorto del movimento. Iris annuì, ringraziandola con un sorriso, poi riprese a correre, inseguita dalla Pupilla.

    Fen aveva altre due Pupille alle calcagna e Iris lo raggiunse: "che ne dici se collaboriamo?" propose, buttandisi di lato per evitare un dardo. Fen la aiutò a rialzarsi: "hai un piano?" chiese sospettoso. Iris annuì: "ho nascosto dell'esplosivo laggiù" disse, indicando con lo sguardo un edificio fatiscente. Una Pupilla atterrò vicino a loro, ma Iris la allontanò con un fumogeno. "Dobbiamo riuscire a portarcele e poi dovresti tenerle occupate mentre lo faccio detonare" spiegò, riprendendo a correre.

    se vuoi postare mi fa piacere, altrimenti continuo da sola, mi son fermata perché stava diventando troppo lungo xP
     
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    Fen rimase un istante in attesa, valutando la proposta, ma in quell'istante le due Pupille che aveva alle calcagna si erano avvicinate in modo pericoloso... e lui non aveva fumogeni a portata. "D'accordo" decise, intuendo che se ne sarebbe pentito. Iris sorrise "corri verso quel magazzino" disse, indicando un edificio con lo sguardo "io andrò nella direzione opposta. Se arrivi prima di me cerca di aiutarmi con quelle serpicorvo." disse e contemporaneamente tirò un violento calcio contro una cassa di legno, che andò in frantumi. Schiodò uno dei listelli che la componevano con estrema facilità, quasi fosse lì apposta, pronto ad essere utilizzato come rudimentale bastone. "Tieni questo, fa sicuramente più male dei tuoi pugni" decise la donna, mettendoglielo in mano e iniziando a correre. Le Pupille sembravano sparite... ma conosceva bene i loro schemi di attacco e non si sarebbe sorpresa di trovarse... si buttò a terra, schivando all'ultimo istante un forte getto d'acqua. Niente di letale, ma era abbastanza sicura che prenderlo in pieno non sarebbe stato piacevole. Lanciò un'occhiata omicida verso la fonte del getto. Era stata lei a ordinare loro di improvvisare e senza dubbio quella sorpresa avrebbe reso la sua fuga più credibile, ma il fatto di essere quasi stata sorpresa era irritante per un soldato. Cercò di non pensarci e riprese a correre, lieta di avere un corpo bene allenato. Mancava poco...

    Si voltò, notando che Fen era rimasto indietro, bloccato da altre due Pupille. Così non sarebbe mai arrivato al punto prestabilito! Si guardò intorno e notò un gancio per lo scaricamento delle merci. Con un balzo si attaccò al gancio e poi si dondolò avanti e indietro, approfittando del movimento e del peso del gancio per colpire con un calcio deciso le due Pupille. "Muoviti!" sibilò a Fen, lasciandosi cadere a terra con una capriola. Le due Pupille si erano già rimesse in piedi e ora li stavano nuovamente inseguendo. Fen, ormai, cominciava a dare segni di stanchezza. Iris alzò gli occhi al cielo. Ci mancava solo quella... lo superò, entrando nel cortile dove era disseminato l'esplosivo e si affrettò a raggiungere il comando di attivazione. Fen arrivò pochi istanti dopo, raggiunto dalle Pupille. "Ehi, tu!" strillò Iris in direzione di Fen, facendogli segno di arretrare. Poi attese. Attese che le Pupille li circondassero, posizionandosi proprio accanto all'esplosivo, casualmente abbastanza vicine da esserne colpite, ma non tanto perché la scarica fosse letale... e in quel momento Iris fece detonare le cariche.
     
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    Le Pupille caddero a terra e Fen iniziò a correre, ma Iris non aveva la minima intenzione di lasciarselo sfuggire: era più veloce di lui, più agile e non era stata ferita. Lo inseguì fino al villaggio, quando lui decise di fermarsi a riposare in un vicolo e quando lo vide sedersi a terra, stremato, avanzò tra i cassonetti di immondizia. "Non mi merito almeno un grazie, per averti fatto fuggire?" chiese con un sorriso sornione. L'uomo sussultò, lanciando un'occhiata sospettosa in direzione della donna "cosa vuoi?" sibilò senza troppa premura. Iris lo raggiunse e si fermò. "Ho sentito le Pupille parlare, prima che vi catturassero. So che tu e il tuo gruppo siete bravi a procurare informazioni... so anche che le Pupille ti cercano per questo e il trucchetto dell'esplosivo le fermerà per un po', ma le hai fatte arrabbiare parecchio, dubito che ti lasceranno fuggire. Ti propongo un accordo: tu mi fornisci l'informazione che sto cercando e io non ti consegno alle Pupille" propose. L'uomo la guardò, scettico: "le Pupille avevano catturato anche te, se non ricordo male" ribattè sicuro. Iris si strinse nelle spalle: "vero, ma sono certa che sorvoleranno su quello che ho combinato io se consegno loro l'uomo che si è infiltrato nel Palazzo Reale" disse, con aria più minacciosa di quanto avrebbe voluto. Non era facile trattenersi, non era facile pensare che tutto quello che era successo era colpa di quell'uomo, a pochi centimetri da lei. Avrebbe potuto usare il suo dominio... viste le condizioni in cui era un solo colpo sarebbe stato sufficiente a liberarsi di lui per sempre. Strinse i denti: le serviva quell'informazione. Quell'unica informazione, poi avrebbe potuto liberarsi di lui; sentì il nervosismo crescere, mentre osservava l'altro meditare sulla sua proposta... o stava solo cercando di recuperare fiato?

