Un brusco risveglio

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  1. Silian
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 28, POST 5, alba
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [39.390 Elanor (#3a0057): n° exp (25r80)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    Tornare in sé fu un'esperienza sgradevole. Sentiva freddo, le palpebre erano pesanti e le faceva male la testa, aveva qualcosa di umido e pesante incollato addosso... i vestiti, già... e qualcosa le perforava la schiena. Si mosse infastidita per allontanarsi dallo spuntone -una radice su cui si era addormentata inavvertitamente- e le scapparono un paio di colpi di tosse, che riecheggiarono nell'aria del mattino come i latrati di un animale selvatico. Ad Elanor sfuggì una smorfia: qualcosa le diceva che non avrebbe dovuto emettere un singolo rumore. Era una sensazione irritante, come se avesse dovuto ricordarsi di qualcosa di importante, ma che proprio non riusciva a richiamare alla memoria.

    Si stropicciò gli occhi, feriti dalla luce diurna che filtrava dalle chiome degli alberi: si trovava in mezzo ad un gigantesco groviglio di radici appartenenti ad un ancora più gigantesco albero. Era indubbiamente un buon nascondiglio, ma ancora non riusciva a ricordare perché si trovasse proprio lì, nel bel mezzo del nulla, e per giunta da sola. Si puntellò a terra con un gomito e si girò su un fianco, facendo rotolare via un pesante fagotto che teneva poggiato contro il suo corpo. Che cavolo era? La donna sollevò un sopraciglio, e lo sollevò anche di più quando l'involto di stoffa prese a muoversi... e a piagnucolare. Deglutì a vuoto -si accorse di avere la gola secca ed un incredibile bisogno di bere- ed allungò una mano verso quel coso lagnoso.

    Proprio in quel momento due manine afferrarono la stoffa ed iniziarono a tirarla: i lamenti raddoppiarono, facendosi prima infastiditi e poi nervosi, finché un pianto dirotto non proruppe dall'ammasso indistinto di stoffa. Elanor sgranò gli occhi, mentre un nome le affiorava nella mente: il Principe Sozin....? Sentì il battito cardiaco accelerare rapidamente, strisciò di nuovo accanto al cosino e gli liberò il viso dalla coperta in cui era finito imbozzolato. Un paio di grossi occhi dorati, pieni di lacrime e dall'espressione contrariata incontrarono il suo sguardo ancora attonito. E per la prima volta nella sua vita, Elanor si sentì sul serio mancare il terreno sotto i piedi.

    Furono un paio di strilli acuti del moccioso a riportarla alla realtà: sobbalzò senza sapere che fare, mentre il bambinetto iniziava a scalciare e dimenarsi. "Sssssst... buono, buono... zitto... non piangere... ma porca miseria, chiudi il becco... dai, no scusami tanto, però stai buono, ok... ?" tentò di calmarlo, affibbiandogli delle piccole pacche sul pancino. Niente da fare, naturalmente, quel cosino era imbestialito. Ma... e che cavolo, come faceva a sapere cosa volesse, se nemmeno parlava? Mica era sua mamma?! E orache ci ripensava...dove diamine era finita Iris?
     
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    Anno 17, Mese 5, Giorno 28, alba || POST 1
    "Sono piccola, ma feroce"
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    Saki
    Codice colore: #802B00
    Exp: 5.300 (30r100)
    Denaro: banca
    Abbigliamento: Sopra a pantaloni stretti e una maglia a maniche lunghe entrambi neri porta un'altra maglia bianca larga con polsini stretti e una tunica senza maniche lunga fin sopra il ginocchio color marrone scuro con una striscia d'oro che la caratterizzano ai bordi. Le scarpe sono piccole, semplici e marroni, le arrivano sino alle caviglie.
    Abilità: /
    Armatura: /
    Armi: 乀 Bastone lungo (Armi lunghe)

    Stats PG
    Exp 5.000
    Livello Legend
    Atk 900
    Def 700
    Vel 300
    EV 800

    || Mosse d'attacco ||

    Ginocchiata C
    Facendo forza sulla gamba sinistra, il thay boxer si porta in avanti con l' anca e colpisce il nemico con il ginocchio destro.
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 10


    Gomitata B
    Il combattente colpisce con una gomitata il volto del nemico
    Atk: 20 / Def: 0 / Vel: 30


    Middle Kick C
    Calcio tirato all' altezza del busto in modo da togliere il respiro al nemico
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 25


    Diretto A
    Colpo che si effettua con il pugno a difesa dello zigomo, è più forte rispetto al jab.
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 20


    High Kick B
    Calcio alto che punta alla testa, la forza è impressa dalla rotazione del piede d' appoggio e dal movimento dell' anca.
    Atk: 40 / Def: 0 / Vel: 25


    Low Kick A
    Calcio effetuato abbassandosi con tutto il corpo, portando il peso sulla gamba sinistra e tendendo la gamba destra mentre si effettua una rotazione con l' anca.
    Atk: 55 / Def: 0 / Vel: 45


    Jarake Fad Hang
    Il thay boxer ruota su se stesso per massimizzare la potenza del calcio
    Atk: 90 / Def: 0 / Vel: 60


    Tae Ken Ko
    Il combattente porta in alto il calcio e colpisce il collo del nemico con la tibia
    Atk: 100 / Def: 0 / Vel: 60


    || Mosse difensive ||

    Kao Bung Kua A
    Il guerriero blocca i colpi con tibia per i colpi bassi e medi e con l' avambraccio per quelli alti
    Atk: 0 / Def: 40 / Vel 30