    "Allora?" lo incalzò. Lui la osservò distrattamente: "ammesso che sia in grado di aiutarti... che tipo di informazioni ti interessano?" chiese ed Iris si rese conto solo in quel momento di essere stata così presa da tutta quella faccenda da non averci pensato.
     
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    "Contatti" decise la donna, dopo un istante di riflessione. "Voglio lavorare con voi. Hai visto cosa so fare. Ho saputo di un grosso carico, un colpo ben riuscito permetterebbe di guadagnare abbastanza da passare il resto della vita nel lusso più sfrenato... ma è ben protetto. Mi servono dei professionisti e in fretta: ho solo due settimane per mettere insieme un gruppo e prepararlo a dovere. Per dei novellini è praticamente impossibile, ma sono certa che gente esperta come voi non avrà problemi, se iniziamo subito" disse, porgendo una mano all'uomo per aiutarlo ad alzarsi. Fen ricambiò con un'occhiata sospettosa: "impossibile che io non abbia saputo di un carico così grosso" decise. Iris annuì: non era un ingenuo. Convincerlo non sarebbe stato facile.

    "A quanto pare non siete abili come immaginavo"
    rispose, fingendosi infastidita da quella notizia. "Fatemi indovinare: tenete sotto controllo solo quello che succede al palazzo dell'Imperatrice" lo schernì, guadagnandosi un'occhiata interessata. Aveva catturato la sua attenzione, evidentemente. Evitò di gongolare, sapeva perfettamente quanto fosse rischioso ciò che stava facendo: una parola di troppo e avrebbe perso l'unica occasione per scoprire chi c'era dietro tutta quella storia. Cosa avrebbero fatto, poi, se avessero scoperto chi era in realtà non osava nemmeno immaginarlo. Rabbrividì a quel pensiero. "Non ho molto tempo" insistette "puoi mettermi in contatto con qualcuno? Mi serviranno almeno una decina di persone, agili e abituate a combattere corpo a corpo in mare aperto. Avevo un motoscafo, ma le Pupille si sono assicurate che non ci possa mettere mano. Se ne avete uno voi sarebbe utile, altrimenti bisognerà recuperare il mio" decise, evidentemente poco entusiasta di quell'idea.
     
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    "Forse" rispose l'uomo. "Per prima cosa devo verificare l'informazione. Se è buona potrei conoscere qualcuno, ma questo non significa che sia disposto ad aiutarti. Io cosa ci guadagno?" si informò. Iris tentò di trattenere l'impulso di arrostirlo, limitandosi a sbuffare."Non hai un minimo di onore? Ti ho salvato la vita, ti ricordo che mi ci vuole un istante a tornare dalle Pupille...". L'uomo la interruppe con un sorriso sornione "e se io conoscessi qualcuno in grado di proteggermi dall'Imperatrice?" la sfidò lui. Iris lo squadrò torva, valutando quell'eventualità. La stessa eventualità per la quale era lì. "Potrei aiutarvi. Mettetemi alla prova" insistette. "Non dipende da me..." rispose l'uomo. Fu troppo per la scarsa pazienza di Iris. "La tua vita, al contrario, dipende da me" rispose, puntandogli un pugnale alla gola "e non intendo lasciarti andare via prima di aver parlato con questi tuoi amici: se non temono l'Imperatrice non avranno certo paura di me".
     
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    "Le minacce ti serviranno a poco... ma d'accordo. Se vuoi seguirmi fai pure. A tuo rischio e pericolo"
    la informò l'uomo, aspettando che abbassasse l'arma. Iris annuì. Sapeva che sarebbe stato pericoloso, e anche se non lo avrebbe mai ammesso aveva paura. Paura che quegli avversari riuscissero per l'ennesima volta a prevedere le sue azioni, paura che quella fosse tutta un'enorme trappola della quale si sarebbe accorta troppo tardi, paura che per Sozin fosse già troppo tardi. Che razza di persone potevano fare una cosa simile a un bambino? Abbassò il coltello, scostandosi per permettere a Fen di farle strada, ripensando per un istante ad Antk e alla piccola e chiedendosi se aveva fatto la cosa giusta a lasciarli da soli. Il Palazzo era un covo di vipere a sonagli e nessuno meglio di lei lo sapeva.
     
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