    Kao Bung Sai
    Il thay boxer blocca i colpi incrociando le braccia in modo da ridurre la forza dell' impatto.
    Atk: 0 / Def: 80 / Vel: 50





    Non sapeva bene cosa aspettarsi da quella foresta. Dopo essere sbarcata, Saki era giunta nella foresta di Senlin, per poi proseguire verso nord, in un punto non ben preciso. Con sè aveva una mappa fisica del mondo, ma muta: era proprio lei a scrivere, di volta in volta che incontrava un villaggio, il nome del luogo in cui si trovava. Oramai era diventato un gioco che la invogliava sempre più a conoscere ed esplorare nuove terre. Da quando aveva lasciato Kyoshi Island, infatti, non aveva più un compagno di viaggio con cui poter chiaccherare e, tavolta, litigare. Il suo nuovo passatempo era osservare la natura circostante e coglierne i più disparati particolari, consultando la sua cartina anche nei momenti meno opportuni. Diversi giorni erano trascorsi da quando era entrata in quella fitta foresta e ancora non era certa di quando sarebbe riuscita ad uscirne. Sperava di poter trovare una nave diretta al Polo Nord o in qualche altro luogo del Regno della Terra. Viaggiare da soli non era divertente. No, non lo era per niente.

    Finalmente il sole cominciava a svegliarsi, anche se fin troppo lentamente per i suoi gusti. Aveva imparato, in quei pochi giorni, a non dormire la notte. Dopo averne passata una prima insonne a causa di rumori altamente inquietanti e per niente rassicuranti, aveva compreso che la cosa migliore da fare era riposarsi nel tardo pomeriggio, cosicchè non potesse correre il pericolo di essere assalita col buio, momento in cui gli animali vedevano decisamente meglio degli esseri umani. Con queste attente riflessioni, che da quasi un anno era costretta a fare per non cacciarsi nei guai, guardava costantemente a terra per non inciampare, evitando sassi e radici. Il sole si stava a poco a poco alzando filtrando la sua luce, ancora opaca, tra le foglie degli alberi. Lo stomaco della ragazzina di lì a poco cominciò a brontolare per la fame, ma le sue suppliche non vennero accolte con grande forza di volontà. Al settimo mese dello scorso anno, sicuramente avrebbe ceduto alla tentazione, ma non ora. Stringendo una grande amicizia con un ragazzo come Sigurd, aveva imparato da lui qualcosa di utile, come a pensare prima di agire.

    Avrebbe voluto correre veloce come sempre aveva fatto nell'isola di Kyoshi e di Ember, zigzagando fra le piante e gli arbusti, libera da ogni preoccupazione, come lo era in quel momento la fame. Mancavano solo 3 razioni di cibo. Probabilmente avrebbe dovuto stare a digiuno e saltare la colazione. Non era a conoscenza di quanto mancasse per raggiungere il mare. Sopportare e faticare. Due verbi che non le erano mai stati amici. Era ancora assorta nei suoi sogni ad occhi aperti: il riso, la frutta, il pesce, le strane zuppe assaggiate al Polo Sud... Vi era un silenzio di tomba, solo i passi di Saki ben ritmati lo spezzavano, finchè uno strano lamento non la fece sobbalzare. Ritornata alla realtà e dopo aver indietreggiato nascondendosi dietro un tronco più sottile di lei, cercò di indentificare la provenienza di quel suono. Si rese conto che si trattava di un vero e proprio pianto e, presumibilmente, si trattava del pianto di un bambino piuttosto piccolo. Lo zaino pesante non le impedì di cominciare a camminare veloce, per poi quasi correre, pur di seguire quelle grida.

    Cercò con grande curiosità intorno a lei, mentre era impegnata a muoversi più rapidamente possibile, nonostante il peso del suo equipaggiamento. Cercò contenta di poter vedere finalmente il volto di qualche persona in viaggio come lei, magari le avrebbero fatto un pò di compagnia. Compiaciuta, già sorrideva all'idea. Avrebbe raccontato loro tutte le sue avventure e le sue sventure. Tutte le sue aspettative quasi si spensero quando scrutò, quasi erroneamente, una figura. Era la figura di una donna, proprio alla sua destra, vicino ad un imponente albero colmo di radici ai suoi piedi. Si fermò improvvisamente, stupita dall'immagine che si era trovata davanti: era proprio una donna, pallida e bagnata fradicia e un bimbo che non avrà avuto più di un anno di età che piangeva con determinazione. Si avvicinò frettolosamente e con il fiatone cominciò a fare domande: "Cosa ci fate qui? Sei tutta bagnata e non sembri nemmeno stare bene! Come ti viene in mente di venire qui con un figlio così piccolo?" Si slacciò lo zaino appoggiandolo, senza alcuna delicatezza, per terra. Si incucciò e scavò dentro con impazienza finchè non estrasse una porzione di cibo e la borraccia. Scrollò quest'ultima constatando che era ancora mezza piena. Per fortuna aveva trovato un ruscello il giorno prima per poterla nuovamente riempire. "Ecco qua, è tutto quello che posso offrirvi!" Le grida del bambino diventavano sempre più forti, attirando l'attenzione della ragazzina e aumentando la sua ansia. "Insomma, fai qualcosa!" disse in tono di rimprovero.
     
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  3. Silian
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    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [39.590 Elanor (#3a0057): n° exp (30r100x2)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

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    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    Proprio mentre iniziava a ricomporre il mosaico scomposto dei suoi ricordi la sua attenzione fu attratta da un inconfondibile rumore di ramoscelli spezzati.Ramoscelli spezzati e passi affrettati. C'era qualcuno. Elanor sentì il proprio battito cardiaco accelerare furiosamente, mentre i sensi si amplificavano per la scarica di adrenalina. Si stava avvicinando... doveva andarsene! Poggiare un piede a terra per fare leva ed alzarsi, sentire la caviglia cedere e franare di nuovo sul suolo reprimendo un lamento furono un tutt'uno. Si contorse afferrandosi il piede, poi cercò di tappare la bocca al moccioso con una mano sola mentre frugava con lo sguardo tra i cespugli. La balestra... doveva raggiungere la balestra... realizzò di non sentire la pressione rassicurante del legno sulla schiena. E questo fatto la gettò nel panico. Frugò febbrilmente tra i vestiti per cercare gli stiletti che ancora aveva addosso, così facendo stappò la bocca del bambino -che riprese a urlare a squarciagola- poi le sue dita si strisero attorno allo stelo affusolato di una delle sue lame e....

    "Cosa ci fate qui?". E per poco non spalanò la bocca per lo stupore. Una ragazzina. Poco più grande del cosino che le ululava accanto. E per di più le stava facendo la predica. Fissò la nuova arrivata come inebetita finché questa non le sbottò direttamente in faccia di darsi una mossa. Oh. Ma... ma che... ci volle un po' più del normale, ma finalmente il cervello sconvolto del Capitano tornò a girare a ritmi decenti, e prese ad analizzare la situazione: era sperduta in un bosco, niente contatti con la squadra, nessuna traccia di Iris, una caviglia inutilizzabile ed un marmocchio Imperiale da proteggere a costo della vita, il tutto verosimilmente condito da inseguitori aqquattati nell'ombra. E una bamboccia le stava dando ordini. A lei, Elanor, Capitano delle Pupille, il corpo di guardia meglio addestrato della storia.

    La prima sensazione fu di cocente irritazione. La seconda di cocente bruciore allo stomaco. La terza di cocente vergogna. Si, perché c'era un motivo se una ragazzina le stava dando contro. Era patetica, ecco cos'era, la Pupilla più patetica e peggio addestrata della storia! In che modo stava dimostrando di meritare la fiducia di Iris e delle sue compagne? In che modo poteva sperare di uscire viva da quella situazione, e di salvare il principe Sozin? Si sentì arrossire violentemente ma non abbassò il viso: non aveva nulla da perdere. "Ho bisogno di tre pezzi di legno lunghi più o meno così" disse alla nuova arrivata, indicandole la lunghezza corrispondente alla sua tibia "ti dispiace procurarmeli?". Nel frattempo si trascinò fino a raggiungere la borsa e ne tirò fuori una porzione di succo di melarancia concentrato, vi aggiunse un po' dell'acqua fornitale dalla sconosciuta, agitò il tutto nel flacone di latta ed accostò il recipiente alle labbra del piccolo, sostenendogli goffamente il busto. Non era un gesto funzionale, una buona parte della bevanda finì addosso a Sozin -il quale, però, almeno smise di piangere. E anche quella era fatta. Restava una sola cosa da fare, dopo aver recuperato la funzionalità della gamba: identificare la civile, stabilire se si fosse trattato di un'entità ostile o meno e... agire di conseguenza.
     
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    Saki
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    || Mosse d'attacco ||

    Ginocchiata C
    Facendo forza sulla gamba sinistra, il thay boxer si porta in avanti con l' anca e colpisce il nemico con il ginocchio destro.
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 10


    Gomitata B
    Il combattente colpisce con una gomitata il volto del nemico
    Atk: 20 / Def: 0 / Vel: 30


    Middle Kick C
    Calcio tirato all' altezza del busto in modo da togliere il respiro al nemico
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 25


    Diretto A
    Colpo che si effettua con il pugno a difesa dello zigomo, è più forte rispetto al jab.
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 20


    High Kick B
    Calcio alto che punta alla testa, la forza è impressa dalla rotazione del piede d' appoggio e dal movimento dell' anca.
    Atk: 40 / Def: 0 / Vel: 25


    Low Kick A
    Calcio effetuato abbassandosi con tutto il corpo, portando il peso sulla gamba sinistra e tendendo la gamba destra mentre si effettua una rotazione con l' anca.
    Atk: 55 / Def: 0 / Vel: 45


    Jarake Fad Hang
    Il thay boxer ruota su se stesso per massimizzare la potenza del calcio
    Atk: 90 / Def: 0 / Vel: 60


    Tae Ken Ko
    Il combattente porta in alto il calcio e colpisce il collo del nemico con la tibia
    Atk: 100 / Def: 0 / Vel: 60


    || Mosse difensive ||

    Kao Bung Kua A
    Il guerriero blocca i colpi con tibia per i colpi bassi e medi e con l' avambraccio per quelli alti
    Atk: 0 / Def: 40 / Vel 30


    Kao Bung Sai
    Il thay boxer blocca i colpi incrociando le braccia in modo da ridurre la forza dell' impatto.
    Atk: 0 / Def: 80 / Vel: 50





    La madre del bimbo accettò l'acqua da lei offerta, mentre dovette rimettere la razione di cibo all'interno della propria borsa. La sconosciuta non sembrò intenzionata a presentarsi o a dare una valida motivazione del perchè si era inoltrata nella foresta fino a quel punto con un figlio così piccolo. Saki accettò di buon grado di aiutarla e non perse tempo a tornare indietro, senza lo zaino, alla ricerca di ramoscelli lunghi quanto la tibia di quella ragazza. "Certo, sarò qui in un baleno!" disse porgendo un sorriso sincero. Si addentrò nella boscaglia correndo non troppo velocemente guardandosi a destra e a manca, per terra e in mezzo ai cespugli. Rallentò fino a camminare.

    Ora che ci pensava... In mezzo a tutte quelle radici dove li aveva trovati probabilmente c'erano diversi pezzi di legno interessanti. Infatti, intorno a lei riusciva a trovare piccoli ramoscelli, perlopiù fini e piuttosto corti. Si era anche dimenticata di chiedere quanto grossi avrebbero dovuto essere... Sbuffò contrariata all'idea di dover tornare indietro per chiederle una cosa del genere. Non si era allontanata molto, ma si sarebbe vergognata a morte. Incrociò le braccia e si imbronciò fissando il terreno, mentre continuava a camminare a zonzo. In fin dei conti la domanda era pure lecita, non aveva la benchè minima idea di cosa potessero servirle tre bastoncini. Si era fiondata nel bosco felice di poter essere finalmente utile a qualcuno, esaltata di aver trovato un pò di compagnia, ma era stata ancora un volta precipitosa e superficiale. Quella ragazza era stata gentile, ma anche un pò fredda. Si bloccò per un attimo: e il padre del bimbo dov'era? Che li avesse abbandonati? *Che strana questa gente* pensò fra sè e sè alzando gli occhi e serrandoli dopo averli fatti scontrare con la luce. Si portò di riflesso un braccio davanti al viso e si girò dalla parte opposta. Riaprendo leggermente gli occhi scorse un albero piuttosto strano: un tronco molto grosso dalla corteccia spessa e una folta chioma verde che quasi toccava terra. Il tronco era terribilmente piegato e il primo pensiero che balenò in mente alla ragazzina fu quello di arrampicarcisi sopra. Ne aveva trovato un molto simile quando era a Kyoshi e si era esageratamente divertita nell'arrivare in cima. Quindi appoggiò mani e piedi sulla corteccia appiccicosa e cominciò a salire a quattro zampe sopra l'albero. Se questo fosse cresciuto dritto come i suoi compagni, non sarebbe stato alto quanto loro, ragione per cui arrivò al ramo più alto in breve tempo.

    Da quella posizione non avrebbe avuto in alcun modo la visuale dell'intero territorio, ma sicuramente, con poco più di 4 metri di altitudine, avrebbe fatto progressi migliori nella ricerca della legna. Guardò attentamente l'area che la circondava, ma niente le sembrava adatto. Sbuffò nuovamente. *Non posso mica tagliare i rami degli alberi e che diamine!* Sarebbe scesa dal suo nuovo compagno di arrampicate, ma prima di abbandonarlo diede bravemente un nuovo sguardo in giro, non con la stessa attenzione di prima. Proprio davanti di lei, qualche metro più in là spiccava un gruppetto di massi e... Spalancò gli occhi per lo stupore quando si accorse che c'era una piccola catasta di legna proprio ai piedi delle pietre. Rapidamente scese dall'albero storto e si precipitò verso il mucchio intravisto. Cominciò letteralmente a scavare per soddisfare la richiesta. Ve ne erano un paio praticamente indentici sia di forma che di lunghezza, probabilmente provenienti dallo stesso ramo. Provò a misurarli con la propria tibia, ma.. Non era uno strumento di misura attendibile data la sua misera altezza. Era cresciuta di ben 4 cm dalla sua partenza con Sigurd verso il Polo e si riteneva già soddisfatta. Sperava di poter finalmente eguagliare le sue coetanee, niente era perduto.
    Con sua grande fortuna dopo essersi sporcata per bene mani e, leggermente, i vestiti, trovò il terzo pezzo. Era poco più lungo degli altri, ma non avrebbe fatto differenza. Abbracciò per bene i suoi trovatelli, ben più pesanti di quello che immaginava e si incamminò goffamente per raggiungere la ragazza, il bimbo e il suo zaino.

    "Sono tornataaaa!" urlò a squarciagola non appena li vide. Cercò di appoggiare al suolo i tre pezzi, ma le scivolarono dalle braccia, provocando un piccolo tonfo un pò irritante dato quel silenzio. Infatti, per fortuna, il piccolo aveva smesso di lagnarsi e stava gustando una specie di succo. Si avvicinò interessata e s'accucciò vicino a lui. Contemplò la tenerezza che esprimeva la sua innocenza. In particolare fu attratta dai suoi occhi. "Sembrano proprio gli occhi di mio fratello!" Si rivolse poi alla madre. "E' così carino! Come si chiama?" Chiese incuriosita.
     
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    Vel= 390

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    Lo strillo scomposto fece sobbalzare la donna, che impiegò almeno due minuti prima di sentire il cuore tornare a ritmi normali. "Sssssst!" la rimproverò, ma rivolse la sua occhiata scocciata in un'altra direzione e si ritenne fortunata di non aver rovesciato niente addosso al poppante, dato che non aveva dietro niente per cambiarlo. E a proposito di cambiare mocciosi... più aveva tempo per pensare a cosa implicava avere quel marmocchio dietro, e meno la prospettiva le piaceva. E poi quella ragazzina era decisamente rumorosa. Elanor si passò una mano sulla fronte per scostare i capelli, pensierosa: di quel passo l'avrebbero trovata in meno di mezza giornata. Avrebbero lasciato più tracce di un rinoceronte di Komodo ubriaco, e a quel punto tutta la fatica per trovare il bambino sarebbe stata inutile. Doveva darsi una mossa. "S.... Shiro. Si chiama Shiro" rispose sovrappensiero alla rgazzina, mentre valutava i pezzi di legno che le aveva portato. Si concesse una smorfia di disappunto: erano troppo grossi. Ne prese uno, rigirandoselo tra le mani: era bagnato ed abbastanza tenero; estrasse uno dei suoi stiletti e si mise a lavorare con buona lena per dividerlo a metà nel senso della lunghezza, mentre ascoltava distrattamente i commenti della sconosciuta sugli occhi del bambino. Altro problema... chiunque gli avesse dato un'occhiata anche solo di sfuggita avrebbe capito che veniva dalla Nazione del Fuoco! Non ci voleva!

    Fu a quel punto che il significato delle parole dell'altra la colpì inaspettatamente. "... tuo fratello ha gli occhi gialli?" le chiese sollevando un sopracciglio: gli occhi della ragazzina erano scuri, niente lasciava pensare che potesse avere qualcosa a che fare con una terra estranea al Regno della Terra. "Tu però sembri di qui. Non vi crea problemi avere gente dall'aspetto straniero in casa?" chiese distrattamente, frugando nella borsa alla ricerca della sua corda da scalata. Eccola. Sollevò la gamba infortunata e massaggiò con cautela la caviglia, da cui proveniva un dolore sordo e pulsante. Non era rotta, ma probabilmente aveva preso una brutta storta. C'era solo da sperare che non fosse slogata. Applicò le due metà del pezzo di legno ai lati dello stivale e ci girò attorno la corda per bloccarli in posizione: meno avrebbe mosso la caviglia e meglio sarebbe stato per lei... avrebbe avuto parecchio da camminare. "Grazie per l'aiuto" le disse con un cenno, e sfilò un pezzo di legno di bocca al moccioso -che sembrava aver deciso di ciucciarselo per bene. Non l'avesse mai fatto.

    Dopo aver tentato goffamente di calmare il pianto disperati di Sozin fu costretta a restituirgli il giocattolo improvvisato, che fu riacciuffato senza troppi complimenti e con una serie di gorgoglii soddisfatti. Elanor sbuffò, esausta. E la giornata doveva ancora iniziare. "Adesso dobbiamo andare. E' stato un piacere incontrarti" tentò di salutarla sbrigativamente mentre si issava in piedi -e la caviglia esplodeva in una lunga serie di fitte lancinanti -ma almeno riusciva a reggersi. Peccato che il moccioso fosse ancora seduto a terra, che non sembrasse avere la minima intenzione di muoversi di lì da solo e che lei non fosse minimamente in grado di raccoglierlo o fare anche solo due metri con un peso addosso. Fantastico.
     
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    Atk 900
    Def 700
    Vel 300
    EV 800

    || Mosse d'attacco ||

    Ginocchiata C
    Facendo forza sulla gamba sinistra, il thay boxer si porta in avanti con l' anca e colpisce il nemico con il ginocchio destro.
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 10


    Gomitata B
    Il combattente colpisce con una gomitata il volto del nemico
    Atk: 20 / Def: 0 / Vel: 30


    Middle Kick C
    Calcio tirato all' altezza del busto in modo da togliere il respiro al nemico
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 25


    Diretto A
    Colpo che si effettua con il pugno a difesa dello zigomo, è più forte rispetto al jab.
    Atk: 30 / Def: 0 / Vel: 20


    High Kick B
    Calcio alto che punta alla testa, la forza è impressa dalla rotazione del piede d' appoggio e dal movimento dell' anca.
    Atk: 40 / Def: 0 / Vel: 25


    Low Kick A
    Calcio effetuato abbassandosi con tutto il corpo, portando il peso sulla gamba sinistra e tendendo la gamba destra mentre si effettua una rotazione con l' anca.
    Atk: 55 / Def: 0 / Vel: 45


    Jarake Fad Hang
    Il thay boxer ruota su se stesso per massimizzare la potenza del calcio
    Atk: 90 / Def: 0 / Vel: 60


    Tae Ken Ko
    Il combattente porta in alto il calcio e colpisce il collo del nemico con la tibia
    Atk: 100 / Def: 0 / Vel: 60


    || Mosse difensive ||

    Kao Bung Kua A
    Il guerriero blocca i colpi con tibia per i colpi bassi e medi e con l' avambraccio per quelli alti
    Atk: 0 / Def: 40 / Vel 30


    Kao Bung Sai
    Il thay boxer blocca i colpi incrociando le braccia in modo da ridurre la forza dell' impatto.
    Atk: 0 / Def: 80 / Vel: 50






    Continuava a sorridere al bambino ora intento a mangiucchiare un pezzo di legno. "Shiro...?" Rimase perplessa e aggrottò le sopracciglia. "E' un nome strano, ma sembra carino." Cercò di essere educata, ma mentì, perchè in realtà quel nome non le piaceva affatto. Sembrava femminile più che maschile e l'avrebbe dato piuttosto ad un animale domestico che a un bambino, per dirla tutta. Tuttavia non espose le proprie opinioni, ma ascoltò ciò quella ragazza aveva da dire. Si volse dalla sua parte, restando comunque inginocchiata di fronte al bimbo. Notò che la sconosciuta nutrisse alcuni dubbi su ciò che le aveva detto riguardo suo fratello e sospirò seccata all'idea di dover spiegare per l'ennesima volta le stesse identiche cose alla gente che non conosceva. Si alzò rispolverandosi i vestiti per poi rivolgerle la parola. "Cosa intendi dire? Siamo fratelli, gemelli..... diversi! Tutto qua." Si illuminò, comprendendo solamente in quel momento ciò che voleva sapere. Ridacchiò agitando le mani e muovendo a destra e a sinistra la testa. "No no, ma va! Vivo... Vivevo ad Ember fino all'anno scorso! Io però non sono una dominatrice del fuoco come lui..." Probabilmente non stava neanche lontanamento immaginando che stava raccontando troppo di sè. Già Sigurd l'aveva avvertita, raccomandadogli di non fidarsi facilmente con gli sconosciuti. Lui però non si fidava nemmeno dei suoi familiari... Insomma, non le importava per niente. Anzi, si permise di aggiungere dell'altro. "Io però non sono da meno!" La sua vanità aumentava notevolmente ogni volta che qualcuno si permetteva di fare paragoni, anche quando era lei stessa a farli. Lei si era presentata, anche fin troppo. Dalla stessa posizione si voltò verso il bimbo che ancora ciucciava il legno. "Scusa Shiro, ma non ti fa schifo?" Come se una creatura così piccola potesse risponderle.

    Nel frattempo la presunta madre la ringraziava, dopo aver applicato ai lati dello stivale le due metà di uno dei pezzi che la ragazzina le aveva portato. "Ah...davvero si può usare anche così?" Puntò l'indice proprio sulla caviglia slogata più che stupita. "Bastava dirlo che servivano per la tua gamba, avrei cercato con più attenzione..." Le disse un pò in colpa. Aveva dovuto dividere il legno con... Con? "Com'è che l'hai diviso?" Mimò con le due mani che si separavano. Mancava una targhetta al puzzle: che utensile aveva dovuto usare? Si guardò intorno, ma niente le sembrava avere la forma di un coltello. Rabbrivdì al ricordo della sua prima esperienza con le lame dei coltelli. La madre di Shiro sfilò a quest'ultimo di bocca il suo giocattolino, facendolo scoppiare in lacrime. *No, non ancora ti prego!* Si colpì in faccia con un palmo. Fortunatamente i lamenti si fermarono poco dopo, restituendo al bambino il suo antistress.

    La ragazza la salutò gentilmente e frettolosamente. "Come?" Saki voleva davvero aggregarsi a lei, anche solo per un pò di compagnia. Si stava già issando in piedi con l'intenzione di partire. Non lasciava intravedere il dolore, ma doveva soffrire per quella slogatura. Saki le piombò addosso prendendole una mano. "Ti prego, ti supplico, posso venire con voi? Giuro che non sarò di disturbo! Starò zitta e buona e seguirò il passo!" Continuò a chiederle la medesima cosa parlando a macchinetta, senza fermarsi, finchè non dovette prendere fiato. Inspirò. Non voleva assolutamente ricevere un rifiuto da parte sua. Le lasciò la mano e corse verso Shiro. Si fermò prima a raccogliere lo zaino issandolo in spalla, era la volta del bimbo. Si accucciò accanto a questo prendendolo delicatamente sotto le ascelle. Lo alzò e se lo portò vicino al petto. Dopodichè si avvicinò nuovamente alla madre. "Mi offro io di portarlo al posto tuo!" Shiro non era così leggero come pensava, ma era l'unica soluzione ragionevole che le era passata per la mente. Aspettò con sguardo serio e preoccupato una risposta positiva.
     
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  7. Silian
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 28, POST 8, mattina presto
    E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
    [39.740 Elanor (#3a0057): n° exp (15r50)] [DENARO: 480 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: pantaloni e casacca color ocra, cintura e stivali in pelle marrone, cappello conico in paglia, giaccone verde bottiglia] [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

    Stats PG:

    Atk= 1200
    Def= 1000
    Vel= 390

    Mosse caratteristiche-di scuola: Burning chi dart, Emergency shot, Raffica agli Tsubo, Deviare armi da lancio, Sgambetto.


    Elanor si irrigidì istintivamente al contatto con la mano della ragazza: nessuno, negli ultimi anni, si era mai azzardato a trattarla con tanta familiarità. Era il Capitano delle Pupille, figuriamoci... la gente quando passava si faceva da parte distogliendo lo sguardo, come se avesse potuto pietrificarli solo guardandoli negli occhi. Cercò di dissimulare il disagio -fatica sprecata, tanto quella piattola sembrava essere consapevole solo di sé stessa e della propria voce! Sollevò una mano per farle segno di chiudere il becco, ma ormai nella sua testa la situazione era chiara: era con le spalle al muro. Non poteva muovere un passo col bambino addosso, ed ogni minuto che restavano ferme era tempo guadagnato dagli inseguitori: l'eventualità che le ragazze fossero riuscite a catturarli o metterli fuori gioco tutti era al di là del più roseo ottimismo. Il problema era che tra la caviglia ferita e la ragazzina col carico avrebbero arrancato alla velocità di una tartarugaelefante zoppa... doveva inventarsi un modo per coprire le tracce.

    Lanciò un'occhiata alla sconosciuta: una civile, ed anche giovane. Non si rendeva conto del rischio in cui si stava cacciando, né poteva spiegarle tutta la verità. Se fossero stati attaccati sarebbe stata la prima ad essere colpita: la sua priorità era di proteggere il principe e di conseguenza sé stessa, mentre eventuali accompagnatori finivano necessariamente in secondo piano. La coscienza le diceva che era sbagliato sccettare il suo aiuto, sensazione in netto contrasto con la necessità imposta dai suoi ordini. Pregò silenziosamente gli Spiriti che glie la mandassero buona... "Va bene, se ci tieni tanto puoi seguirci. Ma ad alcune condizioni" le spiegò puntandole un dito indice alquanto rigido contro il naso. "La prima è che dobbiamo mantenere il silenzio più assoluto, bambino compreso: non far rumore quando cammini, e se lui dà segni di nervosismo meglio intervenire prima che inizi a strepitare. La seconda è che devi attenerti strettamente a quello che ti dico di fare: non ho la minima intenzione di mettermi nei guai a causa di una ragazzina indisciplinata, mi spiego?" le accennò brevemente, scartando l'idea di raccontarle subito qualche storiella fantasiosa su un presunto marito ubriacone. "Se pensi di farcela sei dei nostri. In caso contrario è meglio che ci separiamo". Chissà cosa avrebbe detto Iris quando le avesse rintracciate... coinvolgere terzi non faceva parte del protocollo. Elanor sospirò, sempre meno convinta della stabilità di una situazione del genere. Con un po' di calma avrebbe dovuto provare a riattivare il trasmettitore, era l'unica possibilità di ricevere soccorsi nel bel mezzo del nulla...
     
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    Saki
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    Abbigliamento: Sopra a pantaloni stretti e una maglia a maniche lunghe entrambi neri porta un'altra maglia bianca larga con polsini stretti e una tunica senza maniche lunga fin sopra il ginocchio color marrone scuro con una striscia d'oro che la caratterizzano ai bordi. Le scarpe sono piccole, semplici e marroni, le arrivano sino alle caviglie.
    Abilità: /
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    Armi: 乀 Bastone lungo (Armi lunghe)

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    Il bimbo non sembrava così entusiasta all'idea di essere trasportato da una ragazzina sconosciuta, ma finchè avesse avuto tra le manine il suo pezzetto di legno sembrava se ne stesse buono. Tuttavia aveva deciso di dondolarsi avanti e indietro come se stesse sopra ad una giostra. Saki cercò di posizionarlo meglio: con la testolina in direzione del suo petto, un braccio che lo teneva fermo da sotto e la mano del braccio opposto, che era pronta ad intervenire per ogni evenienza, gli teneva momentaneamente la piccola schiena. La madre di Shiro sembrava un pò seccata di quel terzo incomodo, tanto che le puntò un dito contro il naso. Lei si mise ritta e guardò in direzione dell'indice rendendo gli occi strabici. Arricciò il naso infastidita e rimase ad ascoltare le sue condizioni. *Sempre la stessa storia, ho dodici anni per niente a quanto pare!* pensò piuttosto seccata. Era più severa di quel che credeva, non si poteva di certo dire che l'essere diventata mamma l'avesse addolcita. Anzi, dai termini che utilizzava sembrava che quel bambino non fosse affatto desiderato da lei. Ciò irritò più del necessario la ragazzina, ma si limitò farle un'occhiataccia, senza pronunciarsi. Avrebbe voluto, perchè già prima di conoscerla l'aveva addirittura giudicata definendola "indisciplinata". Che bella riconoscenza! "Sì, sì, sì! Okay, starò muta e terrò tranquillo anche il tuo moccioso!" Dovevano ricominciare a camminare se volevano raggiungere.... Raggiungere cosa?

    Si era già mossa di un paio di passi, quando si fermò di colpo. "Ehm... Dov'è che dovremmo andare?" Chiese dubbiosa. "Ho guardato ieri la mappa, ma... Di qua andiamo solo verso il mare. C'è qualche nave per caso?" Lo sperava con tutto il cuore, altrimenti sarebbero dovute tornare indietro. Sospirò. Si sentì tirare i capelli e di conseguenza la testa si piegò verso sinistra. "Ahio, Shiro stai fermo!" Era tutto inutile, sembrava si stesse divertendo con la sua chioma rossa. Perchè aveva entrambe le mani libere? Il pezzo di legno gli era caduto. Saki si piegò sulle ginocchia e lo raccolse dopo averlo cercato con l'unica mano libera. "Ecco tieni, fai il bravo, così poi ti diamo la pappa..." Probabilmente non avrebbe funzionato, ma che altro poteva dire a un bambino che si esprimeva a gesti intraducibili? "Allora per dove si va.... Eh? Come ti chiami invece te?" Stranamente, impicciona come era lei, non le aveva ancora domandato quale fosse il suo nome o da dove venisse. Le era passata per la mente anche un'altra curiosità che la lasciò di stucco. ".... Ma... Tu non sei del Regno della Terra? Perchè tuo figlio ha gli occhi dorati?" Ci capiva davvero sempre meno. Giusto un paio di secondi e si arrese. *Ma sì... L'importante è non viaggiare da soli.* Oppure... "Aaaaan... Tuo marito allora è un dominatore del fuoco? E' per questo che Shiro ha quegli occhi!" Le disse convinta con un sorriso.
     
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  9. Silian
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    ANNO 17, MESE 5, GIORNO 28, POST 9, mattina presto
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    Elanor rispose con un grugnito pensieroso alla prima domanda della ragazzina: in effetti non aveva ancora deciso in che direzione avviarsi. "Potresti passarmi la mappa, se non ti dispiace?" le chiese allungando una mano in direzione del pezzo di carta. "Veramente cerco un fiume: se lo seguiamo prima o poi potremmo trovare un villaggio e comunque potremmo riuscire a coprire le nostre tracce. Ho bsogno che mi sistemino la gamba... e mi chiamo Jin. Per il resto meno sai e meglio è per te, te lo garantisco. E sarà ancora meglio che arriviamo in un posto civile prima che a qualcuno venga in mente di capire che fine ho fatto" le suggerì senza scendere nei dettagli. "Sei sempre in tempo per andare per la tua strada, non è una buona idea venirci dietro..." tentò per l'ultima volta di metterla in guardia, giusto per tacitare la coscienza che protestava.
     
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    *Jin e Shiro...* Mostrò la sua felicità di poter viaggiare insieme a qualcuno con un largo sorriso. Non stava più nella pelle, desiderava con tutto il cuore partire e chiedere ancora molte cose sul loro conto, ma subito Jin fermò le sue intenzioni. Prima di tutto le domandò cortesemente la mappa che teneva a portata di mano. Quindi si girò di schiena. "E' nella tasca esterna dello zaino, proprio a destra." Dopo averle indicato dove si trovasse aggiunse un particolare, mentre si prestava a voltarsi per guardarla in viso. "Ehm... La mappa però l'ho presa muta... C'è...." Cercò di ricordare come si chiamava. "E' una carta geografica fisica... Ho aggiunto io con l'inchiostro i nomi delle città che ho visitato..." Fortunatamente, come le spiegò in seguito Jin, tutto ciò che le occorreva era trovare un fiume. No, Saki ancora ne aveva incontrati lungo la sua strada. Del tutto casualmente aveva trovato un torrente stretto, ma niente di più. "E se... Camminiamo lungo la costa? Magari un villaggio o qualche pescatore che ce ne può indicare uno lo troviamo!" Disse con sgurdo innocente, sperando di non proporre l'improponibile. Se davvero provava tanto dolore... Dovevano sbrigarsi. "Non ho intenzione di lasciarvi qui, anche perchè Jin.. Non sembri nella condizione di poter camminare a lungo." Un velo misterioso avvolgeva la storia dei suoi due compagni e le parole della madre di Shiro confermarono questo dubbio. Tuttavia non si sforzò a chiedere altro, sarebbe stato molto più interessante scoprirlo durante il loro viaggio. Saki ridacchiò e cominciò a camminare. "Sarebbe meglio incamminarsi o di questo passo facciamo notte!" Risistemò per bene il bimbo che, almeno per ora, non pareva essere intenzionato a creare problemi.

    Rifletteva attentamente. *Un fiume...* Si ricordò del suo sbarco. "Ah!" Sbattè un palmo sulla fronte. "Dobbiamo andare a Shu Jing! Ci vorrà un pochino, ma lì c'è un fiume e ovviamente c'è anche il villaggio che cerchi!" Portò la stessa mano dietro la nuca. "Scusaaaa, me ne ero completamente dimenticata!" Le fece un pò imbarazzata.
     
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  11. Silian
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    "Shu Jing...?" Ripeté Elanor, soppesando l'alternativa. Un centro abitato pieno di gente. Avrebbe potuto trovare un soccorso adeguato. E un sacco di gente tra cui poteva mimetizzarsi un potenziale attentatore, ammesso che non riuscissero ad acciuffarli prima di sera. La donna scosse la testa decisa "A quel punto è meglio seguire la costa. Il fiume sarebbe stato utile per evitare di camminare, avremmo potuto costruire una zattera e lasciarci andare alla deriva" bofonchiò, evitando di aggiungere che in quel modo non avrebbero lasciato impronte. Non aveva bisogno di nomi sulla cartina, ormai ne aveva consultate talmente tante che sapeva a memoria le ubicazioni di ciascuna delle città principali del Regno; orientò rapidamente il pezzo di carta e zoppicò fino a trovarsi in direzione della costa. Si trattava della scelta più logica, in mancanza di fiumi: alla più brutta avrebbe preso un traghetto veloce fino alla Nazione del Fuoco, avrebbe consegnato il pupetto a suo padre e ripreso il comando del quartier generale. In caso di dispersione ognuno per sé, era quello il protocollo, Iris inclusa da quando aveva deciso di scendere in campo. Non la vedeva da quando era sparita nel dedalo di gallerie e le aveva affidato il bambino. Non le piaceva affatto tutto quel silenzio...

    "Andiamo. Ricordati di parlare a voce bassa" raccomandò alla ragazzina e prese a zoppicare dolorosamente in direzione della costa; il suo cammino fu reso meno penoso qualche metro dopo, quando raccattò da terra un bastone nodoso abbastanza grosso da poterle fare da appoggio. Ora si iniziava a ragionare. Persa nei suoi pensieri infilò una mano in tasca, alla ricerca di quella che avrebbe dovuto essere la trasmittente in dotazione a tutte le Pupille: quando le sue dita incontrarono diversi frammenti metallici al posto di un unico apparecchio si morse un labbro e respirò a fondo, tentando di scacciare la sensazione di freddo che l'aveva attanagliata. La sera precedente l'apparecchio dava problemi ma non era danneggiato, era riuscita anche a trasmettere! Quando è che l'aveva ridotto in quello stato? I ricordi della corsa nel buio erano vaghi e confusi... non poteva escludere di averlo battuto a terra quando si era procurata la lesione alla caviglia. Ritirò la mano fuori dalla tasca con un'espressione corrucciata ma non disse una parola: meno la ragazzina avesse saputo, meglio sarebbe stato. Doveva essere una ficcanaso. Non aveva dubbi, vista la fortuna che aveva avuto fino a quel momento.

    Bisogna inventarsi qualcosa per la trama: sarebbe utile che Elanor scoprisse le qualità di combattimento di Saki. Hai idee? Che scaccino un inseguitore è poco plausibile, si tratta di professionisti e difficilmente una ragazzina giovane potrebbe toglierli di mezzo. Semmai sentiamoci via MP -per esperienza so che se continuiamo a ruolare il viaggio senza qualche evento ci rompiamo le scatole nel giro di 3 post..
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